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Autore: Nikka Neil    19/01/2013    2 recensioni
[Dal testo:]
"Chiama il ragazzo." disse risoluto ad Alec, finendo definitivamente la birra che gli era rimasta nel bicchiere.
"Scusa?" fece il moro, fingendo di non capire. In realtà stava ghignando sotto i baffi: si sarebbero liberati di quel rompicoglioni di Sabo.
"Chiama Richard, per un provino, lo voglio nella band." disse ad un tratto il biondo. Alec si finse scioccato e preoccupato al contempo:
"E Sabo?"
"Che si fotta, Sabo" rispose Jon, continuando a fissare quel palco ormai vuoto dove prima, ne era certo, Richard aveva tentato di comunicargli qualcosa con la sua musica.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Richie Sambora, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella sera, fu quella sera, dove i Bon Jovi nacquero sul serio.

“Cosa? No! Dovevate dirmelo prima! Io non me ne vado perché c’è sto stronzo che si presenta qui di punto in bianco per un cazzo di provino e voi mi fate sloggiare! Non se ne parla, cazzo!” urlò Dave Sabo il loro (ancora per poco) chitarrista.

“Guarda che non si è presentato da solo! Sono stato io a chiamarlo!!” disse il bassista, Alec John.

“Sei una testa di cazzo, Alec! Tu che fai le cose senza chiedere a nessuno!” urlò il ragazzo, adirato.

“Veramente sono a stato io a dirgli di chiamare Rich, quindi, se ora non devi andare a fare qualcosa di più importante, chiedi scusa ad Alec, e anche a Richie!” esclamò il biondissimo Jon, alzandosi dalla sedia sulla quale era seduto da quando quel litigio era iniziato.

“Scusate." fece Sabo, secco e scocciato come pochi.

“'Fa niente, io me ne vado... non so nemmeno perché ho accettato. Quando ho sentito che era Alec, mi è presa la nostalgia di quando suonavamo assieme; era anche un po’ per rivederlo, ma io me ne vado se c’era qualcuno prima di me: io non soffio il posto a nessuno” disse Richie, impacciato ed imbarazzato. Se ne stava in piedi in mezzo alla stanza, era oggetto di litigi e diverbi, e la cosa non gli piaceva affatto. Quello che non sapeva era che a giorni sarebbe ufficialmente diventato il chitarrista dei Bon Jovi.

“No Richie, resta qui. Lui deve andare con un’altra band, è solo schizzinoso e non vuole suonare rock, ma heavy metal. E lo sa che non è il nostro stile! Ci servi tu, tu sei la chiave del successo della nostra band, Richard” disse David, il tastierista, un ragazzo biondo riccioluto abbastanza alto, con gli occhi di un particolare verde-azzurrastro. Stava guardando tutta la scena, seduto sul divanetto in tela blu. 

“Riccioli d’oro qui ha ragione, io me ne vado con gli Skid Row... almeno loro sono disposti a suonare musica vera!” disse Dave, brandendo minacciosamente la chitarra, per poi prendere il suo chiodo dall’attaccapanni e andarsene.

“E 'fanculo, finalmente.” disse un ragazzo moro, molto basso, con una sigaretta in bocca. Se ne stava in piedi, in un angolo della stanza. Aveva i capelli lunghi e scuri, la pelle leggermente abbronzata e le braccia incrociate al petto.

“Ma lascialo perdere, è fatto così: testone come pochi.” disse Jon, il vocalist della band a futuro nascere.

“Lasciando stare l’argomento Sabo…" tutti nella stanza tirarono un sospiro di sollievo e si sedettero sulle sedie e sul divanetto, trovando tutti posto per quello che, si prevedeva, sarebbe stato un discorso di almeno mezz'ora. "Come avete incontrato Richie?" chiese incuriosito David, aprendo una lattina di birra e sorseggiandola, per poi passarla anche ai compagni.

“Beh, allora…” cominciò Jon...
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Una sera, di circa una settimana prima, Alec e il vocalist se ne stavano in un night a sentire un po’ di musica sorseggiando una birra, tra commenti sulle melodie e sulle ragazze che passavano loro davanti. Dopo la terza birra dei due, si udì il presentatore del locale dire:

"Ed ecco, ora suonerà un chitarrista, viene da Woodbrige, ha suonato in vari piccoli gruppi del suo paesino, magari a qualche ragazza è già noto per qualche suo aspetto positivo… ecco a voi Richard Sambora!"
Un ragazzo alto, moro, con un buffo cappello alla texana, un paio di jeans e una maglia dei Led Zepplin, salì sul palco con una Gibson acustica e salutò tutti al microfono, leggermente impacciato ma comunque deciso,

"Salve a tutti, uhm… innanzitutto, grazie per essere qui, stasera. Non sono nulla di speciale, però se sono qui, qualcosa saprò fare, no?” sorrise appena quando qualche risatina si levò dal pubblico. Ho imbracciato la mia prima chitarra a 11 anni, e da lì non ho più smesso. Quando poi è morto il grande Hendrix mi sono sentito ancor più invogliato a voler imparare a suonare la chitarra, e… nient’altro. Direi che posso iniziare, suonerò Sweet Home Alabama dei Lynyrd Skynyrd." ed iniziò subito a pizzicare le corde della chitarra, producendo un suono limpido. 

"Jon, senti questo, ha suonato con me per un po’ di tempo." disse Alec, tirando una gomitata al biondo per distogliere la sua attenzione dal fondoschiena di una mora che passava di lì.

"Chi?" chiese di scattante Jon, tornando sulla terra.

"Quello sul palco, Richard." gli indicò il bassista. Seh, come se Jon fosse stato attento a chi ci fosse sul palco...

"Sentiamo un po' come lavora..." sentenziò il vocalist. Il chitarrista continuò indisturbato a suonare la canzone, senza sapere che Alec e Jon lo guardavano e lo giudicavano da lontano. Quando cominciarono a venire le parole da cantare, Richard tirò su a una velocità fulminea il cappello dagli occhi, e Jon vide in faccia. Capì immediatamente che era lui che serviva alla loro band per raggiungere l’apice del successo. Rimase a bocca aperta al momento dell’assolo, venne completamente rapito da quel ragazzo di Woodbrige con una Gibson in mano.

"Jooon ci seii? Sei connesso?" lo chiamò il bassista, quando ormai l'esibizione era bella che finita e Rich era sceso dal palco. Il biondo venne riportato alla realtà, e un solo pensiero gli ronzava in testa: voleva Richard.

"Chiama il ragazzo." disse risoluto ad Alec, finendo definitivamente la birra che gli era rimasta nel bicchiere.

"Scusa?" fece il moro, fingendo di non capire. In realtà stava ghignando sotto i baffi: si sarebbero liberati di quel rompicoglioni di Sabo.

"Chiama Richard, per un provino, lo voglio nella band." disse ad un tratto il biondo. Alec si finse scioccato e preoccupato al contempo:

"E Sabo?"

"Che si fotta, Sabo" rispose Jon, continuando a fissare quel palco ormai vuoto dove prima, ne era certo, Richard aveva tentato di comunicargli qualcosa con la sua musica.

"Se lo dici tu…" fece spallucce Alec. Andò dietro al palco dove trovò il suo vecchio compagno che chiacchierava con una coppia di fidanzatini.

"Richie, vecchiaccio!" esclamò, attirando gli occhi di tre o quattro ragazzine su loro due. Richie si voltò di scatto e rimase piacevolmente stupito.

"Alec! Mi sei sparito dalla circolazione! Dov’eri finito? Saranno mesi che non ci vediamo! Anche tu sei invecchiato di brutto eh!" scherzò il chitarrista, dando una pacca sulla spalla all'amico, per poi abbracciarlo.

"Fottiti, Sambora." rise Alec, "Piuttosto… che ne diresti di questa idea, un mio amico ti ha visto mentre suonavi, e ti vuole nel nostro gruppo, verresti a fare un provino? Non si accettano risposte negative!" fece il bassista, separandosi dall'abbraccio e posandosi le mani sui fianchi, in attesa della reazione di Sambora.

"Non mi sembra una cattiva idea… ora sono da solo, non ho problemi di abbandono da altre band, quando vengo?" replicò Richie, felice che Alec si fosse ricordato di lui per una nuova band.

"Tra una settimana?"

"Ok, ci vediamo tra una settimana!" Richie prese la sua chitarra e la mise dentro alla custodia, poi uscì dal retro del locale. Pioveva a dirotto.
-Pff, Cappello, finalmente servi a qualcosa che non sia attirare ragazze. Non ci posso ancora credere, una nuova band, con Alec, questa sarà la volta buona. Me lo sento, sfonderemo- pensò il chitarrista, calandosi il cappello sugli occhi per poi correre a fermare il primo taxi che passava di lì.
Intanto, Alec tornò da Jon.

"Allora? Ha accettato?" chiese Jon, in preda all’agitazione.

"Si, verrà tra una settimana a fare il provino" disse tranquillamente il bassista.

"Si! Evvai!" esclamò il biondo, facendo voltare tutto il bar verso di loro.

"Sta calmo, lui non si vende a nessuno per principio suo" lo avvertì il moro, con l'intento di far sì che Jon non si creasse false aspettative.

"Va beh, sarà come dici tu, sta di fatto che lo voglio nella band."

"Ci sarà anche lui…" disse Alec, cercando di convincere di più se stesso che l’amico, e Sabo? Come l’avrebbe presa? Ecco qual era la sua preoccupazione. L'unico neo al quale prima non aveva pensato.
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“Ahn! Allora è così che è andata!” esclamò David alla fine del racconto, trapanando i timpani a Tico e a Alec, i quali gli diedero in risposta due pugni sulle spalle, suscitando una cristallina risata del nuovo chitarrista, seguito a ruota dal resto della band, Jon sorrise:
-Si, tra noi cinque nascerà un’amicizia stupenda-
Alec si alzò, tornado poco dopo con in mano una lattina di birra per ciascuno, Richie gli disse scuotendo la testa e sorridendo al bassista.

“Non cambierai mai! Sei proprio incurabile”

“Ah, taci e beviti la tua e risparmia la voce per stasera: suoniamo al Paradise!” lo rimproverò Alec, i ragazzi passarono il pomeriggio a provare le canzoni, tra birra e risate. Sarebbe andato tutto bene. 
Amicizia, ecco cosa stava nascendo già subito tra Richie e gli altri membri del gruppo... avrebbero davvero sfondato.
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Note della Nikka: 
Ho corretto e rivisitato un po' la storia, visto che la vedevo un po'... "spoglia". E' stata la prima OS sui Bon Jovi che ho scritto, capitemi. Ringrazio le ragazze che hanno recensito la precedente "versione" di questa fic, un grazie anche ai lettori silenziosi che nell'ombra del web leggono e sanno tutto (un commentino farebbe davvero piacere!:D)
Mi levo, cià. 
_Nikka-chan.
   
 
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