Fanfic su attori > Coppia Cumberbatch/Freeman
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Autore: Noruwei    20/01/2013    5 recensioni
“Giochiamo a Sherlock e John.”
È il compleanno di Benedict e come da copione Martin deve soddisfare ogni suo desiderio – ma non ne ha affatto voglia.
[Dedicata a Mushroom ♥]
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: i personaggi purtroppo non mi appartengono, non ho pretese di aver dipinto il reale carattere di Cumberbatch e Freeman e spero che nessuno si senta urtato dalla cosa. Nessuno scopo di lucro e blabla. Solo fancazzismo LOL

 

Saturday Morning 




 

 



 

 

 

Even if you have
Even if you need
I don't mean to stare


Socchiuse di nuovo le palpebre cercando di riaddormentarsi, il respiro caldo di Benedict sul suo collo. Si sporse verso il comodino e lanciò un'occhiata al cellulare: due chiamate perse e un messaggio.

Ben?” si lasciò sfuggire a fior di labbra. “So che sei sveglio.”

Per tutta risposta la guancia di Benedict si strusciò di nuovo contro il suo petto.

Martin scosse leggermente la testa, scostando le lenzuola da un lato e divincolandosi dalla presa del compagno. Si passò una mano fra i capelli, osservando per una seconda volta il cellulare.

Dieci e mezza.

Martin non sarebbe stato in grado di spiegare esattamente come fossero finiti a quel punto. O meglio, sì, sarebbe stato capacissimo di descrivere nei minimi dettagli la voce di Benedict mentre dopo la ripresa finale di A Study in Pink gli chiedeva se gli andava di prendere un caffè con lui, i vestiti che indossava, ogni sfumatura nel suo portamento, l'inclinazione della testa, qualunque cosa – in realtà.

Il sabato di Martin e Benedict” l'aveva soprannominato con un sogghigno Rupert, e Martin non aveva ribattuto.

Eppure Benedict non sembrava minimamente turbato della cosa o, almeno, in apparenza non lo sembrava. Del resto era un attore, dissimulare era il suo mestiere.

Sul set era professionale, tranquillo, a suo agio. Recitava perfettamente perché, Martin non riusciva a non pensarlo, lui stesso era perfetto. Alle volte si ritrovava a pensare a lui come Sherlock, chiedendosi cosa provasse John nei suoi confronti. Lo stimava? Ne era innamorato? Attrazione, forse?

Si massaggiò le tempie, allontanando quei pensieri, e si accorse degli occhi di Benedict fissi sui suoi, interrogativi.

Ho fame.” mugugnò.

Dio. Quella voce.

Era quella che lo mandava completamente fuori di testa. Bassa, roca, terribilmente eccitante. Alle volte Martin si ritrovava a pensare che Benedict sarebbe stato capace di farlo venire anche solo parlando.

No, era meglio non pensarci.

Inspirò imbarazzato. “Io, uhm, uh. Vado a prepararti la colazione?”

Benedict si morse il labbro, issandosi sui gomiti e inclinando la testa da un lato. Martin distolse prontamente lo sguardo, cercando di non pensare al fatto che fosse nudo dalla vita in su – come una ragazzina, cavolo! L'aveva già visto anche più nudo.

Eppure era un riflesso incondizionato.

Benedict continuava a fissarlo. “Non era” umettò le labbra “esattamente” accenno di un sogghigno “quello che intendevo.”

Martin ci mise qualche secondo a capire. “Idiota.” borbottò, le guance rosse per l'imbarazzo, e Benedict si lasciò cadere candidamente all'indietro, ridendo.

È il mio compleanno, dopotutto.”

Pensavo l'odiassi,” ribatté seccamente Martin pensando che il fatto che fosse il suo compleanno non gli desse il diritto di uscirsene con frasi maliziose di mattina, sopratutto sapendo l'effetto che gli facevano il tuo compleanno.”

L'aveva ripetuto così tante volte in quella settimana che Martin aveva perso il conto.

Il fatto che lo odi non significa che non ne apprezzi i vantaggi.”

Ovviamente.

Martin roteò gli occhi, lasciando che le gambe lo guidassero verso il bagno. Regolò il pomello della doccia e lasciò che il getto d'acqua calda gli colpisse le spalle. Alle volte Benedict sapeva essere così... esasperante.

Era un attore eccellente, però.

Uscì dalla doccia, prendendo il primo asciugamano che gli capitò a tiro.

Benedict era ancora adagiato sul letto, gli occhi rivolti pigramente verso il soffitto. Gli lanciò un'occhiata pensosa.

Capelli bagnati.” osservò, un sorrisetto che si faceva largo sulle labbra “Sexy.

Idiota.”

È il mio compleanno,” ripeté con una smorfia capricciosa la sua co-star “dovresti essere carino con me.”

Martin rispose con un'occhiataccia, come se non ci avesse provato! Aveva fatto di tutto per rendere quel giorno perfetto ma Benedict era stato categorico: niente feste a sorpresa, niente torte o regali. Era già tanto se aveva dato il consenso a fargli gli auguri.

Ed ora Benedict aveva anche il coraggio di lamentarsi. Assurdo!

Idiota egocentrico!” pensò Martin con una sfumatura d'indignazione. “Idiotaidiotaidiota” si ripeté mentalmente mentre si sbatteva la porta della camera da letto alle spalle dirigendosi verso la cucina.

Sapeva qual'era la colazione preferita di Benedict, nel giro di due settimane Martin sarebbe potuto diventare uno chef esperto nelle uova al bacon.

Sembrava non mangiare altro.

Sorrise, frugando nel frigo per trovare le uova.

Quando entrò di nuovo nella camera da letto Benedict si mordicchiava il labbro inferiore – Martin odiava quando la faceva, lo rendeva ancora più sexy di quanto già non fosse. “Giochiamo a Sherlock e John.” annunciò, come colto da un illuminazione geniale.

Levatelo dalla testa.”

Perché?”

Come perché? Perché era stupido recitare anche fuori dall'orario di lavoro. Un conto era sul set ma, lì!, nella sua camera da letto?

Non ne ho voglia e basta.” ribatté seccamente.

Benedict sbadigliò “Sei teso.”

Non sono tes-”

Sì, lo sei. Carina l'idea della caffettiera.”

Martin lo fissò incredulo per quale secondo, poi sbuffò. “Hai frugato fra le mie cose.” Non era una domanda.

Spallucce. “Può darsi.” gli fece un sorrisetto “era esattamente quello che desideravo, se può rallegrarti.”

Sapeva che avrebbe dovuto sentirsi arrabbiato da quella violazione della privacy eppure non riusciva a trovare nemmeno una punta d'irritazione in sé, “Idiota.” ribatté alla fine, con semplicità, senza sforzarsi nemmeno di fingersi offeso.

Benedict agitò per aria la mano, come a voler scacciare un fastidioso dettaglio “Ti amo anch'io.”

Martin rise, lasciandosi ricadere accanto a quello che ormai considerava il suo fidanzato – suonava strano, abbinato a Benedict – le labbra che gli sfioravano lo zigomo.

Buon compleanno, Sherlock.

Grazie, John.”

Probabilmente le uova si sarebbero bruciate ma, in quel momento, a Martin non importava un granché. Non quando le dita di Benedict giocavano con i suoi boxer, almeno.




We don't have to breed
We could plant a house
We could build a tree
I don't even care
[Breed - Nirvana]













 

   
 
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