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Autore: Ryta Holmes    28/07/2004    31 recensioni
Ginevra Weasley è stata assunta come insegnante privato di una bambina. Ma quando scopre che il suo datore di lavoro, non che padre della piccola Vivian, è una persona che conosce molto bene e per cui non prova molta simpatia, le cose potrebbero complicarsi... e se si aggiunge anche un mistero che avvolge il luogo in cui Ginny si è trasferita e che lega anche Vivian? Ispirato a Jane Eyre, di Charlotte Bronte
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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IL BUIO HA I TUOI OCCHI

 

CAPITOLO 1

La campagna che si stendeva appena fuori Londra, aveva sempre attratto Ginevra Weasley come un'ape con il miele. Adorava la vita tra il verde e la tranquillità fin da quando abitava alla Tana, ma a causa dello studio, era stata costretta ad arrangiarsi negli ultimi cinque anni, con un piccolo appartamento nel cuore di Londra.

Non che le dispiacesse, anzi tutto sommato era anche divertente poter vivere in città, con tutta quella gente, con i negozi sempre aperti e disponibili, con tutta la vivacità insomma di una metropoli. Però staccare ogni tanto la spina e rifugiarsi nella quiete della campagna era una cosa che aveva sempre desiderato durante quegli ultimi anni.

E ora finalmente poteva ritenersi soddisfatta.

Il mondo ormai era in pace da quando Harry Potter era riuscito ad uccidere Lord Voldemort. Era stata dura dover accettare un compito tanto gravoso, ma alla fine il bambino sopravvissuto si era macchiato le mani dell'assassinio del Signore Oscuro, che aveva gettato nel terrore l'intero mondo dei maghi, e aveva liberato tutti.

Lei, come anche la sua famiglia e i loro amici si erano impegnati per sostenere il ragazzo in quella difficile impresa, tanto che una volta finita la scuola nessuno aveva pensato ad altro se non ad entrare nell'Ordine della Fenice e a svolgere compiti da Auror.

Ma la Seconda Guerra così come era iniziata, era anche finita. Con l'uccisione del Signore Oscuro, tutti loro si erano trovati disoccupati e senza futuro, e ancora una volta ci era stato bisogno di una grande dose di coraggio e di buona volontà per affrontare un'altra grande battaglia che era quella della vita.

Ognuno di loro aveva scelto un modo per andare avanti. Suo fratello Ron aveva deciso che l'Auror fosse la professione che più gli si addiceva. Hermione, che era diventata sua moglie, aveva preferito intraprendere la carriera di avvocato; aveva iniziato con le campagne per gli elfi domestici ed era finita a difendere sia maghi che creature innocenti, da accuse ingiuste. 

Harry invece, memore dell'impegno con l'Esercito di Silente, si era reso conto che non gli dispiaceva continuare ad insegnare Difesa Contro le Arti Oscure, così Silente aveva acconsentito ad assegnargli la cattedra ad Hogwarts.

Ora viveva lì, sempre impegnato ad aiutare i suoi studenti e a declinare gentilmente confessioni d'amore di tante povere studentesse invaghite di lui.

La sua amica Luna invece, aveva preso il posto del padre nella direzione del Cavillo. Sempre persa nei suoi pensieri e nelle sue fantasticherie, ogni tanto usciva con Harry, e questo la divertiva un mondo. Erano una coppia poco assortita, ma Ginny sapeva bene che quei due avessero molte più cose in comune, di quante lei stessa non ne avesse mai avute con Harry.

E poi c'era Draco Malfoy. A sorpresa, l'arrogante, borioso, antipatico Serpeverde, aveva rinunciato a fare il Mangiamorte, anche se non si riuscì mai a capire il perché, e si alleò con l'Ordine della Fenice, combattendo al loro fianco.

Ginny non parlò mai tanto con Malfoy, durante quei giorni di battaglia, troppo presa com'era dalla guerra, perciò non riuscì mai a verificare se quel ragazzo avesse davvero deciso volontariamente di cambiare lato e passare a quello giusto, oppure la sua fosse solo convenienza, perciò restò con quel dubbio che non le permise mai di fidarsi di lui.

Comunque alla fine della guerra, aveva deciso di partire. Per quello che ne sapeva doveva essersene andato in Francia, ma quella fu solo una notizia sfuggita a Silente durante uno dei suoi tanti discorsi e lei, già poco interessata al biondino, non si era mai presa la briga di informarsi meglio.

Infine era rimasta lei. Gli orrori della guerra in cui era stata volontariamente coinvolta l'avevano resa molto più dura di quanto non lo fosse stata alla fine della scuola, tanto che solo con il pensiero di potersi dedicare ai bambini, era riuscita ad accettare quello che aveva vissuto.

Pensare di aver ucciso e visto uccidere, perché ci potesse essere un futuro per i bambini, l'aveva riportata a gioire della vita e ad uscire da quel buco nero dove sembrava che fosse precipitata. Fu così che si dedicò all'insegnamento.

Non fu semplice farsi accettare nella scuola specialistica per diventare insegnante, soprattutto perché dopo il suo settimo anno ad Hogwarts, la guerra era continuata per tre lunghi anni, e questo si era rivelato una vera e propria penalità per lei.

Ma fortunatamente, grazie all'aiuto di Silente, era riuscita a studiare e a conquistare il suo bell'attestato per l'insegnamento.

Ora sedeva in un autobus Babbano, che percorreva traballando una strada di campagna. Non essendoci posti ad Hogwarts infatti, Ginny era stata costretta a mettere un annuncio per trovare posto come insegnante privato, e fortunatamente solo pochi giorni dopo, era stata convocata in un'abitazione fuori Londra per educare una bambina di otto anni.

Non sapeva molto a dir la verità, e per questo la sua famiglia aveva fatto non poche storie, perché avrebbe potuto anche trovare una cantonata, ma lei, da brava testa dura quale era, si era impuntata e aveva fatto le valigie per trasferirsi completamente nella casa in cui doveva lavorare.

E poi la signora con la voce dolce che l'aveva contattata, le aveva dato una bella impressione, perciò perché farsi tanti problemi? E poi, se mai, come aveva ipotizzato suo fratello Ron, si fosse trovata in un bel guaio e magari qualcuno l'avesse attirata lì soltanto per farle qualche brutto scherzo, lei di certo non avrebbe esitato a far conoscere la sua bella preparazione da Auror!

Era arrivata. Lasciò l'autobus che continuò la sua corsa traballante lungo la via deserta, e prese a percorrere un piccolo sentiero, che culminava con un'enorme abitazione, che se non fosse stato per lo stile più moderno, avrebbe potuto far concorrenza al castello di Hogwarts. Non c'erano torri o grigi muri di pietra, come nella sua vecchia scuola, ma la struttura era bianca e accogliente. Alcune finestre in stile gotico però, che facevano parte di una costruzione al lato dell'abitazione molto più scura, le davano un aspetto quasi spettrale. Per quel che le riguardava potevano esserci anche dei fantasmi in quella casa...

E meno male che le avevano detto che si trattava di una villa!, pensò atterrita, mentre osservava l'imponente costruzione.

Prese un forte respiro e continuò a percorrere il sentiero, che ora era costeggiato da alti cipressi e alberi di eucalipto, imponendosi di non spaventarsi e di recuperare tutto il suo sangue freddo.

Quando fu davanti al grande portone di quercia, sbatté con decisione il battente con le sembianze di un serpente, e attese che qualcuno le aprisse.

Poco dopo, comparve da dietro la porta una donna anziana, con un grande sorriso che le illuminava il volto pienotto e gli occhi cobalto.

"Oh, salve! Lei deve essere l'istitutrice di Vivian, prego entri pure!" la accolse gentilmente la donna. "Il mio nome è Rachele Gobbins, e sono la governante di questa casa."

Ginny entrò nel grande ingresso, guardandosi intorno, ma lo stupore per la vastità della grande sala, fu troncato da uno sguardo meravigliato. "Ma come, non è lei che mi ha contattato?" chiese confusa.

Mrs Gobbins sorrise. "Certo signorina."

"Credevo fosse lei la madre di... Vivian, giusto?" domandò ancora, adesso sentendosi una stupida per aver pensato ad una cosa del genere. Rachele Gobbins non poteva avere meno di sessant'anni, come diamine faceva ad essere la madre di una bambina di otto anni?

"Oh no no no! Io sono solo la governante, e la piccola Vivian è la figlia del padrone, è stato lui che mi ha chiesto di contattarla." spiegò tranquillamente, le mani intrecciate davanti al grembo e la postura rigida.

Ginny aveva aperto la bocca per chiedere chi fosse il 'padrone', quando una piccola voce, riecheggiò dall'alto della grande scalinata che si apriva davanti all'ingresso, e poi lungo le alte pareti.

"Mrs Gobbins, chi è venuto?" 

Ginny alzò lo sguardo verso la scalinata, dove notò una figuretta, di poco più di un metro, seria e impettita. Poggiava la mano sul corrimano di legno scuro della scala bianca, nonostante fosse difficile visto che era più alta la ringhiera di lei, e aveva l'espressione piuttosto seria.

A prima vista, le ricordò qualcuno che aveva già incontrato in precedenza, anche se non sapeva dire bene chi. Bionda, gli occhi azzurri e scintillanti e un piccolo nasino rivolto all'insù, che le dava un'aria altezzosa e superba.

"Oh, signorina Vivian, lei è la vostra nuova istitutrice!" si affrettò a rispondere l'anziana donna, con una sorta di reverenza appena accennata.

Ginny non pensò minimamente di inchinarsi davanti ad una bambina, perciò fece qualche passo in direzione della scalinata e le sorrise. "Molto piacere Vivian, il mio nome è Ginevra Weasley, ma tu puoi chiamarmi Ginny!" cercò di mostrarsi gentile.

La bambina la scrutò per qualche istante, prima di accennare un sorriso. "Molto piacere... Miss Ginevra!"

Beh, aveva scelto di chiamarla con il suo nome per intero, ma almeno le aveva sorriso.

"Signorina Weasley, se mi vuole seguire le mostro la sua stanza... non vedo il suo bagaglio, però..." esordì Mrs Gobbins, prendendo ad osservare il vuoto intorno a Ginny.

"Sono tutti nella mia borsa, li ho rimpiccioliti." spiegò indicando una borsetta beige che portava a tracolla.

"Capisco, se vuole seguirmi allora..." riprese l'altra, facendole strada su, verso la scalinata. 

Mentre salivano, Ginny iniziò ad osservare l'interno dell'abitazione. Era davvero molto luminosa e confortevole. A destra della scalinata doveva esserci un grande salone, da quello che aveva potuto notare, mentre a sinistra per esclusione, immaginò la sala da pranzo. 

Al piano di sopra dovevano esserci chissà quante camere, ma al momento l'attenzione di Ginny si spostò sulla piccola figura in cima alle scale, che non si era mossa di un millimetro. 

"Ha bisogno di qualcosa, Miss Vivian?" chiese cortesemente la signora Gobbins, una volta averla raggiunta.

Vivian non rispose alla domanda e fissò intensamente Ginny. "Mio padre mi ha detto che lei ha combattuto contro Lei-Sa-Chi, è vero?" chiese all'improvviso, lasciando stupita la rossa.

"Sì, è così!" rispose decisa, sorridendole ancora.

"Capisco..." mormorò la bambina, voltandole le spalle e allontanandosi senza più aggiungere altro.

"Cerchi di perdonarla, signorina Weasley, Vivian è sempre da sola in questa grande casa, perciò ha un carattere diciamo un po'... particolare!" spiegò la donna, mentre si dirigevano verso la camera di Ginevra. "Ecco, questa è la sua stanza!" aggiunse poi, aprendo una porta in legno, e mostrando una camera luminosa e confortevole.

Due grandi finestre lasciavano che abbondanti raggi di sole entrassero attraverso le tende bianche e illuminassero tutta la stanza. A sinistra troneggiava un letto a baldacchino; le calate e il copriletto blu scuro spezzavano con tutto il bianco della camera.

Tutto sommato era anche semplice, con quel comodo armadio a due ante, una cassettiera e una piccola scrivania davanti ad una delle finestre. Sembrava fatta apposta per lei.

"Il padrone ha scelto questa camera personalmente!" le spiegò Mrs Gobbins, notando la meraviglia negli occhi azzurri della ragazza.

"Il padrone?" le fece eco lei, notando quell'orribile appellativo.

"Sì, signorina Weasley, il padrone mi ha detto di metterla a proprio agio e di esaudire ogni suo desiderio."

"E... il 'padrone' non è in casa in questo momento?" chiese ancora Ginny, marcando bene la parole indesiderata.

Mrs Gobbins la guardò sorpresa. "Oh no, signorina Weasley, il padrone non abita quasi mai qui, è sempre via per affari di lavoro o personali!" chiarì, come se avesse detto una cosa ovvia.

"Quindi Vivian non vede mai suo padre?" domandò ancora una volta la rossa, mentre sentiva una rabbia crescerle dentro.

La donna la guardò tristemente. "No, mi dispiace signorina ma... purtroppo il signore non si occupa molto di sua figlia... non le fa mancare niente, certo, ma il suo non lo si può definire il comportamento di un padre..." concluse sconsolata.

Ginny si sentiva furiosa. Come si faceva a lasciar vivere una bambina in quel posto, senza nessuno e ignorarla completamente?

Che persona orribile poteva essere per trattare in quel modo la propria figlia?

"Po... potrei sapere il nome del 'padrone', Mrs Gobbins?"

"Oh, ma certo!" si ricompose lei, tornando a sorridere. "E' il signorino Malfoy!"

Continua...

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Salve a tutti! Questa storia, non so se qualcuno lo avrà capito, avrà una piega particolare. Mi sono ispirata infatti, ad un capolavoro della letteratura inglese, che è Jane Eyre, solo che dell'opera di Charlotte Bronte in realtà ha soltanto la trama di base. Per il resto, mi sono divertita a plasmare questa storia, basandomi sui caratteri dei due protagonisti. E poi ho voluto, per una volta, pensare ad un Draco padre che poi di esserlo non gliene importi molto.

Ho preferito anche seguire gli avvenimenti del quinto libro, in modo da non allontanarmi dalla vera storia.

Spero con tutto il cuore che vi attiri e che mi mandiate dei commenti, così magari potrei regolarmi se continuarla o meno.

Mi raccomando, scrivetemi, così prenderò una decisione!^^

Un bacio a tutti!

Ryta Holmes

 

   
 
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