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Autore: lovealways    16/01/2013    1 recensioni
“Voi due siete così dannatamente legati e non ve ne rendete conto. Mi chiedo come facciate”
...
“Quindi non credi sia una cosa totalmente folle prendere un aereo e raggiungerlo?”
...
“Che c’è Liam?”
“Non so come ho fatto a stare senza di te..”
...
“Rachel Wood sei la mia metà”
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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sono di nuovo qui, per vostra fortuna/sfortuna. volevo solo dire due cosette prima di lasciarvi leggere in santa pace..
a) la storia fa riferimento ad un evento di una mia OS, ovvero "Candle Light", quindi forse sarebbe il caso di lggere prima quella
b) la storia non durerà più di quattro o cinque capitoli (ne ho già pronti quattro e sono indecisa se continuare)
beh basta così direi.. 
come al solito vi ringrazio anche solo per aver dato un'occhiata, se vi piace fatemelo sapere.

with love,Valentina.
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1.



 
               “È arrivato il momento” mormora sulla mia bocca.  Mi lascio baciare ancora.
Mi mordo il labbro inferiore sentendo un nodo formarsi in gola e un strano fastidio alla bocca dello stomaco. Tutte sensazione che conoscevo dannatamente bene.
Seguo con  lo sguardo ogni suo piccolo movimento. Le sue dita che sfiorano il tessuto quadrettato della camicia per poi abbottonarla. L’espressione corrucciata
quando controlla di aver messo in valigia tutto. Il suo respiro regolare sembra scandire il tempo.

Liam chiude la zip con un gesto secco restando poi per un attimo a fissare senza un vero motivo il bagaglio. Lo accompagno alla porta.
               “Ci vediamo quando torno”
               “Sarò qui ad aspettarti” rispondo prontamente. Un ultimo bacio e poi se ne va.
 
I ricordi fanno male. Belli o brutti che siano, fanno male. Ti tolgono le forze, ti demoliscono, ti rendono debole e vulnerabile. E l’unica cosa che puoi fare è prendere
un respiro profondo e andare avanti, sperando che prima o poi il dolore si affievolisca. Ma sai che non sparirà mai del tutto.
Londra è grigia, umida ma incredibilmente bella. Mi stringo nel cappotto, cercando riparo dall’aria gelida, e affondo le mani nelle tasche.
Tra la folla intravedo Penny. Allungo il passo perché sono in ritardo e so quanto lei odi le persone ritardatarie. Appena mi vede mi fa un sorriso enorme. Mi stringe in un
abbraccio e il suo profumo alla lavanda per un attimo mi stordisce.
               “Ciao” la saluto. La seguo mentre entra da Starbucks. Occupiamo un tavolino in un angolo del locale, lontano dal chiacchiericcio frenetico di un gruppo di adolescenti.
Le nostre ordinazioni arrivano a tempo di record. Non aspetto un solo secondo per fiondarmi sul mio caffè. È il secondo della mattinata, lo ammetto.
               “Carine le occhiaie” dice ironica mescolando lentamente il suo cappuccino. “Che cosa ti ha tenuta sveglia?” mi domanda.
Lui.Ma non lo dico. Lo tengo per me come molte delle altre cose che gli riguardano. Il fatto è che mi sono svegliata nel bel mezzo della notte, come se il mio corpo sapesse,
sentisse in qualche modo che stava per succedere di nuovo. Ho guardato l’ora e ho sospirato notando che erano le 5:23. Mi sono alzata e mi sono avvicinata alla finestra del salotto
che dà sulla strada principale. Ho riconosciuto il mini van nero. E dopo pochi minuti eccolo lì. Camminava piano, probabilmente troppo stanco e assonnato, con il cappuccio
della felpa che gli copriva la testa e il borsone scuro in spalla. Come al solito, smanettava con il cellulare. Mi è scappato un sorriso. E subito dopo una lacrima. Sono rimasta alla
finestra per una buona mezz’ora, sono tornata a letto e ho provato a riaddormentarmi.
               “Niente di importante” mormoro sforzando un sorriso per convincerla.
Non funziona e Penny mi guarda con rimprovero perché sa che le sto raccontando una balla e con grande probabilità sa già, perché mi conosce, che qualsiasi cosa io abbia
ha a che fare con lui. “Se te lo dico ti arrabbierai a morte” borbotto fissando la tazza per metà vuota.
               “Prenditi le tue responsabilità, Rachel Wood” il mio nome per intero è tremendamente minaccioso anche se accompagnato dal suo delizioso sorriso.
               “È saltata la corrente l’altro giorno e sono rimasta al buio per un’ora più o meno” prendo la strada più larga, le racconto anche il dettaglio più insignificante, giusto per non
sganciare la bomba e vederla esplodere.
               “Oh no”
               “Devo fare scorta di candele” blatero evitando di guardarla.
               “Oh no” ripete di nuovo. Lei sa già. Penny mi conosce come nessun’altro al mondo. E sa che in tutto questo c’entra lui. “Perché sei andata da lui?”
Domanda lecita alla quale io stessa non so ancora rispondere.
Non so se mettermi a ridere, o scoppiare a piangere, o che altro. Resto in silenzio aspettando che Penny mi dica in che cosa ho sbagliato e come posso risolvere. Lo fa sempre.
               “Non è successo niente, comunque” come se poi fosse questo il problema.
               “Voi due siete così dannatamente legati e non ve ne rendete conto. Mi chiedo come facciate” sembra contrariata da questo nostro atteggiamento. In realtà, in parte le do ragione.
Io e Liam avevamo qualcosa che ancora oggi non saprei spiegare. Era qualcosa di bello, speciale, raro, nostro. “So che ci sono motivi per i quali non state più insieme, ma non credi ce ne
siano altrettanti per riprendere in mano la vostra storia?”
 
Sono appena le nove e mezza di sera ed io sono già in pigiama mentre faccio zapping con i canali. Niente che mi interessi davvero.
Sono le nove e mezza. Quindi a New York sono appena le 16:30. Lui è nel pieno della sua giornata. Forse sta facendo il soundchek per qualche spettacolo. Oppure è nel mezzo di un’intervista,
una di quelle in cui gli rivolgono sempre le stesse domande. Ma potrebbe essere anche nella sua stanza d’hotel. Ad annoiarsi e a chiedersi che ore sono qui e che cosa sto facendo.
Sorrido e spengo il televisore.
Mi ricordo ancora di tutte quelle volte che il telefono ha squillato ad ore assurde della notte. La sua voce che mi salutava, il suo timore di avermi svegliato, la sua risata mentre gli raccontavo qualcosa di stupido, il suo “ti amo” prima di riagganciare.
Con il Blackberry tra le mani inizio a camminare avanti e indietro per la stanza semi buia. Mi mordo il labbro inferiore mentre compongo il suo numero di telefono.
Inspiro. Espiro. Il cuore in gola e le gambe molli.
               “Ciao El
Anche se lui non può vedermi non riesco a fare a meno di sorridere. Un sorriso enorme e vero. Solo ed esclusivamente merito suo.
               “Ciao Liam” lo saluto. Vorrei dirgli molto più di un semplice ciao, ma al momento non sembro essere in grado di pronunciare altro. In sottofondo si sentono delle voci. Qualcuno lo richiama più volte con fare insistente. “Ti disturbo? Sembri impegnato”
               “No, ho sempre tempo per te” potrei giurare che stia sorridendo. Lo sento. “Sai, mi chiedevo cosa stessi facendo” ora le voci sono sparite. Siamo soli. Io e lui. “Che ore sono lì?” aggiunge poi.
Scoppio a ridere come non facevo da tempo. Siamo tornati indietro nel tempo, a mesi fa quando niente sembrava andare storto. O forse non ce ne preoccupavamo. “Manca un quarto alle dieci e
sono in pigiama”
               “Dai El, che fine ha fatto la tua vita sociale?” mi prende in giro.
Mi stendo sul divano, rilassata come non mai. “Penny doveva uscire con un ragazzo” borbotta qualcosa. “E l’altra persona con cui davvero vorrei stare è oltreoceano”
               “Hai lo stesso mio problema allora”
Restiamo in silenzio per qualche momento. “Mi manchi Lì” mormoro, quasi avessi paura che qualcuno oltre a lui potesse sentirmi.
               “Che cosa è successo Rachel? Che cosa è cambiato da qualche giorno fa quando sembravi determinata ad andare avanti ognuno per la sua strada?”
               “Ci sono motivi per i quali non stiamo più insieme, li sai già.. ma non lo so, non sono più sicura di nulla” mi metto a sedere a gambe incrociate e sospiro. “Forse la voglia di stare con te supera di gran lunga tutti quei problemi”
               “Non cambierai idea ancora, vero?”
               “No, sono sicura Liam”
               “In questo caso, ci vediamo quando torno”
               “Sarò qui ad aspettarti”

   
 
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