Due anni fa mi ero chiusa in bagno e a terra piangevo come una disperata.

Ma era normale, era un adolescente e queste situazione sono nella norma.

Due anni fa infatti mi imposi che dovevo essere forte e che non dovevo piangere mai.

Così il momento in cui, per un motivo che neanche ricordo, scoppiai in lacrime fu qualcosa di colossale.

Fu come se tutte le ansie del periodo, le tristezze, le rabbie, le paturnie avessero trovato sfogo in quel pianto che era cominciato per un motivo banale.

Due anni fa successe qualcosa che non avrei mai previsto e che probabilmente non accadrà più.

A piangere, in bagno, mi trovò papà.

Due anni fa insistette per farmi uscire da lì e per andare a sederci in cucina.

Due anni fa mio padre, e questo non era mai successo, mi parlò tantissimo.

Due anni fa mentre qualcuno cercava di consolarmi, e neanche questo era mai successo, ho continuato a piangere senza trovare la forza di smettere.

Due anni fa mio padre mi raccontò cose bellissime e mi viene rabbia, perché non le ricordo tutte.

Mi disse che neanche lui era perfetto, che il suo lavoro non ci consentiva di vivere nel lusso e questo la sapeva fin dall’inizio, e lo sapeva anche mia madre quando l’ha sposato.

Mi disse che lei aveva deciso di stare comunque insieme a lui, nonostante lo prevedesse.

Pensai che questo discorso non aveva niente a che fare con il momento, ma era così bello sentirlo parlare che non dissi nulla.

E mi disse anche che non potevo tenermi tutto dentro, perché lui l’aveva fatto, e il suo stomaco non lo reggeva più.



 
Due anni dopo, nello stesso bagno, sola, nel tempo tra una notte e un’alba, totalmente impassibile, totalmente vuota, presi un rasoio e mi tagliai le braccia.





Scusate lo sfogo,

TooManySecrets.