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Autore: JoiningJoice    25/01/2013    2 recensioni
E per dieci anni la donna trasformatosi in mostro aveva borbottato un’unica frase sensata. Incessantemente.
- Non sono stata io. E’ stata lei. Non sono stata io. E’ stata lei. Non sono stata io. E’ stata lei, lei, lei, LEI.-
Genere: Horror, Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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    Per dieci lunghi anni l’essere che occupava la stanza 206 non fece altro che mugolare in un angolo, lo sguardo vitreo, folle, rivolto verso il nulla. Per dieci anni la creatura che un tempo era stata una donna si era trascinata fino alle sbarre della sua cella, aggrappandosi ad esse con le mani via via più pallide e rugose, quasi verdastre, mummificate, e aveva cominciato a muoverle con violenza, ringhiando frasi sconnesse.
    E per dieci anni la donna trasformatosi in mostro aveva borbottato un’unica frase sensata. Incessantemente.
    - Non sono stata io. E’ stata lei. Non sono stata io. E’ stata lei. Non sono stata io. E’ stata lei, lei, lei, LEI.-
    

    E poi, un giorno, grosse braccia robuste vennero a sollevare le scheletriche braccia della mummia, e lei venne trascinata via, gli stopposi capelli penzolanti di fronte al viso, una smorfia di terrore sulle labbra raggrinzite.
    Urla agghiaccianti la circondavano, urla di donne che si agitavano convulsamente attorno a lei, urla e sguardi scavati e mani imploranti e unghie sporche e insanguinate che le sbarre non potevano fermare, e il mostro che era stato una donna si ritrovò a pensare alle urla di John.
    Il suo, suo John. John, che LEI aveva portato via un giorno di settembre. John, che da LEI era tornato, più e più volte.
    La mummia si era illusa di poterlo possedere. Di poter far sì che John fosse definitivamente suo. Ma quando finalmente era tornato per rimanere, quando finalmente la mummia - che un tempo era stata una bellissima donna di nome Rose - avrebbe potuto averlo per sé, John non c’era più.
    Rose, la mummia, ricordava il volto di John. I suoi capelli scuri e ondulati e soprattutto i suoi occhi azzurri; occhi che non l’avevano più guardata, dopo che LEI se n’era andata. Occhi che non potevano più vedere.
    Che nonostante tutto cercavano LEI.
    E così l’aveva liberato. Aveva compiuto il suo dovere di brava moglie, aveva brandito il suo coltello da cucina - quello con cui John tagliava il tacchino nel giorno del Ringraziamento, quando ancora le apparteneva - e gli si era parata di fronte. Non avrebbe mai potuto colpirlo alle spalle. Non era una donna vile, e poi gli era piaciuto guardare il volto di suo marito trasformarsi in una maschera esangue mentre lo colpiva con violenza al petto, più e più volte.
    Ed era certa che tra un urlo e l’altro, John l’avesse ringraziata.
    E poi si era tenuta i suoi occhi. Gli occhi azzurri di John.
    E John aveva potuto vederla di nuovo.
    Ma non era quello che la mummia ricordava; non era quello a interessarla, in quel momento. Erano le urla.
    E dopo dieci anni, la donna mummificata piegò le labbra in un bieco sorriso pensando a quanta poca differenza c’era tra le urla del suo virile uomo e gli strepiti di quelle donne impazzite.


    E poi la donna mummia guardò il dottore e il dottore guardò lei. Stava ancora sorridendo quando lui le puntò il chiodo nell’incavo tra l’occhio e il naso.
    - Un’ultima parola, signorina Bootes?-
    E la mummia aprì la bocca piano, poiché sorridere le era costato fatica, e parlare lo avrebbe fatto ancora di più.
    - Occhi azzurri. Come quelli di John, prima che quella puttana me li portasse via. Lo ha ucciso lei. Lei è stata. Non io. Lei…quella troia infame.-, fece una pausa, aggrottando le rade sopracciglia. - La guerra.-
    E poi la mummia che un tempo era stata una bellissima donna di nome Rose guardò il giovane dottore esprimere tutto il suo disappunto in una smorfia disgustata e in un secco, rapido colpo di martelletto.
    E il suo mondo divenne il nero mondo di John.






La prima storia che pubblico dopo tre anni è una storia originale che nulla ha a che fare con ciò che scrivevo tre anni fa. Una one-shot nata come Creepypasta e che mi ha regalato non poche soddisfazioni in fase di stesura...beh, vediamo come va.

Spero vi abbia regalato almeno un brivido!
   
 
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