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Autore: anorexic of emotions    27/01/2013    1 recensioni
Non è un romanzo, ma una raccolta di incubi.
'Incubi' è inteso come brutti sogni, come ciò che ci fa paura, come ciò che non vorremmo accadesse.
Tutto ciò che abbiamo intorno e che ci turba... Tutto insieme, tutto qui.
Una valvola di sfogo per chi non si lascia sopraffare dalla paura e continua a combatterla od ignorarla.
Una valvola di sfogo per chi è perseguitato di più ogni giorno che passa.
Questo è per te che stai leggendo, per te che vuoi avere paura e per te che vuoi sconfiggere la paura.
Genere: Horror, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono in un parco giochi con mia madre, strano. Lei odia i parchi giochi.
Meglio non pensarci, divertiamoci.
Mi guardo intorno e vedo una ruota panoramica che gira pigra, lenta e senza luci; un ponte vecchio che sta cadendo a pezzi ed una piscina con al centro un gioco in stile Takeshi's Castle: due aste di gomma poste una in verticale a reggere l'altra in orizzontale, che gira. Attira subito la mia attenzione e corro a guardarlo. Attraverso la strada sotto il ponte, dove l'acqua esce dalla piscina; qui vedo almeno un centinaio di piccoli uccelini azzurri, alcuni appoggiati al ponte, altri a terra stesi, a pancia all'aria, senza vita. Mi chiedo cosa ci sia che non va e vedo un clown in lontananza. "Probabilmente lavora qui!" e corro a chiedergli spiegazioni. Perdo mia madre tra la folla, ma non m'importa. La prima cosa adesso è capire perché quegli uccellini sono morti.
Mi avvicino all'uomo e sto per porgli la mia domanda, quando si gira e mi guarda... Posso specchiarmi nei suoi occhi color rosso vermiglio e nei suoi denti che sfoggia nel sorriso che va da un orecchio all'altro, malvagio. Allora ho un'intuizione e guardo verso l'attrazione principale del parco... Non posso crederci! Scoppio in lacrime... Sopra quella trappola mortale sono sospesi Bill e Saul, i miei migliori amici. Il gioco è rimanere sulla giostra il maggior tempo possibile mentre gira e cercare di spingere l'altro in acqua. Cadranno inevitabilmente entrambi nel veleno che stanno sorvolando. Inizio a urlare, ma dalla mia gola esce un sussurro. Sono accecata dalle lacrime e voglio solo che scendano da lì sopra. Come faccio? Sono in trappola! Come farò a vivere senza di loro?
Guardo nell'acqua, sperando di scorgere uan via di fuga per le persone più importanti per me e vedo ciò che mi lascia impietrita per almeno dieci minuti: quello che era il corpo di mia madre senza vestiti e i lunghi capelli neri, strappati dalla sua cute, che galleggiano ognuno per conto suo in quella fogna maledetta. Perché nessuno se ne accorge? Perché nessuno ferma quella tortura?
"Nicoleeeeeeeeeeeeeee!"
Chi è che mi chiama?
"Nicoleeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee"
La voce proviene da molto lontano e guardandomi intorno vedo solo folla, l'aria inizia a mancarmi... Eppure non soffro d'asma!
Sto per svenire, sto per svenire, rischio di affogare nelle mie stesse lacrime, non vedo nulla!
"Nicoleeeeee"
"Chi seii?!?"
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"Nicole, alzati, è tardi. Devi andare a scuola"
"Mamma?"
"Che c'è?"
"Ti voglio bene"
  
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