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Autore: Portos    24/01/2013    2 recensioni
Povero Batman, stasera le nebbia non lascia in pace! Questa è una storia scritta da fratello, spero piaccia.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Batman aka Bruce Wayne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 LA MALEDETTA STORIA DELLA NEBBIA!




Gotham City.


Con un balzo Batman raggiunse il tetto di un palazzo da dove iniziò a scrutare intorno: stava inseguendo un borseggiatore che era fuggito tra i vicolo più stretti della città. Intorno a lui era calata una nebbia così fitta che poteva essere tagliata con un coltello.
Il delinquentello correva ansimando sul marciapiede alla disperata ricerca di un lampione.
“Ma dove cacchio sono finito?!?” si disse, mentre si sforzava di cercare qualche edificio a lui familiare.
Batman balzò giù dal tetto ed aprì il mantello per planare dolcemente a terra, quando finì addosso ad un lampione.
“Ouch! Ma chi ce l'ha messo qui 'sto cavolo di lampione?”
Si rialzò lentamente e si massaggiò il capo. “Ahi, che male! Ci penserò dopo, tanto Alfred ha sempre un po' di Voltaren da parte. Ora devo tornare al mio inseguimento!”
Intanto il malandrino raggiunse la strada principale e vide due fari che lampeggiavano nella nebbia ed avanzavano verso di lui. Cominciò a sbracciare per chiedere un passaggio.
“Ehi! Ehi!” L'auto si fermò. Era un taxi: l'autista sbucò fuori dal finestrino e esclamò:
“Ma è pazzo?!? Che diavolo sta facendo in mezzo alla strada?”
Il rapinatore si avvicinò con espressione sollevata. “Un taxi! È il cielo che la manda!”
Il tassista lo face salire e lo ammonì: “A momenti al cielo ci mando lei! Sappia che odio tantissimo i pedoni indisciplinati! Non voglio perdere la licenza per aver preso sotto un coglione che mi taglia la strada senza guardare!”.
L'auto ripartì, meta: un anonimo bar vicino al ristorante di Falcone.
Batman localizzò e seguì l'auto; dopo averla pedinata saltando di tetto in tetto decise di saltare giù per fermare il taxi. Aprì il mantello e scese lentamente per atterrare davanti all'auto; cadde invece maldestramente sul cofano del taxi.
Il tassista frenò di colpo: “Che cacchio è stato?!?”esclamò; dopodiché scese dalla macchina per vedere che cosa era successo. Ma nello stesso momento, Batman si dileguò zoppicando con estrema rapidità, nascondendosi nella fitta nebbia, dove si perse e sbatté la capoccia contro un cartello stradale dando una sonora e dolorosa testata.
“Che succede? Ho la vista annebbiata! Per non parlare del cervello, che è ancora più annebbiato! Ma d'altra parte, qui intorno è tutto annebbiato!”
Ma il prode Batman si rimise subito in piedi. “Ah, ora ricordo: stavo inseguendo un dannato scippatore!”
Intanto, il borseggiatore si allontanò dal taxi (senza pagare la corsa!), e si perse anch'egli nella fitta coltre di nebbia, andando a scontrarsi contro Batman.
“Aaah!” il bandito urlò terrorizzato nel vedere il nostro Cavaliere Oscuro che si alzava in piedi davanti a lui.
“Ti ho beccato!” Batman ghignò soddisfatto, e prese per le spalle il delinquente, che per tutta risposta gli sbatté in faccia la borsetta che aveva scippato (tanto, per pochi miseri 18 dollari...), colpendolo dritto in faccia.
Batman mollò la presa e arretrò, mentre lo scippatore si rialzò e fuggì a piedi, correndo verso la linea del tram.
“Un tram! Benedetto tu sia tra i veicoli, amen!” disse, e salì per tranquillizzarsi, sedendosi comodamente sul sedile in fondo.
Ma Batman non si era ancora dato per vinto, e seguì il criminale fino al tram: salì sul mezzo in movimento per agguantare il manigoldo, ma non fu proprio così facile.
“Ehi, tu! Ma chi ti credi di essere per salire così sul mio tram?!? Mo' ora me pagi la corsa, altrimenti chiamo la polizia, e non provare a fregarmi travestendoti da Batman!!”
“Io devo catturare quell'uomo!!” rispose il nostro eroe, e indicò il delinquente che intanto stava aprendo un finestrino per scappare.
“Non me ne frega niente di cosa vuoi fare o non fare: o paghi la corsa, oppure ti becchi una pedata nel retro che ti spedisce a Capetown*! Intesi?”
Per tutta risposta, Batman balzò giù dal tram battendo un gomito contro la rotaia. Anche il malandrino saltò giù dal veicolo e fuggì in un vicolo.
Ma il nostro eroe non si era ancora arreso, e si arrampicò su di una grondaia per scrutare l'orizzonte.
“Laggiù, verso le montagne innevate non c'è, e nemmeno a est dove la spiaggia incontra il mare. A dire la verità, non vedo ad un centimetro dal mio naso. Non volevo ammetterlo, ma ho avuto davvero un'idea cretina!”
Ma quando aguzzò le orecchie, Batman udì qualcuno che fischiettava allegramente nel vicolo poco lontano. Balzò subito giù dalla grondaia.
“A-haa! Eccolo là, che si illude (ih ih) di averla fatta franca! Ma ora non mi sfuggirà!”
corse verso il vicolo e seguì il fischiettio che aveva sentito.
Uscì dal vicolo e si fermò per prendere il rampino dalla cintura.
Sparò a caso nella nebbia e afferrò la gamba dell'uomo che stava di fronte. Quando tirò il cavo all'indietro, si accorse che invece del delinquente fuggitivo aveva catturato un energumeno di due metri.
“Aho, ma chi'mme ha pijato per il piede?”
L'uomo si alzò in piedi e si liberò il piede, poi vide Batman col rampino in mano.
“Ah, ma allora si' tu quello che sta' a rompere li cosi cor rampono! Nun bastava 'sta nebbia zozza 'do nun se vede gnente, no, ce volevano puro li rompiballe mascherati!”
Si avvicinò al nostro eroe con fare aggressivo.
“Mo', ora te sistemo io! E nun me frega gnente se te vesti come er 'Battonamen'!”
Batman arretrò impaurito, e l'energumeno lo prese per la collottola e cominciò a dargliele di santa ragione: lo prese a cazzotti e calci.
“Mo' ora pijate questo, questo e questo!” Poi lo prese da dietro e gli diede un calcio nel culo facendolo sbattere contro il muro di fronte.
“E va' mmorì ammazzato!”
Intanto il delinquente corse nello stesso vicolo e si rivolse allo stesso energumeno incazzato.
“Signore, signore, la prego! Mi aiuti! Sono inseguito da un tizio mascherato che..”
Il romanaccio lo fulminò con lo sguardo.
“Aho, ma puro te stai con quel fetente colla maschera? Allora pijate questo!” e calciò il ladro addosso a Batman.
“E vattela pija' ner culo!”
Il mascalzone finì in braccio al Cavaliere Oscuro, che si era appena ripreso.
I due si guardarono in faccia a vicenda.
“A-ha! Il delinquente!”
“Aaah! È Batman!”
“Ti ho beccato! Che cosa credi di fare ora?”
“Mi nasconderò, finché la nebbia me lo permette!”
“Ah, lo sapevo, maledetta nebbia traditrice! Ma tanto ti prenderò lo stesso!”
“No, pietà, sono vergine!”
“EEEEEK!”
Il bandito cominciò a correre dietro a Batman.
“Un momento!” i due si fermarono. “Se io sono Batman, allora sei tu che devi cercare di fuggire!”
“Ehi, è vero! Non ci avevo pensato!”
Il ladro fuggì di corsa verso un vicolo cieco.
Batman lo seguì e arrivò di fronte ai bidoni della monnezza dello stesso vicolo.
Si fermò e si guardò intorno.
“Grrr! L'ho perso di nuovo! Ma non si illuda credendo che io mi arrenda così facilmente!”
Incazzato nero, tirò un calcio ad un bidone facendolo cadere. Dall'interno scivolò sull'asfalto il criminale, che siera nascosto tutto rannicchiato tra la spazzatura.
Batman gli saltò addosso.
“A-haa! Ora ti ho preso! Adesso non hai più scampo! Io..'sniff' io..'sniff' ti..blueurgh!”
Il nostro eroe si chinò e vomitò per terra.
Il ladro si scansò e si diresse verso l'uscita del vicolo.
“Ehm, allora io vado, eh? Buona serata!”
Batman si rialzò.
“Bleah! Con tutti i bidoni che c'erano, proprio in quello di pesce marcio doveva nascondersi!”
Si rimise in sesto.
“Bah! Ormai sono quasi le cinque, quasi quasi chiudo bottega e me ne torno a casa!”
A qualche centinaio di metri più in là, lo scippatore si girò nella direzione del vicolo da cui era fuggito.
“Fìuu! Meno male, se n'è andato! Forse riesco a tornarmene a casa tranquillo!”
Intanto, al sorgere del sole la nebbia complice di criminali e malfattori si dissolse, ed una bella giornata accompagnava il tran-tran mattutino di ogni abitante di Gotham City.


(*Capetown è il nome inglese
di Città del Capo, capitale del
Sudafrica) 
 

  
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