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Autore: Beitris390    26/01/2013    4 recensioni
Un nuovo banchetto per i Vedovi Neri, un nuovo ospite, un nuovo enigma.
Genere: Commedia, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando Thomas Trumbull giunse alla riunione mensile dei Vedovi Neri, al grido di “uno scotch e soda per un moribondo, Henry!”, l'ospite della serata era già stato presentato a tutti da Geoffrey Avalon, l'anfitrione.

Tom! Eccoti, finalmente!” esclamò Emmanuel Rubin vedendolo arrivare, con una decisa sfumatura di irritazione nella voce.

Jeff, chi è il tuo ospite?” chiese Trumbull trafelato, ignorando deliberatamente il commento di Rubin.

Tom, questo è Alexander Maynard, mio buon amico, di professione storico dell'arte. Alex, ti presento Thomas Trumbull, ritardatario cronico al soldo del governo, in un settore che preferisce non specificare...”

Maynard era un uomo non troppo alto, con capelli castani spettinati, occhiali dalla montatura rotonda e un costante sorriso amichevole, che metteva in evidenza una chiostra di denti bianchi e lupeschi. Ebbe appena il tempo di stringere la mano a Trumbull, prima che Henry annunciasse la cena.

 

Mentre facevano onore alla vellutata di zucca, all'agnello in salsa di ciliegie e ai porri grigliati, la conversazione scorse con facilità. Al momento del dessert, che Henry, l'impeccabile cameriere dei Vedovi Neri, servì con l'abituale discreta destrezza, l'ospite parlava allegramente con Mario Gonzalo, il pittore, del suo saggio sul collezionismo a Roma nel Cinquecento. James Drake, da chimico in pensione qual era, ascoltava con moderato interesse, demolendo metodicamente la sua fetta di tarte tatin.

Interrompendo il vivace brusio, Avalon battè delicatamente con il cucchiaino sul suo bicchiere. Calò il silenzio, e Avalon annunciò: “Alex, è arrivato il momento di pagare lo scotto per questa cena che, devo dire, Henry, era eccellente come sempre”.

Dalla sua postazione vicino alla credenza, Henry sorrise educatamente.

Dunque, in qualità di anfitrione, eleggo te, Roger, inquisitore in capo per questa sera.”

Roger Halsted, professore di matematica dall'incipiente calvizie, chinò la testa verso Avalon, come per ringraziarlo dell'onore. Poi, appoggiandosi comodamente allo schienale della sedia, fissò l'ospite e scandì: “Signor Maynard, come giustifica la sua esistenza?”

Maynard aveva appena preso in mano la propria caricatura, disegnata sul retro del menù da Gonzalo, e la stava osservando con un mezzo sorriso. Vi era rappresentato con una bocca esageratamente larga e una zazzera irta e scompigliata.

Come dice, scusi?” chiese, spostando gli occhi tondi su Halsted, forse credendo di aver sentito male.

Come giustifica la sua esistenza, signor Maynard?” ripeté Halsted, tranquillo.

Oh. Be', diciamo che... da storico dell'arte, cerco di fare entrare l'arte e la bellezza nella vita di chi si occupa di tutt'altro. Almeno, è ciò che vorrei. Per quanto la bellezza mi abbia procurato non pochi grattacapi, di recente”.

Cosa intende?” volle sapere Gonzalo, presentendo un mistero.

Forse mi sono espresso in modo troppo melodrammatico. Non è nulla di particolarmente rilevante, solo una questione che mi infastidisce un po', ecco. Ma dubito che sia interessante per qualcuno all'infuori di me!” rispose Maynard, cercando di minimizzare.

A me interessa” affermò Gonzalo.

Alex” intervenne sommessamente Avalon “ciò che verrà detto stasera non uscirà da questa stanza. Tutti noi ci atteniamo alla massima riservatezza, così come Henry, il nostro cameriere”.

Allora, signor Maynard?” intervenne Trumbull, sbrigativo come al solito.

Maynard sospirò: “D'accordo. Dunque, dovete sapere che l'interesse per la storia dell'arte mi è stato ispirato da un mio zio, che ne era un appassionato”.

Era?” interloquì Halsted, riguadagnando la sua posizione di inquisitore supremo.

Sì. Vedete, mio zio è morto poco più di un mese fa. Era vedovo, ma ha due figli, a cui naturalmente va la sua eredità. Però, lo zio possedeva una collezione di libri di storia dell'arte, che ho sempre amato. Da ragazzo, mi ricordo che li sfogliavo insieme a lui e spesso mi sono stati utili nello studio. Si tratta di saggi, cataloghi di mostre, atti di convegni, vari numeri di periodici: una raccolta di tutto rispetto, che mio zio accumulò nel giro di diversi anni. Il valore commerciale è piuttosto basso, ma per me ha un grande significato, sia professionale sia affettivo.

Lo zio ripeteva sempre che la collezione sarebbe stata mia: i suoi figli sono un ingegnere e una dentista, molto poco interessati ai suoi libri. Tuttavia, aveva idee molto chiare sulla professionalità richiesta agli storici dell'arte: ad esempio, riteneva fosse indispensabile essere dei conoscitori, prima di poter diventare veri esperti”.

Ci mancherebbe” brontolò Rubin sottovoce. “Ci sono tanti di quegli incompetenti in giro che...”

Taci, Manny” tagliò corto Avalon, aggrottando le sopracciglia scure da Mefistofele. “Non vorrai offendere il nostro ospite”.

Ma è ovvio che non mi riferisco a lui!” si scaldò Rubin. “Dico solo che suo zio aveva ragione a pretendere...”

Manny!” ruggì Trumbull. Rubin si zittì, pur mantenendo un cipiglio offeso. “Continui, signor Maynard, la prego”.

L'ospite sorrise. “Quindi, nel suo testamento, lo zio mi ha sì lasciato in eredità la sua raccolta, ma ad una condizione. I libri saranno miei se riuscirò a identificare un'opera d'arte che rappresenti, cito testualmente, 'un inno alla bellezza'. In questo modo, secondo ciò che dice mio zio nel testamento, mi dimostrerò un conoscitore intelligente, cosa che non va data mai per scontata. Il notaio ha una busta in cui è contenuta la soluzione. Devo dare una risposta entro due settimane, altrimenti la collezione sarà ereditata dai suoi figli, che potranno venderla o farne ciò che vorranno”.

Maynard, concluso il suo discorso, prese un ultimo sorso di caffé. “Come vi avevo detto, non è molto interessante, tranne che per me” sorrise, tentando di liquidare la questione.

Invece è molto interessante, signor Maynard” ribatté Gonzalo, raddrizzandosi sulla sedia e sistemandosi la cravatta dal nodo già ineccepibile. “Vede, i Vedovi Neri amano gli enigmi, e saremmo lieti di aiutarla, provando a risolvere il suo”.

Suo zio non le ha dato ulteriori indizi? Non ha circoscritto il campo, in qualche modo?” volle sapere Drake, guardando Maynard attraverso la nube azzurrina del fumo della sua eterna sigaretta.

Sì, in una postilla ha specificato che si tratta di un dipinto, non di una scultura. Non è molto, ma...”

Be', ragioniamo” disse Avalon, pensoso. “Un inno alla bellezza potrebbe essere rappresentato da un'opera d'arte che sia universalmente riconosciuta come meraviglioso capolavoro. Quindi, è più probabile che sia stata realizzata da un grande maestro, che da un artista minore”.

Non è detto, Jeff!” replicò vivacemente Gonzalo. “Se lo zio del nostro ospite era un intenditore, forse conosceva qualche artista oscuro che apprezzava particolarmente, e che secondo lui aveva dipinto un inno alla bellezza”.

In ogni caso, doveva essere qualcuno che gli piaceva molto, di cui forse parlava spesso. Non sa di un artista che fosse preferito in modo speciale da suo zio, signor Maynard?” chiese Halsted.

Maynard scosse la testa. “Ci ho pensato anch'io, ma non ricordo di aver mai saputo di un suo particolare favorito. Amava diversi artisti, certo, ma questo non aiuta: uno qualsiasi di loro potrebbe aver dipinto un inno alla bellezza”.

Non c'è almeno un periodo, o una corrente, a cui fosse più affezionato?” tentò ancora Drake.

Era un uomo piuttosto eclettico, in senso buono... aveva una preferenza per la pittura fiamminga, ma questo non aiuta un granché. Non posso dare per certo che si riferisse ad un artista fiammingo”.

Allora, visto che con l'autore non riusciamo a concludere nulla, concentriamoci sul soggetto. Un inno alla bellezza potrebbe riferirsi ad un ritratto di donna, magari. Potrebbe essere un'opera di Petrus Christus, o di Van Eyck?” ipotizzò Rubin, non senza cedere alla tentazione di far sfoggio di erudizione.

Certo, ma su quali basi? Perchè un Van Eyck dovrebbe rappresentare in modo inequivocabile un inno alla bellezza?” protestò Gonzalo.

Magari suo zio, signor Maynard, intendeva 'un inno alla bellezza' nel senso della rappresentazione di una bellezza superiore, soprannaturale. Potrebbe trattarsi del dipinto di una Madonna” azzardò Avalon.

Sì, ma quale, Jeff?” domandò Trumbull, esasperato. “Ce ne saranno chissà quanti, di quadri di Madonne... così come di dipinti di donne in genere, sempre che l'intuizione di Manny sia esatta e si tratti effettivamente di un ritratto femminile! Signor Maynard, come poteva suo zio pensare che lei riuscisse ad elaborare una risposta precisa?”

Non lo so” rispose l'ospite, stringendosi nelle spalle. “Sono sicuro che non si tratti di un enigma irrisolvibile, però. So che mio zio voleva davvero lasciarmi quella raccolta, perciò deve aver posto un ostacolo superabile”.

Be', io non riesco a farmi venire in mente nulla... Forse potrebbe lasciare che i figli di suo zio ereditino la collezione, signor Maynard, e poi comprarla da loro? Dopotutto, ci ha detto che non vale molto, in termini commerciali” suggerì Halsted.

Potrei farlo, ma sarebbe barare” disse Maynard con decisione. “So che è sciocco, ma è una questione di principio. Non voglio aggirare il problema. C'è una soluzione: se non la trovo, significa che non sono un degno erede dei libri di mio zio”.

Non credo che potremo esserle d'aiuto, però...” sospirò Gonzalo. “Il mistero rimarrà irrisolto”.

Be'” intervenne Trumbull, interrompendo il momento di silenzio assorto che si era creato “non è detto. Non abbiamo ancora sentito cos'ha da dire Henry sulla questione. Dopotutto è il migliore tra noi, sono certo che ha pensato qualcosa. Henry?”

Tutti si voltarono contemporaneamente verso Henry, con un'espressione speranzosa dipinta sul volto.

Henry si avvicinò al tavolo. “La ringrazio del complimento, signor Trumbull. Mi chiedo se sia possibile porre una domanda al signor Maynard”.

Si accomodi!” rispose questi, con il suo largo sorriso.

Lei ha detto di ricordare testualmente le parole dell'indizio di suo zio. E' sicuro che parlasse proprio di 'rappresentazione di un inno alla bellezza'?”

Assolutamente sicuro. Ci ho rimuginato su parecchio”.

Ha anche detto che suo zio aveva un debole per la pittura fiamminga, per quanto ciò non costituisca un aiuto concreto”.

Maynard annuì.

Dove vuole arrivare, Henry?” chiese Rubin, stringendo gli occhi dietro le lenti spesse degli occhiali.

Se non sbaglio, una caratteristica dei fiamminghi è l'attenzione minuziosa nella resa dei dettagli: piccolezze come il riflesso della luce su una perla, o i ricami di un abito”.

Sì, certo, ma dove entra in scena l'inno alla bellezza?” chiese Maynard, stupito.

Vede, mentre voi discutevate della questione, ho consultato l'enciclopedia d'arte di proprietà del club, e ho verificato un mio sospetto. Credo che suo zio si riferisse al Riposo durante la fuga in Egitto del Caravaggio, signore”.

Come fa a dirlo, Henry?” intervenne Gonzalo.

Ricordavo che nel quadro c'è un angelo che suona il violino, seguendo uno spartito che san Giuseppe regge per lui. Lo spartito è dipinto nel dettaglio: controllando sull'enciclopedia, ho verificato che si tratta di un brano effettivamente esistente. Un inno, dedicato alla Madonna, che riprende le parole del Cantico dei Cantici e comincia con...”

Quam pulchra es” completò Maynard, piano.

Esatto. In questo senso, credo, lo zio del signor Maynard si riferiva alla 'rappresentazione' di un inno alla bellezza. Infatti, l'inno è rappresentato, cioè dipinto sulla tela, e il titolo latino significa 'Come sei bella', riferendosi naturalmente alla Madonna. Perciò, il quadro rappresenta un inno alla bellezza, in un dettaglio curato che deve aver suscitato l'apprezzamento dello zio del signor Maynard”.

Henry, lei è straordinario!” esclamò Maynard con gioia. “Sono sicuro che la soluzione è proprio questa...” Poi aggiunse, in tono sconfitto: “Però, non sono stato io a scoprirla. Non mi merito quell'eredità”.

Non dica così, signore” rispose Henry con gentilezza. “Le regalo la mia intuizione... dopotutto, ho soltanto interpretato un gioco di parole: non sono certo un conoscitore d'arte”.







Nota

Ogni scrittore scrive sempre e solo di sé, e io in questo racconto ho messo un bel po' di me. Il mio artista preferito è Caravaggio, il mio quadro preferito è il Riposo durante la fuga in Egitto, e il personaggio di Alexander Maynard è ispirato ad un mio professore all'università.

Non amo particolarmente i libri di Asimov, ma i Vedovi Neri mi piacciono moltissimo e ho sempre desiderato inventare un enigma che li vedesse arrovellarsi... prima che la soluzione venisse fornita dall'infallibile Henry.

A voler essere precisi, Quam Pulchra Es non è un inno, è un mottetto scritto da Noel Bauldwijn, compositore fiammingo. L'ho scoperto solo dopo aver finito di scrivere, ma naturalmente questo dettaglio manda all'aria il gioco di parole su cui si impernia il mistero. Spero che me la passerete come licenza poetica.

Tutti i personaggi sono di proprietà di Isaac Asimov, tranne Alexander Maynard, e ho scritto solo per divertimento, non per fini di lucro. 

  
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