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Autore: Bale    25/01/2013    1 recensioni
"Sentiva ancora il respiro di Katherine sulla pelle.
Non aveva neanche fatto la doccia, come per paura di lavare via quei ricordi, quelle sensazioni.
Non voleva dimenticare, non poteva lasciare che lei uscisse completamente dalla sua vita"
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Noah
 







Sentiva ancora il respiro di Katherine sulla pelle.

Non aveva neanche fatto la doccia, come per paura di lavare via quei ricordi, quelle sensazioni.

Non voleva dimenticare, non poteva lasciare che lei uscisse completamente dalla sua vita.

Avrebbe lasciato che mantenesse un posto nel suo cuore, il più buio e il più nascosto perché Katherine era sempre stata per lui una gioia segreta.

Non aveva mai parlato di lei ai suoi fratelli, non ne aveva mai parlato neanche con gli amici. Se l’era sempre tenuta stretta, nascosta. Aveva sempre avuto paura di rendere la cosa troppo reale perché le cose reali hanno il brutto vizio di finire male.

Si passò una mano tra i capelli, mentre con l’altra teneva ben saldo il suo cellulare.

Voleva chiamarla, ma sapeva di non poterlo fare.

Era finita, non doveva far altro che farsene una ragione. Non sarebbe stato affatto semplice, ma doveva farcela, doveva almeno provarci.

Un’assistente di volo gli passò accanto. Lo guardò con aria di sfida, poi gli ricordò di spegnere il cellulare.

Lui sorrise imbarazzato, poi eseguì.

Sprofondò nel sedile, sempre più giù, sempre più a fondo. Si portò le mani alle tempie, aveva un gran mal di testa. Quasi rimpianse di non aver fatto una bella doccia calda prima di correre all’aeroporto. Ne avrebbe avuto tutto il tempo e nessuno lo avrebbe disturbato nella sua camera d’albergo.

Sospirò rumorosamente.

L’assistente di volo passò di nuovo tra i sedili. Questa volta gli chiese se desiderava qualcosa. Lui scosse la testa quasi infastidito. Aveva voglia di dormire, di dimenticare. A volte desiderava essere un robot, desiderava poter azzerare la sua mente, resettarla completamente e ricominciare tutto dal principio.

Chiuse gli occhi e si abbandonò a quel momento, a quella situazione.

Si trovava su un aereo diretto a Roma. Sarebbe arrivato in poche ore e l’indomani sarebbe stato ospite in una storica libreria del centro per la presentazione del suo nuovo libro.

Faceva lo scrittore da pochi anni, ma aveva già raggiunto un discreto successo.

Almeno quel traguardo era riuscito a raggiungerlo, non era un totale fallito.

All’improvviso desiderò di non aver mai incontrato Katherine, di non essersene mai innamorato. La sua vita sarebbe stata abbastanza complicata anche senza di lei, anche senza amore.

Jack, il protagonista di uno dei suoi libri, riteneva invece che tutto quello che abbiamo passato, bello o brutto che sia, ha contribuito a plasmarci, a renderci quelli che siamo. Secondo lui, quindi, non bisognava mai rimpiangere nulla.

Sorrise. Fu un sorriso di disperazione.

Possibile che i suoi migliori amici fossero fatti di carta? E soprattutto erano personaggi che aveva creato lui stesso e che in un certo qual modo avevano un pezzo di lui nel profondo.

Avrebbe voluto prendersi a calci da solo per aver pensato a Jack come a un esempio da seguire, come qualcuno da cui accettare consigli.

Riaprì gli occhi divertito. L’aereo era ormai quasi pieno. Il decollo era imminente.

Roma. La città eterna. La città dell’amore.

Portò lo sguardo da finestrino, con la speranza di intravedere già qualche monumento, magari il Colosseo oppure la Cupola di San Pietro.

Amava Roma e forse, in quel momento, la amava anche più che in passato perché era l’unica città che lui e Katherine non avevano mai visitato insieme.

Era sempre andato da solo in Italia, non si era mai portato dietro neanche il suo agente. Era il paese che amava di più al mondo. Quei paesaggi e quei monumenti riuscivano a dargli una pace interiore che gli permetteva di scrivere libri su libri, pagine e pagine in pochi giorni, in pochi mesi.

Una volta era andato al mare al sud, in un paesino della Calabria. Aveva visitato anche la Puglia, la Sicilia e aveva degustato dei vini in Toscana. Forse avrebbe potuto trasferirsi lì, in Italia. Avrebbe ritrovato se stesso, la gioia di scrivere e soprattutto quella di vivere. Si sarebbe allontanato per sempre da Katherine e da tutto ciò che lo aveva fatto soffrire. Sarebbe cambiato, sarebbe diventato un uomo migliore, un uomo diverso.

Scosse la testa per imporsi di ritornare in sé. Stava un po’ esagerando.

Magari avrebbe potuto semplicemente comprare una bella villa, magari in riva al mare.

L’avrebbe tenuta come rifugio, non ci avrebbe mai portato nessuno. In fondo molti personaggi famosi possedevano delle ville in Italia, molti autori avevano scritto opere bellissime guardando quelle montagne, quei paesaggi, quei mari.

Si addormentò senza neanche accorgersene, mentre Londra diventava sempre più lontana.

L’Italia era vicina, e con lei mille meraviglie.

   
 
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