Invisibile e libera
24 maggio 2012, Firenze.
Una ragazza corre sotto la pioggia. È una bella ragazza snella, non molto alta, con i capelli lunghi e castani rinchiusi in una treccia bassa, leggermente scalati. I suoi occhi erano alquanto allungati, marroni con qualche venatura azzurra. Era proprio a causa dei suoi occhi che scappava. Tre zoticoni di terza media, violenti e senza un briciolo di umanità, avevano preso a pedinarla e poi ad inseguirla, lanciandole parolacce ed insulti. Fortunatamente, la ragazza riesce a svicolare ed a perdere di vista i tre ragazzi, poi con un cellulare era riuscita a chiamare la Polizia, che accorre veloce. Racconta tutto l’ accaduto ai poliziotti con voce ferma e sguardo duro e poi segue con lo sguardo un poliziotto e i tre ragazzi. Dai suoi occhi spuntano prima due lacrime, poi ne seguirono altre. Era troppo che quella storia andava avanti. Non ne poteva più. Da un mese, ormai, veniva sbeffeggiata, insultata e inseguita da quei tre ragazzi, tutto a causa dei suoi occhi. E solo oggi riusciva a denunciare il fatto.
Si materializzarono tre snelle figure vicino a lei: Sadako, Letizia e Valentina, le sue sorelle, la guardavano preoccupate.
“Ma sei tutta bagnata! Vieni, mettiti qui sotto.”disse Letizia abbracciandola. Era vero: il suo abito era ormai fradicio. A dire il vero era un serafuku riadattato: era un bel vestito blu a giromaniche con una gonna a piegoline lunga fino al ginocchio. Sotto indossava una camicetta bianca, dei calzettoni bianchi che le arrivavano sotto le ginocchia e delle ballerine blu di vernice. La ragazza sentì i ricci neri e vaporosi della bella sorella maggiore sul viso e si sentì riconfortata. Sadako le diede il suo giubbotto pesante e Valentina le offrì un pacchetto di Smarties. Letizia fu subito messa al corrente dei fatti dal poliziotto, che commentò: “Vostra sorella è stata molto saggia e coraggiosa. Non è da tutti chiamare la polizia spontaneamente, e considerando come vanno le cose per lei…”. A questo punto terminò diplomaticamente la frase.
All’ improvviso una grande folla si radunò vicino a loro: erano giornalisti e semplici curiosi. Provarono a fare qualche domanda alla ragazza, che era tristissima e non aveva per niente voglia di parlare con degli estranei, ma Valentina si indignò e gridò: “Ma non avete alcun rispetto per i sentimenti altrui? Sloggiate! Mia sorella non vuole parlare, è distrutta. Lasciatela stare, è già abbastanza provata di per sé, non vi ci mettete anche voi!”.
Poi le quattro sorelle se ne andarono, sotto gli occhi stupiti di tutti. La ragazza ringraziò Valentina, la sua sorellina, che riusciva sempre a sbloccare le situazioni imbarazzanti, e si chiese perché mai provasse ancora quella strana sensazione di impotenza e profonda tristezza che aveva sperimentato durante quei giorni da incubo.
Hello! Mi scuso tanto se il capitolo è corto, ma questa era una FF di 19 pagine(!) scritta tutta di seguito, il che per me è un vero e proprio record! Spero che seguirete questa storia fino alla fine e che vi piaccia, essendo una storia un po' vecchiotta (l' ho finita a giugno del 2012) il cui stile ovviamente non è il massimo...
Lasciate qualche recensione! Ci conto!
See you!
-Puff