Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: TooLateForU    27/01/2013    26 recensioni
"Ci sono cose di cui non si è padroni, ma certamente io sono padrona della mia vagina e solo uno tra i miei venti ex fidanzati la merita. E tu.." lo indicai, e finalmente alzò lo sguardo dalla mozzarella che colava ai bordi della pizza "..mi aiuterai a rintracciarlo."
"Perchè io?"
"Perchè ti sei fatto mezza New York. E l'altra metà sono alberi, quindi zitto e comincia a lavorare!"
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
i just came to say hellooooo, oooh oooh ohh.
puonasera piepis, come va? i miei tra circa mezz'ora saranno a casa dopo aver passato il weekend a torino per il loro anniversario, e troveranno che i loro candidi figliuoli hanno ridotto la cucina come un cagatoio di maiali #shalala
no dai, ho ficcato tutto nella lavastoviglie e ora fa quel rumore inquetante tipo struzzo partoriente che mi agita, ma almeno le cose saranno pulite.
eniuei, lo so, non ho ANCORA aggiornato jump then fall. but, hey, time takes time, non mi va di scrivere perchè mi sento obbligata e poi pubblicare un capitolo di merda.
sapete, a volte mi danno altamente al cazzo quelle che dicono-e non scherzosamente-che PRETENDONO il nuovo capitolo.
allora io pubblico un capitolo con scritto 'nuovo capitolo. merda rosa a pois blu.' e basta. lo so che è brutto aspettare, davvero, ma vi meritate un bel capitolo, non una cagatina scritta perchè alcune mi mettono angoscia.
MAAA, penso che pubblicherò presto, perchè QUALCHE PESSIMA PERSONA DI CUI NON FARO' IL NOME (rachele) mi ha minacciato con una cosa stronzastronzastronzissima.
ti odio cava <3 ma ricorda che sono io il boss qui, jajaja *spagnola in calore*
basta, torniamo a List. questo è il capitolo che apre veramente le danze (?), quindi...boh, godetevelo.
ma come state? raccontatemi un po' i cazzi vostri suvvia! (parlo con quelle che non lo fanno mai, non con le solite..sì, lo so che state leggendo cocorite bricconcelle che non siete altro)
bye





Osservai con orrore Liam fare una smorfia nel sonno, prima di girarsi sull’altro lato.
Oddiomio, oddiomio. E adesso che faccio?
“E’ tutta colpa tua, vergognati!” sibilai alla mia vagina, prima di accorgermi che avevo davvero parlato con il mio organo genitale.
Mi alzai, cercando di non far rumore sul materasso, e raccolsi da terra una magliettona che usavo di solito per casa. La infilai, afferrai il mio cellulare sul comodino e corsi a piedi nudi nel bagno.
Cinque cinque tre, sei otto, zero tre nove..
“Pronto?”
“Gilian, sono io!”
“Perché sussurri?”
Lanciai uno sguardo fuori dal bagno, e notai che Liam ancora dormiva tranquillo “Senti, ho fatto un casino.” continuai, mordendomi un’unghia.
“Ti sei fatta licenziare?”
“Che? No, quello era ieri!”
“Ti hanno licenziata ieri?!”
“Gilian, ascoltami!” alzai la voce, e me ne pentii quando sentii Liam che si alzava dal letto.
Merda, merda, super merda.
“Ieri sera..ieri sera sono tornata a casa con Liam Payne, il mio ex-capo.”
“Jenna.” cominciò Gil, severa “Dimmi che ora non è sul tuo letto senza i pantaloni.”
Lanciai un’altra occhiata fuori dal bagno “Bhè, sul letto non è..”
“Oh signore! Matt, MATT, Jenna si sposa!” la sentii urlare dal telefono.
“Auguri Jenna!” rispose la voce di Matt, in lontananza.
“Vaffanculo Gilian! Come cavolo faccio a sposarlo? Ci sono stata solo una notte, era il mio capo, e..”
“A me è sembrato molto, molto carino ieri sera. Poi non se ne è ancora andato, no? E’ un buon segno.”
Mi fermai a riflettere, ed in effetti non aveva tutti i torti. Voglio dire, era sempre una faccia di merda, ma se ci fossimo sposati mi avrebbe sicuramente ripresa al lavoro. E poi era attraente, educato, a volte spiritoso.
Magari era destino che fosse proprio lui mio marito.
Mi sporsi oltre lo stipite per lanciare l’ennesima occhiata nella stanza, e notai che Liam si stava specchiando da diverse angolazioni nel mio specchio appoggiato all’armadio.
Strambo.
“Okay, ora devo andare. Ci sentiamo dopo.” attaccai bruscamente, e mi alzai. Entrando nella stanza mi schiarii rumorosamente la gola, ma Liam non fece segno di sentirmi e si diresse in cucina.
“C’è del caffè? Del latte parzialmente scremato?” chiese, cominciando ad aprire tutte le credenze.
“Ehm, veramente li ho finit..”
“Uuh, e questa cosa sarebbe?” con una smorfia disgustata indicò la pizza avanzata di l’altro ieri in frigo.
“Era..era della pizza per le persone..povere della comunità dei..sordo-ciechi…” tentai di giustificarmi, prima di chiudere bruscamente l’anta del frigo.
Ma lui già non mi ascoltava più. Armeggiava con il suo blackberry, molto preso.
“Okay senti, oggi alle due ho un pranzo di lavoro, alle quattro devo vedere i rappresentati della Dutche Bank e alle sei vado in palestra ma potrei riuscire ad infilarti per un happy hour alle..sette e dieci.”
Infilarmi per un happy hour? Ma che sono, l’appuntamento dal dentista?
Mio marito stava diventando il mio ex-marito.
“Senti, veramente..”
In quell’istante la porta di casa si aprì, e il mio caro vicino di casa entrò con molta nonchalance.
“Ciao Jenna, ciao bello.” ci salutò, prima di aprire il frigo. Afferrò un trancio di pizza e se lo trascinò sul divano.
“Ah, ecco, lui è Zayn il mio vicino. Zayn questo è Liam.” feci le presentazioni, e mentre Liam guardava perplesso il pakistano sul mio divano lui gli fece il segno della pace.
Oh signore mio, dammi la forza.
“Senti Liam, che ne dici se..ti richiamo io e ti faccio sapere?” tentai, disperata.
“Non è possibile. Devi farmi sapere ora altrimenti poi si scombussolano i piani, e io non posso rimandare la palestra di giovedì, capisci? Quei quarantacinque minuti di pilates servono al mio organismo per stimolare il metabolismo, che è più lento nel fine settimana come saprai.”
E certo, chi non lo sa?
“Quindi?” insistette, nervoso.
Io boccheggiavo, consapevole di sembrare una trota (troia) sull’orlo della disperazione. Che gli dico, che gli dico, che gli dico?
“Oh, Jenna, non te lo ricordi? Stasera c’è la riunione di condominio.” Zayn si intromise, candidamente, e mi sembrò di sentire qualcuno intonare l’alleluja.
In effetti qualcuno stava intonando l’alleluja. La signora Fender, del piano di sotto, che cantava per il suo cane cieco. Ma non era questo il punto.
“Già! La riunione di condominio!” ridacchiai nervosamente “Non posso proprio mancare Liam, mi dispiace. Allora ci sentiamo eh?” cominciai a spingerlo delicatamente verso l’ingresso
“Va bene, sappi che dal lunedì al venerdì tengo il cellulare acceso dalle sette alle undici di sera, mentre nel weekend dalle nove a mezzanott..”
“Certo, certo, ci vediamo!” lo spinsi definitivamente fuori dalla porta, e prima che la richiudessi notai che dalla porta della casa di Zayn stava uscendo una spilungona stretta in un abitino succinto.
Oh, tipico.
Richiusi seccamente l’uscio, e mi girai verso il divano dove Malik masticava rumorosamente
“Che c’è? Ti ho parato il culo dal maniaco stressato.” esclamò
“No, hai semplicemente usato di nuovo casa mia per nasconderti dall’ennesima ragazza che ti sei portato a letto.” gli feci notare, piccata “Non ti aiuterò nel tuo perverso piano di farti qualsiasi cosa si muova a New York.”
“E’ arrivata san francesco.” ruotò gli occhi scuri al cielo, prendendo un altro morso “E comunque non mi faccio fare la predica da una vestita solo con una maglietta che usa per pulire i pavimenti.”
Sbuffai, prima di dargli un pugno su una gamba per farmi spazio sul divano “Zayn?”
“Uhm?”
“Se ti dico una cosa prometti di non considerarmi una troia?”
“No, ma dilla comunque.”
Gli lanciai un’occhiataccia, ma continuai “Sono stata a letto con venti uomini nella mia vita.”
Un pomodoro gli andò di traverso, e sputacchiò per terra
“Ma che schifo!”
“VENTI? Ma non sei una ragazza, sei un distributore!”
“Idiota!” gli gridai, dandogli un altro pugno, ma lui si limitò a ridacchiare e pulirsi la bocca.
“Dai, su, non prendertela. Non è una tragedia.”
“E invece sì, lo è! Perché avevo deciso che il ventesimo uomo con cui sarei andata a letto sarebbe stato l’ultimo, l’uomo giusto, e invece è stato quel..quel maniaco schizofrenico del mio ex-capo!” continuai, stridula
Zayn fece spallucce “Magari il ventunesimo sarà quello giusto. O magari incontrerai qualche tuo ex e finirà che vi sposerete, così non supererai i venti.”
Mi bloccai, mentre un’idea perversa cominciava a formarsi nella mia mente. In quel momento Zayn si alzò dal divano.
“Va bene, grazie per la colazione. Io torno a dormire.” mi scompigliò i capelli e tranquillamente uscì, lasciandomi sola.
Io e la mia perversa idea da mettere in atto.
 
Sebbene io trovi Facebook un semplice errore nella naturale evoluzione dell’uomo e lo consideri utile solo per ricordare i compleanni di persone poco interessanti (genitori, sorelle, cugini e così via), in questo momento era la mia ancora di salvezza.
Allora, cominciamo. Mi sgranchii le braccia, e digitai uno nome a caso scritto sulla lista spiegazzata al mio fianco.
J-u-s-t-i-n Mitchell. Eravamo stati fidanzati durante l’estate tra il terzo e quarto anno di liceo, mi pare. Ci eravamo conosciuti in vacanza al mare, in North Carolina. Diciamo che mi ero messa con lui per movimentare un po’ quella deprimente vacanza, dato che nascondere la dentiera di quel pazzo furioso di mio nonno tra i tampax di mia madre aveva smesso di divertirmi.
Comunque era simpatico, e carino. E viveva a New York, a quanto ricordavo.
Apparve un solo risultato, e ci cliccai sopra per vedere meglio l’immagine del profilo.
Fa che sia carino, fa che sia carino, fa che sia carin..
“Oh signore!” esclamai, con un balzo.
Ma che caz..ma cosa gli era successo?
Dove cavolo era il suo collo? E quello..quello era un quarto mento o me lo stavo immaginando?
Sbuffai, e tornai indietro. Non che abbia qualcosa contro i ragazzi che non sono magri ma..bhe..
Non sono magri.
 
 
DUE MINUTI DOPO
La domanda non è come, la domanda è perché Adam Florence ora si faccia chiamare…Daphne RossaFamelica.  
Perché?
PERCHE’?
 
 
UN MINUTO DOPO
Uh, Josh! Vecchia canaglia, mi ricordo di te. Un secchione stronzetto che mi aveva quasi assalito durante il ballo dell’ultimo anno, facendomi finire un patatina alla paprika in un occhio.
Ma nonostante tutto eravamo stati insieme sei mesi. Finchè sua madre non aveva decretato che lo stavo traviando e portando sulla cattiva strada.
Era una donna piena di pregiudizi. Come se quell’incendio fosse stata colpa mia!
Cliccai sulla foto e..oh, ooooh. Meglio di quanto ricordassi! Capelli brizzolati neri, occhi azzurri, camicia da uomo in carriera.
Stavo per aprire la chat, quando notai lo stato sentimentale.
Sposato.
Sposato.
Ed avevamo la stessa età.

Cancellai anche il suo nome dalla lista, sbuffando sonoramente. Rimanevano solo…undici ragazzi ancora da controllare.
D’un tratto un nome attirò la mia attenzione.
“Harry Styles..” mormorai, stringendo il foglietto, e come una valanga i ricordi mi ricoprirono.
Eravamo stati vicini di casa per anni, a otto anni lui mi aveva regalato un anello di cartapesta trovato nell’uovo di pasqua e ci eravamo promessi che un giorno ci saremmo sposati.
Ci adoravamo, e ci divertivamo come solo due spastici ragazzini newyorkesi possono divertirsi: rincorrevamo gli scoiattoli a central park, facevamo a gara di rutti, andavamo sullo skateboard..
Poi a tredici anni lui si trasferì a Georgetown, che se la geografia non mi inganna deve essere in uno di quei tristi stati del sud dove ancora si sparano per il latte o l’indipendenza, boh.
Comunque, ci eravamo promessi che ci saremmo aspettati e non saremmo stati con nessun altro. Peccato che quando tornò a New York io mi ero messa con il qouterback della squadra di football, lui aveva baciato la vicina di casa della sorella del fidanzato della mia compagna di classe di biologia e dopo una ragionevole conversazione tra persone adulte in cui lui mi aveva dato della troia ed io gli avevo sputato sul naso, ci eravamo persi di vista.
Digitai il suo nome su google, e per poco non mi prese un infarto. 30.000 risultati?
Harry Styles porta avanti la sua campagna per i vaccini contro l’AIDS in Africa..’
‘Harry Styles: intervista del Times’
‘Harry Styles nominato uomo più socialmente impegnato del 2012..’
Oddio. Oddio, era lui! L’uomo della mia vita! E guarda che occhi!
Dovevo trovarlo.
E per farlo mi serviva l’aiuto di qualcun altro.
 
Diedi uno schiaffo alla sua pizza, facendo volare il trancio per la stanza come un frisbee triangolare impazzito.
Zayn spalancò gli occhi “Ma sei MATTA? Quella era la mia cena!” urlò
“Mi devi aiutare.”
“E come cazz..come sei entrata?”
“Tu lasci la porta aperta! Non è consigliabile, c’è chi potrebbe prenderlo come un invito per prenderti a lampadate in testa e rubare tutte le cose di valore.”
“L’unica cosa di valore che c’è qua dentro è l’orologio d’oro che mi hanno regalato per la comunione.” commentò bonario, alzandosi per riprendere la pizza finita sul lettore dvd.
“Ma non l’avevi venduto per comprare la macchina che fa la birra?”
Sbattè le lunghe ciglia un paio di volte, confuso “Oh cazzo, è vero! E dov’è la macchina?”
“Hai venduto anche quella per pagarti la benzina all’auto ma..”
“Che tristezza.”
La mia mano era già pronta per scagliare un altro manrovescio alla sua pizza quando lui mi bloccò il polso “Puledra violenta che non sei altro, lasciami nutrire!”
Sbuffai, e mi scollai dalla sua presa “Hai presente quella cosa che hai detto prima, sui ragazzi che ho avuto? Bhè ci ho pensato, e ho concluso che ci sono cose di cui non si è padroni, ma certamente io sono padrona della mia vagina e solo uno tra i miei venti ex fidanzati la merita. E tu.." lo indicai, e finalmente alzò lo sguardo dalla mozzarella che colava ai bordi della pizza "..mi aiuterai a rintracciarlo."
"Perchè io?"
"Perchè ti sei fatto mezza New York. E l'altra metà sono alberi, quindi zitto e comincia a lavorare!"
Continuò a masticare, lentamente, lanciandomi uno sguardo simil-sospettoso. Notai che non si era fatto la barba, ma non sembrava un senzatetto come la maggior parte degli uomini che non se la fanno.
Almeno, non più del solito.
“E io che ci guadagno?”
“La riconoscenza di un’amica, ovvio!”
“Oh certo, come ho fatto a non pensarci? Aspetta, vado a slegare il mio unicorno gay e insieme ce ne andiamo galoppando verso il mulino che vorrei, va bene?” mi prese in giro, parlando come si parla ai neonati quando piangono, strillano e cagano nello stesso momento.
Sbuffai “Okay, se mi dai una mano io ti faccio una copia delle chiavi di casa e ti permetto di venire ogni volta che vuoi evitare qualche tipa. Andata?”
Tesi la mano e aspettai, pazientemente.
Dopo qualche secondo sentii la sua stretta, tutta unta dall’olio colato della pizza.
“Andata!”

 


   
 
Leggi le 26 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: TooLateForU