Nota necessaria per la lettura di questo
capitolo, per scampare un infarto e magari per non uccidere la sottoscritta:
Leggendo le vostre recensioni mi è stato veramente molto
ma molto difficile scegliere tra Nathan e Draco, anche perché sinceramente, in questa
fic, tra tutti e due, non saprei chi scegliere! Per me Harry sta bene con
entrambi! >.<
Ah, lasciamo da parte le considerazioni di un’autrice
fallita, e concentriamoci su quest’ultimo capitolo (sniff ç.ç).
Chi sceglierà Harry?
Draco o Nathan?
Vi dirò la verità… sarete soddisfatte/i tutti! XD O quasi…
eheheh
Grazie a chi ha commentato il precedente cap:
nox, Moony* (introspezione! Chi più di me può
amarla? XD), Sara, Lelorinel, LadyDepp (anche tu indecisa?
Non dirlo a me! XD e… ci sei andata vicino, sai?), mezzosecolo
(l’ideuzza di Jharru che sceglie Lukas mi è girata un po’ per la testa… XD ma
dopotutto, era l’ultimo capitolo… non si è sempre più buoni quando si è alla
fine di una fanfic? ^.- Avrei voluto approfondire il personaggio ma la mancanza
di tempo me lo ha impedito), suicidal_love, fann1kaoriyuki (era
proprio mia intenzione! XD
Forgive me, Hachi! Spero che comunque ti piaccia… eheheh dopo tanto
penare, alla fine… ci sono riuscita a finirla! >.<), lal23 (cough
cough… accidenti, queste manifestazioni di affetto da parte dei lettori sono
sempre spiazzanti! XD Eheh, spero di non aver rovinato nulla… altrimenti devo
scappare, mi sa… O.o’’’), Stè_Wormy (ma come, non mi conosci? ^^), Kira
(ehi, sono stati in molti a parteggiare per Lukas… ci stavo quasi cascando
anche io… murble murble… ^^ Ma no, non sono così perfida da lasciare tutto
così! XD O no?), panuela (Sì, ce ne hp messo di tempo per scrivere il
capitolo! XD Ma volevo cpofondere le idee tra Draco e Nathan… che dici, ci sono
riuscita? XD Uhm… sento un rumorino strano… non sarà mica il tuo elicottero?
Argh, mi sa che devo proprio scappare… ehmm… ^^’’’), Gloria_Potter, Slytherina,
NamiTheNavigator, Duda, Nal (Non preoccuparti di
corrompermi… i diecimila euro che mi hai già dato sono sufficienti! XD Ooops…
ehm.. volevo dire… >.<), BloodyMoon (Honey adorata! *.*
Grazie per la tua recensione! Mi sa che per colpo di scena… questa volta sono
riuscita a farne uno scadente! Le mie scuse! >.<), Selene_90
(Pieghe del tempo? Argh… hai toccato un nervo scoperto! >.< Se devo
essere sincera non lo so… il capitolo era semipronto ma poi l’ho cancellato
perché non mi convinceva… >.< Cercherò di aggiornare più presto che
posso! E a proposito di scelte di Harry… magari non ne sceglie nemmeno uno… magari
no… XD), James_Prongs (non dirmi certe cose a tradimento! XD Lo sai che
per te cambierei la mia trama seduta stante! >.<), Rea14 (non
dirlo a me! sono così triste… ç___ç), tess4ever (geniale mente
creatrice? Uhm… il mio cricetino avrebbe da ridire – quello che gira la ruota –
ma grazie! ^///^ Spero che ti piaccia la fine!), gokychan (che dici,
sono stata abbastanza veloce ad aggiornare? Dai, ammetti che un cuoricino, in
fondo ai tanti pezzi di ghiaccio… cel’ho anche io! XD tesoro, ti adoro quando
dici che odi Ginny! *.* Vabbè, ma ti adoro in tutti i sensi… diciamo che ti
adoro ancora di più dopo aver letto questa recensione! *O* Niente lemon… o
forse… eheh leggi le note finali… XD Beh, spero di averti fatto vincere la
scommessa – anche se credo che sia finita in parità! XD).
Buona lettura, ci vediamo in fondo in fondo (NON LASCIATEVI SVIARE DALLA PAROLA ‘THE END’! >.<), con i ringraziamenti e un’ultima nota personale!
Epilogo 1
Il sole lo colpì
con violenza negli occhi, abituati com’erano alla cupa oscurità della serra
numero 4, non appena uscito alla fresca brezza primaverile.
Si coprì con una
mano gli occhi, camminando lentamente verso la Great Hall per il pranzo,
accanto a lui i compagni corsero per i prati fioriti, ridendo e scherzando,
mentre la voce di Hermione lo raggiunse: - Non hai fame, Harry? –
Harry tolse la
mano dagli occhi, spostando lo sguardo alla sua migliore amica, carica come
sempre di libri che camminava accanto a lui.
Ultimamente
Hermione era rifiorita, se prima era una ragazza carina, ora era bellissima,
sempre più spesso il suo viso, che normalmente prima era quasi sempre serio e
computo, si apriva in un dolce e allegro sorriso, mentre le sue gote si
imporporavano ogniqualvolta Harry glielo faceva notare.
L’amour! Ha
colpito anche l’impeccabile Caposcuola!
- Non molta. Ma
tu sei ansiosa di vederlo, no? – la prese in giro Harry.
Hermione gli
scoccò un’occhiata di traverso: - Non è carino che tu ti prenda gioco della tua
migliore amica, capito? -
Harry rise,
passandole un braccio sulle spalle e attirandola a sé: - Eddai… ora fammi un
sorriso, Miss Granger –
Hermione tentò
disperatamente di rimanere seria ma quando Harry esibì i suoi occhioni sgranati
da cerbiatto non riuscì a resistere e gli donò un enorme sorriso, capitolando.
- Così ti voglio!
– disse trionfante Harry.
Harry era
proprio cambiato, riflettè con affetto Hermione, da quando era tornato da Tree
Hill tutto in lui – con gran entusiasmo di tutti – attirava gli sguardi: come
se quei mesi d’assenza gli avessero particolarmente giovato, il giovane
Ragazzo-che-è-sopravvissuto-anche-all’ennesima-sfida-imposta-dal-Fato era
diventato il sogno sospirato di qualsiasi strega o mago all’intero delle mura
del castello.
Forse anche
perché Harry si trovava incredibilmente a suo agio con se stesso, senza tanti
problemi finalmente poteva guardare avanti senza timore di avere un signore
Oscuro dietro l’angolo pronto a fargli una festa a base di Cruciatus e lucette
verde brillante.
Forse perché
Harry ora si sentiva veramente se stesso, felice, amato.
Oh, sì, perché
era inutile che quelle oche delle Patil e della Brown se lo mangiassero con gli
occhi, o che quel cretino di Smith avesse lasciato per la seconda volta in
mezzo anno Ginny… Harry era impegnato. Felicemente impegnato.
A Hermione
piaceva ripeterlo tra sé e sé con leggera soddisfazione, ben conscia del suo
ruolo nell’intera faccenda: non era solita vantarsi, ma quella volta, al
pensiero di Harry così felice, si sentiva prendere da una sensazione di
compiacenza ben nota.
Se solo Ron
riuscisse ad accettarlo…
Invece no, Ron
si era man mano sempre più allontanato da loro, in particolare da lei,
Hermione.
Era una
situazione di cui tutti e tre soffrivano, nella quale però il più giovane di
casa Weasley aveva una sua buona parte di colpa.
Senza puntare
troppo il dito, era lui a non accettare le due relazioni dei suoi due
migliori amici.
Eppure Hermione
era così felice…
Non avrebbe mai
immaginato che ci fosse qualcuno con cui stabilire una relazione così forte e
così bella…
Con questi
pensieri Hermione varcò la porta d’ingresso assieme a Harry mentre questi stava
chiacchierando allegramente con Seamus e altre due ragazze che la Caposcuola
sapeva essere del terzo anno di Ravenclaw.
- Serve aiuto,
signorina Granger? – domandò una voce alle spalle della ragazza, questa non
ebbe nemmeno bisogno di voltarsi per capire chi fosse il proprietario a quella
morbida voce gentile.
- Blaise! –
Hermione si voltò alla fine e gli fece un enorme sorriso. Il ragazzo le passò
una mano sulla guancia e gliela baciò – Salve ‘Mione -
Hermione, a quel
bacio, divenne rossa e si scostò bruscamente: - Blaise! Che cosa combini? –
- Che c’è di
male a baciare la mia splendida e intelligentissima ragazza? – ridacchiò
Blaise.
- C’è di male,
Blaise – disse con severità – che siamo nell’ingresso della scuola e questi
comportamenti non sono per niente da tenere! -
Blaise
arrovesciò gli occhi: - Merlino, perché mi sono innamorato di una Caposcuola? –
- Cinque punti
in meno a Gryffindor, Granger, per aver rifiutato un pegno d’amore dal mio
migliore amico! – Draco Malfoy spuntò fuori di dietro Blaise, con un ghignetto
malevolo sul volto.
Ecco Draco
Malfoy… Hermione sapeva bene quanti e quante sospirassero alla sua venuta per i
corridoi della scuola o nelle aule.
Era di una bellezza
diversa da Harry, era quel tipo di bellezza aristocratica e lontana da
risultare per certi versi algida e irraggiungibile per i comuni mortali.
Se Hermione
potesse fare un paragone tra i due, potrebbe azzardare che Harry era il tipo di
persona più alla mano, aperta, e che quindi non c’era l’ancestrale paura di
avvicinarsi ad una meravigliosa creatura divina come invece Draco Malfoy
ispirava.
- Cinque punti
in meno a Slytherin per la condotta del suo caposcuola, del tutto inadeguata,
irresponsabile e soprattutto impicciona – rispose a tono Hermione, sistemandosi
meglio i libri che teneva tra le braccia.
Blaise
ridacchiò: - Eh sì, me la sono scelta proprio con un bel caratterino… - poi
sorrise alla ragazza premuroso – Vuoi una mano, Hermione? Sembrano pesanti –
Draco fece una
smorfia: - Che razza di mollusco romantico con gli occhi da triglia sei
diventato, Blaise! Cos’è, il buon cuore Gryffindor ha contagiato anche te? –
- Non sarebbe
male se contagiasse anche te, Draco – replicò Hermione, sorridendo.
- Si è mai visto
un mollusco con gli occhi da triglia, Draco? – sospirò Blaise – Sei un po’
confuso? -
Draco scrollò le
spalle rivolgendo ai due un sorrisino che non prometteva niente di buono.
Non era di certo
cambiato, Draco Malfoy, nemmeno dopo che Hermione aveva avuto l’occasione di
conoscerlo meglio nel soggiorno in America.
Non avevano
passato molto tempo a Tree Hill, ma certamente erano stati dei giorni molto
caotici oltre che complicati, che avevano messo in subbuglio gli animi di
molti.
Era stato lì che
Hermione e Blaise avevano stretto amicizia, trovandosi nella stessa parte, per
poi approfondire la loro amicizia e innamorarsi l’uno dell’altro.
Era stato lì che
Harry aveva passato dei giorni veramente tartassanti, tra le grinfie di
Archibald Whilher, del cugino Lukas – perché Hermione proprio non riusciva a
considerarlo una persona positiva - , e del fratellastro Nathan.
Era lì che
Hermione aveva ricevuto la sua prima strigliata da un’insegnante, o da un ex
insegnante per essere precisi, perché Remus Lupin di fatto non insegnava più a
Hogwarts.
Fortunatamente
non aveva accennato a nessuno la loro permanenza lì, se non forse a Dumbledore,
che comunque non aveva detto niente, e quindi Hermione, tornata a scuola, aveva
raccontato a tutti di essere stata bloccata nell’ala di malattie infettive del
San Mungo dove aveva avuto l’occasione di conoscere meglio Draco Malfoy e
soprattutto Blaise Zabini, ricoverati lì anche loro per la stessa, strana,
malattia.
Inoltre Harry,
al suo ritorno dall’America, era passato da loro e così, tutti insieme, si
erano dedicati alla reciproca conoscenza.
Che bella scusa…
In ogni caso,
dal loro ritorno ogni cosa sembrava essere andata al proprio posto e i giorni
stavano trascorrendo nella più completa normalità: lezioni, visite in
infermeria, partite di Quidditch, pettegolezzi…
Hogwarts non era
mai stata così tranquilla, in quel primo anno di liberazione da Voldemort e di
ritorno alla normalità dopo il rientro di Harry.
Con un sospiro,
Hermione diede qualche libro a Blaise, in modo da potersi alleggerire un po’,
si sistemò meglio la cinghia della borsa che teneva a tracolla, anche quella
stracolma di libri, e lanciò uno sguardo a Ron, che in momento era a
chiacchierare con un Hufflepuff.
Chissà…
- Come diavolo fai
a cambiare classe con tutti questi libri? – sbuffò Blaise.
Hermione rise: -
Metto un incantesimo di alleggerimento ovviamente –
- Perché, non
l’hai fatto anche adesso? -
- Volevo andare
a mangiare in fretta -
- Hai così fame?
-
Hermione gli
mise la propria mano sull’incavo del braccio: - Scemo, ero impaziente di
rivederti –
Blaise si beò di
quella frase e le baciò la fronte: - Ah, allora non sono l’unico innamorato
qui, eh? –
- Beh, - rispose
con falsa ripicca Hermione – magari potrei trovarmene un altro meno sbruffone
di te, Blaise Zabini -
Blaise liberò un
braccio dal peso dei libri e dalla presa della mano di Hermione per
allacciarglielo attorno alle spalle e attirarla a sé: - Non sia mai, Caposcuola
Granger –
- Bene –
deliberò Hermione – Ora, poiché abbiamo appurato che sei innamorato di me…
tieni – e gli diede anche la borsa.
- Hermione! -
La ragazza
sorrise, poi, guardandosi attorno, notò l’assenza di Draco.
Scosse la testa.
Come se non sapesse dove si
trovasse…
*
- Io ho fame! -
- Ma dai, vuoi farmi credere
che il tuo stomaco è più importante di me? -
L’altro gli fece la lingua,
con dispetto: - Vorrei vedere te… stamattina ho saltato anche la colazione per
arrivare in orario alla prima ora di pozioni! –
- Ti avevo detto di arrivare
puntuale… -
- Non provare a scaricare la
colpa su di me, Draco Malfoy, capito? – Harry Potter gli puntò il dito contro,
minaccioso, e gli occhi color smeraldo brillarono torvi.
Draco alzò immediatamente le
mani in segno di resa: - Beh, ammetto di avere parte nella colpa… anche se è
del tutto giustificata – gli baciò le labbra a sorpresa – Sai che non resisto
quando ti ho tra le mani… - lo abbracciò, spingendolo contro il primo albero
che trovò.
Poco prima, lasciando Hermione
e Blaise ai loro soliti ‘battibecchi’ da fidanzati, Draco avevo sottratto Harry
da Seamus e dalle due Ravenclaw che cercavano di insediarlo, lanciando occhiate
inceneritici alle due ragazze, raggelandole.
Poi lo aveva portato fuori,
nei pressi del lago.
Quel giorno splendeva il sole
e una lieve brezza primaverile si alzava per allietare le cime degli alberi che
proteggevano il piccolo angolo di paradiso dove Draco aveva portato Harry per
essere al riparo dagli sguardi indiscreti ed eventuali indesiderate interruzioni.
Inoltre il lieve venticello
increspava leggermente la superficie del lago, creando giochi di luce
deliziosi.
Un perfetto luogo dove stare
un po’ assieme.
Il loro bacio, in ogni caso,
fu interrotto dall’unica variante di disturbo che Draco Malfoy non aveva
previsto.
- Harry… - domandò staccandosi
dal ragazzo con una strana espressione sul viso – quel rumore era il tuo
stomaco? -
Harry era arrossito per
l’imbarazzo: - Tel’avevo detto che stavo morendo di fame! –
Draco sbuffò spazientito, sedendosi
poi a terra e facendo segno all’altro di raggiungerlo e sedersi accanto a lui.
- Draco, ho fame! -
- La smetti di lamentarti? –
lo fulminò con un’occhiata – Roba da matti, ha sconfitto il Signore Oscuro e
frigna come un bambino per la fame… -
- Beh, come credi che l’abbia
sconfitto Voldemort? – domandò stizzosamente Harry, incrociando le braccia al
petto ma arrendendosi e sedendosi accanto al biondo, senza però appoggiare la
schiena al tronco.
- Con la bacchetta? – azzardò
con ovvietà Draco frugando nella tasca della divisa e tirandone fuori un
sacchetto di carta.
- Con lo stomaco pieno! – lo
corresse Harry.
Draco gli rivolse uno sguardo
disgustato, poi gli diede il sacchetto: - Tieni, bisbetico -
Harry guardò per un istante il
sacchetto, poi guardò Draco, poi di nuovo il sacchetto: - Che c’è lì dentro?
Mica mi troverò una scatoletta e una proposta di matrimonio? – ridacchiò.
- Non essere ridicolo, Potter.
Il tuo stramaledetto cuore Gryffindor si può mettere in pace e non trasformarsi
in una massa gelatinosa appiccicosa come lo zucchero a velo – rispose
seccamente Draco, gli lanciò in grembo il sacchetto e incrociò le braccia
dietro la nuda, appoggiandosi completamente al tronco d’albero – E’ il tuo
pranzo. L’ho rubato dalle cucine poco prima. Gli elfi sono stati fin troppo
felici di servirmi, tranne quell’ipocrita di Dobby, che mi ha rifilato un
calcio nello stinco. E per tua informazione mi fa ancora male -
Harry prese il sacchetto che
Draco gli aveva lanciato, lo aprì e vi trovò qualche panino e un succo di
zucca.
Evidentemente Draco voleva
avere Harry tutto per sé e non divisi dai consueti tavoli delle case nella
Great Hall, per questo era andato a sgraffignare qualcosa nelle cucine, sapendo
che Harry avrebbe avuto fame, sapendo anche che Harry aveva saltato la
colazione perché si era riaddormentato nel letto di Draco dopo una notte molto
intensa e sordo ai richiami di Draco la mattina, aveva così tardato a Pozioni.
Draco non aveva mai visto
Snape così felice dal ritorno di Harry a Hogwarts.
Harry si piazzò mezzo sdraiato
sul petto di Draco, provocando al biondo un sussulto: - Come faccio a non
commuovermi e vedere tutto a cuoricini, dopo che tu hai avuto un così bel
pensiero per me? – sbattè le ciglia ripetutamente.
Draco quasi lo buttò per terra:
- La ricompensa che voglio non è certo una scena sdolcinata! – poi ghignò –
Preferisco qualcosa di più… fisico – quell’ultima parola gliela sussurrò
nell’orecchio, facendo rabbrividire il ragazzo.
Harry si staccò: - Prima fammi
mangiare… altrimenti dove le trovo le energie per sopportare la tua faccia
tosta? – borbottò.
Draco alzò gli occhi al cielo:
- Ma guarda te che fidanzato pessimo mi è toccato! –
- Non tel’ho di certo chiesto
io! – lo folgorò Harry.
- Non precisamente. Chi, dopotutto,
potrebbe resistere al mio fascino? – Draco ridacchiò – Persino il Salvatore dei
Dieci Universi ha ceduto… -
- Ma sentitelo… che arrogante
-
- Non di certo ti dispiace, eh, Harry? – gli sussurrò maliziosamente
Draco – Chi desiderava essere sculacciato ieri sera? -
Harry si morse il labbro,
leggermente a disagio: - Idiota! Sei tu il pervertito! –
Draco rise, finalmente e il
suo viso sembrò risplendere.
Harry lo guardò sorridendo,
stupendosi ancora una volta con cosa il Fato lo aveva preso in trappola: Draco
Malfoy, il Caposcuola Slytherin, era il suo fidanzato.
Chi mai l’avrebbe mai
previsto?
Harry no di certo, perché per
capire che tra di loro c’era qualcosa di più che un semplice odio
generazionale, e se ne stupiva ogni giorno che passava.
E pensare a tutto ciò che era
successo…
Addentò il panino con gusto,
biascicando un: - Grascie… - stentato.
Draco lo guardò scotendo la
testa, si abbandonò al tronco, riposandosi, chiudendo persino gli occhi.
- Senti… - cominciò dopo un po’, quando Harry era al secondo panino,
tenendo comunque gli occhi ancora chiusi – hai più sentito il tuo fratellastro?
-
Harry quasi si strozzò con un pezzo di pane, bevve un sorso di succo e finalmente rispose. Draco, in ogni caso, non lo guardò, sapeva perfettamente che gli occhi di Harry si era incupiti per un istante e con la sua semplice – e nemmeno troppo spassionata domanda – aveva sollevato un enorme e fitto polverone di ricordi, e non del tutto piacevoli.
Draco non aveva più sollevato la questione con Harry e da
quando avevano lasciato Tree Hill non aveva più chiesto nulla al suo ragazzo,
ritenendo di essere sufficientemente soddisfatto nell’aver vinto Harry e il suo
amore.
Naturalmente la curiosità era rimasta: fino a quanto si erano spinti?
Aveva mai Harry rimpianto la sua scelta?
Rimpianto…
Harry aveva scelto il giorno dopo la strenua lotta tra Draco e Nathan,
e nessuno dei due poteva immaginare con quanti pensieri quella notte nemmeno
aveva toccato letto – pressoché distrutto, inoltre -.
E così alla fine, dopo mesi, Draco glielo aveva chiesto.
Sei ancora in contatto con lui?
Devo preoccuparmi per un
‘ritorno di fiamma’?
Si ripetè mentalmente che dopotutto era ridicolo avere certi dubbi,
però, sentiva che Harry, in ogni caso, non avesse ancora dimenticato del tutto
Nathan.
E come avrebbe potuto?
Troppo presto…
Troppo forte la tempesta di passione si era abbattuta su di lui.
E Nathan non era certamente una persona semplice da dimenticare.
E lo stesso Harry ancora non era riuscito a dimenticare l’espressione
ferita sul viso di Nathan quando gli aveva comunicato che aveva scelto Draco.
Ricordava bene quel giorno.
Era mattina e quella notte non aveva chiuso occhio, era andato nella
camera di Nathan trovandolo vestito da jogging, come al solito a quell’ora, e
con due occhiaie che indicavano perfettamente che nemmeno lui era riuscito a
dormire sonni tranquilli.
Le ferite del giorno prima le aveva curate sommariamente Hermione con
un pizzico di magia e successivamente era stata Abby a prendersi cura dei due
irresponsabili feriti.
In ogni caso Harry aveva deciso di comunicare la sua decisione prima al
fratellastro: temeva che la sua reazione fosse spropositata, per questo aveva
preferito incontrarlo da solo. Pensando anche, che, dopotutto, se Nathan aveva
da dire qualcosa di particolarmente pungente e malevolo, Harry se lo era anche
meritato.
COME PUOI PREFERIRE LUI A ME?
Quella frase, gridata con tutto il fiato che aveva in corpo, aveva
spiazzato Harry. Soprattutto per l’odio e il disgusto con cui aveva pronunciato
quel ‘lui’.
Ma, Nathan… perché tanto dispregio? Non è più innaturale che avessi
scelto te?
Siamo fratelli.
Glielo aveva detto e Nathan aveva dato completamente di matto.
Forse aveva anche ragione, forse la parte dell’amante respinto non
faceva per lui, forse aveva sopportato troppo dolore in silenzio… ed essere
tradito anche dal fratello che credeva di amare era stato troppo.
Harry capiva.
Gli si era stretto il cuore quando aveva visto quella scintilla di odio
nei suoi occhi neri, quell’espressione arcigna così simile a quella di
Archibald Whilher, quella piega disumana del viso.
Mi dispiace farti soffrire così.
Nathan lo aveva guardato con odio e se n’era andato dalla camera
correndo come un forsennato. E Harry lo aveva preferito, pensando che se
fossero rimasti nella stessa stanza per ancora qualche secondo, Nathan di certo
lo avrebbe riempito di pugni.
Prese il gesto di Nathan – la ‘fuga’ – come un atto di amore.
Mi dispiace. Non volevo farti soffrire.
Aveva ripetuto.
Tale padre, tale figlio.
Aveva detto in tono estremamente triste e amaro Archibald Whilher,
sulla soglia della porta parte. E aveva guardato Harry con dolore.
Forse ricordava ancora Lily Evans. E in che modo aveva spezzato il
cuore di Dan.
Sì, perché Lily aveva ridotto il cuore di Dan in pezzi tanti piccoli
che non si era riuscito in alcun modo a rimetterli insieme.
Lily aveva distrutto Dan, aveva spezzato qualsiasi speranza di
felicità.
E nemmeno Nathan era riuscito a riempire quel vuoto incolmabile.
Ora Harry aveva spezzato Nathan.
E anche Whilher si rendeva conto che, dopotutto, quale altra scelta
aveva?
Tra le due scelte – rifiutarlo e quindi infrangergli il cuore, e accettarlo
e quindi spezzare ogni vincolo con la società, la morale e il mondo – Harry
aveva optato per la meno peggio.
Ma non avrebbe odiato Harry meno di Lily.
Harry rinsavì a quei pensieri masticando un boccone e rispondendo: -
No. Non oso -
- È terribile,
vero? – ricordava che Nathan nemmeno era presente quando erano partiti. Harry
lo aveva cercato con lo sguardo fino a quando non erano entrati in vettura.
- Sì, lo è –
Harry lasciò da parte il panino e si appoggiò a Draco che, prontamente, lo
avvolse in un abbraccio.
- Ti penti di
tutto questo? -
- No – rispose
serenamente Harry – Mi dispiace per Nathan ma… certe cose non possono avere un
lieto fine… - quasi sorrise, con amarezza, dicendo quelle parole.
Tu avresti
voluto un lieto fine con Nathan, Harry?
- Ma mi tengo in
contatto con Archibald Whilher -
Draco inarcò un
sopracciglio: - Perché? –
Harry lo guardò
negli occhi: - Dopotutto… lui ha fatto tutto questo per la famiglia… - si
tormentò il labbro – Mi fa un po’ pena… -
Draco annuì: -
Capisco. Beh, ha dovuto guardare senza fare nulla tua madre lasciare suo
figlio. È riuscito a tenere Nathan con sé, ma non ha più avuto indietro suo
figlio. E adesso ha dovuto assistere alla stessa cosa con suo figlio. Ironico –
- Non ironico… -
disse Harry – Solo molto triste. E ingiusto -
Non m’importa
se siamo fratelli!
- E come sta
Nathan? -
- Così così –
rispose indorando la pillola.
Non sta bene,
ma è troppo orgoglioso per ammetterlo.
In ogni caso
se la cava con il basket.
Sta tentando
di dimenticarti.
È forte, più
di suo padre, e forse ce la farà.
- Uhm… e tuo
cugino? Quel Lukas? -
- Dopo quello
che mi ha detto Hermione non credo di voler proprio parlargli ancora… - ammise
Harry – In ogni caso sta bene -
- E… ti dispiace
aver lasciato Tree Hill? -
- Che scelta
avevo, Draco? Ho sempre desiderato una famiglia, ma dopo un po’ ci si stanca di
sperare… ed ecco che appare una famiglia intera dall’America, per colpa di mia
madre. E io che avevo sempre creduto che lei fosse… senza macchia, così
innamorato di mio padre… -
- Harry… -
- Lo so, non
dovrei condannarla… ma… fa male, ecco. Faceva male. Poi mi sono
ritrovato Nathan… -
Nathan…
Nathan e I suoi
baci ardenti, le sue blande promesse e la sua testardaggine.
No, a lui non
sarebbe interessato andare contro tutti e tutto.
Ora che aveva
trovato una persona da amare, non si sarebbe tirato indietro, ma Nathan era
un’irresponsabile e un impulsivo, figurarsi se non combattesse.
E inoltre Nathan
era un animo ardente, fin troppo, forse.
Però…
Erano fratelli e
Harry proprio non riusciva a scordarlo, né avrebbe potuto: se fosse successo…
il risultato sarebbe stato veramente disastroso.
- Avrebbe potuto
essere una famiglia… - disse a voce bassa Harry.
Draco annuì
distrattamente.
- Ma ora sei
felice, Harry? – domandò mentre un’oscura nube di dubbio investiva il suo cuore
– Sei felice? -
Harry… lo
vuoi?
Harry sorrise,
baciando leggermente le labbra di Draco: - Naturalmente. Come non potrei
esserlo? –
Mamma… grazie
per il tuo segreto.
Mi è servito.
Mi ha
aiutato.
E così ho
conosciuto Draco.
*The End*
Credevate che
fosse finita qui?
Ma no, dai, che
i fan di Nathan si consolino, è arrivato il loro turno!
Epilogo 2
La luce del sole
morente entrava nella stanza a varie riprese, inframmezzata dal movimento discontinuo
della tenda.
Harry si asciugò
il velo di sudore che imperlava la sua fronte, sospirando, resse con una mano
la sbarra di ferro che doveva reggere la tenda.
Era in piedi
sopra la lunga scala, cercando di sistemare la tenda di fronte alla finestra della
piccola sala.
- Ma guarda che
mi tocca fare… - sibilò astioso verso la povera sbarra.
Quasi
arrendendosi scese dalla scala, spostandola a lato mentre inforcava la
bacchetta che teneva nella tasca della camicia a quadri che indossava.
Con due semplici
e silenziosi incantesimi sistemò la tenda al suo posto, con occhio critico,
osservò il suo lavoro e decise di non preoccuparsi troppo per la piega storta
che aveva preso.
Sospirò
nuovamente, irritato.
Ci mancava anche
la tenda adesso! Come se non avesse abbastanza problemi al momento!
Si massaggiò un
attimo il collo, guardandosi nel frattempo attorno, fissando con aria
compassionevole la piccola saletta ingombra di oggetti sparsi ovunque e
scatoloni messi uno sopra l’altro alla rinfusa.
Il solo pensiero
di doverli anche aprire e mettere a posto il loro contenuto era angosciante.
Diede
un’occhiata al suo orologio da polso.
Le otto.
Beh, una pausa
poteva anche concedersela…
Andò in cucina,
osservando con indubbio orgoglio l’unico locale dell’appartamento con una
parvenza di ordine, ovviamente nemmeno andò dal frigo, che avrebbe in ogni caso
trovato vuoto, ma afferrò una sedia per sedersi e riposare.
In quel momento
Harry sentì una chiave girare nella serratura, alzò di scatto la testa,
sentendola scricchiolare per la velocità e la violenza con la quale aveva
operato il gesto.
Passi
affrettati, un borsone appoggiato per terra, e finalmente Nathan apparve nella
soglia della cucina, con due sacchetti di plastica in mano.
- Beh? Già
stanco? -
Harry gli
rivolse un’occhiata minacciosa: - Non ti lamentare sai? Ho dovuto sistemare
tutta la cucina e la camera da letto… lasciami due secondi di calma! Almeno hai
fatto la spesa… -
Nathan gli fece
un sorriso storto, appoggiò i sacchetti sul tavolo e si chinò per posare un
bacio sulle labbra di Harry.
- Non mi dai
nemmeno il bentornato? -
- Cucini tu? –
domandò Harry – Perché se cucini tu potrei darti un bacio! -
Nathan fece una
smorfia: - Approfittatore –
Harry sgranò gli
occhi, nella perfetta imitazione di un quanto più dolce potesse esserci al
mondo, in modo da commuovere il fratellastro.
Nathan
resistette stoicamente per poi capitolare quando Harry cominciò a sporgere il
labbro inferiore.
- E va bene… ma
adesso dammi un bacio come si deve -
Le loro labbra si scontrarono con dolce violenza, come sempre, Harry
avvolse le mani alla nuca di Nathan, attirandolo a sé mentre quest’ultimo si
chinò per raggiungere meglio le labbra dell’altro, appoggiando le mani una sul
tavolo e l’altra sullo schienale della sedia, per tenersi in equilibrio.
Immediatamente le loro lingue si scontrarono, ballando sulle note della
loro passione e sensualità.
Quando si staccarono entrambi sorridevano.
Nathan gli diede un buffetto affettuoso sul naso prima di raddrizzarsi
e togliersi la pesante felpa della sua nuova squadra di basket.
Andò a frugare nei sacchetti, guardando alternativamente i due alimenti
appena estratti, per un attimo sul viso si dipinse un’espressione corrucciata,
poi sospirò.
- Com’è andata oggi l’allenamento? – domandò Harry, divertito da quella
scena.
- Jackson ha fatto il suo primo canestro… - rispose laconicamente
Nathan.
Lo disse in tono così asciutto che quasi preoccupò Harry.
Stai soffrendo la nostra scelta?
- Ti dispiace? – chiese di getto.
- Beh, almeno alla fine qualcosa di buono l’ha fatta – replicò Nathan –
Vai pure a farti la doccia, ci penso io alla cena -
- Intendevo… ti dispiace essere qui? – chiarì Harry.
Nathan lo guardò duramente: - Non essere ridicolo, Harry, sai che per
noi era l’unica soluzione… -
- Lo so… solo… - Harry prese un profondo respiro – A Tree Hill hai
lasciato tutto… la tua squadra, il tuo posto di capitano… e tu ami così tanto
il basket… -
Nathan lo guardò con tenerezza: - Tutti e due abbiamo rinunciato a
qualcosa, ma non per questo sono pentito della mia scelta. Tu lo sei? -
- Assolutamente
no! Solo… -
- Solo? -
- Niente… vado a
farmi la doccia – si alzò tristemente dalla sua sedia, andando in bagno.
Quando fu sotto
il getto della doccia, Harry si lasciò cullare dai suoi pensieri: erano passati
due mesi dal giorno in cui Whilher era venuto a Hogwarts per rivelargli di
avere un fratellastro.
Ora Harry viveva
assieme a quel fratellastro lontano non solo da Hogwarts ma persino da Tree Hill,
il luogo nel quale era cresciuto Nathan.
Avevano deciso
di lasciarsi tutto alle spalle e rincominciare da zero in un'altra città non
solo perché Nathan ormai non riusciva più a sopportare le menzogne del nonno,
ma anche perché intuivano entrambi gli ostacoli che ben presto si sarebbero
interposti tra loro e la felicità.
Harry era sempre
stato conscio che aveva operato una scelta difficile il giorno in cui aveva
rifiutato l’amore di Draco Malfoy.
Sapeva bene di
aver rifiutato, seppur tacitamente, la possibilità di avere una vita più
tranquilla e serena, con meno problemi. E probabilmente anche l’opportunità di
conoscere meglio e forse apprezzare anche Draco Malfoy.
Ricordava il suo
sguardo, duro e ferito.
E così… hai
scelto lui. Avrei dovuto immaginarmelo.
Tu e i guai
andate sempre a pari passo.
Lo aveva detto
però con voce falsamente fredda.
Non è una
questione di guai, Draco Malfoy, è una questione di amore.
Draco aveva
alzato le spalle.
Se lo dici
tu.
Beh, ti
auguro buona fortuna, ti servirà.
Harry non aveva
confutato quell’augurio, sapeva che c’era del vero, ma aveva comunque
rimproverato Draco. questi aveva annuito e gli aveva voltato le spalle, il
giorno dopo era partito per Hogwarts assieme a Blaise e Hermione.
La sua migliore
amica lo aveva abbracciato con le lacrime agli occhi, dispiaciuta per la scelta
di lasciare Hogwarts.
Non ci
ripenserai, vero?
Ricorda
comunque che io sono dalla tua parte.
Harry gli aveva
accarezzato i capelli e baciato la tempia come si fa ad una sorella particolarmente
affezionata.
Il tuo
sostegno conta molto per me.
Ti voglio
bene, Hermione e… cerca di parlare con Ron se puoi.
Hermione gli
scriveva ogni tre giorni, chiedendogli sempre se tutto andava bene, se avesse bisogno
di aiuto, se gi servisse una mano. Harry ringraziava il cielo di avere un’amica
così cara.
In ogni caso
Harry e Nathan avevano lasciato Tree Hill una settimana dopo la partenza di
Hermione, Draco e Blaise con Remus Lupin, quest’ultimo era comunque tornato da
Harry per portargli il nulla osta per lasciare Hogwarts ed essere trasferito
alla Scuola Superiore di Magia di New Orleans .
Lì Remus aveva
trovato loro un appartamento e aveva aiutato Harry a trasferire i suoi soldi
dalla Gringott ad una banca locale, convertendo la moneta magica con i dollari.
Nathan
ovviamente aveva un fondo che aveva sfuso dalle sostanze della famiglia
Whilher, aveva salutato la madre con freddezza e si era lasciato tutto dietro
le spalle senza molti rimpianti.
Nella nuova città
aveva preso a frequentare la scuola pubblica ed era entrato immediatamente
nella squadra di basket, per ora senza il rango che aveva prima di capitano.
Harry invece si
era trovato molto bene nella nuova scuola: non era un castello prestigioso come
poteva essere Hogwarts, ma lasciava ai ragazzi la possibilità di alloggiare
fuori dal complesso studentesco, nella cittadina, per questo Harry tornava a
casa dopo le lezioni e poteva stare così tanto tempo con Nathan.
Inoltre il suo
nome era sulle labbra di tutti lì, e dal primo colloquio con il giovane preside
aveva notato una scintilla di orgoglio nei suoi occhi, come se si sentisse ora
in dovere di poter guardare Dumbledore dall’alto in basso ora che aveva lui
Harry Potter sotto la sua ala protettrice.
No, Harry non
aveva ripensamenti in merito alla sua situazione attuale solo…
Temeva che
Nathan non avesse accettato la loro nuova vita: era una persona orgogliosa,
abituata a vincere, ad essere osannato a Tree Hill.
Ora si ritrovava
ad essere solamente un giocatore come un altro, particolarmente bravo e abile,
oltre che veloce, che raramente sbagliava canestro, ma non aveva lo stesso
prestigio di prima, non era capitano, per dirne una.
Inoltre aveva
sempre vissuto con Abby che si prendeva cura di ogni pasto, con il nonno che si
occupava di tutto ciò che non andava bene.
Ora invece
abitava con la sola compagnia e spalla del suo fratellastro mago, che però
vedeva raramente, tra allenamenti e scuola, inoltre non era abituato né alle
faccende di casa né alla cucina.
Harry aveva
timore che da un momento all’altro Nathan si stancasse di quella vita fatta di
privazioni.
E invece, fino a
quel momento, sembrava che vivessero una vita famigliare relativamente serena.
Nathan passava
ore e ore al campo da basket della scuola per allenarsi e affinare la sua
tecnica, per salire di grado in fretta. Aveva cominciato a imparare a cucinare
persino.
No, per
lamentarsi non si lamentava, anzi, a Harry era parso più che felice, e prima di
lasciarsi andare al sonno ristoratore, Nathan avvolgeva in un abbraccio stretto
Harry, tenendolo contro di sé con dolcezza e protezione, come se avesse timore
che il ragazzo sparisse nottetempo, lasciandolo solo.
E prima di
addormentarsi, puntualmente gli sussurrava all’orecchio: - Ti amo – come una
dolce litania.
Harry si
frizionò i capelli con forza, sorridendo nonostante i suoi brutti pensieri,
mentre passando di fronte alla porta della cucina per dirigersi in camera, vide
Nathan imprecare contro un povero e innocente uovo in camicia.
Vestito in fine
di tutto punto, raggiunse Nathan in cucina, odorando il profumo di cibo che si
era sparso per casa.
La mia casa.
La nostra
casa.
- Giusto in
tempo – esclamò Harry, occhieggiando affamato la tavola imbandita.
Nathan gli
rivolse un’occhiata da sotto in su: - Non aspettarti troppo… ho lasciato
bruciare l’uovo –
- Di nuovo? –
ridacchiò Harry prendendolo un po’ in giro.
Nathan gli tirò
lo strofinaccio con cui si stava pulendo le mani in faccia.
- Dai,
scherzavo! – sorrise il fratellastro.
- Domani tocca a
te. E farai anche il mio turno di dopodomani – chiarì Nathan, sedendosi e
mangiando anche lui.
Harry alzò gli
occhi al cielo: - Lo so… lo so –
- E mi
raccomando evita… -
- … schifezze come
queste – completò la frase Harry – Lo so, me lo dici tutte le volte – gli
sorrise – Vivere con atleta non è una passeggiata -
- Infatti non ho
mai capito come faccia tu a mangiare tutto quello che mangi ed essere un
cercatore così veloce… -
Harry rise.
Nathan aveva
sempre avuto una certa vena di precocità, per questo aveva imparato in fretta a
convivere con un mago: aveva appreso in una settimana tutti i termini maghi da
Harry, per essere più vicino al ragazzo nel momento del bisogno.
Si era subito preoccupato
dell’accoglienza che i maghi americani potevano riservargli – lui era abituato
a fare a botte con suo cugino e comunque ad attraversare molte difficoltà nella
sua ex scuola, per questo aveva timore che con la magia la vita di Harry nella
sua nuova scuola fosse più difficile. Inoltre aveva paura che la natura candida
e generosa di Harry potesse essere per il ragazzo un punto debole – e aveva
preteso da Harry che gli spiegasse per filo e per segno il suo mondo.
Per potergli
essere più vicino e poterlo aiutare.
Ovviamente si
era tranquillizzato quando aveva fatto la conoscenza di alcuni nuovi amici di
Harry ed era venuto a sapere della sconfinata fama del suo fratellastro.
Nathan gli
lanciò un’occhiata: sembrava felice, mangiava lieto e gli raccontava delle cose
capitate quel giorno.
Sembrava
veramente essere felice.
E Nathan lo era
per riflesso.
Quanto lo amava…
ormai non avrebbe potuto più spiegarlo, tanto erano forti i suoi sentimenti per
lui.
E il loro
vincolo di sangue?
Non
m’importa.
Che cosa si
poteva pensare del loro legame?
Stavano assieme,
come persone normali, incuranti delle regole della società, erano felici. Per
questo si prendevano il lusso di non incolparsi di alcun peccato.
Che peccato
c’era nell’amare?
Harry notò lo
strano sguardo di Nathan, così intenso che era capace persino di trapassarlo
parte per parte: - Che cosa c’è? Hai uno sguardo strano… -
Nathan non
rispose a parole, appoggiò la forchetta sul piatto, provocando un lieve
tintinnio e si allungò per prendere la mano di Harry, la strinse, sorrise
lievemente.
Harry ricambiò
la stretta, sorpreso, ma grato.
Forse Nathan
sembrava avere un carattere troppo irruente, a volte arido, ma Harry ormai lo
conosceva bene, dietro il suo comportamento duro era ben lontano da non essere
sensibile alle altrui, soprattutto
quelle del fratello.
Non sarai
felice scegliendo Nathan.
Gli aveva detto
Lukas, un giorno a scuola, prima che Harry partisse.
E come sarei
felice? Scegliendo te?
Aveva risposto
Harry con una punta di astio nella voce. Per quanto avesse tentato, cercare di
inquadrare Lukas non era semplice.
Inizialmente
aveva pensato di aver trovato un amico ma, da quanto aveva sentito da Peyton e
Hermione… forse non lo conosceva così bene come credeva, o aveva creduto.
Aveva tradito
Brooke con Peyton, e aveva litigato poi con entrambe, poi aveva nascosto la
‘verità’ cogliendo però l’occasione per fare una predica a Nathan, del tutto
ingiustificata.
Forse. Ma
forse sarebbe stato meglio se tu fossi andato con il biondo.
Ma hai scelto,
no? Immagino che non tornerai indietro.
Harry aveva
scosso la testa.
No. Non
rimpiangerò la mia scelta.
E per la prima
volta Harry aveva sorriso, rispondendo a testa alta e con serenità.
Se stava anche
sbagliando, nessuno aveva diritto di proibirgli di tentare di essere felice.
Non sempre si ha quello che si desidera, l’importante era seguire la sua scelta
e tentare almeno.
Per non
rimpiangere.
Per sperare
ancora.
Perché non
cel’avrebbe fatta a rinunciare a Nathan.
Mai.
- Ora sei tu che
mi stai guardando strano – disse Nathan.
Harry scosse la
testa, come per dirgli che no, non c’era niente.
- Sono felice –
disse solamente.
Nathan gli
sorrise ancora: - Anche io lo sono. Ti amo, Harry –
Che importanza
aveva la società?
Nessuna.
E il sangue?
Alcuno.
Mamma, mamma,
ti rivelo un segreto:
amo mio
fratello
come nessun
altro.
*The End.*
Mistress Lay
Note
conclusive:
E ci siamo, con
questo diciannovesimo capitolo, si conclude questa fic.
Spero che siate soddisfatti/e
di questo epilogo, perché mi sono scervellata nel decidere che fare… e alla
fine ho scelto la possibilità meno originale e più scontata che avessi mai
potuto scegliere! >.<
Ma ho deciso
così, per rendervi tutti felici.
Perché, in
fondo, ho anche io un cuoricino che batte nel petto. (ma dai, non l’avrei mai
detto!?)
Inoltre… visto
che molti di voi hanno chiesto una lemonuccia… ovviamente qui non la
posso mettere ma se volete, visto che l’ho scritta per Hachi, potete
richiedermela al mio indirizzo mail… XD
In ogni caso, se
volete rintracciarmi per chiedermi qualcosa delle fic o altro, o solamente per
chiacchierare un po’… io sono sempre qui! *.*
Grazie
innanzitutto al vero fautore di questa fic, James, perché con la tua sfida mi
hai spronato a scrivere questa strana fic! XD
Grazie a chi
commenta, i veri focolai della mia ispirazione. Le vere pietre miliari. Chi mi
fa sorridere e chi mi fa dannare. Grazie.
Grazie
soprattutto a Moony che si è sopportato questo delirio, ripresa per ripresa,
grazie alla mia Big Sis Kira, che ha ispirato, non volendo.
Grazie alla
madrina, Elecam28, alla mia adorata moglie, Mistica, a quel tesoro di
fann1kaoriyuki.
Grazie a tutti
coloro che mi hanno seguito fin dai primi capitoli, a chi mi ha letto a varie
riprese, a chi ha letto la mia fic tutta insieme, a chi sta leggendo ora per la
prima volta.
Grazie ancora a
tutti i recensitori.
Spero di
ritrovarvi nelle mie fic correnti o nelle prossime.
In caso
contrario grazie.
Grazie per le
vostre emozioni.
E per quelle che
mi avete trasmesso.
In ordine di
apparizione (e grazie anche a chi ha aggiunto questa storia tra i preferiti!):
Jackie Hooker,
piropiro,
Moony*,
Michelle Malfoy,
NamiTheNavigator,
LadyBlood,
Stè_Wormy,
James_Prongs,
debby-potter,
Kaylin,
waa,
Eliz,
Rowan_Mayfair,
kristima,
pop,
ekslytherin,
Kira,
lily2000,
mistica,
ely_scorpioncina,
hermione rad,
Slytherin Girl,
Aviendha,
Lunastortalupin,
Baby,
fairy81,
Mimi88,
Lalia,
ysal pax,
Bellatrix Malfoy,
giulia,
Wichita Kid,
empire,
Captain,
nora,
haley,
millie,
BloodyMoon,
panuela,
MORFEa,
nox,
gorgeous,
Shade_Scary,
kitten 85,
ragazza
interrotta,
Isilya,
reader,
veve,
_darklily_,
briciola 88,
natty,
lal23,
aryVano’90,
Katiya,
emissariadisaturno,
kandra,
bittersugar,
elecam28,
Lelorinel,
Nal,
saso,
mezzosecolo,
Zafirya,
ziz,
evanescence88,
Jelly Shy,
Duda,
fan-chan,
manako,
verity,
sara,
Resha,
Streghetta
Potterina,
gokychan,
fann1kaoriyuki,
tess4ever,
DJKIKA,
Lunatica86,
iris,
mono,
IAIA119,
Lucy,
suicidal_love,
Fife,
Selene_90,
fuyumi chan,
LadyDepp,
Gloria_Potter,
Slytherina,
Rea 14.
Spero di aver capito
bene gli eventuali cambi di nick… se no, perdonatemi, e date la colpa alla
fretta… >.<
Bax bax,
COMMENTATE!
Miss