Scritta in occasione della Drabble Night del 18/01/13, organizzata per festeggiare in ritardo il mio compleanno.
Ho creato io i pacchetti per la serata: poiché erano piuttosto sostanziosi - i fandom in lista erano nove - evito di copiare qui le caratteristiche del pacchetto per intero e mi limito a riportare i dettagli della singola storia.

PACCHETTO CINQUE
Fandom: Lo Hobbit
Personaggi: Thorin (e un po’ di Bilbo)
Prompt: nostalgia di casa; sudore



Promesse
227 parole - un filo di romanticismo e un tocco di dramma, perché con Thorin (e Bilbo) cos'altro ci si può aspettare? Non betata.
 
Il peggio è passato, ha detto Baggins.
Thorin ha visto troppe battaglie e sa che non è così, che purtroppo non può essere così, ma per un attimo sposta di nuovo lo sguardo sulla Montagna Solitaria e si concede di sperare. Solo un istante, solo una minuscola scintilla di speranza.
Thorin ricorda i giorni duri in cui forgiava spade per uomini ed elfi, i giorni bui in cui un sudore metallico gli inumidiva la camicia e i suoi pensieri volavano costantemente a Erebor, ai suoi avi e ai suoi tesori perduti. Thorin ora ripensa a quel che Baggins ha detto, prima che scoppiasse l’inferno: sono tornato perché voi non avete una casa e voglio aiutarvi a riconquistarla.
Si rende conto di quanto quel piccoletto, quello scassinatore che scassinatore non è, sia stato disposto a mettere in gioco per lui, per tutti loro. Una casa ce l’ha, il signor Baggins. Una casa calda, comoda, piena di cibo e piccoli tesori. Ma l’ha lasciata per loro, e ora Thorin si chiede se lui avrebbe fatto lo stesso, se avrebbe lasciato la sua Erebor alla prima richiesta di aiuto, e un po’ si odia perché non riesce a rispondersi.
Perciò dà le spalle alla Montagna, incrocia lo sguardo di Bilbo e gli sorride - un sorriso piccolo ma sincero, per dire grazie e chiedere scusa e promettergli la sua Contea.