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Autore: Lena1897    26/01/2013    2 recensioni
Sono passati dieci anni dal diploma di Blaine, che ora vive a Los Angeles e lavora come insegnante in un liceo di cui co-dirige il Glee Club. Ha una vita piuttosto tranquilla, ma riceve una mail del prof. Schuester che minaccia di cambiare tutto.
Dal prologo:
Blaine e Victoria la fissano stralunati e poi si guardano. Hanno negli occhi la stessa muta domanda: quanto devono essere cretine due persone per sposarsi al solo scopo di ottenere in affidamento un'adolescente despota bionda?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Blaine Anderson, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Puck/Quinn
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Hollywood è uno stramaledetto covo di serpi
 
 
Hollywood è uno stramaledetto covo di serpi. Tina ci ha fatto l'abitudine, dopo anni passati ad interpretare ruoli minori e a fare comparse come l'orientale del gruppo ha sviluppato una certa assuefazione ai sorrisi finti ed ai casting che non passerà mai. Per fortuna il sabato mattina c'è quel piccolo rituale che si perpetra con rassicurante puntualità: il brunch alla caffetteria “Vulcano” con Blaine. Arrivano praticamente insieme, incontrandosi sulla porta. Ordinano, parlano del più e del meno e poi arrivano al solito discorso.
«L'hai saputo?»
«Saputo cosa?» Domanda Blaine con aspettativa.
«Dell'aggiornamento della lista presenti alla riunione delle Nuove direzioni. Pare che ci saremo tutti. E con tutti intendo... tutti!» L'ex Usignolo esita, ha quasi paura di chiederlo.
«...Kurt ci sarà?»
«Viene direttamente da Parigi. Non che mi stupisca insomma. Se Rachel viene da New York e Artie smolla il Canada non vedo perché Kurt non dovrebbe...»
«Perchè Parigi è in Europa. E perché Kurt non ha mai dato segnale di voler intrattenere rapporti con nessuno di noi, a parte Rachel» le fa notare, torturando il suo cupcake, giocando a togliere i piccoli smarties che lo decorano. 
«Non è vero. Alle mie email di Natale ha sempre risposto» mormora lei, meno vivace.
«Anche alle mie, per quello che vale» risponde nello stesso tono da cane bastonato. 
 
 
***
 
Guardare la porta non è sufficiente, deve varcarla. Il prof. Schuester è davvero combattuto tra una vocina che gli dice di andar via e far finta di niente ed una seconda, quella della coscienza (con un tono estremamente simile a quello di Emma) che gli impone di fare l'uomo e chiedere scusa alla Coach Sylvester. Will entra nell'ufficio di Sue e la trova immancabilmente a fare esercizio con i pesi. L'ufficio non è cambiato, se non si tiene conto dei nuovi sette trofei nazionali vinti dai Cheerios nel corso degli anni. Nel vederlo l'allenatrice posa il peso da tre chili sul pavimento e si mette in piedi, lisciando le pieghe della parte superiore della tuta.
«Ma guarda, il signor “Mi è morto il barbiere negli anni '90 e sono troppo fedele per trovarne uno nuovo” ha deciso di venire a farmi visita. A che devo l'onore?» William è già estremamente pentito di aver ceduto alla coscienza, ma con uno sforzo ed un sospiro si fa coraggio. 
«Sue, so perché ti comporti così...»
«Così come, William?» Domanda lei con estrema noncuranza.
«So che tieni ai ragazzi e sei offesa perché non ti ho chiesto di venire con noi a Los Angeles, privandoti dell'occasione di rivederli» stavolta è il turno di Sue di inspirare e scegliere il tono più neutro possibile.
«Come se mi importasse qualcosa della fine che hanno fatto» sbotta andandosi a sedere dietro la scrivania «Se non si sono presi il disturbo di farsi sentire durante questi anni è evidente che non ne avevano l'interesse. Quindi perché dovrei essere io ad interessarmi a loro?»
«Perché gli vuoi bene. E perché sai che i ragazzi a volte sbagliano o semplicemente dimenticano» Sue si trova a stringere le labbra e guardare altrove «Vieni a Los Angeles, un accompagnatore in più fa sempre comodo e alle cheerleader che sono nel glee darebbe carica sapere che tu sei lì a tifare per loro»
«Io, tifare per il Glee club?!» Ma già il tono è più morbido, di resa «L'unico motivo per cui non rifiuto è per sbattere in faccia un bel “Ve l'avevo detto” a te ed al tuo stupido gruppetto di aspiranti falliti quando non vi classificherete nemmeno tra i primi dieci» a Will scappa un sorriso, sa bene che alla resa dei conti Sue sarà quella che applaudirà più forte, perché infondo nelle Nuove Direzioni ci crede, solo che non le piace ammetterlo.
«Prepara le valige, si parte tra tre settimane» annuncia avviandosi alla porta.
«Will» Lo richiama Sue quando ormai sta richiudendosela alle spalle, costringendolo a fermarsi per ascoltarla. Un momento di pausa in cui sembra che stia per dire qualcosa di sentimentale «I tuoi capelli fanno comunque schifo» conclude annuendo, fiera di sé stessa.
«Grazie, Sue» risponde lui, scuotendo il capo e richiudendosi la porta alle spalle.
 
***
 
Mercedes fa vibrare il suono per un'ultima volta regalando al pezzo la chiusura eccezionale che tutti si aspettano. Da dietro il vetro dello studio di registrazione il suo produttore applaude lentamente e le sorride soddisfatto; mentre la sua assistente sventola il suo cellulare, lasciandole intuire che ci sia qualcuno che la cerca. 
«Greg, abbiamo finito per oggi?» domanda togliendosi le cuffie.
«Sì, Mercedes, puoi andare. Domani alla stessa ora»  le raccomanda mentre lei esce dalla cabina di registrazione per raggiungerli nella sala del mixer. Ascoltano la canzone che ha registrato, una ballad intensa e che sa di Blues vecchia maniera «Fra due mesi, la passeranno in tutte le radio»  Assicura il produttore pienamente soddisfatto.
«Non vedo l'ora!»  Gongola lei «Beh, allora a domani. Grazie a tutti, ragazzi»  saluta i due tecnici e poi Shelly, l'assistente, che le restituisce il cellulare.
«Ti ha chiamato mezzo mondo mentre stavi registrando»  le annuncia come se fosse una cosa entusiasmante.
«Davvero? Sarà successo qualcosa di importante»  mentre lo dice scorre le quindici chiamate perse, quasi tutte le chiamate vengono dai ragazzi del glee «Sarà per la rimpatriata » spiega più sollevata.
«Gli dirai del tuo debutto da solista?»  Shelly le tiene la borsa mentre lei esamina anche messaggi ed Email.
«Non lo so, probabile»  le risponde dopo averle sorriso «A domani» ripete prendendo la borsa ed uscendo dallo studio di registrazione. Non appena è fuori mette su gli occhiali da sole e scorre la rubrica, trovato il nome che cerca pigia sul touch screen il tasto di chiamata. Quattro squilli.
«Mercedes, tesoro, lo sai che ora è qui?»  Domanda una voce acuta ed arzilla.
«Beh, non deve avere molta importanza visto che non hai il tono di uno che stava dormendo»  all'altro capo sente qualcuno dire “Kurt, raccroche*”. Una voce chiaramente maschile «Kurt che stavi facendo?»  Domanda non certa di volerlo sapere.
«Etien je t'en prie, donne-moi un minute*»  sente dire avendo la sensazione che Kurt abbia allontanato il telefono, chiaramente parla all'altra persona «Mercedes sarei occupato con una... cosa»  Dopo di che rumori strani.
«Kurt...?» 
«Ciao, Mercedes»  Una voce strascicata, inconfondibile «Sono certo che hai un ottimo motivo per chiamare con la consapevolezza che qui siano le 4 del mattino. Ma io e Kurt eravamo nel bel mezzo di un round di sesso riappacificatore quindi...»  Mercedes non ha mai saputo cosa l'altro stesse per dire perché con un isterico “Sebastian” e probabilmente qualche gomitata Kurt si è riappropriato del cellulare.
«Scusa... Mercedes... Mercedes ci sei ancora? … Pronto?»  Mercedes non parla per un minuto buono.
«Kurt, era Sebastian Smythe quello con cui ho appena parlato?»  Stavolta è il sopranista a tacere «Beh, ti chiederei che diavolo ci fai con lui, ma sfortunatamente per me credo di averlo capito» 
«Mercedes, non è come pensi»  La interrompe frettolosamente.
«Non, importa. Mi spiegherai quando ci vedremo»  dice mantenendo un tono duro, ma anche aperto al dialogo «Ti avevo chiamato per questo, ho letto il messaggio di Rachel in cui c'era scritto che vieni a Los Angeles. Volevo dirti che non vedo l'ora»  il tono ora è più tranquillo, amichevole.
«Anche io non vedo l'ora»  c'è un sorriso nel tono di Kurt “Sì anche io non vedo l'ora. Possiamo tornare al mio...” dovunque dovesse tornare non si seppe mai perché con buona probabilità la bocca di Sebastian era stata chiusa in malo modo «Senti, ti chiamo tra qualche ora, quando sarò più lucido e... solo, soprattutto» 
« Okay... ma Kurt, quando verrà il momento me la devi spiegare nei dettagli perché questa davvero è quasi impossibile da capire» 
«Lo farò. Ciao, Mercedes» 
«Ciao, Kurt» 
Durante la telefonata Mercedes ha fatto cinque isolati e si è ritrovata in uno dei tanti Starbucks di Los Angeles. Victoria ha già occupato un tavolo e quando la vede sventola la mano in sua direzione. La cantante le sorride, va al banco e prende le ordinazioni per entrambe per poi raggiungerla.
«Ciao grande star» 
«Non sono una star, Vicky. Non ancora almeno»  Le dice poggiando cappuccino e caffè marocchino sul tavolo prima di abbracciarla, per poi prendere posto.
«Allora, come va con l'album?»  Domanda interessata.
«Tutto alla grande» Victoria intuisce subito che c'è qualcosa. Di solito Mercedes comincia a parlare delle canzoni che registra e non la smette più.
«Chi è che ci ha ripensato e non viene alla rimpatriata delle Nuove Direzioni?» La interroga con un velo di amara consapevolezza.
«No, nessuno» risponde subito la Diva soul sulla difensiva «Anzi, è ufficiale che anche Artie torna dal Canada per quel Week end» 
«Allora qual è il problema?» Insiste . 
«E' che... ho appena sentito Kurt»  Indugi su indugi.
«Rachel non ha detto che lo ha sentito e che viene anche lui?»  Domanda perplessa.
«Sì, e ci ho parlato poco fa al telefono e me lo ha confermato...»  
«Beh, grandioso, no?»  Intercala entusiasta «E' grandioso, giusto?!»  Insiste, visto che l'altra non partecipa alla sua allegria «Mercedes che cavolo succede? Insomma so che tu adori Kurt. Tu e Blaine non fate che parlare di Kurt e nelle rare volte in cui ho avuto modo di parlare con Rachel lei mi ha rimbambito di aneddoti su Kurt. Così come tutti. Insomma con voi è una specie di “Tutti pazzi per Kurt” cosa che, lasciamelo dire, è strana ma che mi ha contribuito a creare attorno a lui un velo di eccitate mistero in questi dieci anni. Mistero che non vedo l'ora di scoprire» 
«Kurt sta con un altro»  Sputa fuori all'improvviso. Victoria si zittisce e per qualche secondo osserva il suo caffè.
«Va bene. Insomma, nessuno ha presupposto che dovesse darsi al celibato. Dopotutto Blaine è sposato con me...» 
«Sì ma non è la stessa cosa. E poi c'è dell'altro» Pausa, inspirazione, espirazione, scrollata di capo, occhi bassi, rassegnazione «Kurt sta... io credo, in realtà sono più che sicura, che Kurt stia con Sebastian Smythe»  Rialza lo sguardo per cercare quello di Victoria e la trova attonita.
«Quel Sebastian Smythe?» Non che si possa equivocare ovviamente, ma vuol essere certa di aver capito bene. Il triste annuire di Mercedes è la sentenza che mette fine ad ogni dubbio «Porco. Diavolo. In. Catene.»  Sillaba dando una volontaria testata sul tavolo.
 
***
 
«Noah Puckerman!» Quinn, in piedi in mezzo al salotto, le mani ai fianchi le sopracciglia contratte, in pieno stato di delirio «Ti avevo chiesto di fare una sola cosa. Una!» Puck sul divano sta per replicare ma lei lo blocca con un cenno della mano «Dovevi prenotare il volo per Los Angeles per noi tre e per Sam. Dovevi prenotarlo entro ieri sera perché poi sarebbe scaduta la promozione. Dimmi, Noah, perché sono andata in agenzia a ritirare i biglietti e mi hanno detto che non c'era nessun biglietto da ritirare?» Il tono è andato in crescendo ed alla fine si è fessurizzato in una specie di ringhio felino.
«Calmati, Fabray»
«Non dirmi di calmarmi, Puck! Ti avevo chiesto una sola cosa. Io mi occupo della casa, delle bollette, di tua figlia. Ti avevo chiesto solo di prenotare quei maledettissimi biglietti entro ieri» Puck si alza e dal retro del Jeans tira fuori una busta bianca e la offre a Quinn. Aprendola trova tre biglietti più il ridotto per Lisa. Confusa guarda l'altro negli occhi, balbettando .
«Sono passato a prenderli questa mattina. Mitch non te l'ha detto?»
«Non c'era. C'era Ellis, lo stagista che mi ha solo detto che non c'erano biglietti a nostro nome. Ho pensato che...»
«Che io non li avessi prenotati» consapevole al punto di non arrabbiarsi nemmeno «Il pensiero che Ellis sia più fatto di Heidi a cui le pecorelle fanno ciao e che quindi fosse inattendibile non ti ha nemmeno sfiorato, vero?» Evidentemente colta in fallo la ex capo cheerleader stringe le labbra ispirando, in imbarazzo «E' bello fregarti ogni tanto, mammina» a Quinn scappa un sorriso, la postura si scioglie e si avvicina a Noah per abbracciarlo «Hey, hai saputo di Kurt?»
«Cosa? Ha ritrattato e non viene?» Domanda allarmata.
«No, per venire viene. Solo che viene con Sebastian Smythe. In tutti i sensi a quanto pare»
 
***
 
«Rimarrai per sempre il mio migliore amico» 
«Anche tu... Ti amo» 
«Perché lo stiamo facendo allora?» 
«Perché sappiamo entrambi che non è abbastanza. Finirà come la prima volta» 
«Non ti tradirò, Kurt, non questa volta» 
«So che sei sincero. Il punto è che non lo sappiamo. Potrei tradirti io. Parigi è così lontana, Blaine» 
«Non importa. Se anche dovessi trasferirti su Marte, io ti amerò per sempre» 
«Questa è la cosa più triste e al tempo stesso la più meravigliosa. Che ci ameremo per sempre, anche se non stiamo più insieme» 
«Quello che non capisco è perché... se non è la distanza il vero problema, perché?»
«Adesso sto per dire una cosa che non si dovrebbe mai dire. Ma vuoi la verità e te la meriti. Per quanto io ti ami, Blaine, amo di più me stesso e fin tanto che sarà così non posso tenerti legato a me. Non sarebbe giusto»
«Canteresti con me? L'ultima volta...» 
«Cosa vuoi cantare?»  
Blaine prende la chitarra e comincia la versione acustica di una fin troppo nota canzone di James Morrison. Kurt si inserisce nei pezzi che dovrebbero essere di Nelly Furtado. Le loro voci armonizzano perfettamente e sui loro volti, nei loro occhi lucidi c'è tutto il dolore di una separazione inevitabile. Quasi in contemporanea scene una lacrima mentre cantano i due versi finali  “Let me hold you for the last time/It's the last chance to feel again
«Addio, Blaine» Momora andandosene, prima di sentire la risposta dell'altro.
«Arrivederci, Kurt» singhiozza lasciandosi andare sul letto. 





Traduzioni:
* Kurt, riaggangia
** Etien (diminuitivo di Sebastien, francese di Sebastian), ti prego, dammi un minuto



Note dell'autrice: Credo di dovervi serie spiegazioni dopo questo aggiornamento xD
Intanto la prima scena che non era assolutamente prevista, ma che ho DOVUTO scrivere perché ho adorato Tina e Blaine insieme nella 4x11. Dai, non dite no, m'ha fatto troppa tenerezza lei. Non avrei mai pensato di accoppiarli fra l'altro prima di ieri, quindi...
Non odiatemi per il Kurtbastian. Non è colpa mia... è che ho questa passione per le coppie che non stanno né in cielo né in terra (tipo la Drarry, per chi bazzica Harry Potter). Più non si possono vedere, più io ci vedo tensione sessuale repressa. Devo farmi curare, lo so. 
Vi avevo promesso l'accenno di Quik. E' corta lo so. Ma pian piano provo a dare spazio a tutti. Notare Puck in modalità Gossip Girl, uno dei miei momenti di maggior demenza. Il flashback finale l'ho inserito perché c'è chi mi aveva chiesto perché Kurt e Blaine si fossero lasciati, ecco, qui un po' si capisce. (ho rubato un po' la filosofia a Samantha Jones, del resto se dovevo ispirarmi a qualcuno, tanto vale ispirarmi ad un'icona)
Finalmente un po' di musica... adesso sembra un po' più glee... o no? Boh xD
   
 
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