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Autore: iwashere    23/01/2013    3 recensioni
Mini-long | St.Berry (Jesse St. James / Rachel Berry) | Missing moments | Regalo di Natale per Giulia.
Dal primo capitolo:
"Spero però, che ti ricorderai per sempre di noi e del nostro amore epico.
Perché io lo farò."
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jessie St. James, Rachel Berry | Coppie: Jessie/Rachel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A Giulia, perchè sei tu.

 

Hug me.


Rachel ci ha messo una settimana ad incontrare di nuovo Jesse sulla metropolitana. Ora ha scoperto che il martedì pomeriggio, alle sedici e venti, è sempre sulla linea A perché dopo le sue lezioni alla AADA – Rachel non si era mai sentita così orgogliosa come quando ha scoperto che studia lì – va a fare un corso di pianoforte.
Jesse insegna ancora. Non ha smesso, perché gli piaceva farlo e ne aveva ancora la possibilità.
Rachel si è ritrovata, ancora non ha capito come, a seguirlo tutti i martedì fino a vederlo entrare nel palazzo a cinque piani fatto di mattoni. Ormai sa che un secondo prima di entrare dà uno sguardo al cielo, anche se non ha ancora capito come mai.
Sa che rimane lì dentro due ore, nonostante la sua lezione duri solo novanta minuti. Non ha ancora capito cosa fa in quell’altra mezz’ora di stacco.
Sa che dopo il corso, non torna a casa. Va al campus e si trova sempre con lo stesso ragazzo alto e biondo che lo abbraccia stretto ogni volta che lo vede, come se fosse la prima, o l’ultima.
Rachel non sa chi sia quel biondino, ed è per questo che oggi non ha intenzione di girare la testa o di nascondersi dietro un uomo alto come ha fatto nell’ultimo mese.
Rachel oggi vuole salutare Jesse. Perché non ha ancora capito come si spedisce una lettera, ma forse per una volta deve prendere il destino per mano e strattonarlo fino ad abbracciarlo.
La metropolitana frena, una volta in banchina, e Rachel, in piedi di fronte ad un’anziana e un uomo d’affari, oscilla pericolosamente fino a cadere addosso a quest’ultimo. Ha già pronte delle scuse più che convincenti quando si accorge di un paio di braccia legate attorno alla sua vita. Il panico dura solo un secondo, prima che una voce calda e familiare risponda per lei.
“Scusi, la mia ragazza non voleva darle fastidio. Ci spostiamo subito, scusi ancora.” Il tutto corredato dal suo solito ghigno, che non è mai andato via, e dai suoi bellissimi occhi azzurri.
La prima volta che Jesse St. James riabbraccia Rachel Berry, lo fa per salvarla da una caduta epica.
 

* - * -*

 
“Quindi, uhm, sei a New York. Com’è stare nella Grande Mela?” Rachel nasconde il viso dietro la tazza di caffè nero che ha ordinato e ha pagato Jesse per lei, e lo guarda mentre alza un sopracciglio e soffoca una risata.
“E’ davvero questo che vuoi chiedermi, Rachel?” Non mi chiama più Rach. “Insomma, è un mese che mi pedini e ora mi chiedi com’è stare qui?” Rachel arrossisce e vorrebbe sotterrarsi sotto metri e metri di terra. Come ha fatto a scoprirla? E perché non ha detto nulla? E’ ingiusto, ora lei sta facendo al figura della stalker, e non se lo merita. Non del tutto, almeno.
“Rach, fammi una domanda. Una qualsiasi di quelle che hai pensato, o continueranno a rimbombarti in testa.” Jesse sorride dolcemente, questa volta,  e la Berry si lascia andare ad un sospiro di sollievo: il suo soprannome è tornato prepotente e Jesse la conosce ancora così bene da sapere cosa pensa.
“Perché guardi il cielo, Jesse? Prima di entrare nel palazzo, nella tua aula di piano, guardi sempre in alto. Come mai?” potrebbe essere una domanda stupida, ma Rachel sente il bisogno fisico di tornare a sapere tutto su Jesse. Sente di dover cominciare con le piccole cose per arrivare a quelle più importanti. La mancanza di Jesse ormai è tangibile nella sua vita, e deve porci rimedio.
Jesse sembra sorpreso, forse perché nessuno se n’è mai accorto prima. Che l’amore della sua vita l’abbia fatto, non fa altro che fargli pensare che forse, sono davvero sul punto di avere un’altra occasione. Sorride e canta un verso di una canzone* “Only the sky is the limit. È diventato il mio mantra, da quando sono qui. Mi sto impegnando per non avere nessun debito a fine semestre e per avere dei voti alti. Ho combattuto per la parte da protagonista nel musical e l’ho ottenuta. Sto facendo tutto quello che voglio fare, perché New York racchiude tutte le possibilità della vita. Vedi questo bar?” apre le braccia e indica tutto il piccolo locale in cui si sono recati appena usciti dalla metropolitana. “L’ho trovato per caso, la prima settimana che ero qui, perché mi sono perso sbagliando fermata. È stato un errore ma ne ho ricavato qualcosa di buono. Sono più maturo ora, Rach. È per questo che guardo il cielo, perché quando arriverò là” Rachel fa per parlare ma Jesse l’interrompe, perché ancora una volta sa cosa vuole dire “perché sì, non andrò all’inferno. Il diavolo non mi rivuole indietro a causa del patto che abbiamo fatto.” Ride di gusto e St. James si unisce a lei, perché è tanto che non si sente così compreso e al suo posto.
La prima volta che Jesse St. James fa ridere di nuovo Rachel Berry, è perché facendo il vanesio la fa divertire.
 

* - * - *

 
 
Come si siano ritrovati alle dieci di sera, a passeggiare per le vie di New York, nessuno dei due lo sa. C’è un vento leggero che scompiglia i capelli di Rachel e fa stringere gli occhi a Jesse, ma nessuno dei due si azzarda a tornare a casa.
C’è silenzio da qualche minuto, ma è uno di quei silenzi amorevoli, pieni di cose non dette, di domande non poste e di speranze infinite. È un silenzio di cristallo, fatto apposta per essere bello ma fragile di natura. Mentre Rachel è nel mezzo di una crisi interiore perché non sa cosa dire e come dirlo, Jesse la salva dal problema uscendo con un misero: “Sono arrivato.” E a Rachel cade il mondo addosso, perché non vuole dirgli addio, non vuole salutarlo, non può permettersi di perderlo di nuovo. Vorrebbe dire tutte queste cose, ma riesce soltanto ad annuire e fare un segno di saluto con la mano sinistra.
E’ un attimo: Jesse si gira e la luce del lampione illumina meglio il solco sull’anulare di Rachel, dove fino a qualche mese fa c’era l’anello di Finn. Dovevo sposarmi, si dice, e ora sono qui a non fare niente mentre l’unico ragazzo che può capirmi davvero sta andando via.
Così gli corre dietro, Rachel, lo prende per un braccio e lo bacia. Un bacio veloce, uno sfiorarsi di labbra quasi impercettibile che però significa tutto e niente. Quando Rachel si stacca da lui, Jesse è spaesato, e l’unica cosa che riesce a fare è chiedere il motivo di quel gesto, sussurrando appena, così che solo lei possa sentirlo.
“L’ho fatto perché sei tu, Jesse. Sei l’unica persona per cui rinuncerei a tutto, e sei l’unico che non mi chiederebbe mai di farlo. Sei l’unico ragazzo per cui passerei dei pomeriggi interi girovagando sulle metropolitane di New York solo per sapere dove vai. Perché ti ho amato, e so di poterti amare ancora. Perché abbiamo bisogno di tempo, e possiamo darci tempo, se vuoi. Perché voglio che tu lo voglia. Perché sono contorta, ma so che hai capito cosa intendevo.” Sorride appena, e Rachel sorride con lui. “Dirti che ti amo, adesso, sarebbe mentire. Ma voglio ricominciare a farlo. Voglio amarti di nuovo Jesse, sono sicura di questo.”
Jesse sorride davvero, un sorriso tutto denti, uno di quelli che gli creano le fossette sulle guance. Prende la mano di Rachel, e le chiede se vuole salire a bere qualcosa. Rachel ovviamente accetta, e per lei, sentirsi al proprio posto, sentirsi al sicuro, con la mano di Jesse stretta attorno alla sua, torna ad essere la normalità.
Perché sa che sarà complicato, ma abbracciare Jesse - come sta facendo ora perché il portone è troppo piccolo per passarci in due ma a lasciarsi andare non ci pensano neanche – è probabilmente il suo più grande talento.
La prima volta in cui Jesse St. James decide di farsi amare, corrisponde alla prima volta in cui Rachel Berry ricomincia a vivere.

* - * - *

E' finita. E' finita e io ne sono molto orgogliosa, stranamente.
Prima di tutto voglio ringraziare quella cucciola di mess perchè mi sostiene sempre. "Sei la mia preferita, qui dentro". <3

Ovviamente, ora devo spiegare a Giulia il perchè. L'ho promesso, e mantengo la mia parola.
Ho scelto questo regalo, perchè era l'unico modo che avevo per parlarti a cuore aperto. Perchè ti amo, e sei il mio Jesse e la mia Rachel. Per tutto il discorso di Rachel, perchè vorrei avere il coraggio per dirtele anche io, quelle cose.

Grazie di tutto, a presto! *suona come una minaccia ma io sto singhiozzando*
Tatiana.

   
 
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