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Autore: FloxWeasley    17/01/2013    6 recensioni
« Davvero mi porteresti ovunque? Anche dall'altra parte del mondo? »
Lui si mosse leggermente e la strinse a sé.
« Anche dove le strade non hanno nome » rispose.

Questa storia si è classificata quinta al "Dieci decimi di contest" indetto da Ferao sul forum di EFP.
Genere: Guerra, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Paciock, Frank Paciock
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Come dicevo nell'introduzione, questa storia si è classificata quinta - contro ogni mia aspettativa! - al "Dieci decimi di contest" indetto da Ferao sul forum di EFP e ha vinto il premio speciale per la migliore coppia Het :)

Ho deciso di usare queste indicazioni del mio pacchetto:
Parola: letto.
Canzone: Where the streets have no name - U2.
Lunghezza: Massimo 1000 parole.
Contesto: Epoca dei malandrini/Primo Ordine della Fenice.


 

Where the streets have no name


The cities a flood
And our love turns to rust
We're beaten and blown by the wind
Trampled in dust
I'll show you a place
High on a desert plain
Where the streets have no name

[Where the streets have no name – U2 ]

 

« Vorrei scappare, lontano da qui, lontano da tutto questo » gli aveva confessato ad un tratto Alice, così piano che per un momento aveva pensato non si stesse confidando con lui.
Ma poi l'aveva fissato con quei suoi occhi chiari, e Frank era stato sicuro che non parlasse da sola. Le aveva preso le mani – come sembravano piccole, nelle sue – con quel suo modo di fare così rassicurante e le aveva sorriso come solo lui sapeva fare.
« Io ti ci porterei, lo sai » aveva sussurrato.


Stavano l'una nelle braccia dell'altro, distesi nel buio denso di quella notte senza stelle, su un letto del quartier generale dell'Ordine.
Quel letto – quello della mansarda, che in realtà consisteva solo in un materasso buttato in un angolo – era, per un tacito patto, il letto delle coppie. Chi aveva bisogno solo di riposare usava il divano del pianterreno o una delle camere del primo piano; quello era il letto in cui fare l'amore, aggrappandosi alla paura di poter morire in qualsiasi momento; era il letto dove asciugare le lacrime di rabbia, di disperazione o di impotenza; era il letto delle confessioni sussurrate, che solo quel luogo sembrava proteggere così bene.


Alice era spaventata e Frank lo sapeva bene.
Conosceva sua moglie abbastanza bene da sentire che era solo uno sfogo, una frase detta così, non una di quelle confessioni sussurrate che quel letto avrebbe custodito gelosamente.
Alice era una delle persone più coraggiose che conoscesse, ma c'erano cose che avrebbero fatto mancare il terreno sotto i piedi anche a chi non aveva paura di niente e di nessuno.
Combattere contro Voldemort in persona faceva parte di queste esperienze.
Tante volte avevano dovuto sopportare battaglie più lunghe e dolorose di quella, ma mai, mai, avevano sfiorato la morte come quella sera.
Se Benjy e Remus si fossero liberati dei Mangiamorte contro cui combattevano e fossero corsi in loro aiuto solo pochi secondi dopo, probabilmente sarebbero morti.
Aveva solo bisogno di sentirsi di nuovo amata e al sicuro.


« Ti porterei ovunque se solo me lo chiedessi » mormorò Frank al suo orecchio.
Un minuscolo sorriso le increspò le labbra. Un po' più tranquilla, si sistemò meglio contro il petto del ragazzo e sospirò.
« È solo che a volte mi sembra che non ci sia fine a questa guerra ».
« Lo so, Alice. Lo so » sussurrò, comprensivo, prima di lasciarle un bacio sulla fronte.


Passarono minuti, forse ore; Frank era sprofondato in uno stato di dormiveglia, quando la voce sottile di Alice si insinuò nel suo torpore.
« Davvero mi porteresti ovunque? Anche dall'altra parte del mondo? »
Lui si mosse leggermente e la strinse a sé.
« Anche dove le strade non hanno nome » rispose.
Alice parve trovarla una risposta soddisfacente. Alla cieca per quel buio così denso, ferito solo dalla luce soffusa di un lampione giù in strada, appoggiò la fronte a quella di Frank.
« Grazie » sussurrò. Lui sorrise, e a lei sembrò quasi di percepirlo, più che vederlo, quel sorriso. Si strinsero ancora e ancora, finché il mattino non li trovò addormentati e senza più alcun bisogno di andare lontano.

 

 

 

 

 

Riporto qui il giudizio della mitica giudiciA Ferao 


Quinta classificata: 
"Where the streets have no name", FloxWeasley


Grammatica, ortografia e sintassi: 9,8/10
Aveva solo bisogno di sentirsi di nuovo amata e al sicuro.: visto che nelle frasi precedenti il soggetto è “loro” (Frank e Alice) sarebbe stato opportuno specificare il cambio di soggetto. (-0,2)

assolutamente nient'altro. Antipatica. :P


Stile: 9,5/10
Tu dici che la storia è leggermente nonsense; secondo me invece un senso ce l'ha, e anche piuttosto profondo. Sia il lessico che le frasi che hai scelto sono ben bilanciate e molto espressive, e soprattutto sono sempre funzionali alla trama: si passa dall'introspezione alla narrazione al dialogo con grande facilità, e pur descrivendo un momento piuttosto semplice sei riuscita a conferirgli un grande spessore, parlando qua e là dell'universo attorno ai due protagonisti (il modo in cui vivono la guerra, il significato di quel “letto” ecc.).
Insomma, trovo che tu abbia fatto davvero un bel lavoro. Il lessico non è particolarmente ricercato ma nemmeno terra-terra, penso tu possegga una buona varietà linguistica. Brava!
(Non l'ho segnato tra gli errori di grammatica perché non lo è, ma c'è un “confessioni sussurrate”ripetuto a distanza di poche righe che salta abbastanza all'occhio. ^_^)


IC e caratterizzazione: 9,5/10
Ovviamente questo genere di storia non consente una caratterizzazione a tutto tondo: i Paciock sono due coniugi innamorati e spaventati, that's all. Devo dire però che hai reso bene questo aspetto, conferendo anche loro delle caratteristiche particolari; pur non avendo molto su cui lavorare – un po' per la loro quasi-assenza nella saga, un po' per la situazione che hai descritto – hai reso Frank e Alice visibili, quasi palpabili. Un punteggio più che meritato, direi.


Originalità: 10/10
È difficile per me trovare storie sulla vecchia generazione pienamente soddisfacenti: questa lo è. L'idea di un momento di intimità tra coniugi appena scampati dalla morte, che desiderano solo riposare e confortarsi a vicenda, non è così scontato come può sembrare; tantomeno lo è il modo in cui il tutto è narrato. Trovo che, nella sua semplicità, questa ff dimostri una grande originalità: è facile creare pairing di qualunque tipo con i personaggi di questa generazione, o riferirsi ai Paciock solo in rapporto a Neville o alla loro tortura, ma per immaginare e descrivere un momento del genere serve un certo balzo di fantasia e una certa capacità di staccarsi dalla saga.
Quindi, complimenti!


Gradimento personale: 5/5
Piaciuta? Di più! Malinconica, dolce e con quel tocco di onirismo che non guasta mai; tutto l'insieme è ben gestito in una shot semplice ma di grande effetto emotivo. Davvero tanti tanti complimenti.


Bonus indicazioni aggiuntive: 0,4/1,6
Bonus limitazioni: 1/1,5
TOTALE: 45,2/48,1

  
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