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Autore: jas_    26/01/2013    40 recensioni
Quando Niall mi aveva raccontato la sua idea, a primo impatto gli ero scoppiato a ridere in faccia, Holmes Chapel non mi mancava per niente ma abbandonare Londra, la mia Londra..
Poi però pensandoci bene un po' di tranquillità non avrebbe fatto altro che giovare e nonostante mia madre e il mio patrigno mi dicessero sempre che appoggiavano la mia scelta il cuor mio sapevo che non era così fino in fondo.
Non avevo intenzione di sparire dalla circolazione, scappando in una qualche isola dispersa nell’oceano e Dublino mi era parsa la scelta migliore. Non troppo popolata ma nemmeno diversa da come ero abituato a vivere. Dopo averci riflettuto su una notte, avevo chiamato Niall e gli avevo chiesto se gli andava di avere un coinquilino: ovviamente lui mi aveva accolto a braccia aperte.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo
 


Mi guardai nello specchio e sorrisi al mio riflesso.
Ero ancora un po' instabile su quei tacchi, nonostante non avessi fatto altro che allenarmi nell'indossarli per tutta la settimana. Il trucco era perfetto, i capelli idem. Avevo pure trovato la biancheria coordinata al vestito bordeaux che mi guardava appeso e ben stirato dalla porta, pronto per essere indossato. Mi tolsi le scarpe e nel sentire il contatto col pavimento freddo e piatto tirai un sospiro di sollievo. Mi avvicinai alla porta e presi il mio abito per indossarlo.
Era semplicemente stupendo, avevo convinto Eilis a non farmi diventare una di quelle damigelle che sembrano delle ciambelle per come sono conciate, anche perché io di lì a poco sarei diventata una ciambella per conto mio.
Alzai il braccio per chiudere la cerniera laterale ma questa a metà fianco mi si bloccò. Sentii una vampata di calore invadermi il corpo e subito dopo le mie guance presero lo stesso colore del vestito.
Senza pensarci due volte uscii dalla mia stanza per entrare in quella di fronte, ma prima che riuscissi a dire qualunque cosa, Eilis parlò.
«Neev, cazzo, non mi sta più il vestito! L'alcol che ho ingerito nell'addio al nubilato mi si è attaccato tutto qua! Guarda! Questo è grasso! Puro grasso!»
Eilis cominciò a toccarsi la pancia e i fianchi in preda all'isteria, il trucco non riusciva a nascondere la sua pelle chiara diventata paonazza.
Il compito di una damigella era tranquillizzare la sposa, ma in quel momento non ero nella perfetta condizione di farlo.
«Nemmeno a me» dissi tragica.
«Ma se non hai bevuto niente! Ultimamente sei diventata una ragazza responsabile, ma soprattutto astemia. Cioè, tu. Neev. Astemia. O il mondo sta per finire, ma il 2012 è passato da un pezzo, oppure sei incinta.»
Scoppiai a ridere in preda al nervosismo, «sposati prima di delirare del tutto!» la sviai, sfiorandomi la pancia che non aveva ancora cominciato a crescere.
Lei mi guardò poco convinta, «allacciami il vestito, va'» disse, dandomi le spalle.
Presi la minuscola zip, quasi invisibile in mezzo a tutto quel tessuto, e gliel'alzai senza alcuna fatica.
«Anche tu devi chiudermi il vestito» mormorai, alzando il braccio.
Eilis tirò la cerniera ma questa si bloccò nello stesso punto in cui si era bloccata a me alcuni minuti prima.
«Hai mangiato una balena di nascosto per caso? Come fa a non entrarti più?»
Feci la vaga, dando la colpa allo stress o forse alla vecchiaia. Non sapevo più cosa inventarmi, né con lei né con Harry, che aveva intuito ci fosse qualcosa che non andava.
Non volevo semplicemente creare ulteriori problemi io, il matrimonio doveva andare alla perfezione, c'erano così tante cose da gestire e da controllare e quello era il momento meno opportuno per lanciare una bomba del genere. Dovevo resistere solo per un giorno, uno solo, mi dissi.
Dopo un numero innumerevole di tentativi, la zip si chiuse stringendomi il busto come se fossi in una trappola.
«Un problema è risolto» disse, «le fedi?»
«Ce le ha Harry.»
«Mio papà?»
«È di là.»
«Niall?»
«Tra pochi minuti lo vedrai» la rassicurai.
«Non è che è scappato, vero?»
Sorrisi per la domanda decisamente inutile e scossi la testa.
«Il bouquet è arrivato?»
Cazzo il bouquet.
«Come faccio a sposarmi senza bouquet?» squittì lei, in preda al panico. «Una sposa senza bouquet è come una torta senza ciliegina sopra!» continuò, prendendo a gesticolare animatamente.
Le fermai le braccia e le appoggiai le mie mani sulle spalle costringendola a guardarmi.
«Eilis respira» le ordinai con calma.
Lei obbedì, chiuse gli occhi e prese a inspirare ed espirare lentamente.
«Ora vado a prendere il bouquet, tu stai meglio?» dissi lentamente.
Eilis annuì, così mi allontanai da lei ammirandola in quel vestito bianco.
«Stai da dio» la rassicurai.
Eilis si guardò, «non si nota che ho messo il push up, vero?» domandò preoccupata, sistemandosi il reggiseno molto poco femminilmente.
Scoppiai a ridere e per poco non persi l'equilibrio, nonostante non avessi ancora indossato i tacchi.
«Da quando in qua sono io che ti devo rassicurare sul tuo aspetto fisico? I ruoli si sono invertiti rispetto a cinque anni fa» la presi in giro.
Eilis annuì e un sorriso malinconico le comparve sul viso, «i tempi sono cambiati, hai trovato il principe azzurro» mi prese in giro.
Non riuscii a fare a meno di sorridere, non vedevo Harry da due giorni e già mi mancava.
Eilis mi aveva segregata in quell'enorme hotel dove si sarebbe svolto tutto il ricevimento e mi aveva categoricamente impedito di spingermi nell'ala ovest dell'edificio, dove risiedevano i maschietti.
«Vorresti dire che il tuo promesso sposo non è un principe azzurro?» la presi in giro.
Mi aspettavo di essere smentita all'istante invece Eilis mi guardò improvvisamente preoccupata e non rispose.
Le diedi un colpo sulla spalla, come potevano venirle certi dubbi il giorno del suo matrimonio?
«Eilis!» la richiamai.
Lei sospirò ed andò a sedersi sul divanetto posto accanto alla finestra. Il vestito bianco le si gonfiò ulteriormente attorno alle gambe e raccolse lo strascico sulle ginocchia.
«E se non fosse quello giusto? Insomma, non è troppo presto sposarsi a venticinque anni?»
Scoppiai a ridere, «cosa stai blaterando? Niall è perfetto, non c'è niente che devi temere. L'unica cosa che dovrai sopportare saranno le partite di calcio ogni fine settimana, ma credo che riuscirai a sopravvivere. Quindi smettila di farti paranoie e muovi il culo che c'è un bellissimo ragazzo che ti aspetta là fuori, e se permetti io vorrei rivedere Harry» le ricordai.
Eilis sorrise e si ravvivò leggermente i capelli con le mani prima di alzarsi con fatica a causa dell'ingombrante vestito.
«Vado a prendere il bouquet» le dissi, uscendo dalla stanza.
 
Guardai Niall che avvolto in un elegante smoking non sembrava lo stesso. Da quando lo conoscevo ero abituata a vederlo sempre vestito sportivo, sneakers, tuta o jeans e felponi nei quali ci stava dentro due volte. I capelli biondi erano stranamente pettinati, sembrava un soldatino mentre guardava incantato Eilis che attraversava la navata a fianco di suo padre.
Lanciai un fugace sguardo ad Harry, dalla parte opposta dell’altare, che era l’unico a non avere l’attenzione della sposa. I suoi occhi erano posati su di me.
Abbassai lo sguardo imbarazzata e sentii le guance scaldarsi, osservai le mie scarpe col tacco, nere e lucide, in contrasto con i miei piedi bianchi. Erano passati cinque anni, eppure per me quegli occhi erano ogni giorno una sorpresa. Erano un mare inesplorato, di quelli che ti affascinano e ti impauriscono allo stesso tempo perché non sai mai cosa aspettarti da essi. Sorrisi lievemente nel notare il padre di Eilis alzarle il velo e posarle un dolce bacio sulla fronte prima di accomodarsi in prima fila.
Il sacerdote cominciò con la cerimonia, entrambi gli sposi erano visibilmente emozionati, in particolare Eilis che non la smetteva di torturarsi le unghie messe a posto per l’occasione. Sapevo che in quel momento avrebbe desiderato portarsele alla bocca e cominciare a mangiucchiarle, oppure avrebbe accettato più che volentieri una sigaretta.
Niall invece aveva preso uno strano tic alla gamba, non la smetteva di muoverla, e non smise nemmeno quando il prete li invitò a farsi loro le promesse di matrimonio.
Avevano deciso di dirle loro, niente solite parole “prometto di amarti ed onorarti in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà” eccetera eccetera.
«Niall?» lo richiamò il prete.
Lui annuì, e con mani tremanti prese un fogliettino spiegazzato dalla tasca interna della giacca e lo aprì.
Si schiarì la voce, alzò lo sguardo verso quello di Eilis, e poi rimise inaspettatamente il foglio a posto.
«Potrei cominciare col dire che tu sei la mia persona, la mia anima gemella, che sei perfetta, ma non credo che questo sia la realtà.»
Un brusio cominciò ad alzarsi da parte degli invitati, che guardavano Niall sorpresi, mi trattenni dal ridere: non lo conoscevano.
«Nessuno è perfetto» continuò lui, per nulla disturbato, «e nemmeno tu. Nemmeno io, in realtà.»
Sentii Harry sghignazzare, alzai lo sguardo su di lui e per un attimo mi incantai a guardarlo mentre si copriva la bocca con una mano e gli occhi gli si socchiudevano.
La voce di Niall però mi fece tornare alla realtà.
«Ciò che mi ha spinto a chiederti di sposarmi, è che nonostante tutto io ti amo e non riuscirei a pensare al mio futuro senza di te. Sei testarda, scorbutica, lunatica, manesca, fin troppo schietta, insensibile, esageratamente orgogliosa. Testarda l’ho già detto?»
Una lieve risata rimbombò nella chiesa, avrei pagato oro per vedere la faccia di Eilis in quel momento. Altro che manesca, non mi sarei sorpresa se da un momento all’altro gli fosse saltata addosso e l’avrebbe strozzato con le sue stesse mani.
«Potrei andare avanti all’infinito, ma non è questo il punto. Perché nonostante tutti i tuoi difetti, amo la tua risata, il tuo sarcasmo, il tuo profumo, i tuoi capelli, la tua voce roca di prima mattina, i tuoi urli esagerati che mi spaccano i timpani, amo sentirti cantare sotto la doccia, osservarti mentre sei concentrata, quando aggrotti le sopracciglia e serri le labbra. Amo ogni singola cosa di te, i tuoi difetti compresi. Amo te, Eilis Doyle. Vuoi diventare mia moglie, finché morte non ci separi e bla bla bla, cazzate varie?»
«Siamo in una chiesa!» lo riprese il sacerdote, indignato.
Niall si strinse nelle spalle e le guance gli si colorarono di un rosso tenue, poi prese la fede di Eilis e gliela mise al dito.
Sentii la mia amica reprimere un grido, che uscì come uno squittio strozzato. Poi anche lei si schiarì la voce e prese un respiro profondo prima di iniziare.
«Non elencherò i tuoi difetti perché a differenza tua non credo riuscirei a fermarmi» sospirai, era l’amore.
«Però, non so come, sei riuscito a conquistarmi, finto biondo. Tu e la tua risata sfacciata, i tuoi occhioni blu, le tue canzoni orrende, o meglio, la tua canzone orrenda, perché fortunatamente non me ne hai scritte delle altre, e tutto il resto. Sei riuscito a farmi passare da un estremo all’altro, la prima volta che ti vidi, ricordo che solo il suono della tua voce mi dava sui nervi, non riuscivo a sopportarti, ora non credo di riuscire a vivere senza sentire la tua voce ogni minuto, ogni ora e ogni giorno d’ora in poi. Quindi, vuoi tu, Niall James Horan, prendere la sottoscritta come tua legittima sposa?»
«Sì, lo voglio.»
 
«Sicura di stare bene?»
Annuii, non sarei riuscita a resistere allo sguardo inquisitore di Harry ancora per molto, avrei ceduto di lì a poco, me lo sentivo.
«Non hai mangiato niente, il cibo nel piatto è ancora lì come te l’hanno portato e soprattutto, non hai bevuto nemmeno un sorso dello squisito champagne che tu ed Eilis avete personalmente scelto» continuò lui, portandosi il bicchiere alle labbra e bevendo un lungo sorso di Moët.
«Non ho sete» mormorai, portandomi istintivamente una mano sulla pancia e cominciando ad accarezzarla.
Harry si accorse di quel gesto perché abbassò lo sguardo sul mio ventre e strabuzzò gli occhi, smisi subito, «ho lo stomaco in subbuglio, non credo di stare tanto bene» buttai lì.
Lui tirò un sospiro di sollievo, «allora non stai bene! Mi hai fatto prendere un infarto, pensavo fossi incinta» si lasciò scappare.
Lo guardai dura, «ci sarebbe qualche problema se lo fossi?» domandai, forse con troppa insistenza.
Harry aggrottò le sopracciglia confuso, un po’ lo capivo, quello non era il discorso adatto ad un matrimonio.
«Che c’entra?» si difese.
Mi strinsi nelle spalle fingendomi indifferente, «così, sei tu che hai tirato fuori il discorso» dissi, guardando altrove, più precisamente in direzione di Eilis e Niall che stavano ballando un lento al centro della pista.
Sentii Harry sospirare, «non so cosa ti stia succedendo, se sia io, o il matrimonio, o il lavoro, non lo so, ma ultimamente non ti capisco. Davvero! Sei così staccata, sembra che ti faccia paura sfiorarmi o guardarmi negli occhi, non facciamo sesso da più di un mese!» esclamò infine, alzando un po’ troppo la voce.
Strabuzzai gli occhi, «Harry!» lo ripresi, lanciando occhiate furtive a coloro che ci avevano sentiti.
Lui si tranquillizzò improvvisamente, «scusa, è che...» si passò una mano tra i capelli e poi mi incastrò con quegli occhi così cristallini e limpidi che mi ci persi dentro. «C’è qualcun altro? Hai una storia con qualcun altro?» domandò poi, a bassa voce.
Strabuzzai gli occhi spiazzata da quell’insinuazione, «ma come ti viene in mente!» lo accusai.
«Ehi! Sei tu quella che sta delirando ultimamente! Non io! E non sono stupido, c’è qualcosa che non va!»
Sospirai mentre la vista cominciò ad appannarsi. Presi alcuni respiri profondi, non dovevo piangere. Non lì. Non al matrimonio della mia migliore amica. Non davanti ad Harry.
«Non puoi aspettare domani? Ne parliamo domani, okay?» dissi.
E quella non era una domanda, era una preghiera. Stavo implorando Harry di lasciar perdere e di finire la serata in tutta tranquillità.
Lui scosse la testa deciso, «se non c’è un altro, niente può essere così grave da rovinarmi questa serata, a meno che tu non decida di lasciarmi in agonia per più di otto lunghe, lunghissime ore» sussurrò, e pronunciò le ultime parole così lentamente e in modo così suadente che sentii dei brividi percorrermi il corpo.
Chiusi gli occhi e presi un respiro profondo, «sono incinta» dissi decisa.
Boom.
Aspettai alcuni secondi prima di trovare il coraggio di guardare Harry, che sembrava avesse visto un fantasma
Il suo sguardo era perso nel vuoto, guardava me ma sembrava vedesse qualcos’altro, avrei potuto tranquillamente andarmene di lì che non credo lui se ne sarebbe accorto.
«Ti prego dì qualcosa» mormorai, impaurita.
Lui scosse velocemente la testa, come per riprendersi, poi mi regalò uno dei migliori sorrisi che vidi in vita mia.
«E’... Bellissimo» disse semplicemente.
Mi sentii come se mi fosse stato tolto il peso dell’intero pianeta Terra dalle spalle, mi lasciai andare ad un sospiro di sollievo.
«Non sei arrabbiato?» chiesi.
Harry scosse la testa poi abbassò lo sguardo sulla mia pancia e me la accarezzò dolcemente.
«E’ stupendo...» sussurrò, guardandomi negli occhi, e giurai di vedere i suoi lucidi per la prima volta in vita mia.
«Avremo un bambino Neev, tutto nostro, io...» sospirò, «ti amo» disse semplicemente, prima di baciarmi con trasporto.
Finalmente mi lasciai andare, ero in pace con me stessa, felice di aver buttato fuori quel segreto che cominciava a diventare un peso insostenibile.
Harry si staccò da me e tornò a concentrare la sua attenzione sulla mia pancia che in realtà non era poi così visibile. Si chinò su di essa senza smettere di accarezzarla.
«Ciao» sussurrò, «lo sai chi sono? Sono il tuo papà.»


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Non ci credo che anche questa storia sia finita, che tristezza çç
Credo che sia la mia storia più lunga sui One Direction, il che è una sorta di record, contanto anche che ci ho impiegato due settimane, forse meno, a scriverla.
Sarà stata l'aria del Marocco, forse c'era qualche aroma strano di Hashish nell'atmosfera, non so HAHAHAHA
Passiamo a quest'epilogo che invece ho finito di scrivere tipo due o tre giorni fa uù
E' un finale un po' banale, molto fiabesco forse. Eilis e Niall che si sposano e Neev che è incinta, però lo sapete che io non ho mai letto una fan fiction in cui lei alla fine è incinta? AHAHAHA
Per questo che l'ho messo, bo mi è venuto spontano e spero che questa idea vi sia piaciuta :)
Non so che altro dire se non grazie per avermi sopportata per la bellezza di ventinove capitoli, per aver letto la storia, recensita, messa tra le seguite, preferite e ricordate.
Ci terrei a ringraziare l'Agata, dalla quale ho preso spunto per il personaggio di Eilis, è lei che mi ha detto di farla sposare con Niall quindi se non vi va bene prendetevela con lei uù e poi anche la Federica, perché... Bo, perché mi sopporta e quindi ci tenevo a ringraziarla :)
Questa è la fan fiction alla quale mi sono più affezionata, quindi chi lo sa che magari non tornerò a scrivere qualcosa? uù
Non credo ci sarà un continuo vero e proprio della storia, però magari qualche Missing Moment o One Shot, se avete dei suggerimenti sono ben accetti :)
Che altro aggiungere? Ho già postato il Prologo della nuova long, sempre su Harry, mi dispiace hahaha Il link è sotto se vi va di passare :)
Spero che la storia in generale vi sia piaciuta, fatemi sapere che ne pensate, ci tengo davvero molto <3
Addio Give Me Love çç
Jas

P.S. Se mi volete chiedere qualcosa - bo non so ahaha - ci sono sia su Ask che su Twitter, sono @xkeepclimbing :)


 


Guardate che bella sta foto, anche Tumblr shippa Neev e Harry **






Questa è la mia nuova long, Right side, wrong bed:




Ho anche una storia in corso sui Simple Plan se vi interessa, in particolare su Pierre:


   
 
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