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Autore: Neko no Yume    16/01/2013    3 recensioni
Il lupo mannaro si lasciò sfuggire uno sbuffo nel ricordare che Sirio, oltre a essere la stella più luminosa, era considerata anche portatrice di sventura, come il Gramo, e sin troppo rovente, come gli occhi di Sirius.
Improvvisamente iniziò a sentire caldo, un calore insopportabile che si propagava a onde dal braccio a contatto col suo e gli mozzava il respiro, pensando a quelle due iridi nere come la pece che ardevano come se l'altro avesse perennemente la febbre e che lui quasi non riusciva a reggere.
Fu in quel momento che iniziò a nevicare.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Ormai era diventata una tradizione, per loro due, una rassicurante routine in cui cercare rifugio.
Era il quarto anno che trascorrevano il Natale lontani dalle proprie famiglie e andava bene così.
Sirius era ben contento di stare il più lontano possibile dal resto dei Black, persino in un periodo come quello, mentre Remus, semplicemente, si adattava.
Allontanarsi da Hogwarts avrebbe significato non avere più un posto sicuro dove far sbollire le sue crisi e, nonostante potesse controllare che non ci fosse la luna piena durante il periodo delle vacanze, non si sarebbe sentito del tutto tranquillo e avrebbe rovinato l'atmosfera ai suoi genitori.
O almeno, questo era quello che andava ripetendosi lui.
Poi c'era un'altra ragione, più nascosta, annidiata tra i pensieri che di solito non osava sfiorare, ovvero l'idea di lasciare il suo amico da solo (James e Peter tornavano a casa) a Natale, decisamente insopportabile.
Del resto non potevano certo lamentarsi dell'ambiente, gli enormi corridoi della scuola erano ricoperti di ghirlande colorate, ciuffi di pungitopo con tanto di bacche rosse e grappoli di vischio che si materializzavano dal nulla sulle teste degli studenti tra le risatine generali, mentre nella Sala Grande era stato allestito un abete enorme e decorato con ogni sorta di luci e minuscole statuine di vetro soffiato.
Hogwarts era decisamente un gran bel posto dove passare le feste.
"Hogwarts è decisamente un gran bel posto dove passare le feste." ridacchiò Sirius, osservando da una finestra dei ragazzini del primo anno scivolare sul selciato ghiacciato e finire a gambe all'aria con la pesante palandrana nera in faccia.
"Assolutamente." rispose un ben più annoiato Remus, per poi aggiungere dopo una breve pausa "Hai intenzione di restare qui a contare i novellini che rotolano ancora per molto?"
Per tutta risposta l'altro sbuffò, appannando il vetro davanti a sé, ciondolò appena le gambe oltre il davanzale interno della finestra sul quale erano rannicchiati e si lasciò cadere giù.
"Ormai è buio, andiamo alla guferia?" propose, un sorrisetto scaltro a increspargli il volto.
Remus soppesò la situazione.
Fuori faceva un freddo da morire per ipotermia, la voliera era in cima a una scalinata interminabile e il cielo era carico di nuvole che non promettevano nulla di buono.
D'altro canto, a quel sorriso non aveva mai saputo resistere, quindi non si sorprese più di tanto nel ritrovarsi a seguire il giovane Black per i corridoi; si limitò a maledirsi per esserci cascato di nuovo.
Lungo il tragitto sgranocchiarono un paio di bastoncini di zucchero, riempiendo le scale dello scalpiccio dei loro piedi e il ruminare dei denti contro il caramello rosso e bianco, finché non si ritrovarono in cima alla torre che ospitava la guferia.
La vista sconfinata sulla valle circostante e sul cielo stellato, il rassicurante frusciare delle piume dei rapaci e un muretto abbastanza largo perché potessero sedervisi senza cadere rendevano quel posto uno dei loro preferiti nell'intera scuola, specialmente in un periodo pieno di momenti morti come le vacanze di Natale.
Sirius si puntellò con una mano sul muro, ritrovandosi seduto con le gambe che penzolavano nel vuoto il momento dopo, seguito dopo qualche istante da un più cauto Remus.
"Merlino, si gela qui fuori." protestò il lupo mannaro, gli occhi che seguivano gli sbuffi disegnati dal suo stesso fiato.
"Oh, stai sempre a lamentanrti!" lo rimbeccò l'altro, per poi dargli una lieve spallata e puntare un dito verso l'alto.
Le nuvole incombevano ancora sul castello, ma in un piccolo ritaglio di cielo sopra di loro sembrava essere stato spazzato dal vento e brillava di stelle.
"Si vede la Cintura di Orione." constatò soddisfatto, il dito che ora si muoveva a indicare i vari puntini bianchi della costellazione uno per uno.
Remus si limitò ad annuire e seguire i suoi movimenti in silenzio, poi lo sguardo gli cadde su una stella poco lontana e decisamente più brillante delle altre.
"Quella è Sirio." gli uscì in un sussurrò distratto, ma l'amico lo sentì lo stesso.
"Si riconosce, è la stella più luminosa del firmamento!" esclamò ghignando "Degna di me!"
Questa volta fu il suo turno di beccarsi una spallata, ma Moony non riusciva a dissimulare le risate, per quanto si mostrasse infastidito dal suo atteggiamento da sbruffone.
Rimasero così per un po', spalla contro a spalla con i nasi arrossati per aria e le spalle vicine per scambiarsi  un briciolo di calore.
Il lupo mannaro si lasciò sfuggire uno sbuffo nel ricordare che Sirio, oltre a essere la stella più luminosa, era considerata anche portatrice di sventura, come il Gramo, e sin troppo rovente, come gli occhi di Sirius.
Improvvisamente iniziò a sentire caldo, un calore insopportabile che si propagava a onde dal braccio a contatto col suo e gli mozzava il respiro, pensando a quelle due iridi nere come la pece che ardevano come se l'altro avesse perennemente la febbre e che lui quasi non riusciva a reggere.
Fu in quel momento che iniziò a nevicare.
I primi fiocchi iniziarono a piovere dalle nubi scure, fino a posarsi su di loro.
Pads fu il primo a riscuotersi, smettendo di osservare come in trance l'aria attorno a lui e voltandosi verso l'amico con un gigantesco sorriso a increspargli le labbra.
"Nevica!" esclamò, mentre i fiocchi si facevano via via più fitti.
Remus represse a stento un brivido di freddo e si costrinse a ricambiare il suo entusiasmo con un ghigno sarcastico.
"Il tuo spirito di osservazione riesce sempre a stupirmi, grazie per questa tua illuminante sintesi meteorologica." commentò in tono volutamente laconico, solo per punzecchiarlo.
Come previsto, Sirius aggrottò le sopracciglia in un cipiglio offeso e le guance, già rosse per il freddo, si imporporarono ancora di più, in contrasto con la disordinata matassa di capelli neri ormai ricoperti di macchioline bianche.
Il lupo mannaro ebbe appena il tempo di chiedersi se fosse più ridicolo o carino, prima di scoppiare in una fragorosa risata che lo fece quasi cadere giù dal muretto.
L'altro stava meditando di spingerlo da sé, quando un fruscio sopra le loro teste attirò l'attenzione di entrambi.
A quanto pare chiunque si fosse occupato delle decorazioni aveva deciso di portare una ventata di spirito natalizio anche ai gufi: la tettoia della guferia era adornata di ghirlande e il fruscio che avevano sentito proveniva da un mazzetto di vischio, comparso esattamente sopra le loro teste.
Avevano i capelli appiccicati alla fronte, pieni di fiocchi di neve, e i visi sbiancati, fatta eccezione per il rosso brillante delle guance e il naso.
Remus aveva ancora uno strascico di risata negli occhi increduli, che in quel momento brillavano più di quelli di Sirius, che invece si limitava a osservarlo con aria assorta.
"Sembri un bastoncino di zucchero così rosso e bianco." commentò con un sorriso accennato.
"Guarda che lo sembri anche tu, genio."
Il vischio continuava ad aleggiare sopra di loro senza la minima intenzione di dissolversi e a entrambi sfuggì una risatina imbarazzata.
"Vediamo se hai anche il sapore di un bastoncino di zucchero."
Moony aprì la bocca per protestare, ma l'amico fu più veloce e gli premette le labbra contro le proprie, le mani (rosse e bianche a loro volta) premute sulle guance per non lasciarlo fuggire.
Tanto non sarebbe andato da nessuna parte, almeno finché i baci sempre più audaci di Sirius avessero conservato il sapore del bastoncino di zucchero che aveva mangiato prima e il suo corpo lo avesse inebriato di calore attraverso i pesanti mantelli ormai bagnati.
"Remus."
Un sussurro umido, bisbigliato a un soffio dal suo orecchio in tono improvvisamente serio.
"...Mh?"
"Non mi sento più le dita dei piedi."


Nella Sala Comune dei Grifondoro non c'era nessuno ed era una fortuna, dato che Moony non la finiva più di ridere (se non per lamentare terribili crampi alla pancia che, a sua detta, l'avrebbero portato a morte certa) e Pads stava cercando di fare appello a tutta la sua scarsa pazienza per non Schiantarlo.
"Le dita dei piedi!" ripeté per circa la centesima volta Remus, schivando al volo una scarpa "È la cosa più stupida che tu potessi dire!"
"Stavo congelando, okay?" reagì Sirius con un moto di esasperazione, nonostante una piccola parte di lui fosse rinfrancata dal vedere l'altro così felice.
A quelle parole l'amico si voltò verso di lui e lo raggiunse in pochi passi, il viso solcato da un sorrisetto scaltro.
"Adesso va un po' meglio?" chiese a voce bassa, mentre le dita ancora arrossate dal freddo gli liberavano le spalle dal mantello e lo lasciavano cadere su un divanetto accanto al suo.
Il crepitio della legna nel caminetto davanti a loro avvolgeva la stanza in un'atmosfera rassicurante e gettava bagliori caldi sui loro visi.
Il lupo mannaro afferrò una coperta bianca e rossa, tanto per cambiare, e si accovacciò con la schiena contro il divano e le gambe distese verso le fiamme, invitando con lo sguardo Sirius a fare lo stesso e accogliendolo sotto la coperta quando gli si accoccolò accanto.
"Non saprei..." lo sentì rimuginare "Credo manchi qualcosa."
Le sue parole gli fecero il solletico, mentre le sue mani gli scivolarono sotto la maglia, provocandogli un brivido di freddo al quale l'amico si fermò per un attimo, come in attesa di ulteriori proteste.
Ma Remus non disse nulla, lasciò che quelle dita intirizzite lo toccassero, che quelle labbra sorridenti lo baciassero.
Rosso su bianco, curiosità e respiro spezzato, mentre lo scoppiettare del camino andava scomparendo e restava solo il sapore dello zucchero su di loro.







Yu's corner.
Salve a tutti!
Caspita, è la prima volta che mi decido a scrivere qualcosa sui libri della zia Row, che emozione.
Questa fanfiction è ambientata al tempo in cui i Malandrini erano ancora studenti ccciovani e spensierati perché il mondo ne ha bisogno e perché la sottoscritta non sa scrivere angst.
Ergo, spero che questa iniezione di bastoncini di zucchero (che sono una cosa buonissimahdjksgla) sia stata di vostro gradimento, sebbene un po' cortina.
Un grande grazie va a chiunque leggerà o recensirà, mi farete felice.
Bye bye,
Yu.
  
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