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Autore: NiagaraFalls    21/01/2013    2 recensioni
Sorride sadica, mettendo la sua mano delicata sulla mia e accarezzandola sensualmente.
«...le mie gambe rimarranno chiuse finché non sistemerai tutto. Non voglio rischiare il licenzamento, tesoro.»
«Stai facendo sul serio?!» Chiedo scandalizzato, spalancando gli occhi.
«Quant'è vero che ci amiamo.»
Sono fottuto.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jasper Hale | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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My wife... A fantastic woman!
My wife... A fantastic woman!



Entro in casa sbattendo la porta, la stanchezza comincia a farsi sentire. Ho passato una giornata intera su pratiche e pratiche - non mi lamento, il lavoro mi piace ed è pagato molto bene - ma fare l'avvocato mi sta distruggendo. Mi getto sul divano, sospirando.
«Amore?» La mia voce esce stanca, ma riesco a farmi sentire fino alla cucina. Bella entra nel soggiorno come una furia, con un'espressione in viso che riesco a riconoscere molto bene. E' l'espressione che adoperava ogni qual volta facevo battutine a sfondo sessuale, da adolescenti, davanti ai suoi genitori, i quali - fortunatamente! - non le capivano. E' l'espressione che ha quando decido di preparare una cenetta romantica e puntualmente rischio di bruciare la cucina. E' l'espressione furiosa di mia moglie.
«Amore un corno, Edward!» Mi punta addosso il mestolo, facendomi sprofondare maggiormente nei cuscini. Anche se dovrei essere spaventato da lei non riesco a non guardare il suo corpo, fasciato da un tailleur grigio cenere. La gonna le fascia le gambe fino alle ginocchia, valorizzando le sue curve. Aggrotto le sopracciglia, fissandola incuriosito e malizioso, anche se so che in questo modo accrescerò solamente la sua rabbia.
Che ci posso fare, adoro stuzzicarla!
«Lo sai che sei ancora più bella quando ti arrabbi?» Non ho idea del perché sia così irritata, ma è chiaro che sia colpa mia. I suoi occhi diventano fiamme vive, il che mi fa desistere dal continuare con il mio sguardo provocatore.
«No, caro, i complimenti non attaccano! Ma voi uomini dove avete il cervello?! O almeno ce l'avete mai avuto? Quando Dio ha distribuito l'intelligenza eravate forse al ces-» Si blocca chiudendo gli occhi. Ok, ce l'ha con gli uomini. Mi alzo cautamente, mettendole le mani sulle spalle. «Respira amore. Mi vuoi spiegare che è successo?» Mi fulmina con lo sguardo, alzando l'indice, il medio e l'anulare della destra.
«Tre parole. Tu. Chiaccherata. Jasper.» Sul momento non capisco. Si gira e ritorna in cucina, mentre io la seguo come un cagnolino.
«Che ho fatto?» Chiedo ingenuamente, sedendomi di fronte a lei.
«Jasper è un tuo collega, e ora so che invece di lavorare fate salotto! Alice è in piena crisi, e riversa la sua disperazione su di me!» Continua, probabilmente spinta dalla confusione che vede sul mio volto. «Tu hai avuto la brillante idea di raccontare a Jasper il comportamento di Alice con gli uomini, sapendo che lei è cotta di lui. Cosa credi che sia risultato da questo tuo gesto?» Oh oh.
Ieri Jasper mi ha chiesto di mia sorella Alice, ora ricordo. Ed io, spinto dai ricordi ho raccontato molte cose. Capisco la frase a cui si riferisce Bella.
«Mia sorella è un osso duro con gli uomini. Pensa che l'ultimo con cui è uscita l'ha obbligato ad accompagnarla per centri commerciali un giorno intero, per poi mollarlo la sera stessa! Non vorrei essere nei panni del prossimo sfortunato che capiterà nelle sue grinfie.»
E' vero, cavolo! Forse l'ho detto a causa della stanchezza, ma non certo di proposito!
«Te lo dico io, cosa. Alice stamattina mi ha fatta arrivare tardi al lavoro, ho rischiato il licenziamento a causa del mio capo fin troppo pignolo, tutto questo perché ho dovuto consolarla! Jasper non l'ha chiamata, dopo averle detto di farlo, e se prima aveva una mezza intenzione di invitarla a cena adesso è sparita, puff! Ho capito subito che c'entravi tu. Sono andata da Mike chiedendogli informazioni e lui ha cantato come un uccellino.» Sorride soddisfatta. Mike?! Come ha potuto andare da Mike?! Quel bradipo del mio collega sbava dietro a mia moglie sin da quando l'ha vista per la prima volta, quel giorno in cui è venuta a trovarmi sul lavoro. Digrigno i denti stringendo i pugni sul tavolo.
«Lo sai che quel maniaco ti salterebbe addosso alla prima occasione? Non fa altro che sbavarti dietro e fissarti, appena ne ha l'opportunità!»
«La tua gelosia non risolverà il problema, Edward. Devi parlare con Jasper e risolvere la situazione.» Ho la testa vuota, non ho nessuna idea su come costringere Jasper a chiamare mia sorella.
«Altrimenti?»
Sorride sadica, mettendo la sua mano delicata sulla mia e accarezzandola sensualmente.
«...le mie gambe rimarranno chiuse finché non sistemerai tutto. Non voglio rischiare il licenzamento, tesoro
«Stai facendo sul serio?!» Chiedo scandalizzato, spalancando gli occhi.
«Quant'è vero che ci amiamo.»
Sono fottuto.

«Ehm, Jasper... come va? Stai uscendo con qualcuna, ultimamente?» Cerco, anche se un po' goffamente, di rimediare. Sono passati quattro giorni, in cui sono rimasto con le mani in mano. Il lavoro era troppo e non ho avuto la minima occasione di parlare con lui.
Inoltre Bella non si lascia sfiorare da quella sera. Nemmeno un bacio. Ma quella donna è furba, diabolica. Da due notti si corica accanto a me con un babydoll di Victoria's Secret rosso fuoco, che lascia ben poco all'immaginazione. Ieri sera si è appollaiata sul mio petto "per guardare la televisione in compagnia di suo marito", come ha detto lei. Intanto non perdeva l'occasione di sfiorarmi e accarezzarmi gli addominali, facendomi deglutire a vuoto e risvegliando l'amico dei piani bassi. Credevo che l'agonia fosse finita alle dieci, quando si è staccata da me augurandomi la buona notte, con una carezza più esplicita. Maledetta! E invece no, questa mattina me la sono ritrovata avvinghiata al corpo, con la gamba avvolta al mio bacino. Stavo per scoppiare e saltarle addosso. Sono dovuto ricorrere al fai da te, per la miseria! Non mi capitava da quando avevo sedici anni! Ho paura di ritornare a casa, questa sera. Non saprò resistere, lo so, davanti a quell'angelo tentatore che è mia moglie. Lei si diverte, ovvio, a vedermi così disperato. Quanto la amo!
«No, nessuna in particolare.»
«Conosci... Conosci mia sorella, Jasper?» Sono un caso disperato. Il mio approccio è stato parecchio esplicito.
«Sì. Alice, giusto? L'ho vista l'altro giorno, quand'è venuta qui con tua moglie... Ci ho anche parlato.» Ovvio che la conosce, li ho presentati io stesso! Più stupido di così non posso essere.
«Giusto... E che ne pensi di lei?» Lo guardo di sottecchi, notando che accenna un sorriso. Forse non sono del tutto spacciato.
«E' una donna bellissima, e molto intelligente.»
«Be', è mia sorella!» Questa battuta ci sta, infondo è la pura verità!
Sorride. «Sei sicuro?»
«Vuoi controllare il DNA?» Ok, stiamo cadendo nel demenziale. «Comunque... Hai ragione, Alice è molto bella. E anche attraente, non trovi?» Oddio, sembro attratto da mia sorella. Magari mi denuncia per incesto e tradimento!
«Già... Edward, stai bene?» Mi guarda in uno strano modo. No, non sto bene! Sono in astinenza. Da soli quattro giorni, ma la sensualità di Bella aggiunge due anni al conteggio!
«Sì. Forse... No. Sì. No.»
«No?»
«Sì.»
«Sì stai bene o sì, non stai bene?»
«Sì, non sto bene.» 
«Cosa c'è che non va?»
Sospiro frustato. «Bella.» Sono patetico.
«Avete litigato?» Poggia una mano sulla mia spalla, cercando di consolarmi.
«Più o meno...» Mi sta solo facendo impazzire.
«Di chi è la colpa questa volta?» Mia, come al solito.
«Del sottoscritto. Ho sbagliato e devo rimediare, ma non ho la più pallida idea di come fare.»
«Cos'hai fatto? Nominato una ex invece che Bella?»
Forse posso arrivarci da lontano. All'improvviso la soluzione mi viene servita su un piatto d'argento.
«Ho bisogno del tuo aiuto, Jazz.»
«Dimmi. Ti aiuto volentieri...»
«Bella dice che noi non passiamo abbastanza tempo insieme, e si è arrabbiata perché io non faccio nulla per rimanere con lei, così avevo pensato che questa sera potevo organizzare una cenetta romantica e poi...»
«Spassarvela?»
«Esatto. Però devo farlo questa sera. Il ferro va battuto finché è caldo. Non devo aspettare che la rabbia diminuisca.»
«Ed io a cosa servo? Ah, non ci pensare nemmeno! Se è per una cosa a tre non accetto.»
«Macché! Questa sera lei è impegnata con Alice, e so che mia sorella non l'abbandonerà così facilmente, sai è la tipica serata tra donne. Così... mi chiedevo se tu potessi tenerla occupata, e di conseguenza lei mi lascerà Bella.»
Sembra titubare, e arrosisce. Jazz che arrosisce?!
«Dovrei... uscire con tua sorella?» Sì, è proprio arrossito! 
«Sì! Dai, mica morde!» Ha ancora qualche esitazione. «Ah, ti ricordi l'altro giorno, che ti ho detto dell'ex di Alice...?»
Annuisce.
«Be', alla fine l'ha trattato così male perché lui era già fidanzato...» Bella scusa, davvero! Però Jazz sembra crederci.
«Ok, ma lo faccio solo per te!»
«Se, se...»
Non pensavo Jasper potesse arrossire così tanto! Alice, Alice... cosa gli hai fatto?

Mi sono letteralmente catapultato a casa, rischiando di passare con il rosso e di investire una vecchietta, ma non mi importa. Apro la porta, constatando che Bella non è ancora arrivata. 
Ma passano solo un paio di secondi, e sento una chiave infilarsi nella toppa della porta. Entra e la richiude.
Mi avvicino a lei, che è ancora di spalle e non mi ha notato, e le lascio dei baci sul collo, facendola sussultare.
«Edward!» Non do peso alla sua esclamazione sorpresa, continuando a baciarla. Si gira di scatto, mettendo le sue dolci mani sul mio petto e allontanandomi. Sento che c'è poca resistenza da parte sua. Anche tu non ce la fai più amore? Mi fa cenno di no con la testa, fulminandomi con gli occhi. 
«Che diamine stai facendo? Hai risolto la questione?» La sua voce esce flebile, a causa dei mie baci. Mi sono riavvicinato al suo collo, e le non ha fatto nulla per impedirmelo.
«Certo...» Sento che non mi crede, e che sta cercando di staccarsi dal mio corpo.
Scappa da me, correndo in cucina. La raggiungo. Ha il cellulare in mano, e lo sta sventolando.
«Bugiardo! Alice non mi ha ancora avvisa-» Non riesce a finire la frase, interrotta dalla suoneria del suo cellulare, mentre un ghigno nasce spontaneo sul mio viso. Legge veloce il messaggio, e meno di due secondi dopo me la ritrovo addosso.
«Mi sei mancato...» Sussurra, appropriandosi delle mie labbra. Quanto mi sono mancate le sue labbra!
Sorrido, prendendola in braccio. «Anche tu...» Continuo a baciarla, e arriviamo in camera, dopo essere andati a sbattere contro qualche mobile e dopo qualche risata soffiata sulle labbra dell'altro. L'appoggio sul letto, mettendomi sopra di lei. Non smettiamo di baciarci, mentre lei mi toglie la camicia e io faccio altrettanto.
«Come hai fatto con Jasper?» Dice tra un bacio e l'altro, torturandomi i capelli.
«Ho trovato un modo per convincerlo... E, mi dispiace, ma non apprezza le cose ha tre.»
Si stacca guardandomi incuriosita, mentre io rido.
«Lascia stare...»
«Promettimi che non mi lascerai mai più così a lungo senza di te...» Sono dipendente da lei, che posso farci?
«Solo se non comibinerai altri guai.» Sorride.
«Va bene, maestra...»
Mia moglie... Che donna fantastica!






NOTE DELL'AUTRICE

Questo è il risultato di quattro giorni di malattia. Può sembrare demenziale e senza senso, ma questa one-shot è la prima che pubblico ù_ù E ne vado fiera! (Seee...) Non so come mi sia venuta in mente, stavo pensando ai Simpson e poi ho cominciato a scrivere. Sono strana, lo so, lo so...
Be', ringrazio tutte le persone che sono arrivate fin qui senza vomitare o simili!


PS: storia già pubblicata precedentemente (qualcosa come due anni fa...) quindi se a qualcuno di voi sembra familiare: don't worry, nessun plagio, solo cambio di account!

  
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