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Autore: RamaDFZ    22/01/2013    0 recensioni
"Il povero Bellosguardo doveva sopportare il fardello della sua Vista ,più acuta di quella degli altri,che gli impediva di restare indifferente alla realtà.
Una sorta di smania conoscitiva spingeva il genio a ricercare affannosamente la Verità, come un vagabondo che avendo smarrito la strada di casa, voglia a tutti i costi tornarvi , pur ignorando la rotta da seguire..."
"Occhichiusi era nata cieca, ma aveva imparato, pian piano, ad "assaggiare" i colori,ad "annusare" il cielo stellato, a “sentire”il rumore della neve che ghiaccia la terra arida..."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bellosguardo e Occhichiusi

 

 

 

  

 

 

Bellosguardo sapeva e vedeva tantissime cose, da sempre. La Gente del villaggio lo cercava di continuo, bussando alla sua porta soprattutto per la curiosità di vederlo. Si diceva fosse un giovane bellissimo, ma poco amante della vita all'aria aperta e senza nessuno accanto...

In effetti, Bellosguardo trascorreva le sue giornate in completo isolamento, attorniato da dozzine di volumi filosofici e matematici, uscendo di casa solo se strettamente necessario.

La fantasia della Gente, già di per sé facilmente impressionabile, veniva alimentata dallo stile di vita del ragazzo e, molto spesso, circolavano strane voci sul suo conto, per lo più pettegolezzi sterili che lo vedevano protagonista di oscuri rituali notturni...

Il povero Bellosguardo doveva sopportare il fardello della sua Vista ,più acuta di quella degli altri,che gli impediva di restare indifferente alla realtà.

Una sorta di smania conoscitiva spingeva il genio a ricercare affannosamente la Verità, come un vagabondo che avendo smarrito la strada di casa, voglia a tutti i costi tornarvi , pur ignorando la rotta da seguire.
 

  

 

 

 
Occhichiusi era nata cieca, del mondo reale non aveva che qualche vaga idea... Sapeva di essere diversa e che la Gente non l'avrebbe mai davvero compresa, ma la solitudine non le dispiaceva. Fin da bambina, infatti, aveva deciso che avrebbe sfruttato al meglio questo suo essere speciale scoprendo un nuovo modo di "vedere".

La ragazza aveva imparato, pian piano, ad "assaggiare" i colori,ad "annusare" il cielo stellato, a “sentire”il rumore della neve che ghiaccia la terra arida... Nelle calde mattine d'estate, solo Occhichiusi poteva solleticare il sole e credere che i raggi luminosi ricambiassero le sue tenerezze, vezzeggiandola con caldi baci.

 

 

Bellosguardo era completamente assorto nella lettura di un gigantesco volume rilegato in pelle e dall'aspetto antico. All'improvviso, qualcosa lo distrasse, un bagliore oscillante filtrava dalla finestra della sua stanza proiettandosi sulla scrivania di mogano. Con un piccolo sbuffo, il giovane lasciò la comoda poltrona su cui si era abbandonato ed andò ad appurare di cosa si trattasse...

In un primo momento gli sembrò di osservare una matassa d'oro fuso sospinta dal vento, ma quando aguzzò lo sguardo, scoprì che si trattava di una lucentissima chioma, sotto la quale un sinuoso corpo umano stava... Stava letteralmente abbracciando un ramo!

Bellosguardo non sapeva cosa fare, quella scena lo sconvolgeva non poco eppure la sua particolare Vista gli imponeva di capirne di più. Uscito davanti l'ingresso di casa, non proseguì oltre, cercando di intuire se la ragazza si fosse accorta della sua presenza...

Dal canto suo, Occhichiusi continuava ad accarezzare e stringere il pezzo di legno come se fosse un comportamento del tutto normale, ignara di non essere più sola.

Ad un tratto, la nuvola di capelli biondi si spostò ancora a causa della tenue brezza pomeridiana, permettendo a Bellosguardo di scorgere un viso incredibilmente dolce ed ammaliante...

La sua Vista decise che ne voleva di più, così il giovane si avvicinò ad Occhichiusi e le parlò:

  • Potrei sapere cosa stai facendo nel mio giardino?

 

Il tono con cui le aveva posto la domanda poteva risultare alquanto polemico, ma aveva sortito l'effetto desiderato: attirare l'attenzione della strana visitatrice.

Occhichiusi sobbalzò e, spaventata , iniziò a balbettare...

 

  • M-mi scusi!

  • Scusami tu, non volevo essere così brusco, il mio nome è Bellosguardo.

  • Bellosguardo!? Sei forse tu quel giovane stregone di cui si sente parlare in paese?

  • Stregone?? “allora è questo ciò che pensa di me la Gente...”

Bellosguardo non potè evitare di sorridere...

 

  • Sì! Stregone ti prego scusami, non avevo intenzione di disturbare i tuoi riti! Immagino che adesso mi farai qualche sortilegio...

  • Tranquilla, per stavolta non ti farò nulla, ma dovrai dirmi che cosa stavi combinando con quel ramo... Per quel che ne so, potresti essere una specie di fattucchiera anche tu!

  • Io?? Non sono una maga! Stavo soltanto accarezzando il legno!

  • Ho visto... Potrei sapere per quale motivo?

 

Occhichiusi arrossì, colta alla sprovvista, ma tentò ugualmente di non scomporsi troppo... Se davvero il ragazzo di cui tutti mormoravano aveva poteri occulti, doveva mantenersi sempre vigile. Decise d'istinto di assecondarlo rispondendo a tutte le sue domande.

  • Ecco io... Sono solita annusare le stelle ed assaggiare i colori! Se vuoi posso dirti esattamente il sapore del grigio o l'odore del Sole!

  • Già... “questa ragazza o è completamente folle o mi sta prendendo in giro”

  • So che può sembrarti strano, ma il fatto è che io posso vedere solo in questo modo.

  • Vuoi dire che..

  • Sì, sono cieca dalla nascita... I miei veri occhi non sono quelli sulla fronte.

  • I tuoi veri occhi? A cosa ti riferisci? Non capisco...

     

  • Dopotutto neanche tu sei diverso dagli altri, Stregone. “ Lo sapevo, alla fine neanche lui...”

  • Ti sbagli, io sono molto diverso dalla Gente e tu non mi conosci abbastanza per poter giudicare che tipo di persona sono!

 

Bellosguardo non sopportava di essere paragonato alla massa di pecore che non faceva altro che denigrarlo, senza sforzarsi di comprendere, senza sforzarsi di andare oltre il velo della banalità... Meglio morire piuttosto che vivere come loro, riempiendo i giorni d'inutile rumore e desideri scialbi.

 

  • Sei diverso? Davvero? Eppure non comprendi, nessuno comprende mai...

 

Il ragazzo iniziava ad alterarsi sul serio, quella stramba sconosciuta non poteva accusarlo di non capire come una persona qualunque, come un gregario qualunque che si perde in un bicchier d'acqua...

  • Io conosco molte più cose di quanto immagini e capisco tutto ciò su cui si posa il mio sguardo! Se non riesco a seguirti è solo perchè le tue parole sono totalmente prive di senso!

  • Tutto ciò su cui si posa il tuo sguardo dici? Così poco? Non mi stupisco che tu non riesca a vedere sul serio... La mia mente è una tavola bianca su cui si può scrivere qualunque cosa, non conosco nulla del mondo, ma proprio per questo posso ancora conoscere tutto.

    Tu che ostenti una Vista prodigiosa, puoi dire lo stesso? Puoi dire di essere pronto ad accogliere la sapienza in tutte le sue forme, senza pregiudizio alcuno?

  • Come puoi, proprio tu che mi credi uno stregone, parlare di pregiudizio? Sei come tutta la Gente del villaggio, come quegli stolti che preferiscono inventare storie assurde piuttosto che ricercare la Verità!

 

Occhichiusi continuò ad incalzare Bellosguardo, sorvolando sul fatto che il suo interlocutore le avesse appena dato della stupida... In fondo lei non si era mai preoccupata del pensiero altrui, o meglio, godeva di una tale libertà mentale che le veniva automatico concederla anche a chiunque le capitasse di incontrare, preventivando eventuali giudizi negativi sul suo conto.

 

  • Sei sicuro che non stiano cercando anche loro una propria verità, diversa dalla tua?

 

  • Una propria verità? Se si ammette l'esistenza della Verità come principio fondante di ogni cosa, come elemento di unità tra gli opposti, come pura essenza della realtà essa non può che essere una ed indivisibile.

  • Giustissimo, ma permettimi di fare un esempio... Immagina che io venga da te una mattina e ti doni una succosa mela, tu la accetti volentieri e poi torni in casa. Diversi passanti osservano la scena, ma alcuni la descrivono in questo modo “ stamani ho visto Bellosguardo accettare una mela da Occhichiusi”, altri in quest'altro “ stamani ho visto Occhichiusi donare una mela a Bellosguardo”. Entrambe le affermazioni sono descrizioni diverse, ma sempre valide, della stessa verità.

  • Mi vuoi forse convincere che è impossibile trovare una verità oggettiva ed universalmente riconoscibile?!

  • Non ho mai preteso di convincere nessuno, sto solo dicendo che la Verità ha molteplici sfaccettature e ciascuna di esse può essere colta attraverso uno specifico tipo di “vista” ...

  • Sembra quasi che secondo te sia impossibile, per un uomo solo, raggiungere la vetta tanto agognata...

     

  • Impossibile... Per un uomo solo? Forse... Sì, penso che sia così, del resto non ti è mai capitato che un'altra persona ti facesse notare qualcosa a cui ancora non avevi prestato attenzione?

     

  • Non sono solito intrattenermi con gli altri, però, adesso... Adesso che mi ci fai pensare...

     

  • Scusa, devo andare. Non posso restare fuori quando fa buio...

     

  • Ma come fai a sapere che è già notte?

     

  • Te l'ho detto, io posso vedere! Addio, stregone...

     

  • A-addio...

 

 

 

Tornato in casa, Bellosguardo non riprese il suo amato volume... Lo lasciò lì, solo sulla scrivania di mogano ad accumulare qualche granello di polvere in più. Qualcosa in lui si era rotto per sempre, ne era consapevole. Un dubbio, terrificante come l'abisso, si stava pericolosamente insinuando tra le sue certezze... Forse che tutto quello in cui aveva sempre creduto era un'illusione? Forse che la sua stessa formidabile Vista, da molti invidiata, non aveva fatto altro che allontanarlo dalla Verità?

I suoi occhi non sono sulla fronte... Ma no, non può essere, non può...”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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