Anime & Manga > Cage of Eden
Ricorda la storia  |      
Autore: XShade_Shinra    24/01/2013    1 recensioni
Dopo aver spiegato ai presenti che anche loro, nonostante l’inferiorità numerica, avrebbero avuto dei punti di forza – primo tra tutti la conoscenza del territorio e in secondo luogo la manovrabilità e la possibilità di comunicare meglio rispetto a un gruppo più nutrito –, Mariya divise i presenti in tre gruppi, escludendo Kirino e le due Miina e naturalmente la professoressa Kurusu: il gruppo di Sengoku, quello di Yarai e il proprio.
Tutti furono d’accordo, pronti a organizzarsi per sferrare l’attacco al campo di Nishikiori, ma un componente della squadra Yarai non sembrava particolarmente soddisfatto della scelta.
«Mariya, posso parlarti un attimo?», chiese Yamaguchi al piccolo terzo leader.

[ SPOILER! - Shounen-ai - Yamaguchi x Mariya ]
[ Fanfiction partecipante al COW-T 3 indetto dalla community maridichallenge ]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Guerrilla Tactics-
Dopo aver spiegato ai presenti che anche loro, nonostante l’inferiorità numerica, avrebbero avuto dei punti di forza – primo tra tutti la conoscenza del territorio e in secondo luogo la manovrabilità e la possibilità di comunicare meglio rispetto a un gruppo più nutrito –, Mariya divise i presenti in tre gruppi, escludendo Kirino e le due Miina e naturalmente la professoressa Kurusu: il gruppo di Sengoku, quello di Yarai e il proprio.
Tutti furono d’accordo, pronti a organizzarsi per sferrare l’attacco al campo di Nishikiori, ma un componente della squadra Yarai non sembrava particolarmente soddisfatto della scelta.
«Mariya, posso parlarti un attimo?», chiese Yamaguchi al piccolo terzo leader.
[SPOILER! - Shounen-ai - Yamaguchi x Mariya]
Fanfiction partecipante al COW-T 3 indetto dalla community maridichallenge

-Titolo: Guerrilla Tactics
-Autore: XShade-Shinra
-Manga: Cage of Eden (Eden no Ori)
-Personaggi/Pairing: Takashi Yamaguchi, Shirou Mariya / Yamaguchi x Mariya
-Genere: Sentimentale, Introspettivo, vagamente Fluff
-Warnings: Shounen-ai, WI/MM, SPOILER!
-Prompt COW-T 3 (1° settimana): Guerra
-Rating: Giallo
-Capitoli: One Shot
-Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come d'altronde i fatti in essa narrati. Inoltre questi personaggi non mi appartengono (purtroppo...), ma sono proprietà dei relativi autori; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro ma solo per puro divertimento.
-Note: La serializzazione di Cage of Eden è terminata e il finale è... DISAPPOINTED! E non dirò altro sul finale, almeno non qui su EFP (c'è il LJ per queste cose), ma ci tenevo a far sapere la mia opinione in merito. Manga geniale e finale terrificante... grrr... *la imbavagliano e la riportano in clinica*.
Nella FF Mariya dice "Tattiche di guerrilla" e non "guerriglia" perché a parer mio l'avrebbe chiamata con il nome originale.
Detto questo, auguro buona lettura a tutti! ^^



- Guerrilla Tactics -


«Tattiche di guerrilla», disse deciso Mariya – piedi ben piantati a terra, braccia incrociate ed espressione determinata, come quella di un vero leader. In una situazione del genere non si poteva permettere che nella mente degli altri si insinuasse il verme del dubbio. Quel piano avrebbe funzionato.
Altrimenti sarebbero morti. Tutti quanti.
E non per mano delle bestie che abitavano quel luogo ma dei loro stessi simili.
Oltre al danno, pure la beffa.
La guerra faceva veramente schifo.
Dopo aver spiegato ai presenti che anche loro, nonostante l’inferiorità numerica, avrebbero avuto dei punti di forza – primo tra tutti la conoscenza del territorio e in secondo luogo la manovrabilità e la possibilità di comunicare meglio rispetto a un gruppo più nutrito –, Mariya divise i presenti in tre gruppi, escludendo Kirino e le due Miina e naturalmente la professoressa Kurusu: il gruppo di Sengoku, quello di Yarai e il proprio.
Tutti furono d’accordo, pronti a organizzarsi per sferrare l’attacco al campo di Nishikiori, ma un componente della squadra Yarai non sembrava particolarmente soddisfatto della scelta.
«Mariya, posso parlarti un attimo?», chiese Yamaguchi al piccolo terzo leader.
Mariya si voltò verso di lui, affatto sorpreso in realtà, e annuì.
Immaginava già quale sarebbe stato l’argomento principale di quella discussione, ma aveva tanto sperato che quello zuccone di Yamaguchi avesse avuto il buon cuore di non chiedere nulla.
Mariya lasciò Rion, con la quale stava parlando, e seguì l’altro pochi metri lontano dagli altri, giusto il tanto per non essere sentiti. O visti.
«Non mi vanno bene le squadre». Yamaguchi, diretto, andò immediatamente al punto.
«Qual è il tuo problema? Sono squadre calibrate», obiettò rude l’altro.
Il rappresentante del consiglio studentesco guardò in alto, come a chiedere un intervento divino.
«Mariya,» lo chiamò, posandogli le mani sulle spalle, «voglio stare in squadra con te».
Il ragazzo più basso non fece una piega a quella richiesta. Era abbastanza sicuro che Yamaguchi glielo avrebbe detto.
«Non posso», rispose fermo, sentendo la pressione sulle spalle crescere un po’. «Non siamo bambini che vogliono stare assieme al proprio “compagnetto di giochi”, ho scelto le squadre in modo che siano calibrate secondo la necessità del piano e secondo le capacità del singolo». Alle parole particolarmente marcate di Mariya, Yamaguchi assottigliò lo sguardo.
«Non sei il mio compagno di giochi», mise bene in chiaro. «E lo sai benissimo», aggiunse, spingendo il ragazzino contro il tronco di un albero e bloccandolo con il proprio corpo.
«Ehi, Yamagu—», Mariya non fece in tempo a sgridarlo che l’altro gli tappò la bocca con un bacio, facendolo gemere.
Nonostante l’ostruzionismo iniziale, i due proseguirono quel bacio esplorandosi la bocca reciprocamente, come se volessero dirsi tutte quelle parole che troppe volte avevano abbozzato per metà, non volendo mettere allo scoperto i propri sentimenti in un mondo dove la morte camminava mano nella mano insieme a ogni individuo lì presente.
Il bacio terminò in uno schiocco umido, e i due rimasero talmente vicini che a ogni parola le loro labbra si sfioravano vicendevolmente.
«Permettimi di stare al tuo fianco, Mariya», insistette Yamaguchi. «Ti prego».
«No», rispose l’altro, fermo sulla propria decisione.
«Perché no? Posso benissimo prendere il posto di qualcun altro che sta nella tua squadra, per esempio di Ooguro».
«Non insistere», sibilò l’altro, prima che un secondo bacio li zittisse nuovamente per alcuni secondi.
«Mariya, non posso sopportare di saperti combattere contro qualcuno senza che io possa essere là accanto a te», gli sussurrò, baciandolo di nuovo. Sentivano che questa battaglia sarebbe stata durissima, ancora peggiore di quella contro il Gigantopiteco.
Mariya sospirò e si appese alla camicia dell’uniforme scolastica dell’altro, chiedendosi perché si fosse innamorato di uno stupido di quel calibro. «Perché vuoi stare accanto a me?», chiese diretto, allontanando un poco il viso per poterlo guardare negli occhi.
L’altro si prese qualche secondo per organizzare bene il proprio pensiero e rispose nella maniera più semplice possibile: «Perché voglio proteggerti».
Le guancie di Mariya erano già rosate a causa del bacio, ma si scurirono appena per le parole del ragazzo – nonostante fosse psicologicamente preparato. Si frequentavano da poco, ma in quell’isola era impossibile non conoscere il proprio compagno a tutto tondo, standoci insieme ventiquattro ore al giorno e vivendo incubi che non sarebbero mai stati dimenticati; ecco perché Mariya aveva già la risposta pronta.
«Ed è esattamente contrario ai principi della guerrilla», rispose, sorprendendo il rappresentante del consiglio studentesco. «La guerrilla è attacco, non difesa. Una guerrilla che si difende ha perso in partenza, perché è l’attacco la loro stessa difesa. Non posso permettere una cosa del genere. Ci farai perdere».
Yamaguchi incassò il colpo delle dure parole del compagno e abbassò lo sguardo. «Non mi importa. Per me l’importante è non perdere te, Mariya. Io tornerei indietro a salvarti anche se ne andasse della mia stessa vita». Agli occhi di Mariya, per un attimo, Yamaguchi diventò Zaji, che lo aveva massacrato di botte ed era andato a cercare Oomori nella tana del nemico. Scrollò la testa, allontanando quella visione, ma non bastò. Si ricordò la scia di sangue che, come un tappeto rosso, segnava la via percorsa da Zaji per morire, ma al posto del teppista c’era Yamaguchi alla fine di quel precipizio.
Mariya, semplicemente, esplose: «Non voglio che tu muoia! Io non sono portato per il combattimento, verrò ferito di sicuro e non voglio che a per causa della mia debolezza tu possa essere ucciso!». Il ragazzo si accorse troppo tardi di avere urlato, e trasalì per le sue stesse parole. Si girò verso gli arbusti che li nascondevano dagli altri e li vide in lontananza. Non sembravano averlo udito.
Non voleva che qualcuno venisse a sapere della relazione che aveva con il rappresentante del consiglio studentesco, non per il momento. Non poteva rischiare che scoprendolo gay, nonché parte passiva della coppia, qualcuno potesse mettere in dubbio la sua leadership come braccio destro di Akira o, peggio, isolarlo e additarlo come debole.
Yamaguchi lo fece girare gentilmente verso di sé e gli accarezzò il volto. Quelle parole significavano realmente tanto per lui.
«Sarebbe bello morire, sapendoti salvo», replicò dolcemente Yamaguchi, posando delicatamente le labbra contro quelle di Mariya, solo per un attimo.
Mariya guardò altrove, particolarmente interessato a un albero con tre buchi – uguali a quelli che aveva anche visto Yarai tempo prima, anche se lui questo non poteva saperlo – e borbottò: «Inoltre, se ne accontentassi uno, magari anche altri vorrebbero cambiare squadra e nascerebbero dei malumori: anche questo è inaccettabile per lo spirito della guerrilla. Siamo pochi e dobbiamo essere il più compatti possibile».
Yamaguchi sospirò.
Come al solito, Mariya aveva vinto.
«Ok», asserì, baciando la guancia del ragazzo. «Però sappi che ti terrò d’occhio».
Yamaguchi lasciò le spalle di Mariya e si incamminò verso gli altri. Sentiva una stretta al cuore, ma ciò che il compagno gli aveva detto gli avrebbe dato la forza per lottare in quella notte.
Mariya lo guardò mentre si avvicinava a Yarai e iniziava a parlare con lui, volendo prendere un po’ di confidenza con il suo capo squadra. Ci sarebbe stata ancora una cosa da dirgli, ma era riuscito a contenersi: in realtà la squadra di Yarai era squilibrata, perché era composta dai componenti più forti – Mami a parte. Mariya aveva messo volutamente Yamaguchi in quella squadra perché sperava che, combattendo con i migliori e arrivando come ultimo gruppo, ci sarebbero state per lui meno possibilità di morire. Anche Mariya, infatti, si preoccupava per lui, e a modo suo lo difendeva, anche se usava il cervello e non i muscoli.
Ma di questo sporco gioco Yamaguchi non avrebbe mai dovuto sapere.

§Owari§
XShade-Shinra

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Cage of Eden / Vai alla pagina dell'autore: XShade_Shinra