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Autore: dahbanana    20/01/2013    14 recensioni
"Avete mai pensato che il mondo potesse avercela con voi?
Paura, fede, amore... fenomeni che determinano il corso delle nostre vite.
Queste forze cominciano ben prima della nostra nascita, e continuano anche dopo la nostra morte.
Le nostre vite non sono nostre.
Siamo vincolati ad altre... passate e presenti.
E da ciascun nostro crimine, e da ciascun atto generoso, nasce il nostro futuro."
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Ciao a tutti, il mio nome è Silver ed ho diciassette anni.
Potrei definirmi una brava ragazza: non fumo, non bevo fino ad ubriacarmi e vado bene a scuola.
Allora mi chiedo: per quale motivo devo essere punita in questo modo?
Mia madre, paladina delle cause perse, ha deciso di prendere in affidamento un teppista.
Lei cerca di convincermi che non sarà la fine del mondo, che nonostante tutto lui non sia un cattivo ragazzo, ma come può uno che è rimasto chiuso in riformatorio per tre mesi non essere un cattivo ragazzo? Non credo l'abbiamo mandato lì perché aiutava le vecchiette ad attraversare la strada. No di certo.
Lei dice che ha solo bisogno di una famiglia.
Secondo me i ragazzi come lui sono irrecuperabili.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Prologo    

 

Lucy Hastings si svegliò di soprassalto, destata dalla suoneria del suo cellulare.

Emise un verso di lamento mentre con una mano si strofinava gli occhi e con l'altra, cercava a tastoni l'apparecchio, che ricordava aver appoggiato sul comodino di fianco al suo letto. Lo prese, rimanendo abbagliata un attimo dalla luce dello schermo, prima di rispondere.

Dall'altra parte, Silver prese a parlare nel momento in cui sentì che la conversazione si era aperta. «Che stai facendo, ora?»

«Quello che si fa la domenica mattina» rispose Lucy con voce ancora impastata dal sonno, mentre con la coda dell'occhio si accorgeva della presenza del moro, che dormiva beatamente accanto a lei. Lo squadrò da capo a piedi con occhio esperto: era coperto quasi completamente, tranne per le braccia muscolose che erano lasciate morbide lungo i suoi fianchi al di sopra delle lenzuola bianche, la mascella era rilassata, gli occhi chiusi e i capelli castano scuro leggermente spettinati.

«É lunedì, ed é mezzogiorno a Londra» sbuffò Silver, alzando gli occhi al cielo.

Lucy sospirò stiracchiandosi, prima di accendersi una sigaretta. «E tu che ne sai? Non dovresti essere su un'isola caraibica a quest'ora?» le chiese reprimendo uno sbadiglio.

«Zitta e ascolta!» esclamò l'altra in risposta. «Tu non sai che notizia ho ricevuto oggi! Io l'avevo detto che era tutto troppo perfetto! Era ovvio che sotto ci fosse un inganno. Come ho fatto a non capirlo prima? Per quale motivo se no mia madre mi avrebbe regalato un viaggio tutto compreso per due persone, per trascorrere le vacanze ai Caraibi? Non é da lei essere così generosa e carina, l'avrei dovuto capire subito! Dio quanto la odio! Io mi trasferisco da te, oppure da Liam o da Harry, o in qualsiasi altro luogo, ma a casa mia non ci torno!» cominciò a sbraitare cose senza senso.

Lucy aveva smesso di ascoltarla più o meno dopo “notizia”. Conosceva bene la sua migliore amica, e sapeva quanto potesse essere drammatica ed esagerata, quindi cercava di non darle peso e di ignorarla il più delle volte, facendo finta però di essere sempre attenta ed interessata ai suoi discorsi, giusto per evitare che si innervosisse ancora di più.

«E cosa sarebbe successo di così grave da farti alterare così tanto?» le domandò mentre osservando il ragazzo al suo fianco, che aveva appena cambiato posizione voltandosi sul fianco, forse infastidito dal rumore che stava facendo, le si era dipinto un mezzo sorriso sul volto soddisfatta al ricordo della notte precedente.

«Prima c'è stato Garfield, il gatto arancione obeso, che poi abbiamo anche scoperto essere una femmina. E lì, anche se tutti sanno quanto io odi i gatti, ho fatto finta di nulla. Poi é stata la volta di Scott, l'husky trovato abbandonato in una scatola di fianco al suo ufficio. Ed anche lì, le ho tenuto il muso per una settimana, ma poi ho lasciato correre. Ma adesso é troppo! Ti rendi conto che quella squilibrata di mia madre ha deciso di prendere in affidamento un piccolo criminale?» continuò a strillare Silver fuori di sé.

«Criminale?» ripeté Lucy confusa, dopo aver aspirato un altro tiro dalla sua sigaretta.

«Sì! Presente quelli che commettono dei reati? Ecco li chiamano criminali, Lucinda. Cri-mi-na-li!»

Lucy alzò gli occhi al cielo e prese un lungo respiro per evitare di risponderle per le rime. Silver Mckenzie era la sua migliore amica più o meno da quando erano diventate compagne di banco alle elementari. Erano sempre andate molto d'accordo ma quando ci si metteva d'impegno, era capace di farle saltare i nervi.

«So cos'è un criminale, Silver. Ti sto chiedendo cos'ha fatto per essere considerato tale!» ribatté infastidita.

«E che ne so io! So che é stato in riformatorio per tre mesi e questo mi basta ed avanza per decidere che a casa mia non ci torno. Non se quello viene ad abitarci!» sottolineò perentoria.

Lucy intanto aveva spento il mozzicone nel portacenere e si era alzata dal letto, posizionandosi davanti all'enorme specchio del bagno della sua camera.

Indossava solo una maglietta scura che le arrivava fino a metà coscia, appartenente al ragazzo con cui aveva trascorso la notte. Una cascata di capelli neri e lisci le cadevano morbidi e disordinati sulle spalle, mentre gli occhi verde acqua erano cerchiati da un alone nero di trucco, colatole probabilmente durante la notte.

«Quanto la fai tragica Sil! Magari é figo e ti ci diverti un po'...» borbottò mentre afferrava una salvietta struccante. «Quelli con l'aria da bad boy poi sono estremamente sexy!» aggiunse convinta.

Silver, che non aveva smesso di girovagare nervosamente per la sua camera d'albergo, scosse la testa, passandosi una mano fra i capelli biondi. «Non dire stronzate, Lu. Prima di tutto io sto con Liam, e poi, piuttosto che frequentare un criminale preferirei dare fuoco al mio guardaroba» ribatté rabbrividendo al solo pensiero.

Per lei infatti, il suo guardaroba era ciò che avesse di più prezioso al mondo, e il solo pensiero di vederlo in fiamme le faceva mancare il respiro.

«Ah già... Liam! A proposito come sta?» cercò di cambiare discorso la mora, fingendosi interessata. Se doveva essere sincera infatti, di Liam non gliene poteva importare di meno. Non le era mai piaciuto: troppo egocentrico, narcisista e figlio di papà per i suoi gusti.

«Alla grande! É andato in spiaggia a surfare. Stavo per raggiungerlo...» rispose la bionda, con tono più calmo.

Lucy sentì dei rumori provenire dalla sua stanza ed immaginò che il moretto si fosse svegliato. «Perfetto, vai allora! Non vorrai che una troietta caraibica te lo porti via!» cercò di liquidarla.

«Ma...» cercò di ribattere Silver, venendo subito interrotta dalla mora. «Niente ma! Cerca di goderti il resto delle tue vacanze, ne riparliamo quando torni! Baci baci!» esclamò prima di chiudere la chiamata, senza nemmeno attendere una risposta da parte della sua migliore amica.

 

~

 

 


*Spazio Autrice*


Ehi, ciao bellissime :)
Questa storia frulla nella mia mente da un bel po', ma come al solito ho finito per accantonarla, per poi riprenderla e trovare infine il coraggio di postarla.
É un po' diversa dalle storie d'amore, non pensiate che sarà tutto rosa e fiori, ma state certe che ci sarà un “happy ending” ;)
In questo prologo ho dato un'idea generale del carattere di due dei personaggi principali, ovvero Silver e Lucy, e dell'idea intorno alla quale si svilupperà la trama, ovvero “l'arrivo del piccolo criminale a casa Mckenzie”.
Non é ancora stata svelata l'identità di questo personaggio, ma sono molto curiosa di sapere la vostra opinione se vi va!
Ditemi se devo cancellarla o se vale la pena di continuarla. Sul serio non abbiate timore di dirmi quello che pensate, ci tengo davvero molto :)
Bacioni,
-S
  
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