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Autore: eppy    20/01/2013    6 recensioni
Il professore entrò in classe e calò il silenzio, Amelie si chinò per prendere il libro nel suo zaino, ripercorse velocemente le ultime pagine con lo sguardo, mentre il signor Jackson firmava il registro e chiedeva quale fosse l'argomento del giorno, la ragazza incontrò casualmente lo sguardo di Harry, non fecero nulla, non si dissero nulla, non si sorrisero neppure, si fissarono per qualche secondo e basta, come due compagni di classe che per caso si ritrovano a guardarsi reciprocamente, senza un motivo, semplicemente perchè non si può fissare sempre il prof...
...Un paio di minuti più tardi se lo ritrovò accanto, non fece nemmeno in tempo a domandargli cosa ci facesse lì, il prof la precedette "Styles, torna al tuo posto, come mai ti trovi lì?" lo ammonì.
"Prof, io sono solo, lei è sola, siamo soli insieme"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lei, una ragazza come tante, solare, sportiva, generosa e brava a scuola;
Lui, un ragazzo come pochi, divertente, sportivo, rompiscatole e scansafatiche;
Lei, occhi color nutella, capelli ricci di lunghezza media, labbra rosse rosse e corporatura media;
Lui, occhi color smeraldo immerso nell'oceano, boccoli castani, labbra sottili e sorriso...che sorriso!
Lei, Amelie. Lui, Harry.
Si conoscevano da un po' di tempo, tre anni per la precisione, erano compagni di classe dal primo liceo, e non potevano essere più diversi, eppure avevano in comune molto più di quello che pensassero. Se qualcuno avesse chiesto a uno dei due, quale ruolo occupasse l'altro/a, avrebbero tutti e due risposto 'compagni di classe', niente di più, niente di meno, non erano mai stati così legati da poter essere definiti amici, migliori amici, ma non erano mai stati così indifferenti da poter essere definiti sconosciuti, il termine giusto era proprio quello.. 'compagni di classe'.
Non erano mai stati vicini di banco, anzi, le loro sedie distavano di sei o sette metri l'una dall'altra e non avevano mai condiviso qualcosa di diverso dall'ansia per le interrogazioni e i compiti in classe, i sospiri di sollievo al termine della giornata, le maledizioni lanciate contro i prof, e mille risate, quelle risate così belle, così naturali, così spontanee che soltanto in un'area circoscritta come un'aula possono alleviare la tensione che si accumula durante la giornata.
Amelie si era sempre trovata bene con i suoi compagni, e anche con i prof, era la classica ragazza che studia perchè sa di doversi guadagnare un posto nel mondo del lavoro con il sudore della fronte, sapeva che una volta terninati gli anni della 'spensieratezza', come amano chiamarli gli adulti, non ci saranno sconti per nessuno e tantomeno per lei, era perfettamente consapevole di dover dare il massimo e la maggior parte della gente che la conosceva, l'apprezzava per questo...ma non era da confondersi con la ragazza che passa giornate, anzi nottate, sui libri e che scoppia a piangere per un brutto voto, assolutamente, Amelie sapeva che oltre ai libri di testo, esisteva qualcos'altro chiamato vita, e sapeva quando era il momento di smettere di preoccupparsi e vivere, godersi l'adolescenza.
Non aveva mai avuto un ragazzo, non si era mai innamorata, non ne aveva mai sentito la necessità, stava bene con sè stessa e quella era la cosa più importante di tutte; naturalmente aveva delle amiche con cui usciva volentieri il sabato sera e una miriade di interessi: amava leggere vicino al fuoco con un plaid avvolto intorno al corpo, ma non poteva fare a meno del computer, amava guardare film in una giornata piovosa, ma la musica era la sua ancora di salvezza, amava correre, ma le piaceva anche trascorrere interi pomeriggi sdraiata sul divano senza fare assolutamente nulla....una ragazza semplice ma allo stesso tempo unica.
Bastava veramente poco per farla sorridere, e che lei volesse ametterlo o meno, Harry sapeva esattamente come scatenare la sua risata, che lei volesse ammetterlo o meno, Harry la conosceva meglio di quanto pensasse, che lei volesse ammetterlo o meno, quel ragazzo, un suo compagno di classe, stava cominciando a essere la ragione primaria del suo buonumore la mattina, della sua voglia di andare a scuola, del suo sorriso durante quella giornata, la successiva e quella dopo ancora.
Lui era il più giocherellone, il più divertente, il più intelligente, il più spiritoso e pure il meno volenteroso, in fatto di studio...ma in compenso era quello che strappava un sorriso a tutti, quello che raccontava le barzellette nel bel mezzo della lezione, quello che si divertiva a fare il verso ai prof, quello che prendeva tutto alla leggera, come se tutto fosse un eterno gioco, gli piaceva comportarsi da pagliaccio nelle situazioni più inopportune e si beccava spesso rimproveri per il suo essere così 'sconsiderato', così lo chiamavano i prof, ma in fondo sapeva farsi voler bene, la sua simpatia contagiava tutti in classe, era il ragazzo più positivo, più energico, più estroverso...più di 1.80 di altezza, ma bambino nel cuore e speciale in tutto il resto.
Nemmeno Harry aveva mai avuto una ragazza, ma sembrava che la cosa non gli importasse affatto, erano veramente poche le volte in cui i suoi amici lo avevano sentito parlare di relazioni e discorsi simili, il suo unico scopo al momento era divertirsi e godersi la vita, e pochi, o forse nessuno, aveva libero accesso a ciò che intendeva celare con quel comportamento sempre sopra le righe....dall'inizio di quell'anno scolastico, si era sorpreso più volte a pensare alla ragazza per la quale pensava non avrebbe nutrito mai nessun interesse, non era nei suoi programmi innamorarsi, ma sapeva di non essere in grado di fermare ciò che gli stava accadendo, Amelie, la sua compagna di classe Amelie, quella che conosceva da ben tre anni, la ragazza amata dai prof  per il suo essere seria e costante nello studio, stava lentamente diventando qualcosa in più che 'una compagna di classe'.

Quella mattina di fine gennaio,Amielie entrò in classe da sola, la sua migliore amica e compagna di banco Sharon doveva essersi ammalata e ovviamente avrebbe saltato la scuola per qualche giorno "buongiorno" esclamò incontrando lo sguardo dei suoi compagni, ognuno le rispose a modo suo, chi con semplice sorriso, chi con un gesto della mano, chi ricambiandole il saluto con parole; come al solito si sedette al suo banco, suonò la campanella e dopo qualche secondo la prof entrò in classe, fece l'appello e quando arrivò al nome di Harry, i suoi amici risposero con un sonoro 'assente'. Sarabbe arrivato, ovviamente, non mancava quasi mai a scuola, a differenza di ciò che si potrebbe pensare visto il suo temperamento, non era un ragazzo a cui piaceva saltare le lezioni, piuttosto faceva l'impossibile per rendere quelle ore in cui era costretto a stare a scuola piacevoli, e il più delle volte ci riusciva anche.
Dopo un paio di minuti la porta si spalancò e un Harry incappucciato da capo a piedi entrò in classe "scusate il ritardo" disse andandosene al suo posto e sfoderando il suo meraviglioso sorriso, Amelie lo seguì con lo sguardo e solo allora notò che anche Louis, il suo compagno di banco, quel giorno era assente come Sharon; la prima ora avevano storia dell'arte, una materia che, a dire la verità, non appassionava nessuno in quella classe, nemmeno Liam che era il ragazzo più studioso..."Amelie?" la ragazza si sentì chiamare e si voltò instantaneamente verso Niall e Zayn, che occupavano i posti dietro il suo banco e quello di Sharon in classe, ed erano i suoi migliori amici, nella vita "secondo te biologia interroga?" le domandò il ragazzo biondo dagli occhi blu "ovvio, ha detto che interroga proprio te" scherzò lei "e ti chiede tutto il programma" si aggiunse Zayn "hai studiato?" lo incalzò Amelie "certo" rispose "..che no!" aggiunse subito dopo facendo sorridere la ragazza; nessuno dei suoi due migliori amici era il classico ragazzo studioso, ma Niall si preoccupava dei risultati scolastici molto di più di quanto facesse Zayn "aiutami Amy, ti prego" le disse il biondo afferrandola per un braccio, la chiamava Amy in modo affettuoso "stai calmo! stavamo scherzando!" esclamò Zayn a quel punto, e Niall tirò un sospiro di sollievo, dopo aver lanciato un'occhiataccia ad entrambi.
" a parte gli scherzi, potrebbe interrogare davvero" esordì lei, poi continuarono a chiacchierare abbandonando l'argomento scuola e parlando tra loro come facevano sempre; terminò la prima ora, la seconda c'era biologia.
Il professore entrò in classe e calò il silenzio, Amelie si chinò per prendere il libro nel suo zaino, ripercorse velocemente le ultime pagine con lo sguardo mentre il prof firmava il registro e chiedeva quale fosse l'argomento del giorno, casualmente incontrò lo sguardo di Harry, non fecero nulla, non si dissero nulla, non si sorrisero neppure, si fissarono per qualche secondo e basta, come due compagni di classe che per caso si ritrovano a guardarsi reciprocamente, senza un motivo, semplicemente perchè non si può fissare sempre il prof; lei tornò a concentrarsi sul suo libro, per modo di dire,  non poteva negare che quel ragazzo su di lei aveva un certo effetto, si era resa conto che era grazie a lui, se la mattina aveva voglia di andare a scuola, sapeva che le sue battute, la sua simpatia innata, il suo essere irrequieto quasi, il suo sorriso, le avrebbero rallegrato la giornata, e non era cosa da poco.
Un paio di minuti più tardi se lo ritrovò accanto, non fece nemmeno in tempo a domandargli cosa ci facesse lì, il prof la precedette "Styles, torna al tuo posto, come mai ti trovi lì?" lo ammonì "Prof, io sono solo, lei è sola, siamo soli insieme" rispose con un sorrisetto dipinto sul viso, lo aveva detto con il suo solito tono giocoso, e nessuno ad eccezione di Amelie, seppe trovare la dolcezza in quelle sue parole, la cosa finì lì, il prof permise a Harry di restare seduto accanto a lei, visto che sia Sharon che Louis erano assenti quel giorno.
"Ciao Amelie" la salutò lui, come se non si fossero ancora visti prima di quel momento, era decisamente impossibile restare seri di fronte alle sue sparate "Ciao Harry" rispose lei ridendo, ma guardandolo davvero negli occhi, voleva capire fino a che punto quel ragazzo potesse essere importante per lei, voleva sapere se veramente era di più che il suo compagno di classe burlone "come stai?" le domandò lui interrompendo i suoi pensieri "..bene" mormorò lei incerta "tu?" domandò subito dopo, il ragazzo tardò di qualche secondo a rispondere, sembrava che si fosse imbambolato "alla grande, cioè bene, insomma più o meno" "hai le idee molto chiare, devo dire" disse lei, questa volta fu Amelie a scatenare la risata del ragazzo, lui, che era quello che faceva ridere tutti, aveva trovato qualcuno che lo facesse ridere, può sembrare un controsenso ma non lo è affatto, e quella persona capace di farlo ridere era proprio Amelie, non avrebbe mai creduto che fosse possibile.
" volevo dire che-" "ei Styles, visto che hai tanta voglia di chiacchierare, non sarà un problema per te presentarmi la lezione del giorno" esordì il professore, Harry alzò gli occhi al cielo, era ovvio che non sapeva nemmeno quale fosse il tema da presentare, non aveva mai aperto libro in tutta la sua vita e probabilmente mai lo avrebbe fatto, studiare e istruirsi non era nei suoi programmi al momento, ci teneva di più a godersi la vita...ecco perchè lui e Amelie erano completamente diversi, ma forse erano entrambi attratti l'uno dall'altra, perchè ciò non si poteva più negare, esattamente per questo: Amelie adorava il suo modo di fare, adorava il fatto che fosse bambino nel cuore, adorava la sua naturalezza nel dire le cose più spropositate, adorava il modo in cui la faceva ridere comportandosi da pagliaccio, anche se aveva impiegato tre anni per ammetterlo a sè stessa, e Harry invece era attratto dalla sua serietà nello studio, e in tutto il resto, sapeva che era una ragazza di cui ci si poteva fidare, era attratto dalla sua intelligenza, dal suo essere così razionale con gli adulti e così sciocca con i compagni, era attratto dal suo essere riservata e socievole allo stesso tempo...Amelie pensava di essere una ragazza uguale a tutte le altre, Harry aveva capito, dopo ben tre anni, che non aveva nulla a che fare con le altre ragazze che conosceva, persino con le sue stesse compagne, Amy, come la chiamavano spesso Niall e Zayn, era unica... non che le altre non fossero ragazze semplici e dai buoni valori, ma in lei c'era tutto, il lato divertente, il lato serio, il lato saggio, il lato spiritoso, anche il lato impacciato ...e Harry si sorprendeva sempre più spesso a pensare che fosse perfetta, e non era da lui, decisamente.
" allora Harry...dicevamo? prego, a te la parola, presenta la lezione del giorno" il ragazzo guardò Amelie con la coda dell'occhio e sussurrò un 'suggerisci, ti prego' , lei  non se lo fece ripetere due volte "parliamo del linguaggio del corpo umano, dei cinque sensi" bisbigliò nascondendosi dalla vista del prof  "l'argomento di oggi è il linguaggio del corpo umano, attraverso il quale siamo capaci di dire ciò che parole accennano soltanto o addirittura non sono capaci di esprimere" iniziò Harry, era bravo a improvvisare, un'altra delle sue qualità "la vista è uno dei cinque sensi, e l'organo attraverso il quale si manifesta sono gli occhi" proseguì, fino a quel punto aveva saputo cavarsela, ma ora gli servivano informazioni più tecniche "attraverso la vista si percepiscono gli stimoli luminosi, cioè la figura, il colore,le misure e la posizione degli oggetti" Harry riferì ciò che Amelie gli aveva suggerito "l'occhio umano raccoglie la luce che proviene dall'ambiente, ne regola l'intensità attraverso un diaframma, e la focalizza formando un'immagine che viene elaborata dal cervello, grazie al nervo ottico" Amelie bisbigliva sotto voce e Harry riferiva al prof, l'uomo lo fissava con un'aria piuttosto sorpresa, continuarono così per un bel po', la ragazza gli suggerì tutte le nozioni fondamentali e Harry ci costruiva abilmente in discorso sopra, ogni tanto si voltava verso di lei e le rivolgeva un sorriso che voleva semplicemente dire 'grazie' o  'siamo una bella squadra', continuò così l'interrogazione fino al punto in cui le specifiche tecniche e le nozioni scritte sul libro furono esposte tutte, a quel punto avrebbe dovuto parlare del gusto, dell'olfatto, dell'udito o del tatto, ma continuò a parlare della vista, o meglio, degli occhi.
" Gli occhi per un essere umano sono tutto, gli occhi sanno esprimersi molto meglio delle parole, gli occhi non sanno mentire, costituiscono una sorta di linguaggio segreto, che senza dubbio è molto più efficace e più diretto di quello tradizionale, perchè se mi parli, non potrò mai essere sicuro al 100 % che tu mi stia dicendo la verità, ma con gli occhi non si incorre in questo pericolo, non sono capaci di nascondere i sentimenti.  Penso che lo sguardo sia una delle cose più significative che esistano al mondo, con uno sguardo si può comunicare tutto ciò che si prova in un attimo, ma c'è anche anche bisogno di chi sappia soffermarsi sul nostro sguardo e sappia leggere quello che c'è scritto, e non è affatto semplice trovare qualcuno che sappia leggere anche quando non ci sono lettere, ma soltanto sfumature e  luci, non tutti hanno imparato a leggere in quel modo lì, diverso da quello originale, non tutti sanno realmente guardarci negli occhi, perchè se così fosse, non esisterebbe nessun tipo di incomprensione." quandò finì di parlare, si voltò con naturalezza verso Amelie e si ritrovò davanti una ragazza sorridente, un sorriso vero, il resto della classe lo fissava stranito, compreso il prof, ma lei sorrideva, aveva capito perfettamente ciò che Harry volesse affermare e credeva che avesse pienamente ragione, le restarono impresse quelle parole, ma da dove gli erano venute fuori? Lui, il burlone della classe, lo scansafatiche per eccellenza che ha soltanto voglia di divertirsi e far divertire, era il ragazzo più dolce del mondo, non aveva mai mostrato quel suo lato, ma Amelie aveva sempre pensato che dietro il suo comportamento ribelle, si nascondesse un ragazzo...speciale, non trovava altre parole per definirlo, se non speciale, Harry era speciale e finalmente se ne era resa conto.
Poco dopo chiese di uscire dall'aula, stava provando troppe emozioni, sentimenti forse, nei confronti di Harry, e averlo accanto non era un bene per lei in quel momento, raggiunse i bagni e ci restò per qualche minuto senza utilizzarli, si appoggiò alla finestra cercando di riflettere, ma l'unica cosa che aveva voglia di fare era abbracciarlo e lasciarsi stringere da lui, baciarlo, non ne aveva mai sentito il bisogno prima di allora e si stupì più di chiunque altro a pensare cose del genere sul ragazzo che era sempre stato soltanto 'il suo compagno di classe', il più simpatico di tutti, ma sempre e solo 'il suo compagno di classe'.
Si decise a ritornare in classe, ma mentre percorreva il corridoio, il destino volle che incontrasse proprio lui, si fermò  "come sono andato?" le domandò Harry raggiungendola, Amelie restò accanto al termosifone mentre lui si avvicinava "bene, direi che non si è accorto di nulla" rispose guardando in basso e riferendosi ai suoi suggerimenti, ora aveva paura che lui riuscisse davvero a leggerle negli occhi, come aveva spiegato poco prima, si sentiva vulnerabile e sapeva che lo era sul serio, ora di fronte a lui temeva di non essere più in grado di nascondere nulla, forse era stato quel discorso a farla crollare definitivamente "lo so, sono bravo" rispose il ragazzo sorridendo tra sè e rinconquistando la sua tipica aria spavalda; ma ad un tratto si avvicinò di più ad Amelie fino a sfiorarle il viso con l'indice e alzarglielo delicatamente, lei si trovò costretta a reggere il suo sguardo, non poteva più fuggire dai suoi stessi sentimenti, nessuno dei due parlò, restarono lì a guardarsi negli occhi, per davvero, per un tempo indeterminato, forse per un minuto o due, non se ne resero conto, Harry lesse qualcosa nei suoi occhi, sapeva leggere sul serio quelle scritte prive di lettere, e lei aveva trovato qualcuno che fosse capace di soffermarsi sui suoi occhi e ricavarci un discorso, e la cosa sconcertante ma meravigliosa era che Amelie scoprì di essere capace di fare lo stesso con lui, all'improvviso tutto risultò chiaro per entrambi, al posto delle domande c'erano certezze, si avvicinarono lentamente, in maniera quasi impercettibile, sempre di più, fin quando le distanze non si annullarono del tutto.
Un bacio, due baci, una serie infinita di dolci baci scambiati tra un ragazzo e una ragazza 'compagni di classe', un ragazzo e una ragazza che si erano immamorati lentamente, ogni giorno un po' di più, e che quella mattina di fine gennaio, avevano trovato il coraggio di abbattere i muri e scopire l'amore in un corridoio, appoggiati a un termosifone, nel luogo in cui erano soliti definirsi 'compagni di classe', ma da quel giorno furono molto di più di quello, molto molto di più che semplici 'compagni di classe'.  



Salveeeee :DD
E' la mia prima one-shot, spero che vi piaccia !! Non esitate a farmi sapere cosa ne pensate, non siate timidi :3
Un bacio e buona domenica :))















  
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