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Autore: SenzaPH    26/01/2013    1 recensioni
Dall'ultimo capitolo:
"[...] Perché la storia insegna una sola verità: Cicerone vinse, Catilina perse."
Ambientato in un futuro apocalittico dove una crudele dittatura è abilmente mascherata da Repubblica, un giovane diciottenne: Sergio Marco Catilinasco ha deciso di entrare in politica per cambiare il mondo.
Adottato da una ricca famiglia e cresciuto con le immagini della guerra negli occhi, matura leggendo i grandi classici e rimanendo ammaliato dalla guerra intrapresa da Cicerone contro Catilina.
Sviluppando l'idea che Catilina sia solo una vittima di una dittatura mascherata da Repubblica decide di seguire il suo esempio complottando un colpo di Stato...
Genere: Generale, Introspettivo, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 1

“Fino a quando abuserai ancora della nostra pazienza,o Catilina?
Per quanto tempo ancora codesto tuo furore ci befferà?

A quale limite si spingerà la sfrenata tua audacia?

 
 
Richiuse il libro con cura posandolo sul petto e lasciando correre i vari pensieri.
Aveva sempre amato leggere ma la sua lettura preferita erano i grandi classici sia moderni che latini. Solo due erano le figure che lo avevano veramente colpito,
 – certo a parte Cesare, Catone e Silla – Cicerone e Catilina.
Era completamente affascinato dalla retorica del primo, così irruenta e ammaliante, catturava la sua attenzione facendogli passare ore ore sulle catilinarie da lui scritte;
Catilina, il ritratto del male per Sallustio, ma per lui era l’unica vittima. Lo aveva sempre pensato ma non l’aveva mai detto a nessuno perché le persone hanno la necessità di dare la colpa a qualcuno, hanno la necessità di osannare l’eroe di turno che aveva sventato il colpo di stato senza accorgersi che vivevano in una dittatura bella e buona abilmente mascherata in Repubblica.
 
Qualcuno bussò alla sua porta << Signorino, il pranzo sarà pronto tra cinque minuti >> disse piano Mariha per paura di disturbare, il ragazzo abbandonò il libro sul letto dirigendosi alla porta << Grazie mille Mariha >> le sorrise e lei si congedò, era una donna semplice e senza pretese, si prendeva cura della casa quando i signori Van Hosgot non c'erano.
 
Scesi le scale trovando la mia sorellina a giocherellare con una palla molto più grande di lei << Sergio! >> mi corse in contro felice con le braccia aperte pronta ad essere presa e fatta volare su, in alto.  L’accontentai sentendo la sua risata cristallina riempirmi le orecchie e rompere il silenzio del grande salone << Sergio giochi con me oggi? >> mi chiese triste <<  Certo che gioco con te! >> lei sorrise felice.
 
Leyla era la piccolina di casa, ad appena sette anni si sentiva già fuori posto nel mondo: non aveva nessun amichetto e se ne stava tutto il giorno a giocare con quella palla tanto più grande di lei oppure a studiare, ma cosa potrà mai studiare una bambina di sette anni?
 
Molto, in realtà i Van Hosgot la facevano studiare molto essendo qualcosa tipo un piccolo genio, conosceva già tre lingue: l’inglese, il russo e il cinese(mandarino), sapeva suonare tre strumenti differenti: il violino, il piano forte e il flauto, aveva quasi assimilato tutte le forme di galateo esistenti al mondo: come usare un ventaglio,  come bere dalla cannuccia, quali posate usare per il dolce, la carne, l’insalata e molto altro.
 
Con tutte le stronzate che le avevano inculcato adesso non sapeva fare la bambina non riusciva a dire “ti voglio bene papà” o “ ti voglio bene mamma”, non che i signori Van Hosgot l’aiutassero molto, erano quasi sempre fuori casa lei impegnata con il suo lavoro da diplomatica e lui sommerso dal lavoro di avvocato.
Le rimanevo solo io, Sergio, sedicenne consapevole della merda di mondo in cui vivevamo, sedicenne fermamente convinto di dover cambiare le cose: Sergio Marco Catilinasco avrebbe cambiato il mondo.
  
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