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Autore: Kim_HyunA    26/01/2013    4 recensioni
-Cosa. Stai. Facendo- gli chiese esasperato.
Jonghyun si mise davanti a lui, non interrompendo il contatto tra i loro corpi e continuando a baciargli piano il collo.
-Ti tengo impegnato, non hai detto che ti annoiavi?-
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jonghyun, Key
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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-Servizio clienti, buonasera- Kibum sollevò il ricevitore del telefono, sopprimendo uno sbadiglio e maledicendo qualunque cliente avesse avuto la brillante idea di chiamare a quell’ora di notte. Odiava il turno di notte. Tutto quello che doveva fare era rimanere pigramente seduto dietro al bancone, aspettando i (rari) clienti che decidevano di fermarsi in quel negozio a tarda sera e che evidentemente non trovavano abbastanza allettante l’idea di stare a casa nei loro letti a dormire. Eppure sdraiarsi a letto era tutto ciò che Kibum desiderava ogni volta che gli toccava il turno alla sera tardi, trovando stupida l’idea di dover mantenere aperto il negozio in quella fascia oraria: se qualcuno aveva davvero bisogno, poteva andare lì nel pomeriggio, altrimenti potevano benissimo aspettare la mattina seguente. Ma no, il capo aveva deciso in quel modo e Kibum era un semplice impiegato e non poteva certo opporsi agli ordini. Anche se doveva ancora capire a quale persona sana di mente sarebbe passato per la testa di andare a comprare qualcosa alle due del mattino; ma, evidentemente, esisteva qualche disperato del genere e non poteva che rassegnarsi.

 E così, con un sospiro, si versò un’altra tazza di caffè, poggiando una mano sul mento mentre, con la cornetta tra un orecchio e la spalla, ascoltava svogliatamente una donna che chiedeva preoccupata se vendevano una certa marca di dentifricio. Si chiese perché qualcuno avesse queste paturnie mentali all’una e trenta e dopo averla rassicurata che, sì, erano provvisti di quella marca, e che poteva tranquillamente passare il giorno seguente perché nessuno le avrebbe rubato quello che cercava, Kibum salutò con educazione. Era meravigliato di se stesso per come riuscisse a mantenere perfettamente la calma anche quando tutto ciò che voleva fare, era mandare al diavolo tutti quanti e dormire. Avrebbe potuto schiacciare un pisolino anche lì, seduto su quello scomodo sgabello di legno e con la testa appoggiata al bancone. Ma era troppo responsabile sul posto di lavoro e non se lo sarebbe mai permesso.
 
Con i gomiti sul tavolo e i pugni serrati, si sostenne la testa sulle mani e chiuse gli occhi; se non si permetteva di dormire, almeno poteva riposarsi per qualche minuto. Se nessuno entrava nel negozio e nessuno gli telefonava, allora il suo aiuto non era richiesto.
 
Stava iniziando ad addormentarsi, la testa che stava scivolando lentamente verso il basso mentre la sua mente si svuotava, quando il suono tintinnante e fastidioso del campanello appeso davanti alla porta, segnalò l’ingresso di un nuovo cliente. Ruggendo di nascosto per quel quasi risveglio di soprassalto e chiedendosi perché la gente non potesse dormire di notte anziché recarsi al negozio a tenerlo sveglio, avrebbe voluto picchiare la persona che era appena entrata.
 
Ma poi gli comparve davanti il volto pimpante e sorridente del suo ragazzo, e vedendo quanto fosse sveglio e riposato nonostante l’ora, avrebbe volentieri preso a pugni anche a lui.
 
-Yeobo!- esclamò pieno di energia, battendo le mani sul bancone e facendo sussultare l’altro ragazzo ancora mezzo addormentato.
 
-Cosa ci fai qua?- rispose con fatica, riassumendo la posizione di prima con il mento sulle mani e chiudendo gli occhi, perché la persona che aveva davanti non era certo un cliente come gli altri, e quindi si poteva permettere qualche strappo alle regole che lo obbligavano a stare attento e vigile in presenza di estranei.
 
-Mi hai detto che ti stavi annoiando e quindi sono venuto a risollevarti la nottata- gli rispose con un sorriso che gli occupava tutto il volto, e forse si aspettava una reazione diversa da Kibum, forse pensava che lo avrebbe abbracciato e ringraziato per essersi preoccupato per lui e non averlo lasciato in quel tunnel nero della noia, ma tutto quello che ricevette fu un sonoro e teatrale sbadiglio.
 
-Yah! Guarda cosa ti ho portato- esclamò a gran voce, al punto che Kibum si chiese come poteva essere così attivo ed energico mentre lui avrebbe potuto addormentarsi e non svegliarsi mai più.
 
Aprendo un occhio solo, guardò Jonghyun rovesciare il contenuto di una busta di plastica sul bancone, ricoprendolo di merendine al cioccolato e a chissà quali altri veleni. Alzò le sopracciglia in direzione dell’altro ragazzo, chiedendosi come quella montagna di calorie e zuccheri potesse risollevargli l’umore.
 
Con un lamento insoddisfatto, appoggiò le braccia al tavolo e vi posò la testa sopra, sperando che Jonghyun trovasse il buon senso di lasciarlo in pace.
 
-Non ne vuoi uno?- chiese sempre euforico, colpendolo più volte con il dito indice sull’avambraccio.
 
-Buonanotte- rispose l’altro con un ennesimo sbadiglio, roteando gli occhi alla fastidiosa vitalità del moro.
 
Lo sentì scartare un pacchetto ed aprì gli occhi per dirgli di fare meno rumore, perché qualcuno stava cercando di riposare, ma poi vide il suo sguardo luminoso e vivace mentre addentava una merendina, vide il suo abituale sorriso solare e contagioso, e non poté fare a meno di trovarlo adorabile. Nel cuore della notte aveva deciso di raggiungerlo sul posto di lavoro per farlo sentire meno solo e per rallegrarlo. Si sentì fortunato e si ritrovò a sorridere inconsciamente.
 
Ma ora voleva dormire.
 
Sentì tremare il bancone sotto le sue braccia e aprì gli occhi di soprassalto per vedere che accidenti stesse succedendo e si trovò Jonghyun seduto sopra di esso, con i piedi che ciondolavano dal bordo e una merendina mangiata a metà tra le mani. Perché era così infantile?
 
-Kibumie, dai svegliati- si lamentò con il broncio e le labbra sporgenti.
 
-Lasciami dormire- la voce di Kibum risuonò soffocata contro il suo braccio, avendo nuovamente poggiato la testa su di esso nell’ormai inutile tentativo di riposare.
 
Sentì le dita di Jonghyun accarezzargli i capelli dietro un orecchio e sospirò soddisfatto, forse l’altro aveva finalmente smesso di fare rumore e aveva capito che un po’ di coccole sarebbero state maggiormente apprezzate. Sentiva che poteva davvero addormentarsi se continuava a sfiorarlo in quel modo; sì, finalmente sarebbe riuscito nel suo intento, e se qualche cliente fosse arrivato, di sicuro l’altro lo avrebbe svegliato. Non aveva nulla di cui preoccuparsi, ora poteva benissimo addormentarsi senza probl…
 
Il suono del telefono lo fece trasalire e avrebbe voluto mettersi a urlare perché niente stava andando per il verso giusto. Cosa aveva combinato nelle sue vite precedenti per meritare questo? Perché non poteva godersi cinque minuti di sonno?
 
Sollevò la cornetta con un silenzioso sbadiglio e rispose con voce stanca.
 
-Servizio clienti, buonasera- recitò automaticamente e cercò di concentrarsi a prestare davvero attenzione.
 
Con la coda dell’occhio vide Jonghyun scendere dal bancone e se lo ritrovò così accanto. Colpito più volte al fianco dal (non esistente) fondoschiena del ragazzo, Kibum fu costretto a farsi qualche centimetro più in là per lasciargli posto vicino a sé sullo sgabello e gli rivolse un’occhiataccia perché ora si trovava in bilico sulla sedia e doveva concentrarsi anche a rimanere in equilibrio. Jonghyun gli rivolse uno dei suoi enormi sorrisi mentre afferrava un’altra merendina e la addentava con gusto.
 
Kibum alzò gli occhi al cielo per l’ennesima volta e si chiese se ripetere quel gesto così tante volte potesse fargli male alla vista.
 
-No, signora, ha sbagliato numero, questo è un supermercato, non un ufficio taxi… Sì, signora, ne sono sicuro… No, non sto scherzando- Kibum si passò frustrato una mano sul volto, cercando di trattenersi dall’insultare quella donna che metteva in dubbio le sue parole.
 
Sentì premere le labbra di Jonghyun sul suo collo e si girò nella sua direzione con un’espressione che lasciava facilmente intendere che fosse al limite della sopportazione.
 
-Sparisci- lo intimò muovendo solo le labbra, senza che dall’altro capo della linea potesse essere sentito, ma apprezzando segretamente il contatto della bocca calda di Jonghyun sulla propria pelle. Tuttavia l’altro non gli diede retta e continuò a baciarlo con affettuosi e veloci baci.
 
-Glielo ripeto, questo è un supermercato. Se non mi crede, peggio per lei. Arrivederci- ringhiò deciso, riattaccando la cornetta con troppa forza e non sentendosi minimamente in colpa per la possibilità di avere offeso la donna.
 
Sospirò esasperato ancora una volta, massaggiandosi le tempie con le dita per cercare di fermare in tempo il mal di testa che sapeva essere in agguato dietro l’angolo.
 
Prima o poi questa nottata sarebbe finita.
 
Ma le lancette dell’orologio appeso dietro di lui non sembravano collaborare, anzi, sembravano provare un certo piacere a muoversi più lentamente e a ricordare, con il loro fastidioso ticchettio, che mancava ancora più di un’ora alla fine del suo turno.
 
Si sentiva le palpebre pesanti e senza alcuna energia nel corpo; non aveva nemmeno la forza di picchiare Jonghyun quando gli strinse un braccio intorno alla vita per tenerlo stretto a sé, mentre continuava imperterrito a baciarlo sul collo. Se proprio doveva ammetterlo, sotto sotto, in una qualche parte remota, gli piacevano le attenzioni che stava ricevendo.
 
-Mettiamo un po’ di musica!- propose euforico Jonghyun, prendendo il cellulare dalla tasca destra e spingendo un po’ la gamba di Kibum per riuscire nell’intento e rischiando così di farlo cadere dallo stretto sgabello che ancora condividevano.
 
-Aah, sei così fastidioso- commentò l’altro ragazzo, mentre guardava svogliatamente il più grande scegliere una canzone e metterla a tutto volume, la melodia ritmata che rendeva improvvisamente più vivo il negozio.
 
Rinunciò ad essere irritato quando iniziò a sentire Jonghyun cantare a squarciagola, la voce volutamente stonata e alta per farlo ridere e fargli dimenticare la stanchezza; e a sua insaputa gli spuntò un sorriso sul volto perché il moro era riuscito nell’intento e il suo umore era diventato d’un tratto più sereno e calmo. Gli comparve un’espressione affettuosa mentre lo guardava ballare in modo ridicolo, agitando le braccia davanti e sopra di sé, le mani strette a pugno. Con il corpo che ondeggiava a tempo di musica, Jonghyun lo colpiva volontariamente con i propri fianchi, amando più di ogni altra cosa dargli fastidio e farlo irritare; gli diceva sempre che lo trovava adorabile quando gonfiava le guance e corrugava la fronte.
 
Con una spinta più forte delle altre, Kibum rischiò sul serio di perdere l’equilibrio e di ritrovarsi per terra. Esasperato, afferrò una delle tante merendine che erano sparse sul bancone e la usò per colpire Jonghyun sulla testa.
 
-Sei così fastidioso- lo rimproverò ancora una volta, ma c’era un sorriso sul suo volto.
 
L’altro ragazzo finse di essersi offeso, sporgendo il labbro inferiore e rivolgendogli uno dei suoi speciali sguardi da cane bastonato, per poi riprendere subito a cantare con tutta la voce che aveva come se niente fosse.
 
-Aish, come faccio a spegnerti?- chiese a se stesso Kibum, alzandosi e sedendosi sul bancone con un salto, perché non ne poteva più di essere colpito dall’altro e non aveva alcuna intenzione di continuare a rischiare la vita per la possibilità di cadere per terra. La giornata non era già delle migliori, era meglio non tentare il fato.
 
Quando (finalmente) la canzone terminò e le sue orecchie poterono avere un po’ di sollievo, Kibum sperò che l’altro si calmasse e decidesse di comportarsi da persona civile, smettendo di essere il solito fidanzato rumoroso e chiassoso che era abitualmente.
 
Ma ovviamente si sbagliava, perché niente andava come voleva quel giorno ed arrivò alla conclusione che forse doveva desiderare il contrario di ciò che voleva per poterlo ottenere veramente.
 
La canzone successiva era una musica più calma, meno frenetica, una sulla quale era impossibile ballare in modo sfrenato.
 
-Ecco, questa è perfetta- commentò contento l’altro, facendo scontrare più volte i palmi delle mani in quello che doveva essere un applauso auto celebrativo.
 
-Perfetta per cosa?- gli chiese, guardando incuriosito verso di lui e domandandosi cos’altro stesse complottando in quella sua piccola mente malata.
 
Non ricevette nessuna risposta, lo vide semplicemente alzarsi ed andare davanti a lui, posizionandosi tra le sue gambe. Con una mano stretta dietro al collo, fu attirato verso Jonghyun che fece incontrare le loro labbra.
 
Era un bacio lento ed innocente, eppure era stato sufficiente a far correre un brivido lungo il corpo di Kibum, ricoprendogli di pelle d’oca le braccia.
 
 -Togliti subito dalla testa quello che hai in mente- lo avvertì, prima che la situazione precipitasse inesorabilmente.
 
-Perché?- domandò.
 
-Perché sto lavorando- rispose, ignorando le dita che gli stavano accarezzando i capelli sulla nuca.
 
-A me non sembra- gli soffiò addosso, riprendendo a baciarlo sul collo.
 
-Jonghyun- lo chiamò calmo, nel tentativo di farlo ragionare.
 
-Cosa?- il tono falsamente innocente di chi sapeva che stava facendo qualcosa che non doveva.
 
-Evapora-
 
-Dai, non c’è nessuno- cercò di convincerlo, le mani strette intorno ai fianchi di Kibum.
 
-Potrebbe arrivare qualcuno da un momento all’altro- continuò ad essere razionale, anche se la piccola parte istintiva dentro di lui gli stava urlando a gran voce che poteva concedersi qualche minuto di svago.
 
-E va beh, se entra qualcuno lascialo guardare, gli piacerà sicuramente lo spettacolo- replicò sicuro di sé e con un sorriso arrogante dipinto sul volto.
 
Kibum si sentì mancare il fiato, perché l’idea di essere visto da qualcuno mentre era impegnato con Jonghyun, gli aveva fatto contorcere lo stomaco per l’eccitazione, ma non poteva darlo a vedere o l’altro avrebbe sicuramente giocato quella carta a suo sfavore, molestandolo in ogni luogo pubblico.
 
-Sei un idiota- commentò, avvolgendo i piedi dietro la schiena del più grande e tirandolo verso di sé, facendo scontrare i loro corpi.
 
-Però non puoi fare a meno di questo idiota- gli sorrise, schioccandogli un bacio su una guancia.
 
E aveva ragione; nonostante fosse rumoroso e fastidioso, nonostante non lo lasciasse mai riposare quando era stanco e non smettesse mai di parlare, Kibum non riusciva ad immaginare di trascorrere anche un solo giorno lontano da lui, senza i suoi frequenti abbracci, senza le sue carezze e i suoi baci, senza la sua voce. Non voleva nemmeno immaginare la sua vita senza Jonghyun, non ci riusciva.
 
-Ti odio- rispose, e, avvolgendo una mano tra i suoi capelli, gli si fece più vicino ed iniziò a baciarlo; la sua bocca sapeva di cioccolato e Kibum lo trovò irresistibile. Inclinò maggiormente il volto da un lato, permettendo alla lingua dell’altro di intrecciarsi alla sua più comodamente.
 
Con le dita di Jonghyun intorno alla sua vita, Kibum sentiva sempre più il corpo del ragazzo premere tra le sue gambe e i suoi pantaloni stavano diventando fastidiosamente stretti all’altezza del cavallo.
 
Le dita di Jonghyun salirono lungo i suoi fianchi, scivolandogli sotto la maglietta ed accarezzandogli la pelle.
 
Kibum stava pensando di buttare per terra tutte le merendine che coprivano il bancone e di sdraiarsi con l’altro sopra di sé, l’idea di essere colti in flagrante da qualche sconosciuto non aveva ancora abbandonato la sua testa, ma dovette rinunciare al piano ancora prima di poterlo mettere in pratica.
 
L’ingresso di un nuovo cliente fu accompagnato dal suono del campanello e Kibum si trovò pietrificato per qualche istante, prima di riuscire a connettere le cellule del cervello e scendere con un salto da dove si trovava, facendo mezzo giro su se stesso per trovarsi faccia a faccia con la persona che era appena entrata.
 
-Buonasera- salutò impacciato con un inchino, mentre la testa di Jonghyun faceva capolino da dietro il suo corpo con un altro “buonasera” e un sorriso che gli arrivava fino alle orecchie.
 
Kibum avrebbe voluto dargli un pugno.
 
-Come posso esserle utile?- chiese con gentilezza, cercando di mascherare l’imbarazzo che stava provando. Quell’uomo aveva sicuramente visto le mani di Jonghyun vagare sulla sua schiena sotto la maglietta, doveva certo aver visto i loro volti inclinati e doveva aver anche capito senza dubbio che si stavano baciando. Si sentì arrossire le guance, mentre il cliente, anch’egli visibilmente a disagio per aver interrotto i due ragazzi, gli chiese un pacchetto di sigarette.
 
Pensando che forse non era un esibizionista come aveva voluto credere solo fino a qualche minuto prima e che l’idea di fare qualcosa davanti ad uno sconosciuto non l’attirava poi più così tanto, si girò per raggiungere lo scaffale appeso alla parete alla ricerca del prodotto che gli era stato richiesto.
 
Guardò Jonghyun per un istante, era tornato a sedersi sullo sgabello, ruotando divertito sul sedile girevole e con un’altra merendina tra le mani. Evitò di passarsi una mano sul viso in preda alla frustrazione e notò che non era neanche minimamente rimasto imbarazzato per essere stato beccato mentre si baciava con passione e, per una frazione di secondo, lo invidiò per questo.
 
Qualche minuto dopo, con pochi soldi in più nella cassa e il negozio nuovamente vuoto, Kibum notò con piacere che mancava ormai meno di un’ora alla fine del turno.
 
Avrebbe potuto resistere, no? Non sarebbe stato poi così terribile.
 
O almeno lo sperava.
 
Ma quando Jonghyun si mise nuovamente a cantare con tutto il fiato che aveva nei polmoni, Kibum non era più certo che quella sera si sarebbe conclusa liscia come l’olio.
 
-Sai, a volte il tuo ego è un po’ troppo grande per me da gestire- gli disse esasperato da quella sua estrema e fastidiosa vitalità, riprendendo posizione dietro al bancone e facendo un po’ di ordine.
 
-Conosco anche qualcos’altro di troppo grande- commentò l’altro con una risata e Kibum, dopo avergli lanciato un’occhiataccia, chiuse le palpebre per qualche secondo, sperando che, una volta riaperte, l’altro sarebbe scomparso dalla sua vista.
 
No. Esperimento non riuscito. Era ancora lì davanti a lui.
 
Per la prima volta, Kibum si trovò a ringraziare l’ingresso di una nuova cliente, sperando che la presenza di un estraneo, che aveva preso a girare tra gli scaffali alla ricerca di chissà quale prodotto indispensabile a quell’ora, potesse far desistere Jonghyun dai suoi intenti.
 
-Dai, non cacciarmi via, sono venuto qui solo per te- lo supplicò quasi, preoccupandosi di tenere la voce bassa e gonfiando di proposito le guance, sapendo quanto l’altro non riuscisse a resistergli quando faceva così.
 
Sentì il corpo di Jonghyun dietro il suo e le sue braccia stringersi intorno al suo torace. Lentamente le sue mani iniziarono ad alzargli la maglietta, accarezzandogli la pancia con leggerezza. A ciò si aggiunsero le sue labbra che avevano preso a sfiorargli il collo.
 
Kibum represse un brivido.
 
-Cosa. Stai. Facendo- gli chiese esasperato, non riuscendo mai a gestire il moro quando gli saltavano in testa certe idee e, soprattutto, preoccupato che quella cliente potesse vederli.
 
Jonghyun si mise davanti a lui, non interrompendo il contatto tra i loro corpi e continuando a baciargli piano il collo.
 
-Ti tengo impegnato, non hai detto che ti annoiavi? Cosa starei facendo se no?- spiegò semplicemente, mentre si inginocchiava davanti a lui e con le mani che gli massaggiavano le gambe da sopra i jeans, salendo poi pericolosamente vicino al cavallo dei pantaloni.
 
-Mi stai molestando, ecco cosa-
 
E ad ulteriore conferma delle sue parole, Jonghyun gli aveva slacciato la cerniera dei pantaloni, quasi come se non avesse sentito la sua risposta e glieli abbassò di qualche centimetro.
 
Una parte di Kibum voleva prenderlo a calci, perché non era il luogo più adatto per una cosa del genere, soprattutto non quando si trovavano in presenza di una persona estranea che avrebbe potuto vederli in un qualsiasi momento; ma la parte più istintiva di lui, ragionava come Jonghyun in quel momento. O forse sarebbe meglio dire che non ragionava proprio.
 
-Sai tenere la voce bassa, giusto?- si assicurò l’altro mentre gli aveva già abbassato i boxer a metà gamba.
 
-No- rispose tremante, cercando di aggrapparsi a qualsiasi cosa pur di farlo desistere da ciò che aveva in mente di fare; ma Jonghyun continuava ad ignorarlo.
 
-Oddio- la sua voce non era che un sussurro, appena udibile.
 
Kibum serrò gli occhi quando la bocca dell’altro si chiuse intorno al suo membro; non sapeva se era per il piacere che l’aveva travolto o perché aveva perso quella piccola battaglia contro di lui. Perché doveva averla sempre vinta Jonghyun alla fine?
 
Ah già, era innamorato di lui.
 
La bocca di Kibum era aperta in un gemito silenzioso, non potendo in alcun modo permettersi di farsi sentire.
 
E la lingua di Jonghyun stava facendo così tante magie su di lui, che sentiva già avvicinarsi l’inevitabile momento conclusivo di cui aveva così bisogno in quell’istante.
 
Aveva deciso in quel momento che non avrebbe abbassato lo sguardo, che non avrebbe guardato la bocca di Jonghyun mentre la sua eccitazione era tra le sue labbra, ma non era riuscito a resistere. Lanciò una veloce occhiata e si sentì subito le gambe più molli.
 
Gli occhi dell’altro ragazzo erano chiusi in concentrazione e gli angoli della sua bocca erano inclinati verso l’alto, quasi come se si stesse divertendo a metterlo in difficoltà.
 
Aveva dovuto raccogliere tutto l’auto controllo che aveva in sé per riuscire a non emettere nemmeno un gemito e serrò le palpebre per controllarsi.
 
Un colpo di tosse lo riportò alla realtà e si accorse che la cliente che era entrata qualche minuto prima era lì, davanti a loro e Kibum si trovò a ringraziare che il bancone alto impedisse la vista di quello che stava succedendo poco più sotto.
 
-Come posso aiutarla?- chiese a fatica, anche se in quel momento, l’unico che aveva bisogno di essere aiutato era lui. Stava praticamente trattenendo il fiato e, mentre sentiva il calore della bocca di Jonghyun inghiottire il suo membro, gli stava quasi girando la testa.
 
La donna gli chiese dove si trovavano le bibite gassate e, dopo essersi accorta delle sopracciglia corrucciate di Kibum e dei suoi denti che non facevano che mordere con forza il suo labbro, un’espressione preoccupata comparve sul suo volto.
 
-Tutto bene?-
 
-Benissimo- disse con un sorriso falso che gli costò un’enorme fatica e, dopo averle indicato dove poteva trovare il prodotto da lei cercato, tirò un leggero calcio ad un piede di Jonghyun.
 
-Se non la pianti, ti prendo a pugni- lo minacciò sussurrando.
 
In tutta risposta, Jonghyun rilasciò la sua eccitazione, iniziando a leccarne con gusto l’estremità ed andando a percorrergli tutta la lunghezza con una mano.
 
Kibum stava per impazzire, ne era certo.
 
Quando la donna tornò nuovamente verso il bancone, qualche prodotto tra le mani, Jonghyun ebbe l’accortezza di smettere di toccarlo e Kibum lo stava già ringraziando mentalmente, sennonché il moro ebbe la brillante idea di alzarsi e spuntare dal nulla, proprio davanti a Kibum, di girarsi verso la cliente e salutarla con un enorme ed innocente sorriso soddisfatto, le labbra rosse e gonfie.
 
Il biondo arrossì all’inverosimile, consapevole che qualcosa doveva essere scattato nella mente della donna e che doveva quindi aver collegato lo strano comportamento di Kibum di poco prima e l’improvvisa apparizione di quel ragazzo dal basso.
 
Si sentiva il volto in fiamme.
 
Voleva scomparire.
 
Mentre l’imbarazzo tra i due era al massimo livello, Jonghyun era come sempre senza alcuna vergogna e si sedette ancora una volta sulla sedia girevole con un enorme sorriso stampato sul volto, afferrando l’ennesima merendina al cioccolato della notte.
 
Dopo impacciati ringraziamenti e saluti, finalmente la donna aveva lasciato velocemente il negozio e Kibum si passò frustrato una mano sul volto.
 
Solo in quel momento si ricordò che i suoi pantaloni e i suoi boxer erano ancora sospesi a metà gamba e con uno sdegnato sospiro si rivestì.
 
-Perché sei così idiota?- gli chiese Kibum e Jonghyun stava quasi per prendere sul serio quella domanda, pensando che forse si era davvero spinto troppo oltre per quella sera, ma poi vide il piccolo sorriso che era spuntato sul volto dell’altro e sorrise a sua volta.
 
-Perché ti piaccio tanto quando faccio l’idiota- gli rispose, avvicinandosi a lui e dandogli un bacio sulla guancia.
 
Il biondo non replicò, dopotutto aveva ragione.
 
-Cosa ne dici di ricambiare il favore ora?- domandò con un enorme sorriso, già portando le mani verso la cerniera dei propri pantaloni.
 
Kibum alzò gli occhi al cielo.
 
Quando avrebbe finalmente avuto fine quella terribile nottata?
 
-Ti odio Kim Jonghyun-
 
 
 
--
A/N: per dirvi quanto sto messa male.. ho scritto questa storia millenni fa (dopo che avevo letto una oneshot che mi aveva ispirato particolarmente) ed era finita completamente dimenticata nella mia cartella delle ff. Qualche giorno fa, ricordavo che volevo scrivere una storia con questa trama, così inizio a scrivere tutta convinta, poi arrivo ad un certo punto e penso “ma io questa scena l’ho già scritta!” e così mi si è accesa la lampadina e mi sono ricordata che l’avevo già finita e tutto quanto ahahah
 
Btw, Jonghyun fastidioso e esibizionista è il mio preferito, ho sempre voluto scrivere qualcosa del genere c:
 
spero vi sia piaciuta
 
grazie per aver letto^^

  
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