Fanfic su artisti musicali > Led Zeppelin
Ricorda la storia  |      
Autore: RecklessElf    16/01/2013    3 recensioni
"Si sarebbe potuto dire che erano invecchiati, ma la luce nei loro occhi affermava il contrario.
Robert non era tornato in quel luogo per nostalgia, per rimpiangere i tempi passati, e Jimmy lo sapeva.
Lo aveva riportato in quel luogo, quel minuscolo frammento di paradiso incastonato tra le verdi campagne del Galles, perché glielo aveva promesso tempo prima, in quella canzone, e perché voleva rivivere insieme a lui la bellezza di quel luogo.
(...)
Jimmy lo raggiunse poco dopo, e si sedette sullo stesso ramo, guardando titubante la distanza che li separava dal terreno. Era così leggero che sarebbe bastato un sottile soffio di vento a farlo cadere, ma Robert gli cinse i fianchi con un braccio, tenendolo stretto a sé.
«Non cadrai, non preoccuparti. Ti tengo io. » mormorò il ragazzo con un sorriso, che l’altro ricambiò immediatamente.
Nelle loro teste risuonava ancora la melodia della canzone composta poco prima, che Robert canticchiava a bassa voce, con aria assorta , fissando il paesaggio verde di fronte a sé.
(...)
«E comunque, Jimmy, ci siamo sbagliati una cosa in quella canzone. »
«Ovvero?»
«I tuoi occhi non sono affatto stanchi. E nemmeno i miei. »
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Like a leaf is to a tree

Ah, ti ho sorpreso a sorridermi, 
E' così che deve essere
Come una foglia sta all'albero, così bene

Ah, tutti i bei momenti che abbiamo passato, 
Cantavo canzoni d'amore così contento
Sempre sorridente, mai triste, così bene

E mentre camminiamo lungo strade di campagna, 
Canterò una canzone
Sentimi chiamare il tuo nome
Senti il vento tra gli alberi, 
Che racconta a Madre Natura di te e di me

(Bron-Y-Aur-Stomp - Led Zeppelin)



2006, Bron Yr Aur.
Le loro mani, posate placidamente sul prato, erano intrecciate l’una all’altra, in una stretta morbida e delicata.
L’aria era fredda, quel giorno, tanto da pungere la pelle, e il cielo aveva il colore dell’acciaio, screziato da qualche nuvola scura che interrompeva quella grigia uniformità.
Eppure, filtrata dalle chiome rigogliose degli alberi, una luce verdazzurra illuminava e riscaldava le loro figure, sedute tra gli steli d’erba che ondeggiavano e si piegavano sotto al soffio delicato del vento.
I capelli di Jimmy avevano il colore della neve e dell’argento, ed erano raccolti in una coda dietro al capo, posato sulla spalla dell’altro.
Quelli di Robert avevano ancora il colore del grano, e, benché il tempo avesse rubato  loro qualche riflesso dorato, la sua chioma era ancora folta come la criniera di un leone.
Ma prima dei capelli, quei capelli ancora così lunghi, che conferivano loro un’aria giovanile, e per nulla ridicola, i segni del tempo si notavano sui loro visi, solcati da qualche ruga.
Robert quasi non ci aveva fatto caso: le considerava naturali, come considerava naturali le increspature delle onde nel mare, e i solchi sulle cortecce degli alberi.
Anzi, trovava che a Jimmy stessero bene, quei segni che aveva intorno agli occhi, e che risaltavano la loro forma a mandorla, vagamente orientale.
Si sarebbe potuto dire che erano invecchiati, ma la luce nei loro occhi affermava il contrario.
Robert non era tornato in quel luogo per nostalgia, per rimpiangere i tempi passati, e Jimmy lo sapeva.
Lo aveva riportato in quel luogo, quel minuscolo frammento di paradiso incastonato tra le verdi campagne del Galles, perché glielo aveva promesso tempo prima, in quella canzone, e perché voleva rivivere insieme a lui la bellezza di quel luogo.
«Ehi,  Jimmy.» Robert picchiettò leggermente sulla spalla dell’altro, con un gran sorriso stampato in faccia.
Jimmy impiegò qualche istante a sollevare lo sguardo su di lui, e a ricambiare quel sorriso. Aveva ancora quei ricordi nella mente, quei ricordi che in tutti quegli anni non aveva lasciato dissolvere come fumo nel vento.

1970, Bron Yr Aur.
Non c’era un solo frammento di quella terra che non sembrasse inondato di luce. Il sole, quella mattina, era tanto luminoso da fare apparire ogni cosa bruciata dal fuoco, con quei colori caldi e vivi, a tratti abbaglianti.
Robert corse veloce come un fulmine per il prato, scomparendo dalla vista di Jimmy nel giro di pochi istanti, e si arrampicò agilmente su un albero, restando seduto su un ramo robusto, con le gambe che dondolavano nel vuoto.
Gli piaceva, starsene appollaiato lì in alto, a guardare il profilo delle colline che si fondeva con l’azzurro del cielo, e il bosco che circondava la sua casa come a volerla proteggere con una miriade di alberi alti e maestosi.
Jimmy lo raggiunse poco dopo, e si sedette sullo stesso ramo, guardando titubante la distanza che li separava dal terreno. Era così leggero che sarebbe bastato un sottile soffio di vento a farlo cadere, ma Robert gli cinse i fianchi con un braccio, tenendolo stretto a sé.
«Non cadrai, non preoccuparti. Ti tengo io. » mormorò il ragazzo con un sorriso, che l’altro ricambiò immediatamente.
Nelle loro teste risuonava ancora la melodia della canzone composta poco prima, che Robert canticchiava a bassa voce, con aria assorta , fissando il paesaggio verde di fronte a sé.
Lo sguardo di Jimmy, invece, era rivolto verso la parte superiore dell’albero, che si suddivideva in un groviglio di rami e di foglie, tra le quali spiccava un piccolo nido, dentro al quale erano deposte un paio di uova giallastre, con piccole chiazze scure.
«Sai che alcuni pensano che, una volta morte, le anime delle persone si reincarnino negli uccelli?» fece Jimmy,  senza staccare gli occhi da quel nido, che sfiorava leggermente con le lunghe dita affusolate.
Robert si sporse a guardare le uova, e ridacchiò leggermente, annuendo.
«E altri che l’universo fosse un grande uovo. Ehi, magari da queste due uova sono anime di persone. Magari anche noi diventeremo due uccellini, chi lo sa? Tu mi ci vedresti?»
«Oh, sicuro.» replicò l’altro con un sorrisetto «Un’allodola, saresti una perfetta allodola. Cantano tutto il santo giorno, compreso quando volano.»
«E io ti vedo bene come gufo, invece.» disse Robert, rivolgendo una sonora pernacchia all’altro, che corrugò leggermente la fronte, per poi scuotere la testa con una buffa smorfia divertita.
«Vuoi dire forse che porto sfiga, Rob?»
«No. Il gufo è anche simbolo di saggezza, sai?» rispose Robert, posando distrattamente una mano tra i riccioli scuri di Jimmy, scompigliandoli leggermente.
Rimasero così a lungo, l’uno appoggiato all’altro, con gli sguardi che si incrociavano di tanto in tanto, e le mani che si sfioravano con la stessa naturalezza.
Rob scese a terra con un balzo, non prima di aver posato un leggero bacio sulle labbra dell’altro, che restò a fissarlo con un sorriso, senza muoversi dall’albero.
«Coraggio, che stai aspettando a scendere, ragazzo?» rise il cantante, sedendosi di nuovo sull’erba, con la schiena poggiata alla corteccia dell’albero, rovente a causa del sole che vi aveva battuto per tutto il giorno.
«Avevi detto che mi tenevi tu, e che non sarei caduto.» mormorò il chitarrista con un sorriso sarcastico, e non fece quasi in tempo a finire la frase che Robert era già di nuovo sull’albero, a tenerlo stretto e buttarsi di nuovo giù a terra, facendolo cadere con sé sul morbido prato, che attutì leggermente la caduta.
«Sono un idiota, scusami» rise Robert, rimettendosi in piedi e stiracchiandosi per bene, tendendo le braccia verso l’alto e massaggiandosi la schiena, leggermente dolorante a causa della caduta.
Dopo che Jimmy lo assicurò di non essersi fatto male, ripresero a suonare e cantare insieme, come se non si fossero mai interrotti.
La voce di Robert sembrava legarsi perfettamente ai toni vivaci di quella canzone, al ritmo della chitarra di Jimmy e a quelle parole che avevano scritto poche ore prima, e che in quel momento risuonavano nell’aria, come fondendosi con i suoi della natura, al frinire incessante delle cicale e al fruscio delle foglie scosse dal vento tiepido della sera che stava scendendo.
Cantarono ancora e ancora, fino al calare del sole, per poi scomparire da quel luogo come ci erano arrivati, silenziosamente, senza disturbare la natura che li stava ospitando in tutti in quei giorni in cui avevano composto.
 
2006.
«A cosa stai pensando, Pagey?»
Jimmy si riscosse, tornando con la mente al presente, e alzo le spalle con un sorriso.
«A una canzone.»
«Bron-Yr-Aur, scommetto.»
Jimmy scosse la testa.
«Ten Years Gone. »
«Com'era allora, così sarà, anche se il percorso cambia i fiumi raggiungono sempre il mare. Dieci anni passati, ci teniamo ancora stretti? » chiese Robert, recitando quelle parole che ricordava alla perfezione.
«Esattamente. »
«James? La reunion, ci sto. Credo che..l’anno prossimo andrebbe bene.»
Jimmy sollevò lo sguardo su Robert, sorpreso da quelle parole che ormai non si sarebbe aspettato di sentire.  Quante volte il cantante aveva declinato l’offerta, dicendo che il gruppo non sarebbe stato al completo, che non sarebbe mai stata la stessa cosa?
«Mi mancate, tu e Jonesy, e penso che per una sera, una sera soltanto, io vorrei tornare a rivivere tutto quanto. Potremmo darci da fare una volta tornati a casa. E’ tanto strano?»
«No, è meraviglioso. E penso che anche lui approverebbe, ne sono certo.»
Rincasarono con le ultime luci della sera, cullati dal fresco vento autunnale che carezzava i loro volti speranzosi, che ancora della stanchezza non ne volevano sapere nulla.
«E comunque, Jimmy, ci siamo sbagliati una cosa in quella canzone. »
«Ovvero?»
«Quando sarai vecchio e i tuoi occhi saranno stanchi, non ci sarà un altro pastore come te, continueremo a camminare sulle strade di campagna, ti canterò le stesse vecchie canzoni.» recitò nuovamente Robert, e poi sorrise «Beh, i tuoi occhi non sono affatto stanchi.»



Premettendo che non ho seriamente idea di cosa sia questa storia, che è un miscugliotto confuso di scene insensate, spero che a qualcuno piaccia almeno un pochino. 
Grazie a chiunque la leggerà, recensirà, qualunque cosa, mi farete felicissima *3*
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Led Zeppelin / Vai alla pagina dell'autore: RecklessElf