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Autore: phoenix_esmeralda    20/01/2013    5 recensioni
Amore e Morte vagano per la città compiendo il loro dovere, mentre Giada, diciottenne vanitosa e viziata, si illude di poter godere delle vacanze estive appena iniziate. Ma strane cose iniziano ad accadere e bene presto la sua vita prenderà una piega completamente diversa...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Si trovavano tutti e cinque seduti nel salottino, Rosse e Raf dividendo la stessa rigida poltroncina, cinque volti tesi dalle cinque bocche silenziose.
Erano all’incirca le dieci del mattino e poco dopo la colazione la signora li aveva accompagnati in quella stanza, annunciando che Calos era tornato e che presto li avrebbe raggiunti.
Da quando si erano seduti ognuno al rispettivo posto, il silenzio era calato come una cappa opprimente. Giada aveva l’impressione che se Kirk avesse aperto l’accendino per fumare una sigaretta, l’intera stanza avrebbe preso fuoco.
C’era troppa elettricità nell’aria.
E tanta ne scaturiva da lei, dai suoi nervi tesi, dal suo cuore impazzito.
Rossella era rigida come una bambola di legno, il volto pallido, tirato. Raf picchiettava nervosamente un piede in terra, gli occhi innaturalmente dilatati, fissi in un pensiero distante.
Da Kirk trapelava principalmente la triste rassegnazione in cui era sprofondato nelle ultime ventiquattro ore. Il dolore che s’intravedeva, era così lacerante da risultare palese a un qualsiasi osservatore esterno.
E tuttavia, paradossalmente, il nervosismo maggiore proveniva da Brian.
Ha qualcosa in ballo – pensò Giada, notando il modo in cui torceva le mani, mutando in espressioni sempre più tirate.
Alla fine, Giada se ne accorse, Brian giunse a una conclusione.
- Kirk… - mormorò, e nel silenzio totale suonò come lo scoppio di una bomba.
Quattro paia d’occhi si levarono su di lui.
- Ho pensato a lungo – continuò – E ho deciso di prendere il tuo posto.
Con un gesto della mano azzittì Kirk, che già stava per replicare.
- Mentre ero qui con Calos, ho riacquistato completamente la memoria. Sia del passato  che del presente. E ho ricordato…Sara.
Vide che Kirk non capiva.
- Sara era la mia ragazza – aggiunse – È morta in un incidente due mesi e mezzo fa. E prima di perdere la memoria, ero quasi impazzito.Questo mese di amnesia mi ha aiutato a prendere un po’ di respiro.
- Brian… – sembrava che Kirk già sapesse cosa lui gli avrebbe detto.
- Non so ancora come vivrò senza Sara – proseguì lui, ignorando la protesta – Ma so che regalo posso fare a te e a Giada, permettendovi di stare insieme.
Giada vide Kirk scuotere la testa.
- Non puoi prendere una decisione così importante per un motivo simile – gli disse – Proprio perché hai sofferto così tanto per questa ragazza, devi tornare ora a casa e ricostruirti un’esistenza.
- Dovresti pensare a Giada – esclamò Brian, puntandole addosso gli occhi.
- Non posso lasciare che tu prenda il mio posto – disse Kirk – Tu non sai cosa vuol dire.
- Ma io…
Lo scatto della porta li interruppe e un secondo dopo, Calos era in mezzo a loro, imponente e austero in un completo scuro.
Portava un registro sottobraccio, in mano teneva una biro nera. Si avvicinò alla scrivania, appoggiò il registro al piano e, restando in piedi, iniziò a sfogliarlo.
- Allora - esordì, senza guardarli – Amore e Morte…Amore 346 e Morte 1078…I vostri nomi sono… - scrisse qualcosa nel registro, con espressione accigliata – Comincerete immediatamente nel vostro paese, sostituendo gli operatori precedenti. Il controllore assegnatovi è il 2725. È recente, finora ha avuto un solo turno. Voi sarete cosa semplice per lui, un compito puramente formale.  – sfogliò il registro alla ricerca di altri dati – Il nuovo controllore 937 invece… - si soffermò su una pagina – Gyor. Ungheria. C’è un’emergenza. Il controllore deve essere evocato istantaneamente. Con quei due ragazzi stiamo rischiando.
- Ma… - Raf prese la parola titubante – Il nuovo controllore non potrebbe restare con noi, nel nostro paese? Con me e Ross?
- Tu non capisci! – Tuonò l’uomo, aggrottando lo folte sopracciglia – Il controllore deve scomparire dal suo luogo d’origine, senza lasciar traccia di sé. Non può continuare a vivere in famiglia come faceva prima. Deve uscire la notte e controllare Amore e Morte, deve seguirli di giorno…deve annullare la propria esistenza!
Annullare la propria esistenza… - rifletté mentalmente Giada.
Kirk quello l’aveva già fatto. Se Calos parlava a quel modo, riteneva già che diventasse Brian il nuovo controllore.
Respirò a fondo.
E poi Calos fece la fatidica domanda.
- Allora, chi diventerà il nuovo controllore 937?
Lo sguardo di Calos passò sopra tutti loro.
Giada scrutò Kirk e Brian, scorse le loro espressioni tese e vide entrambi aprire la bocca per parlare.
Allora si alzò in piedi con uno scatto.
- Lo farò io!
Lo sbigottimento generale le lasciò il tempo per parlare.
- Sono la principale causa dell’errore di Kirk. Voglio assumermene la responsabilità diventando il nuovo controllore. È possibile vero?
Scrutò ansiosamente il volto di Calos.
Lui annuì, imperturbabile.
Kirk riuscì a reagire solo in quel momento. Saltò in piedi e si rivolse a Giada.
- Non dire stupidaggini! – Gridò – Non ho intenzione di permettertelo!
Sembrava spaventato.
- Io invece voglio farlo – disse Giada, semplicemente – Voglio liberarti da quest’incubo.
D’un tratto le sembrò tutto molto semplice. La decisione che fino a poco prima le era costata uno sforzo sovrumano, ora sembrava non avere più peso.
- Ti regalo la mia vita Kirk – disse – Prendila tu. E io prenderò il tuo posto.
Per un istante ci fu silenzio.
- Io non sono d’accordo! – Ribatté poi Kirk, agitato.
- Io invece sì – intervenne Calos – Io accetto questa ragazza come controllore 937. Non sei tu a poter decidere. Hai già sbagliato una volta e sono ben felice di sostituirti. Un controllore cui vengano assegnati troppi turni, si distrae più facilmente. Per cui, da adesso sei libero. Farò in modo che tu abbia documenti e identità nuovi.
- Ma io…
- Tu non c’entri più nulla! – Tuonò nuovamente Calos – Lei ha deciso e io l’ho presa! Tu non puoi farci nulla!
Giada tremò. Adesso che il passo era fatto, non poteva più tornare indietro.
Aveva paura, ora. Ma si sforzò di pensare a Kirk.
Sarebbe stato libero.
Lui la stava fissando con un’espressione indecifrabile.
- Va bene – esclamò – Allora Raf…io prenderò il tuo posto. Sarò Morte.
Raf lo fissò in silenzio e annuì.
Ma perché? – Si chiese Giada. E aprì bocca per protestare.
Ma si fermò. Comprese.
Morte rinasceva…rinasceva nei secoli.
L’avrebbe rivisto.
Trecento anni…altri interminabili trecento anni, ma alla fine del percorso…
…di nuovo Kirk.
Avevano un’altra possibilità.
- Allora cominciamo il passaggio – esclamò Calos, sbrigativo – Non appena la ragazza avrà assunto l’incarico di controllore, verrà evocata a Gyor! 
Non appena…
Subito..? Subito, così?
Giada si sentì raggelare. Non era preparata a una separazione istantanea. Aveva creduto di avere per lo meno ancora qualche ora.
Fissò Calos, ammutolita.
- Aspetta! – esclamò Rossella – Dacci…dacci almeno il tempo di salutarci! Lasciaci qualche minuto!
Calos si accigliò.
Evidentemente, per lui quel poco tempo che Ross gli chiedeva era tempo perso.
- Solo cinque minuti – concesse di malavoglia – Non un secondo di più!
Uscì dalla stanza, trascinandosi dietro il registro.
Giada sbatté le palpebre confusa.
Cinque minuti…Solo cinque minuti per dire addio a tutti!
Si guardò intorno spaesata. Non sapeva cosa dire, da dove cominciare.
Poi vide Brian poco distante da lei, Brian che lei aveva ingannato.
Gli si avvicinò titubante.
- Ti devo chiedere scusa – mormorò a occhi bassi – Ti ho mentito, mentre eri senza memoria…
- Non ci pensare – rispose lui con un sorriso – In quel periodo io e te eravamo come…pazzi. Abbiamo sbagliato tante cose.
Giada annuì.
- Io non ero in grado di capire i tuoi sentimenti per Sara. La mia visione del vostro rapporto era molto superficiale. Vedevo il tuo dolore, ma…non lo capivo. Mi dispiace per molte cose che ti ho detto, quando stavi male.
- No - Brian sembrava sereno adesso – Avevi ragione. Quando Sara è morta, avevo perso ogni ragione di vita. E sbagliavo. Era sbagliato mettere esclusivamente in lei il senso della mia vita. Sto ancora male, ma ora so che posso… che devo andare avanti comunque. Sai… - la fissò con il suo consueto sguardo diretto – La tua decisione mi ha colpito.
- Ha colpito anche me – rise nervosamente lei.
- Sei ancora in tempo per cambiare idea – le disse lui, seriamente – Se tu volessi fare cambio…
- No – lo fermò – Lascia che faccia come ho deciso. Ti prego solo…di prenderti cura di Kirk. Tu abiti da solo, lui potrebbe… potrebbe vivere con te per un po’…
- Non ti preoccupare – le sorrise – Non lo lasceremo in mezzo a una strada! – Con un braccio l’attirò contro di sé e le diede un bacio in fronte – Addio Giada. Fatti forza.
Lei annuì e guardò oltre.
Rossella la stava fissando con occhi pieni di lacrime. Giada le si avvicinò, imponendosi di non piangere.
- A te invece affido i miei genitori – mormorò – Li conosci da tanto tempo e ti vogliono bene. Puoi…potrai…provare a consolarli…
Rossella annuì senza riuscire a parlare. Stava singhiozzando.
- E… - continuò Giada con uno sforzo - E ti lascio Simon… È tuo di diritto. Anche se… – si accorse che le lacrime stavano solcando anche le sue guance - …anche se so che Rob… sarà… geloso…
Scoppiò in un pianto dirotto e si ritrovò abbracciata a Rossella. Si strinsero forte.
- Che stupida eh? – Sorrise Giada, singhiozzando – Io che avevo detto che mai mi sarei lasciata condizionare la vita da un ragazzo…
Ross si soffiò il naso rumorosamente.
- Giada, noi…noi ci rivedremo vero? Un giorno…fra trecento anni…
Lei annuì. Cercò di non lasciar tremare la voce.
- Sì…e avrai i capelli neri come i miei…
Si voltò verso sinistra, e poco distante, appoggiato al muro di schiena, vide Raf. Teneva le braccia lungo i fianchi e la testa bassa.
E improvvisamente Giada venne attraversata da un pensiero che ancora non l’ aveva sfiorata.
Dovrò separarmi da Raf!
Corse verso di lui, gli si fermò di fronte. Ma Raf non mutò posizione. Non alzò lo sguardo, il ciuffo di capelli ramati gli copriva il volto, impedendole di vedere la sua espressione.
- Raf… - mormorò – Raf, perdonami se non ti ho detto nulla fino ad adesso. Ho preso questa decisione all’improvviso…non volevo nascondertelo. Ti prego…non essere arrabbiato…
Lui non si mosse e lei ne ebbe paura. Non era mai successo che Raf ignorasse le sue parole.
Raf…il suo Raf. Medicina-Raf, il suo migliore amico, suo fratello, il suo consigliere, la roccia cui si era sempre appoggiata e che l’aveva condotta per mano fino a quando… fino ad adesso. Adesso che aveva deciso di camminare da sola.
- Raf… - gli sfiorò i capelli, glieli tolse dalla faccia… e vide le lacrime che scendevano silenziose, come gelidi ruscelli.
Le trafissero il cuore.
Lo abbracciò forte, quanto riuscì a fare.
- Raf perdonami! – Disse – Perdonami se ti lascio così, dopo tutto… dopo tutto quello che hai fatto per me!
Ma sarai libero – pensò – Sarai finalmente libero di vivere la tua vita e non la mia!
Lui ricambiò l’abbraccio e Giada riconobbe la sua stretta solida, il suo calore.
Erano le braccia nelle quali era cresciuta.
- Sono…sono fiero di te… - mormorò lui – Sono…sono davvero fiero…del tuo coraggio…
- Allora…allora perché piangi? – Chiese lei, piangendo a sua volta.
- Piango…piango perché… -  la strinse più forte – Piango perché non prenderai più la patente…e non potrai più portarmi in giro in macchina…e non verrò ad assistere al tuo esame di maturità…E poi…non ti aiuterò con gli esami all’università…e non sarò con te la prossima volta che sarai triste e piangerai … - deglutì e la stretta si fece ancora più disperatamente salda – Però sono fiero… sono davvero fiero di te bionda…Giuggiola…Giada…
La staccò da sé e si fissarono. Gli occhi neri di lei in quelli dorati di lui.
- Farò fatica a vivere senza te - ammise, con un velo di sorriso tra le lacrime – Mi sentirò…mutilato.
- Ti devo ringraziare per così tante cose…- mormorò lei – E scusarmi per tantissime altre… Sono stata così prepotente con te.
- Ero io che ti lasciavo essere così.
Giada tremò. Una parte di lei, lasciando Raf, sarebbe morta completamente. La parte più buona e quella più cattiva di lei. L’infanzia dorata ed egoista che lui, proteggendola, le aveva concesso di vivere per molti…moltissimi anni.
In quel momento la porta si riaprì e Calos tornò a invadere il centro della stanza.
- Allora, siamo pronti?
Giada lo fissò sconcertata.
Kirk..!
Non aveva ancora salutato Kirk!
Ignorando Calos, corse attraverso la stanza e si gettò tra le braccia di lui che, pazientemente, aveva aspettato il suo turno.
Lo baciò con tutta l’urgenza che richiedeva il loro tempo ormai scaduto.
Era la seconda volta che viveva quella scena. La scena del loro addio.
Confusamente avvertì la voce di Calos.
- Cominciamo il passaggio.
Non si voltò. Non aveva idea di cosa stesse accadendo dietro di lei.
Voleva solo salutare degnamente Kirk.
- Giada… - mormorò lui – Sei stata una pazza a… a fare questo. Tu… non sai quanto siano lunghi trecento anni!
- Lo imparerò – gli sorrise mestamente – Imparerò tante cose – si sforzò di mostrarsi serena – Vediamo quante F avrò sulla schiena fra tre secoli?
- Non scherzare – disse lui bruscamente – Non  sono cose su cui scherzare.
Giada ebbe un giramento. Di colpo si sentì debole.
Le stava succedendo qualcosa…
Ostinatamente si rifiutò di voltarsi.
Sapeva cos’era.
Era Amore. Amore che passava da lei a Ross.
- Non sarò mai felice, sapendo che tipo di esistenza stai conducendo – disse Kirk, piano.
- Forse…forse non in questa vita. Ma nelle prossime sì. Nelle prossime non ti ricorderai di me…avrai una vita normale…come non l’ hai mai avuta…
Lui la strinse, in un gesto d’impotenza.
Tra le sue braccia, Giada si sentì venire meno.
- Sai - mormorò appena – Quando ci rivedremo, tu farai il filo a Ross…Toccherà a me…essere gelosa.
Proprio lui e Ross…Che ironia!
- Giada…
Adesso era iniziato qualcosa di nuovo. Avvertiva un’altra sensazione…Capì che da Kirk a lei stava passando la natura di controllore…Quella natura che l’avrebbe fissata in quell’aspetto per trecento anni, impedendole di crescere e invecchiare. Quella natura che le avrebbe permesso di avvertire il contatto tra Amore e Morte e di manipolare le loro sensazioni
E Kirk stava tornando una persona normale.
Quando il processo si fosse concluso, lei sarebbe stata immediatamente evocata altrove.
Avvertì una nuova, folle energia.
Si era ormai alla fine.
Gli ultimi…secondi.
Coraggio Giada!
Fissò gli occhi in quelli profondi…profondissimi di Kirk.
Gli afferrò le mani.
La vista le si appannò.
- Kirk…
- Giada! – Il suo fu quasi un urlo. Straziante, poiché non poteva impedirle di svanire.
- Basta essere tristi, adesso – sussurrò lei.
Gli strinse più forte le mani e si costrinse a sorridere. E il sorriso fu sincero.
- Io ti prometto… - disse decisa – In un’altra vita, con un altro volto…con lo stesso nome e lo stesso cuore…ci rincontreremo. E allora saremo felici insieme. Stavolta davvero – aggiunse.
Il velo davanti agli occhi divenne spesso e dalle sue dita scomparve il senso del tatto.
Ma prima di perdere totalmente il contatto con la realtà, Giada vide Kirk annuire.
E sorridere.
 
 
 
 
 
 

FINE



 

********************************* I saluti dell'autrice ***************************************************

Ebbene... eccoci qui, alla fine di questo lungo viaggio che ha portato Giada a diventare adulta e noi a sospirare per questo
finale dolceamaro... (o meglio: io sospiro... voi farete un po' quel che vi suggerisce il vostro animo! ^^' )
Vorrei ringraziare tantissimo tutti coloro che hanno messo nelle Seguite questa storia, nonché quelli che addirittura l'hanno
aggiunta fra le Ricordate e le Preferite (wow!).
Un particolare saluto vorrei dedicare a chi mi ha recensito con costanza, passo passo: Sosy, Anami - Kikiz e Lellinavamp - Elena.
Davvero, grazie: avere qualcuno che commenta le pubblicazioni volta per volta dà un grosso sprint!
In attesa di sapere cosa pensate del finale mando un grosso bacione a tutti! A prestooooooooooo!

phoenix_esmeralda

 

  
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