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Autore: Yuki Delleran    27/01/2013    2 recensioni
Madoka organizza una festa per Capodanno con l'idea di risollevare il morale a Sayaka, invitando anche Kyoko, ma non sapendo quali sentimenti stanno turbando i cuori delle due ragazze. Ovviamente non sarà una festa "tranquilla".
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Kyoko Sakura, Sayaka Miki | Coppie: Kyoko/Sayaka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Under the mistletoe with you
Fandom: Puella Magi Madoka Magica
Rating: verde
Personaggi: Sayaka Miki, Kyoko Sakura, comparse: Madoka, Mami, Homura
Pairings: Kyoko/Sayaka
Riassunto: Madoka organizza una festa per Capodanno con l'idea di risollevare il morale a Sayaka, invitando anche Kyoko, ma non sapendo quali sentimenti stanno turbando i cuori delle due ragazze. Ovviamente non sarà una festa "tranquilla".
Disclaimer: Madoka Magica e tutti i personaggi appartengono al Magic Quartet.
Note: Shoujo-ai, la prima della mia vita. Non ne sono del tutto convinta, mi sembra piuttosto superficiale. Spero di scriverne altre.
Beta:  MystOfTheStars
Word count: 1710 (fdp)


A Sayaka erano sempre piaciute le feste, Madoka lo sapeva e per questo aveva deciso di organizzarne una per celebrare insieme l’ultima notte dell’anno. Negli ultimi tempi la ragazza era stata di umore incerto e supponeva che fosse dovuto ad un insieme di cose che avevano recentemente scombussolato la sua vita: l’essere diventata una Puella Magi, la guarigione di Kyosuke, l’allontanamento di Hitomi dovuto al fatto che si fosse messa insieme al giovane violinista, e poi le battaglie e la crudele verità sulle Streghe. Questo era il motivo per cui Madoka aveva pensato che avesse bisogno di un po’ di svago e, insieme a lei, anche le altre Puellae Magi. Sarebbe stata un’occasione per passare del tempo in allegria lontane dai problemi.
Quello che la ragazza non sapeva era che il turbamento di Sayaka era dovuto sì alla nascita della coppia Kyosuke e Hitomi, ma il problema non riguardava l’allontanamento dell’amica. Un abbandono così cocente da parte del ragazzo, dopo che aveva addirittura sacrificato la sua anima per lui, non se lo sarebbe mai aspettato. Del resto, si ripeteva Sayaka, doveva biasimare solo sé stessa se non era stata in grado di confessargli i suoi sentimenti e, ora che era solo un involucro vuoto, non poteva più farlo. Inoltre un altro genere di sconvolgimento agitava il suo cuore, un dubbio di cui non avrebbe potuto parlare alla dolce amica in rosa. Un sentimento nuovo, di cui non capiva la provenienza e nemmeno l’esatta natura, ma che si era inesorabilmente insinuato in lei quasi senza che se ne accorgesse. Sapeva bene chi ne fosse l’artefice, ma la sola idea la disturbava (e la turbava) a tal punto che si rifiutava di ammetterlo anche a sé stessa.

Kyoko non ricordava quanto tempo fosse passato dall’ultima volta che aveva partecipato ad una festa, ma certamente era successo mentre viveva ancora con la sua famiglia e questo era stato sufficiente a spingerla a rifiutare l’invito di Madoka. Quella svampita, che tutti tenevano in considerazione neanche fosse un tesoro nazionale, non aveva la più pallida idea di cosa le stesse chiedendo e di quali ricordi ed emozioni scatenasse in lei quell’idea. Eppure era bastata una sola frase, anzi, due sole parole, per indurla a cambiare idea. “Per Sayaka”. Kyoko odiava tutto questo, odiava essere così sensibile anche solo al nome di quella stupida, detestava la consapevolezza di saperla infelice nonostante non avesse nessun reale motivo per esserlo, non sopportava che fosse una ragazza così fortunata e non se ne rendesse conto. E soprattutto non tollerava di essere sempre, costantemente, preoccupata per lei.
Madoka non ebbe nemmeno bisogno di insistere più di tanto, era bastato nominare Sayaka e Kyoko aveva già stabilito che sarebbe stata presente a quella tanto decantata festa. Se poi si fosse rivelato qualcosa di inopportuno, beh, poteva sempre andarsene.

«Salatini? »
«Ci sono. »
«Bibite? »
«Ci sono. »
«La torta di Mami-san? »
«C’è. »
Madoka era al settimo cielo e stava ricontrollando la lista di cibi classici per un ritrovo di ragazze insieme a Homura, che annuiva seriamente e spuntava ogni voce. Mami, invece, che aveva messo a disposizione il suo appartamento, sistemava le ultime decorazioni canticchiando sommessamente. La ragazza era stata ben felice di accogliere quel piccolo ritrovo a casa sua e trovava entusiasmante quasi quanto Madoka l’idea di trascorrere l’ultima notte dell’anno tutte insieme. Se poi questo fosse stato utile elle sue care kohai per fare chiarezza nei reciproci sentimenti, allora ancora meglio.
Fu in quest’atmosfera allegra e rilassata che Sayaka fece il suo ingresso, accolta dai sorrisi delle amiche. In tutta sincerità era stata molto incerta se accettare o meno l’invito, ma gli occhi di Madoka erano stati così luminosi mentre aspettava la sua risposta, che non aveva avuto il coraggio di dire di no. Non che pensasse che ci fosse qualcosa da festeggiare per cinque zombie senz’anima e in special modo per lei, che aveva anche perso il motivo di questa privazione. Odiava dover fingere che andasse tutto bene quando dentro si sentiva a pezzi, ma forse, solo per questa volta, poteva sforzarsi di sorridere.
«Sayaka! »
L’esclamazione improvvisa e la pacca sulla spalla fecero sobbalzare la ragazza che, voltandosi, si trovò davanti Kyoko, a sua volta appena giunta nell’ingresso. La rossa non era per nulla diversa dal solito, con i consueti pantaloncini e la felpa nonostante la temperatura rigida, un pocky tra i denti e il solito sorrisetto strafottente stampato in faccia. Il cuore di Sayaka ebbe un sussulto: quella stessa ragazza, pur trovandosi nella sua identica condizione, pur patendo una solitudine ben peggiore, aveva fatto del suo meglio per incoraggiarla ad andare avanti, e anche adesso le stava sorridendo come se festeggiare quella notte fosse qualcosa si normale.
«Cos’è quella faccia? Stasera siamo qui per fare baldoria, quindi niente musi lunghi! » esclamò Kyoko rinnovando le pacche sulla spalla e lasciandole in mano un pocky. «Che profumino! Mami, è opera tua? Era ora che qualcuno cucinasse come si deve! »
Suo malgrado Sayaka seguì la rossa nell’appartamento, invidiandone l’entusiasmo e chiedendosi come facesse a comparire al suo fianco ogni volta che sentiva il bisogno di qualcuno che la sorreggesse.

La festicciola allestita da Madoka era in tutto e per tutto il classico ritrovo di ragazzine delle medie e Kyoko si chiedeva dove fosse finita la consapevolezza di essere Puellae Magi. Non che a lei importasse qualcosa, le era sufficiente gustare i manicaretti di Mami, ma in momenti del genere aveva sempre l’impressione che potesse succedere qualcosa. A loro non era concesso comportarsi come ragazze normali, illudersi di poter chiudere fuori la realtà. Eppure vedere Sayaka più tranquilla, il suo sorriso più genuino, le faceva quasi desiderare che quell’illusione fosse reale.
Non ebbe nemmeno il tempo di terminare il pensiero che sentì la sua Soul Gem illuminarsi di luce scarlatta e la conferma che anche le altre avevano percepito la stessa sensazione, le giunse dall’improvviso zittirsi dei loro schiamazzi. Un attimo e tutte avevano le proprie gemme in mano.
«Nemmeno la notte di Capodanno possiamo stare tranquille! » esclamò Kyoko attivando per prima il proprio potere. «A quanto pare è ora di smaltire i dolci che abbiamo mangiato! »
Senza attendere oltre, spalancò la finestra e si lanciò nel vuoto, atterrando con grazia sul marciapiede.
La Strega aveva già dispiegato il suo labirinto e ben presto si trovò circondata di demoni famigliari. La lancia saettò fulminea abbattendone un paio e solo quando una freccia di luce rosa ne colpì uno poco distante, scoprì che le altre ragazze l’avevano raggiunta.
«Tutto bene, Kyoko? » chiese Madoka ansiosamente.
Alle sue spalle Sayaka, Homura e Mami erano già impegnate a loro volta in battaglia. Solo la Puella Magi azzurra le rivolse un rapido sguardo.
«La solita individualista…» la sentì borbottare mentre la sua lama tagliava di netto a metà un piccolo demone.
La Kyoko di sempre avrebbe riso sguaiatamente di quel commento, certo che era individualista, era l’unico modo per sopravvivere, ma quella reazione venne presto surclassata dalla preoccupazione. Negli ultimi tempi il modo di combattere di Sayaka si era fatto imprudente e anche quella sera poteva vedere nei suoi occhi una luce di esaltazione che non le piaceva affatto.
«Ci penso io alla Strega! » la sentì esclamare infatti di lì a poco, scattando verso il centro del labirinto.
A nulla valsero i richiami di Madoka e Mami, quindi Kyoko si gettò al suo inseguimento, decisa a mettere una volta per tutte un freno a quella testa vuota. Prima criticava lei, poi si lanciava in quei gesti folli: quella stupida aveva decisamente bisogno di qualcuno che le desse una regolata. Impiegò poco tempo a raggiungerla e ancora meno a capire che non era all’altezza di quello scontro, non da sola almeno. Probabilmente, nessuno lo sarebbe stato. Lo realizzò solo guardandola mentre lottava disperatamente, schivando le lame di cui era armata la Strega e opponendovi le proprie con tutta la forza che aveva: non voleva che combattesse da sola, non voleva che rischiasse serie ferite se non addirittura la vita convinta che nessuno sarebbe corso in suo aiuto.
«Sayaka! » la chiamò quindi, più perché si rendesse conto della sua presenza che per vera necessità. Fu un grosso errore, perché la ragazza si voltò istintivamente verso di lei, non vedendo l’ultimo fendente della Strega.
Successe tutto in un attimo: Kyoko realizzò quello che stava per succedere, scattò in avanti e si frappose tra Sayaka e la Strega. La lama la trafisse, la sentì bruciare come fuoco nonostante la sua resistenza al dolore, ma nello stesso momento, la sua lancia passò da parte a parte la creatura. Una nuvola di fumo nero l’avvolse e un istante più tardi un Grief Seed tintinnò sul pavimento.

Davanti agli occhi sbarrati di Sayaka avvenne tutto al rallentatore: la lama della Strega, quella di Kyoko, il sangue, il corpo della ragazza che barcollava. Solo un istante prima di vederla crollare riuscì a scuotersi dalla sua immobilità shockata e ad afferrarla tra le braccia senza che toccasse il suolo.
«Chi è la stupida stavolta, eh? » esclamò rendendosi conto che sia la sua voce che le sue mani tremavano.
Lo sguardo cremisi di Kyoko si alzò su di lei mentre sul volto della ragazza si dipingeva il consueto sorrisetto provocatorio.
«Colei che si è lanciata allo sbaraglio. »
Non era un’accusa, Sayaka lo sapeva, ma le permise ugualmente di capire che sciocchezza aveva fatto e che l’altra Puella Magi le aveva indubbiamente salvato la vita. Un nodo di commozione le chiuse la gola, mentre piegava il capo e nascondeva l’espressione dietro la frangia.
«Ma che fai, piangi? »
La voce di Kyoko era ironica come sempre, ma la mano che si sollevò ad accarezzarle la guancia tradiva un’innegabile gentilezza.
Sayaka la strinse, mentre le lacrime le bagnavano le dita e le lebbra mormoravano parole spezzate come “Scusami” e “Grazie”. Un alone di luce azzurra le avvolse entrambe mentre il suo potere reagiva alla ferita dell’altra ragazza accelerandone la guarigione e attorno a loro il labirinto della Strega svaniva completamente. Solo quando si ripresero entrambe, scoprirono di trovarsi sotto il portone della casa di Mami, mentre le altre ragazze erano in qualche modo finite dall’altra parte della piazza.
«Smettila di piangere, sciocca. » mormorò Kyoko alzandosi sui gomiti fino a raggiungere le sue labbra. «Non ti libererai così facilmente di me. »
Solo alcuni istanti più tardi Sayaka si sarebbe resa conto che la campana del tempio stava battendo la mezzanotte e che sopra a quel portone era stato appeso un rametto di vischio.
   
 
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