Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: sheeranj    16/01/2013    6 recensioni
Dal primo capitolo:
Deglutii “si papà?” “com’è andata a scuola?” il suo sguardo era fisso, una smorfia di malvagia sulle sue labbra, e sentivo già le lacrime del senso di colpa. “com’è andata a scuola?” ripeté impaziente “una B papà” “cosa, non ho sentito bene” si alzò avvicinandosi al mio viso e deglutendo ripetei.
“che voto è?” urlò, prendendomi i capelli per poi sbattermi al muro, cominciai a singhiozzare “ahi” le parole spezzate dal pianto, e i lividi viola che si formavano sulle braccia, le gambe e la pancia.
“e non piangere puttana!” urlò.
“papà, che fai?” la sua voce, le sue parole serene uscirono dalla sua bocca. Non potevo farmi vedere da lui in quel modo."
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

The A Team.

"e dicono che lei sia nella squadra di serie A 
bloccata nei suoi sogni ad occhi aperti 
è così da quando aveva 18 anni 
ma ultimamente il suo viso sembra 
si stia lentamente scavando, logorando 
sgretolandosi come pasticcini 
e urlano che le peggiori cose nella vita 
arrivano da noi gratuitamente 
perchè siamo sotto le mani del Signore 
e impazzisco per un paio di grammi 
e lei non vuole uscire stanotte 
e improvvisamente vola verso la patria 
o vende l'amore ad un altro uomo 
fa troppo freddo fuori 
perchè gli angeli possano volare 
gli angeli possano volare "

Ed Sheeran, The A Team


Capitolo primo. – sense of guilt.

“Meredith” sembrava che dicesse, “svegliati” si strusciava contro il mio braccio, sperando che l’alzassi per fargli le coccole.
“Ciao bella, chi ti ha fatto entrare?” gli chiesi, pur sapendo che non avrei mai ricevuto risposta, allungai le braccia verso di lei urtandole la pancia, “scusami” mi soffiò addosso, saltando giù dal letto “che suscettibile” feci una piccola smorfia e portandomi le mani agli occhi lì strofinai.
Mi sedetti in ginocchio, prevedendo un’altra lugubre giornata, faceva freddo e dall’acero che vedevo dalla mia finestra, le foglie cadevano come neve a dicembre, che si stava avvicinando.
Mi alzai dirigendomi verso il bagno, con la gatta alle calcagna.
“dev’essere dura per te, micia” dopo che mi fui lavata, m’infilai i vestiti e percorrendo il piccolo corridoio aprì la porta della stanzetta blu: “Peter, fai veloce” sussurrai e si smosse bofonchiando qualcosa d’incomprensibile con la bocca ancora impastata di saliva.
Scesi le scale, il mostro era già giù.
“Meredith, sto aspettano da venti minuti, cazzo!” la sua voce era bassa e spezzata da burberi colpi di tosse dovuti al catarro.
“sto arrivando” “eh bene” batté il pugno sul tavolo, scuotendomi “scusa, cosa vuoi?” “uova e pancetta, fai veloce aspetto da tanto” “si”.
Gliele preparai, senza tralasciare la pasticca che prendeva ogni mattina contro il mal di testa e il tranquillante che per mia sfortuna non bastava mai.
Gettai lo straccio nel lavandino e lo strofinai, cercando di lavare anche la frustrazione.
Dopo che ebbi finito di ‘lavorare’ salii tirando già da letto Peter, lo feci vestire e lo accompagnai a scuola.
Passai a casa di Samantha e citofonai “arrivo, eccomi” sorrisi vedendola come poche volte, già pronta.
La feci entrare e allacciai la cintura, cercando di non farci sfregare il fianco.
Guardai dietro dopo di che partì.
“com’è andata?” mi chiese poi osservando la mia espressione “superabile” deglutii “oggi stai da me” “no, sai che non posso” svoltai a destra “non voglio che ti succeda ancora qualcosa, non puoi rimanere lì a vita” “non ne ho l’intenzione, spostati non vedo” guardai lo specchietto retrovisore e accelerai.
“Meredith” svoltai una seconda volta a destra e imboccai per il parcheggio della scuola.
Frenai, tenendo il volante stretto tra le mani facendoci una leggera pressione “Samantha” mi voltai verso di lei “ho capito, non voglio che ti faccia ancora del male, solo questo” uscimmo dall’auto e la chiusi, per poi stringere la mia migliore amica tra le braccia.
Sorrisi ed entrammo a scuola.
Aprii l’armadietto, leggendo piano l’orario stampato sull’anta. Avevo fisica alla prima, diciamocelo non avevo proprio voglia di farla e non volevo nemmeno mostrare i lividi sulle cosce.
“Io vado” Samantha chiuse il suo armadietto sorridendomi “ci vediamo dopo” mi sorpassò, probabilmente andava a parlare col suo ragazzo.
Entrai nei bagni e mi ci chiusi dentro.
Per quanto la puzza potesse essere fastidiosa, riuscì a ripassare storia per l’ultima ora, nella quale fui interrogata.
“una bella B-” sbattei l’armadietto infastidita, “non è possibile!” appoggiai la testa ad esso guardando a terra “cosa faccio?” mi chiedevo, “beh, che fai oggi?” Samantha arrivò nella mia direzione sorridente, alzai la testa e le sorrisi “credo che andrò a studiare, se ci riesco” dissi riferita alle botte che mi avrebbe dato mio padre appena tornata a casa “stai da me” “Sam, dai non ricominciare, sopporterò è quello che faccio da anni ormai” infilai le braccia nelle maniche della giacca e l’allacciai per poi avviarci insieme fuori.
“ci vediamo domani” “Meredith, ci puoi comunque ripen” “ti ho detto no, Sam!” sorrisi per incoraggiarla ma dentro fremevo perché mi obbligasse “ciao” “ciao” mi guardò ripartire fino a che girai l’angolo ed entrò in casa.
Appena arrivata, tirai un sospiro e aprendo la porta sentii il mio nome dal soggiorno.
“Meredith, pasta al sugo, ma dove cazzo sei stata?” i muscoli mi s’irrigidirono “ero a parlare con Samantha, ora faccio subito” tolsi il cappotto e lo misi sull’appendiabiti cercando di non attirare l’attenzione su di me ulteriormente “Meredith” mi chiamò di nuovo con tono più pacato. Deglutii “si papà?” “com’è andata a scuola?” il suo sguardo era fisso, una smorfia di malvagia sulle sue labbra, e sentivo già le lacrime del senso di colpa. “com’è andata a scuola?” ripeté impaziente “una B papà” “cosa, non ho sentito bene” si alzò avvicinandosi al mio viso e deglutendo ripetei.
“che voto è?” urlò, prendendomi i capelli per poi sbattermi al muro, cominciai a singhiozzare “ahi” le parole spezzate dal pianto, e i lividi viola che si formavano sulle braccia, le gambe e la pancia.
“e non piangere puttana!” urlò.
“papà, che fai?” la sua voce, le sue parole serene uscirono dalla sua bocca. Non potevo farmi vedere da lui in quel modo.
“Meredith, che hai fatto?” si avvicinò a me poggiandomi le mani sulla coscia con la bocca semi aperta “s-sono caduta, ho battuto solo il ginocchio” lo sguardo fermo di mio padre andò sul mio viso “che stupida, guarda dove metti i piedi la prossima volta” sorrise arricciando il naso “e non piangere” sorrisi della sua dolcezza e gli accarezzai il viso, alzandomi.
“ora mangiamo, va bene?” salii, senza mostrargli i lividi e lui corse in camera saltellando.
L’avrei mandato via da quella casa, a tutti i costi.
Dandogli il tempo di crescere e l’avrebbe trattato allo stesso modo.
E’ uno stronzo, un bastardo.
L’avrei salvato da quella vita orrenda.
Pensare che avrei potuto portarlo lontano. Avevo cibo, acqua e abbastanza soldi, solo non ne avevo la forza. Il senso di colpa mi uccideva, quell’uomo orrendo era comunque mio padre, sangue del mio sangue.
Il senso di colpa, non ero abbastanza forte da proteggermi, non ero abbastanza da riuscire a portarlo via, non ero abbastanza da fargli da madre, non ero abbastanza per mio fratello.
Se Peter non riuscisse a uscire vivo da quella casa, mi sentirei uno schifo, come se non mi sentissi così già abbastanza.

 

o'brien.
Buonsalve bellissime! asjg
Inizio col dire che questa è la mia prima ff e se l'impaginazione fa schifo è per questo c':
Sono nuova quindi se non rispondo alle recensioni, (che non so nemmeno se ce ne saranno, ma spero ewe) non offendetevi c':
Spero che piaccia almeno a qualcuno, sono ad un liceo scientifico e ho una marea di cose da studiare. appena trovo del tempo libero spero di riuscire a collegarmi c:
per chi non l'avesse capito, dylan o'biren è il mio attore preferito. stiles stilinki in teen wolf sjvgdc
scuso eventuali errori c:
sbdhjs detto ciò, mi dileguo.
@sheeranj 
follow me on twittah.
#viamobelle

  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: sheeranj