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Autore: agaetis    17/01/2013    2 recensioni
SPOILER 5X13!
Li vedi, i suoi capelli biondi grondanti, la cotta di maglia pesante, la Spada che luccica sotto il sole. E lo sguardo che si alza, i suoi occhi nei tuoi, di nuovo. Si avvicina lentamente, mentre tu, pietrificato, non riesci a muovere nemmeno un dito. Ma sorridi. Puoi sentirlo, il tuo animo, esultare.
Merlin lo ritrova. Merlin lo rivede. Merlin è emozionato. Merlin è scosso...
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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Inferno

 

Un venticello leggero ora ti solletica il viso, e il sole riscalda l'erba sotto ai tuoi piedi. Senti il corpo intorpidito.

Riapri gli occhi, ancora una volta, e fai qualche passo, cercando di capire se sei davvero dove credi di essere. A guardarti meglio attorno, adesso, ti torna in mente quel luogo.

Lo ricordavi diverso, immerso in una radura più fitta, ma quando volti lo sguardo alla tua sinistra e lo vedi, capisci di essere nel posto giusto.
Il lago.
E non lo vedevi da secoli, non tornavi in quella valle da tempo per la paura che i ricordi ti logorassero l'animo.
Eppure adesso stai correndo, ti stai avvicinando sempre di più al riaprirsi di quella vecchia ferita. Ti sembra quasi un sogno.
Vedi il lago davanti a te, e per un istante tutto il resto sembra non esistere, l'unica tua meta è raggiungerlo, anche se non sai il perché. Senti che devi farlo.

Quando mancano pochi metri all'arrivo, qualcosa al centro del lago smuove l'acqua circostante. Ti fermi alla riva, affannato, e non riesci a smettere di fissare il punto in cui, ne sei sicuro, qualcosa si è appena mosso.
Attendi... non sapresti dire quanto.

 

Forse dovresti tornare a casa, pensi più tardi.


Forse nulla di tutto ciò è veramente importante.
Dovresti fartene una ragione: lui non tornerà e tu non lo rivedrai mai più.
Ma il tuo piccolo cuore non può davvero pensare ciò, ed è grazie a quel briciolo di speranza rimasta che l'acqua è di nuovo scossa, che qualcosa ne esce fuori, possente.

Li vedi, i suoi capelli biondi grondanti, la cotta di maglia pesante, la Spada che luccica sotto il sole. E lo sguardo che si alza, i suoi occhi nei tuoi, di nuovo. Si avvicina lentamente, mentre tu, pietrificato, non riesci a muovere nemmeno un dito. Ma sorridi. Puoi sentirlo, il tuo animo, esultare.

Lui si ferma di fronte a te, i vostri sguardi che non si sono abbandonati per un solo istante.

Non proferisce parola, semplicemente rimane lì, in piedi.
Ora i suoi occhi li puoi osservare da vicino, come un tempo.

Strano, non li ricordavi così.
Erano azzurri, vivi, e vibranti. Non spenti, non così cupi.

La sua pelle... La sua pelle era rosea, solare. Non era biancastra, non era così insana.

E le sue labbra... erano piene, carnose. Non erano secche, non erano viola.

 

Lo rivedi come l'ultima volta.
Lo rivedi come quando lo hai perso, al tuo fianco.

 

E ti avvicini a lui, per scostargli una ciocca di capelli dal viso.
Non lo senti più, il sole riscaldarti la pelle e il vento smuoverti i capelli.
Non senti più nulla, a farci caso.
Hai il corpo stanco, ancora intorpidito.
E non riesci a muovere la tua mano per scostare quella ciocca, non riesci e tenti, tenti, tenti ancora. Ma neanche la tua magia ne è in grado.


Non funziona.

Perché?

Perché non puoi avvicinarti a lui?

Perché non puoi toccarlo?

E perché lui non fa altro che guardarti, gli occhi atoni e le braccia stese lungo i fianchi?

Hai un dolore lancinante alla testa.

E non fai in tempo a riguardarlo negli occhi, che un rumore forte e lancinante ti trapana le orecchie.
Ti distrugge, e ti accasci a terra.
Chiudi gli occhi, ma il rumore non passa, anzi si fa ancora più forte.

 

 

 

Un istante.

 

 

Ti butti in avanti di peso, inspiri ed espiri ampiamente. Il cervello ti pulsa ancora, il rumore non è cessato.

E quando finalmente riapri gli occhi la vedi, la sveglia.

Non un attimo di più che già è incenerita, lì, sul tuo comodino.

 

E un vuoto riempie il tuo petto.
Ti schiaccia, ancora e ancora.


Chiudi le mani a pugno sulla testa, e per la millesima volta ormai...

Piangi.

 

Lui non è ancora tornato, lui non ritornerà mai.

 

 

 

 







 Ok, non fucilatemi, vi prego.

Se è venuta una cosa così angst è tutta colpa dell'ispirazione del momento, tutta sua.

Spero di scrivere presto altre Merthur più allegre magari... Intanto spero comunque che questa non vi sia dispiaciuta.

Qui il pairing Merthur l'ho messo poiù per abitudine che per altro, visto che è presente poco e niente.

Bacino, Mara

   
 
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