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Autore: Free_to_dream    22/01/2013    1 recensioni
Come può un bambino credere di diventare un mago e riuscire poi a fare davvero delle magie? Solo la speranza e i sogni possono darci coraggio. E solo se ci crediamo possiamo farli avverare. Una bella storia che insegna che se ci credi puoi fare avverare i tuoi sogni :)
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C’era una volta un bambino.
Un tenero, piccolo, dolce bambino di nome Jonny. Aveva deciso che da grande avrebbe fatto il mago. A Jonny piaceva molto la magia. Se ne andava sempre in giro con addosso un mantello, donatogli dal suo defunto padre e un libro sulla magia donatogli dalla madre, anche lei defunta. Jonny viveva in un orfanotrofio e come tantissimi altri sognava che una famiglia lo adottasse. Ma secondo le suore sarebbe stato molto difficile farlo adottare visto che era un bambino, secondo loro, strano. Pensava sempre alla magia, certe volte si chiudeva in una camera da solo borbottando frasi in una lingua strana. Molte volte si sono chieste se fosse veramente normale o gli mancasse qualche rotella. A Jonny però non importava quello che diceva di lui la gente, alla magia ci credeva e credeva anche che un giorno sarebbe diventato un potentissimo mago. Oltre alle suore chi non lo credeva erano soprattutto i bulli che lo prendevano in giro e lo deridevano davanti a tutti. Perciò Jonny non aveva molti amici. Per non pensare a tutto questo e liberare la mente dai pensieri, amava fare lunghe passeggiate per le vie del centro e ammirare tutti quei luminosissimi e coloratissimi negozi di dolci e giocattoli; il paradiso di ogni bambino. Sognava un giorno di entrare in uno dei negozi di dolci e assaggiare tutte quelle caramelle zuccherose e gommose. Non ne aveva mai assaggiate perciò fantasticava sul loro sapore. Ma la sua meta preferita era la piazza dove ogni giorno si esibiva un artista di strada. Jonny si divertiva a guardare i suoi spettacoli. Rimaneva sempre affascinato quando l’artista camminava sui trampoli o faceva i giochi con il fuoco. Quelli lo spaventavano molto, ma quando vedeva che alla fine non rimaneva bruciato tirava un sospiro di sollievo e batteva le mani entusiasta. Quando però veniva il momento di mettere l’offerta sul cappello si intristiva perché lui non ne aveva e perciò non poteva ringraziarlo per averlo fatto divertire. Un giorno, quando l’artista ebbe finito il suo spettacolo della giornata si avvicinò per parlare un po’ con lui e conoscerlo meglio.
"Ciao!" lo salutò un po’ intimidito
"Ciao ragazzo!" rispose l’artista sorridente
Così Jonny si fece coraggio
"Sei molto bravo sai? Mi diverto molto  a guardare i tuoi spettacoli!"
"Oh, grazie! Sono felice che ti diverta!"
"Purtroppo però non ho soldi e non posso metterti l’offerta…" disse Jonny diventando triste tutto d’un tratto.
"Non preoccuparti, ragazzo. Vieni a vedermi tutte le volte che vuoi e non preoccuparti se non puoi pagare!" rispose l’artista molto toccato.
"Grazie! Sei molto gentile. Un giorno vedrai, quando diventerò grande e famoso ti riempirò il cappello di monete!" esclamò Jonny tutto contento.
L’artista non fece a meno che sorridere. "E dimmi, cosa vorresti fare da grande?" gli chiese curioso.
"Voglio fare il mago!" rispose tutto orgoglioso. Jonny si aspettava che l’artista non gli credesse e lo prendesse in giro invece la sua risposta lo lasciò sorpreso.
"Te lo auguro con tutto il cuore, ragazzo! E ricorda, non smettere di crederci, insegui il tuo sogno!"
Jonny fu molto felice delle sue parole, poi ci pensò un po’ e gli chiese: "Tu invece hai sempre sognato di fare l’artista di strada?"
L’uomo gli rivolse uno sguardo pieno di affetto e gli rispose dolcemente: "Non proprio…Io avrei voluto fare il pediatra ma non sono riuscito a finire gli studi perché sono molto povero e perciò sono costretto a fare l’artista di strada…Ma non ti preoccupare…" disse l’artista dopo aver visto che Jonny si era intristito "…mi piace far divertire la gente!" Ma Jonny non aveva finito con le domande.
"Hai dei figli?" gli chiese serio.
"Purtroppo no…Io e mia moglie non possiamo permetterci di mantenerli, anche se vorremmo molto averne!" "E tu invece, dove sono i tuoi genitori?"
"I miei genitori sono morti, vivo in un orfanotrofio…"
"Oh mi dispiace!" disse sinceramente l’artista
"Oh non ti preoccupare. Un giorno quando sarò un mago esperto farò apparire dei genitori anche per me!"
"Te lo auguro davvero!" rispose commosso l’artista.
"Grazie! Ora devo andare, è stato bello parlare con te!"
"Anche per me! Torna a trovarmi quando vuoi!"
"Certo!" e così Jonny se ne andò tutto felice di aver fatto conoscenza con quell’artista così bravo. Lo andò a trovare tutti i giorno e ogni volta si fermava a chiacchierare con lui. Qualche volta l’artista offriva a Jonny una cioccolata calda e la bevevano camminando tra le vie del centro e ammirando insieme i negozi più belli. Ridevano e scherzavano in continuazione ed erano diventati molto amici.
Un giorno arrivò in orfanotrofio una famiglia di signori benestanti che volevano un bambino da adottare. Jonny non stava più nella pelle, desiderava molto che qualcuno lo prendesse con sé, qualcuno che gli voleva veramente bene. Così per questa visita preparò un numero di magia molto impegnativo da far vedere alla famiglia e da lasciarli così impressionati da convincerli ad adottarlo. Jonny ci credeva così tanto nella riuscita del suo piano che non vedeva l’ora di esibirsi. Quando i signori, marito e moglie arrivarono in orfanotrofio Jonny si precipitò a salutarli ma la suora, direttrice dell’orfanotrofio gli disse che doveva stare con gli altri bambini, fermo e in silenzio ad aspettare, che gli avrebbe detto lei quando sarebbe venuto il momento di farsi vedere ai signori. Le suore li avevano preparati bene per l’evento. Ma i bambini sapevano già tutto perché ogni volta che ricevevano visite dovevano comportarsi sempre allo stesso modo; prima di tutto salutare con educazione, parlare solo quando venivano fatte delle domande, non muoversi o correre per la stanza e nel caso in cui qualcuno venisse scelto salutare e ringraziare sempre con educazione. Chi non rispettava le regole veniva messo in punizione. Jonny ne sapeva qualcosa di punizioni, visto che ci finiva spesso. Ma non era colpa sua se ogni volta che gli chiedevano cosa gli piacesse e cosa avrebbe voluto fare da grande non veniva creduto. E poi quando si metteva a urlare maledizioni, spaventando tutti si lamentavano dicendo che era nient’altro che un “figlio del demonio”. Molte volte le suore cercavano di convincerlo a non fare queste cose davanti ai signori e di cambiare le risposte, suggerendogli di dire che gli piacesse la musica e che da grande avrebbe voluto fare il musicista. Ma Jonny non era d’accordo, lui non voleva dire bugie e così era sempre la stessa storia. Le suore si arresero e trovarono che la soluzione migliore fosse di non presentarlo affatto, così, con una scusa banale lo chiudevano sempre nella sua camera. Ma quel giorno, Jonny decise che si sarebbe presentato lo stesso. Prima si nascose in modo che le suore non lo trovassero per chiuderlo in camera come loro solito. E poi non appena i signori avrebbero fatto il loro ingresso sarebbe spuntato per il suo numero di magia. E così fu. Purtroppo però arrivò tardi. I signori avevano già fatto la loro scelta e stavano per andarsene. Quando Jonny fece il suo ingresso teatrale nella sala i signori rimasero sorpresi ma anche divertiti. Pensavano si trattasse di uno scherzo. Le suore invece preoccupate cercarono di gestire la situazione.
"Non vi preoccupate, è solo un ragazzino con dei problemi. Lo teniamo apposta chiuso in camera così non da fastidio!"
Jonny si dimenava tra le braccia della suora, non riusciva a credere a quelle parole. Finalmente sapeva la verità. Ora conosceva il vero motivo per il quale le suore lo tenevano rinchiuso. Si vergognavano di lui, lo consideravano un pazzo e cercavano anche di non farlo adottare da nessuno perché sapevano che nessuno lo avrebbe fatto. Ma Jonny avrebbe dimostrato il contrario. Gli avrebbe dimostrato che anche lui aveva una possibilità come gli altri e sarebbe stato proprio quel giorno. Gliel’avrebbe fatta vedere a quelle suore ingrate.
I signori, che continuavano a credere che fosse tutta una messinscena osservavano la scena divertiti e chiesero alla suora di poter assistere al numero del ragazzo. Così Jonny, che aveva ripreso il buonumore grazie a quella richiesta mise in mostra finalmente il suo difficilissimo numero che provava da mesi e che aveva perfezionato. I signori erano incantati dalle sue mosse e nello stesso tempo divertiti. Jonny cominciava veramente a crederci e così finì il suo numero in bellezza con tanto di applausi.
"Molto bravo!" esclamò il signore.
"Grazie!" rispose orgoglioso Jonny < "Mi dispiace ma abbiamo già preso la nostra scelta. Ma tu non ti arrendere, sei un bravo bambino e anche molto simpatico. Vedrai che qualcuno presto ti adotterà!" E senza farsi vedere gli diede una moneta. Jonny lo guardò incredulo ma il signore gli fece l’occhiolino in segno di intesa. Il suo piano era fallito ma era ugualmente felice perché era riuscito a far divertire un adulto, proprio uno di quelli che spesso lo chiamavano “figlio del demonio”. E aveva anche ricevuto una moneta! Così se ne tornò in camera soddisfatto soprattutto per avergliela fatta vedere alle suore che non credevano in lui. Però sapeva anche che gli spettava una punizione perché non aveva rispettato le regole. Sentiva che le suore erano furiose, chissà cosa gli avrebbero fatto stavolta. L’ultima volta l’avevano costretto a pulire il caminetto e alla fine era così sporco che dovette lavarsi per una settimana di seguito. Ma non gli importava, era così felice che nessuna punizione lo avrebbe messo di malumore. Tranne quella in cui non avrebbe potuto rivedere il suo amico artista. Infatti quello che le suore gli costrinsero fu proprio quello di non uscire. Non sarebbe andato a fare la sua passeggiata quotidiana per un bel po’. Jonny girava e rigirava tra le mani quella moneta. Ogni giorno fantasticava su cosa avrebbe comprato. Un giorno sognava di comprare delle caramelle, sentiva già in bocca il loro sapore. Un altro giorno sognava di comprare un giocattolo, magari quel trenino che ammirava tutte le volte quando passava dal negozio di giocattoli. Ma gli sarebbe bastata solo una moneta? E poi, dopo aver mangiato le caramelle o giocato con il trenino cosa avrebbe fatto? Si sarebbe stufato? Avrebbe abbandonato il giocattolo e finito le caramelle. No, doveva trovare un modo migliore per spendere quella moneta. E l’idea gli venne. Un giorno trovò il signore che gli aveva dato proprio quella moneta che parlava con la suora direttrice. Decise di aspettare che finissero, per non essere visto dalla suora e poi gli andò in contro per salutarlo. Quando lo vide il signore si illuminò. "Hey, piccolo mago!" "Salve signore!" esclamò Jonny felice di rivederlo. "Come stai?" gli chiese il signore. "Sono un po’ triste…" rispose Jonny guardando in basso per impietosirlo. "E perché mai?" domandò preoccupato il signore. "Dopo che ve ne siete andato la suora mi ha messo in punizione e ora non posso uscire a passeggiare per il centro per tanto tempo!" cercò anche di far scendere una lacrima per fare in modo che la scena fosse ancora più vera. "Oh mi dispiace tanto!" esclamò il signore impietosito "C’è qualcosa che posso fare per te?" Jonny non rispose subito, in modo da non far capire al signore che aveva già in mente cosa chiedergli. Così, vedendo che Jonny non rispondeva aggiunse "Avanti, qualsiasi cosa. Voglio vederti felice!" "Una cosa ci sarebbe…" rispose timidamente Jonny "Ecco, vorrei che lei prendesse la moneta che mi ha regalato e la mettesse come offerta all’artista di strada che si trova in piazza e che fa numeri spettacolari!" gli occhi gli brillavano dall’emozione a quel pensiero e così il signore commosso accettò. "Se è questo che desideri lo farò, hai la mia parola!" "La ringrazio molto!" poi Jonny lo vide andarsene, ma stavolta era felice perché sapeva che avrebbe mantenuto la promessa e avverato il suo desiderio. Passarono mesi e Jonny era sempre più impaziente di uscire e verificare se l’artista aveva ricevuto la sua offerta. Ormai mancava poco alla fine della sua punizione. Quando arrivò il momento di uscire Jonny corse fino in piazza. Finalmente lo avrebbe rivisto. Gli doveva raccontare molte cose e non vedeva l’ora di vedere di nuovo i suoi bellissimi numeri. Magari nel frattempo ne aveva imparati di nuovi. Era così ansioso di conoscerli. Ma quando arrivò, con sua grande sorpresa l’artista non c’era. Non riusciva a capire, la piazza era vuota, non c’era più quell’ammasso di gente riunita in cerchio che guardava lo spettacolo. Forse aveva già finito, ma era impossibile perché lui era uscito alla solita ora e questa era l’ora in cui l’artista si esibiva. Forse aveva cambiato orario. Forse si sarebbe esibito più tardi, oppure oggi stava male. C’era soltanto un modo per scoprirlo. Entrò nel solito bar dove qualche volta si prendevano la cioccolata calda e chiese al barista.
"Mi dispiace, Sam l’artista non si esibisce più." gli disse il barista.
"E perché no?" insistette Jonny che sentiva che stava per piangere.
"Giorni fa ha ricevuto un’offerta molto generosa da parte di un uomo d’affari e così si è ritirato, la gente che lo conosce dice che è tornato all’università e ora sta studiando per diventare pediatra come voleva lui."
"Ho capito, grazie mille. Sono contento per lui." disse con le lacrime agli occhi consapevole che non avrebbe più rivisto il suo amico.
Tornò in orfanotrofio e decise che non sarebbe più uscito perché gli faceva male vedere la piazza vuota, senza l’artista. Ma in fondo era contento per lui. Finalmente poteva realizzare il suo sogno. Sarebbe stato felice e lo sarebbe stato anche Jonny per lui.

Passarono due anni. C’era movimento quel giorno all’orfanotrofio. Dovevano ricevere una visita da qualcuno molto importante. Jonny se ne sarebbe rimasto in camera come suo solito. Ormai aveva perso le speranze. Era d’accordo con le suore che nessuno l’avrebbe adottato. Ad un certo punto sentì dei passi che venivano verso la sua camera. Questa volta però non aveva fatto niente perciò era tranquillo. Aprì la porta una suora che gli disse che la direttrice lo aspettava di sotto. Sempre più sorpreso Jonny si fece accompagnare e si fermò ad aspettare davanti alla porta del suo ufficio. Dall’interno c’erano parecchie voci che discutevano animatamente. Forse volevano cacciarlo via, pensò. Lo avrebbero trasferito in qualche altro orfanotrofio, sentiva di bambini con problemi che venivano trasferiti da un orfanotrofio all’altro. Ma lui non dava nessun problema, anzi ultimamente si comportava bene, quasi come se non esistesse. Era così silenzioso, stava sempre chiuso in camera sua, non usciva mai era così tranquillo che le suore si dimenticavano perfino di dargli da mangiare. Quasi si accorgevano della sua presenza. Ma quel giorno era proprio lui che volevano e sembrava si fossero accorte che anche lui faceva parte di quell’orfanotrofio. Forse era per quello che volevano trasferirlo. Si erano accorti che non serviva a niente. Ad un certo punto le voci si zittirono. C’era silenzio. Poi dalla porta uscì la suora seguita da un uomo ben vestito e la sua signora. L’uomo si voltò a guardarlo e gli rivolse un largo sorriso. E fu proprio da quel sorriso che Jonny lo riconobbe. Era Sam l’artista. Non riusciva a crederci dopo tutto quel tempo l’aveva rivisto. Era così contento che voleva abbracciarlo ma si accorse che le suore lo guardavano e così si contenne. Poi l’artista gli rivolse la parola. "Ciao, ragazzo!" "Salve signore!" e Sam lo abbracciò. Jonny era felice che l’avesse fatto. Non gli importava come lo guardavano le suore, era felice dopo tanto tempo. "Ho una buona notizia da darti!" gli disse Sam stringendogli le spalle. "Lo so, signore. Avete ricevuto una generosa offerta da un uomo d’affari e ora siete diventato un pediatra." rispose convinto Jonny. "Sì, ma grazie a te!" Non capiva. Come poteva essere stato lui a fargli la generosa offerta? Lui gli aveva mandato solo una moneta. Poi si ricordò del signore e della sua promessa. "L’hai ricevuta la mia moneta, vero?" gli domandò speranzoso.  "Ho ricevuto molto di più!" Jonny continuava a non capire. "Fu proprio per quella moneta che ricevetti quella fortuna. Il signore che tu avevi mandato per mettermi l’offerta mi parlò di te e io gli dissi che eravamo molto amici e che tu un giorno mi avevi detto che quando saresti diventato un mago mi avresti riempito il cappello di monete e così quel signore molto gentile ha voluto avverare il tuo desiderio con una generosa offerta. Vedi, grazie a te quel signore mi ha salvato e ha fatto in modo che continuassi gli studi e mi mantenessi con il lavoro che faccio ora. Non ho avuto più bisogno di fare l’artista! Te ne sono molto grato, Jonny. Tu mi hai salvato!" Jonny aveva le lacrime. "Allora, sono un mago! Sono riuscito a fare una magia!" disse incredulo. "Esatto e quel mago ha appena trovato dei genitori! Siamo venuti per adottarti. Ormai abbiamo soldi abbastanza per mantenere un bambino e forse ne avremo anche degli altri!" Jonny non riusciva a crederci. "Allora ho fatto due magie!" esclamò saltellando di gioia. Sam e la moglie scoppiarono a ridere e si abbracciarono. Poi tornarono a casa, Jonny salutò le suore e visse felice e contento con Sam e la sua famiglia.
Quando divenne più grande Sam acconsentì a farlo esibire per le strade con i suoi numeri di magia e ogni tanto gli faceva da assistente. Lo fece soltanto come hobby e poi andò all’università e divenne scrittore. Pubblicò un libro dove parlava della sua infanzia e delle magie che era riuscito a fare perché ci aveva creduto.
  
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