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Autore: MikuSama    27/01/2013    2 recensioni
Il carattere delle persone varia secondo il contesto.
In questa breve one shot in occasione del giorno della memoria, vedremo un Russia totalmente diverso dai canoni, ma non per questo OOC -spero.
Spero vi piaccia :3
Genere: Malinconico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Allied Forces/Forze Alleate, Polonia/Feliks Łukasiewicz, Russia/Ivan Braginski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Ivan Braginski piace la dittatura.
A Ivan Braginski piace quando tutti obbediscono.
A Ivan Braginski piace quando tutti hanno un pensiero comune –il suo.
Stalin –grande uomo, dice.
Ivan Braginski è abituato alle crudeltà.
A lui piacciono le crudeltà.
Uccidere –com’è bello.
Certo.
A Ivan Braginski piace.
 
 
Si tocca le guance un’altra volta.
No, quelle non sono le sue vero?
È impensabile.
Lui è abituato a vedere dei cadaveri.
Lui non può star piangendo per dei morti.
 
Le dita raggrinziscono per effetto di quelle gocce salate.
 
 
Non è possibile.
Non è possibile.
Non è possibile.
Non è possibile.
 
* * *
 
 
Il biondo distoglie gli occhi verdi da quelli viola dell’altro.
–Feliks, guardami.
Il biondo non risponde.
–Feliks, dimmi che è una bugia.
Il biondo serra gli occhi.
Ivan Braginski lo prende per le spalle, costringendolo a guardarlo.
–FELIKS, DIMMI CHE TUTTO QUESTO È UNA BUGIA!
Feliks piange.
Mormora uno “scusami.”
Ivan Braginski lo butta a terra e se ne va.
No, le scuse non basteranno.
 
 
* * *
 
 
–Dobbiamo bombardare Auschwitz! Dobbiamo fare qualcosa!
Voi non sapete… Non sapete cosa ho visto!–
 
Le Potenze Alleate deglutiscono.
Le Potenze Alleate distolgono lo sguardo.
Arthur Kirkland sorseggia rumorosamente il suo tè.
Alfred F. Jones tamburella l’indice contro il tavolo.
Francis Bonnefoy toglie i petali ad una rosa, uno ad uno.
 
Ivan Braginski capisce.
Ivan Braginski abbassa lo guardo; gli occhi coperti dai capelli chiari, il viso occultato dalla sciarpa.
Agirà da solo.
Come sempre.
 
* * *
 
 
A Ivan Braginski viene una stretta al cuore.
Non vuole ritornare lì. Non vuole.
Ivan Braginski prende un profondo respiro.
Una sola parola.
I carri armati avanzano.
 
Ivan Braginski li vede.
I sopravvissuti.
Ivan Braginski rimane sorpreso.
Poche persone felici, bambini perlopiù; alcuni depressi; molti gusci più morti che vivi.
 
Ivan Braginski ferma uno di loro e gli domanda perché non sono felici. Loro sono vivi, dice.
Lei –una donna- gli sorride e gli rigira la domanda.
Perché.
Perché sono viva.
Perché io e non altri.
 
Un pensiero quasi comune.
 
Io sono vivo, sì.
Mia moglie e mio figlio no.
 
Io sono viva, sì.
Il mio ragazzo no.
 
Ivan Braginski parla con tutti i sopravvissuti: chiede loro il nome, l’età, la città di provenienza.
Ivan Braginski non si dimenticherà più di quelle persone, mai.
Ricorderà sempre tutto di loro.
 
* * *
 
È il 1947.
Ivan Braginski riceve una visita.
Si ricorda di quell’uomo, era uno dei sopravvissuti ad Auschwitz.
Lo fa accomodare, gli offre un bicchiere di vodka, aumenta l’intensità del fuoco nel caminetto.
L’uomo rifiuta cordialmente.
Prende dalla borsa un libro e glielo porge. Si scusa se la lingua è olandese e non russa.
Ivan Braginski guarda il libro.
Riconosce il cognome dell’autrice, è lo stesso dell’uomo che vede davanti a sé.
Riconosce anche il nome: è quello della figlia, gliene aveva parlato l’uomo stesso.
L’uomo sorride, lo saluta cordialmente e se ne va.
 
Ivan Braginski apre il libro.
Ci trova un foglio dentro.
 
Lo prende, lo legge: è in russo, con una scrittura un po’ stentata, tipica dei novellini nella lingua.
Il foglietto lo incornicia.
Lo guarderà ogni giorno.
 

Io sono vivo.
Mia figlia anche, in questo diario.

 






Note dell'autrice:
Questa fic è nata avanti ieri, mentre il prof di religione parlava appunto di questa roba LOL.
Sono abbastanza soddisfatta. È leggera ma non troppo. Ho voluto appositamente descrivere questo Russia così fragile, perché me lo vedo troppo in un contesto simile.
Spero vivamente che vi sia piaciuta e non sarebbe male se lasciaste un commentino -messggi subliminari- ^^
Hasta la pasta~!

Miku.
  
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