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Autore: SanjitaSwan    22/01/2013    3 recensioni
Questo è il mio primo esperimento sulla mia coppia preferita, ovvero lo ZoSan. Ambientato nell'epoca moderna, Sanji è un ragazzo timido e chiuso, senza amici e la cui vita sembra dipendere dalla fidanzata Nami. Un giorno incontra Zoro, un tipo violento e odioso, tormentato da un trauma legato al passato. Seppur diversissimi tra loro, nascerà un sentimento speciale che va al di là della loro immaginazione. Spero di avervi stuzzicato un po' la curiosità! Buona lettura ;)
Note: il Rating della fic potrebbe cambiare col proseguimento
Un grazie a Mizori11 per avermi aiutato
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji, Un po' tutti | Coppie: Sanji/Zoro
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Nami ricontrollò l’orologio per la ventesima volta nel giro di cinque minuti, sbuffando sonoramente. Possibile tutte le volte la stessa storia? Picchiò spazientita la porta del bagno, dal quale il rumore dell’acqua della doccia non sembrava volersi fermare.
“Sanji, insomma, ti vuoi sbrigare sì o no? Non ho intenzione di arrivare in ritardo per colpa tua anche stavolta!”. Una voce bagnata le rispose, da dietro la porta: “Arrivo subito!”.
“Muoviti!” ripeté lei allontanandosi. Tutte le volte che dovevano uscire andava sempre a finire così; Sanji si piantava in bagno per delle ore col risultato che arrivavano sempre in ritardo.
‘Mannaggia a lui!” pensò seccata buttandosi sul divano e guardando nuovamente l’orologio.
Sanji uscì finalmente dalla doccia e si legò un asciugamano intorno alla vita, sbuffando. La sua voglia di andare a quella maledetta festa di Nico Robin, la migliore amica di Nami, era pari a meno di zero. Sapeva come sarebbe andata la serata: locale, musica assordante, caos allucinante, cibo, alcolici (ai quali Nami non gli avrebbe mai permesso di avvicinarsi) e le solite persone che a malapena conosceva di vista.
Da quando cinque anni prima era arrivato da Parigi per lavoro, aveva legato davvero con pochissime persone, giusto con i ragazzi dell’università che frequentavano quel bar squallido dove lavorava. Per il resto frequentava solo gli amici di Nami, che erano in linea di massima le uniche persone che conosceva. Più o meno. E a pensarci bene era tutta gente noiosa, perfettina, di cui non si riusciva mai a parlare di niente, e che ti guardavano dall’alto in basso di continuo. E il fatto che alla festa ci fossero solo persone di quel genere gli faceva venire ancor meno voglia di andarci.
Ma d’altro canto l’aveva promesso a Nami, e sapeva bene che si sarebbe arrabbiata se alla fine non avesse mantenuto la promessa. E decisamente non aveva voglia di litigare. Tanto Nami non gli avrebbe comunque dato retta. Quando voleva una cosa era quella, e conoscendola sarebbe stata capace persino di trascinarselo dietro anche se gli fosse venuto un fulminante attacco di diarrea all’ultimo minuto. Meglio dunque lasciar perdere e sperare che la serata finisse il prima possibile.
Si asciugò e si vestì alla svelta, prima che Nami venisse a sfondare la porta e lo portasse via così com’era.
“Finalmente!” sbottò Nami alzando le braccia quando lo vide uscire dal bagno. Poi gli sventolò l’orologio a due centimetri dal naso gridando: “Ma cosa stavi combinando là dentro? Ti rendi conto di che ore sono?! È tardissimo! Muoviti, sali in macchina e andiamo!”.
Sanji provò a spiegare, ma Nami non volle sentir ragioni, e dopo un minuto erano già per strada.
Per tutto il tragitto tra la casa di Sanji e il locale non si parlarono, se non, da parte di Sanji, per qualche domanda ogni tanto per alleggerire la tensione, alle quali Nami rispondeva scocciata con degli sbuffi o dei monosillabi. Accidenti, la serata partiva proprio alla grande! Per un motivo o per l’altro si sentiva sempre in colpa quando faceva arrabbiare Nami. Fu quasi in sollievo per Sanji arrivare al parcheggio, quel silenzio non lo sopportava più. Prima di entrare, Nami gli rivolse la parola solo per dirgli, con tono minaccioso: “Ti ricordo che dopo devi guidare, guai a te se ti avvicini agli alcolici. Chiaro?”. Sanji annuì. Quella frase gliel’aveva gia ripetuta tante di quelle volte che ormai annuire era diventato un gesto automatico.
Appena entrarono, come al solito, Nami e Nico Robin si salutarono come se non si vedessero da vent’anni, senza risparmiarsi nulla. Dopo aver salutato Sanji con i soliti due baci sulle guance, Nico Robin sorrise e disse: “Finalmente siete arrivati, volevo presentarvi una persona!”. Mentre Nami cercava di spiegare le motivazioni del loro ritardo, scaricando la colpa di tutto sul povero Sanji, che non poté far altro che annuire e scusarsi, si avvicinò a loro un ragazzo grosso come un armadio dai capelli blu che baciò Nico Robin.
“Sanji, Nami, questo è il mio ragazzo, Franky. Stiamo insieme da una settimana”. Franky tese una mano verso i due: “Sono felice di conoscervi!”. Nami afferrò la mano e, con un sorriso che andava da un orecchio all’altro, presentò sia lei che Sanji, che non ebbe nemmeno il tempo di salutare.
Nico Robin proseguì: “Ora che siamo tutti fidanzati, qualche volta si potrebbe fare una bella uscita a quattro”. “Ooooh, che bella idea!” strillò Nami stringendo la vita di Sanji e sorridendo soddisfatta. Poi, rivolta al ragazzo, senza perdere il sorriso, disse: “Ok, io vado a divertirmi un po’, ci ritroviamo fuori a mezzanotte. Ah, e ricordati quello che ti ho detto”.
Sanji si sforzò di sorridere, e disse a denti stretti: “Certo, vai pure. A dopo”. Nami lo baciò e si allontanò con Nico Robin e Franky, chiacchierando animatamente. Sanji rimase solo.
Annoiato, si lasciò cadere su un divano, di fianco a una coppia di giovani semiubriachi che sembravano avere le lingue incollate con l’attack. A Sanji venne da pensare che lui e Nami, in quasi due anni che stavano insieme, non si erano mai messi a limonarsi come ossessi sul divano di un locale. Nami era sempre impegnata a ballare, bere, chiacchierare con le amiche e divertirsi. E lui rimaneva sempre solo. Poteva sempre andare di nascosto a fumare una sigaretta. Già, ma quella sera Nami non gli aveva nemmeno lasciato il tempo di prenderle. In più quei due idioti brilli di fianco a lui cominciavano davvero a dargli sui nervi, così si alzò e si mise a cercare Nami tra la folla. Eccola lì, che ballava scatenata con un cocktail in mano di fianco a Nico Robin, appiccicata a Franky.
Insomma, tutti sembravano divertirsi tranne lui. Finalmente trovò un divanetto libero e ci si fiondò sopra, senza mai togliere gli occhi da Nami.
Improvvisamente uno strattone al braccio lo costrinse a voltarsi. Confuso e sorpreso, Sanji si girò e si ritrovò davanti uno strano tipo con un’inguardabile chioma di capelli verdi, vestito come se non avesse mai visto uno specchio in vita sua e l’espressione a dir poco incazzata. Nella mano destra aveva una birra, e a giudicare dalla faccia e dall’odore di alcool che aveva addosso non ci voleva molto a capire che era ubriaco fradicio.
“Ehi tu!” ringhiò tirandogli una spinta. “Sloggia dal mio posto!”.
 
   
 
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