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Autore: Rik Bisini    16/08/2007    2 recensioni
Albus Silente, assieme al fratello Aberforth, festeggia il compleanno di Ariana.
SPOILER riguardo a morte di personaggi e circostanze cruciali nella narrazione dell'ultimo volume.
In "Harry Potter and the Deathly Hallows" conosciamo molto meglio il passato di Albus Silente e la storia della sua famiglia. Gli elementi emersi a riguardo di questo passato mi hanno suggerito una risposta alla sfida proposta da tempo da Doralice sul sito "AccioFanfiction".
Traccia: « Albus pesca un vecchio ricordo dal suo Pensatoio... Scegliete l'era e i personaggi che preferite, ma la fanfction deve essere scritta dal punto di vista di Dumbledore, deve essere una one-shot e deve contenere: un incantesimo di Appello, un pygmy-puff, una tazza di cioccolata calda e un ritratto ».
Genere: Triste, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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SPOILER riguardo a morte di personaggi e circostanze cruciali di "Harry Potter and the Deathly Hallows".

Buon compleanno, Ariana

Albus Silente si mosse silenziosamente nella piccola stanza stracolma di libri e pergamene, dove un ragazzo di circa sedici anni dai capelli color castano-rosso stava scrivendo alla luce di una lanterna ad olio. La sua penna d'oca tracciava rapidamente le parole in una calligrafia ariosa.
« Nella disciplina della Trasfigurazione » stava scrivendo, « è dato un risalto prevalente alla condizione che si vuole raggiungere eseguendo l'incantesimo. Può osservarsi tuttavia che mentre è alla portata di molti maghi cambiare un topo e dargli l'aspetto di una tazza da té, non altrettanti riescono ad ottenere una tazza da té da un pygmy-puff. Questo è proprio da attibuirsi al fatto che la natura di quanto viene trasfigurato può essere rilevante al pari della forma che si vuole ottenere. Questa importante premessa, avvalorata da studi che si descriveranno nel paragrafo successivo, assume... »
Il ragazzo alzò il capo, riponendo la penna nella boccetta di inchiostro e, presa la bacchetta dalla veste, toccò delicatamente la tazza da tè, vuota, che si trovava sopra ai libri impilati sulla piccola scrivania. Con un sorriso, agitò la mano ed al posto della tazza apparve una creatura viola dall'aspetto di una piccola palla pelosa. Un altro gesto e riapparve la semplice tazza in ceramica che era sui libri in precedenza.
« Albus, » chiamò la voce di una donna, « è pronto in tavola! »
Il ragazzo voltò i suoi occhi azzurri verso la porta e rispose: « Un secondo, ora vengo! »
« ...un'importanza essenziale nel momento di affrontare il problema della Trasfigurazione del Bundimun. » concluse il giovane Albus Silente.
Si alzò, dirigendosi verso la porta, del tutto indifferente alla presenza del suo anziano alter-ego nella stanza. Quest'ultimo uscì lentamente dalla stanza per raggiungere pochi passi più in là l'Albus ragazzo, accanto ad un ragazzo di poco più giovane con i medesimi occhi azzurri.
« Eccomi, Aberfoth. » annunciò Albus con un breve sorriso.
« Anche oggi chiuso nella tua stanza? » osservò Aberforth, « Non potresti dedicare il tuo tempo ad Ariana? Ti ricordi che oggi compie dodici anni? »
« Adesso starò con voi, » replicò Albus pacato, « ma volevo portarmi avanti con l'articolo da scrivere per "Trasfigurazione Oggi", stammattina ».
Aberforth gli rivolse un'occhiata di disapprovazione, mentre si grattava sotto un'ascella. Dal suo corpo proveniva distintamente odore di capra. Albus passò oltre continuando a sorridere.
Il vecchio Albus Silente sospirò. La stanza e la figura di Aberforth cominciarono a sbiadire e svanirono. Nel suo ufficio della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts l'anziano Preside si concesse un secondo sospiro.
Nel Pensatoio ora i pensieri, né liquidi, né gassosi, vorticavano riflettendo il suo volto, restituivano l'immagine dei suoi occhiali a mezzaluna, della sua barba bianca, del suo naso storto. Pose le mani attorno al bacile e lo collocò nell'armadietto in cui era solito ospitarlo. Si rivolse verso un variopinto uccello che era appollaiato su un trespolo lì accanto.
« Fanny. » disse, « Credo che quest'anno uscirò ».

Il piccolo, sporco locale era permeato da un forte odore caprino. Mentre il sole volgeva al tramonto, la luce nell'ambiente si faceva sempre più fioca. Albus Silente sedette ad un tavolino e attese pazientemente. L'uomo al bancone del bar servì una bottiglia di FireWhisky ad un grosso omaccione, che sembrava reggersi a malapena sulle gambe. Poi diede le spalle alle sala ed iniziò a passare sulle stoviglie uno straccio lurido.
Quando il locale rimase in penombra, l'uomo agitò una bacchetta ed alcune lanterne si accesero. Poi prese una lanterna ed accese anche quella, sistemandola sul bancone. Mentre era intento ad accendere la fiamma, incontro gli occhi di Albus Silente.
« Ti servo qualcosa? » domandò secco l'uomo.
« Hai una cioccolata calda, Aberforth? » chiese Silente.
L'altro assentì con un grugnito. Trafficò dietro al bancone per dieci minuti. Poi si avvicinò al Preside, portando una tazza sbeccata, riempita da un cioccolato fumante, pieno di grumi.
« Ti va bene? » gli chiese senza dolcezza.
Albus annuì senza guardare la tazza, ma fissando il volto del fratello.
« Sarebbe stato il compleanno di Ariana, oggi. » disse.
Aberforth non replicò. Tornò al bancone. Si chinò e mostrò ad Albus un ritratto di una bambina, che teneva sotto.
« Lo ricordo bene. » puntualizzò, « Da quando è morta non ne ho dimenticato uno. Tengo sempre il suo ritratto vicino a me, ad ognuno dei suoi compleanni ».
« È un bel ritratto. Molto somigliante. » osservò Albus. « Io non ho che i suoi ricordi. Di solito, in giorni come questo, scelgo di guardare uno dei suoi compleanni felici, fra le vecchie immagini del mio Pensatoio ».
Aberforth sbuffò.
« Per quello che posso sapere non sono ricordi lunghi. » insinuò, « Non avevi modo di passare il tuo tempo con lei, sbaglio? »
Albus non replicò.
Aberforth sollevò con delicatezza il ritratto. Si avvicinò al tavolino del fratello e scostò con un rude gesto una sedia. Sedette. Il ritratto di Ariana sorrise all'indirizzo ora dell'uno, ora dell'altro.
« Accio Burrobirra! » recitò Aberforth. Una bottiglia attaversò la sala per giungere sul palmo dell'uomo.
« Bevo qualcosa accanto a te. » annunciò, tracannando poi un grosso sorso della bevanda direttamente dalla bottiglia.
« Un ritratto somigliante. » ripeté Albus guardando il viso infantile della sorella, « Quando era accanto a te, Ariana aveva spesso questo sorriso sul viso ».
« Già. » borbottò Aberforth. « Proprio somigliante. Lo aveva sempre quando eravamo tutti assieme per il suo compleanno. Peccato ne abbia festeggiati tanto pochi ».
Il suo sguardo si perse in direzione della tela.
« Penso che sarebbe felice di sapere che questa volta la stiamo ricordando insieme. »
Albus guardò il fratello da sopra i suoi occhiali a mezzaluna. « Allora dovremo onorare tutti gli anni in questo modo la sua memoria. » suggerì.
Aberforth si asciugò le labbra con una manica della veste.
« Io sono sempre alla "Testa di Porco", Albus, se ci tieni sai dove trovarmi. Sempre che Hogwarts e il Wizengamot decidano di fare a meno di te. »
Il Preside riprese. « Nessuno ha il diritto di sottrarci il tempo che vogliamo dedicare a coloro che amiamo, a quelli che sono fra noi ed a quelli che non lo sono più ».
Aberforth si soffermò sul volto del fratello con la coda dell'occhio. Non commentò la frase, ma sollevò la Burrobirra verso l'alto.
« Buon compleanno, sorella, dovunque tu sia. » disse.
« Buon compleanno, Ariana. » gli fece eco Albus. « Con tutto il mio affetto ».

   
 
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