Questa ff è dedicata ad un po' di gente...
1) alla mia migliore amica summer_hermione, che pazientemente recensisce tutte le mie fanfiction, poverina!! XD
2) ad un ragazzo molto speciale a cui voglio un sacco di bene e che in questo periodo mi manca tantissimo... ç__ç
3) al mio personaggio preferito, Lily Evans, una strega meravigliosa e con un grande coraggio, ma che, purtroppo, ha dovuto morire presto.
4) alle mie amiche Federica e Fabiana... =)
5) a tutto il mitico blog dell'ES, i fan più scatenati della saga migliore che esista!!!!
6) a J.K. Rowling, una delle donne migliori del mondo, con la speranza (anche se impossibile...) di poterle parlare e poterla incontrare, un giorno, siccome ha inventato la saga che ha segnato parte della mia vita e che è stata davvero importante, per me.
E ora................BUONA LETTURA!!!!!
Ps: se qualcuno avesse dei dubbi sul titolo, la traduzione in italiano è questa:
Ninnananna per Lily [l'addio di Piton]
Lullaby for Lily
[Snape's farewell]
1
La punizione
“Accidenti, non è possibile!”
“Che cosa?”
Harry si voltò a guardare Ron, la bocca piena di pane tostato e marmellata
d’arancia. L’amico aveva un’aria talmente distrutta e disperata, che Harry
cominciò a chiedersi se fosse il caso di preoccuparsi seriamente.
“Tutte le volte che c’è Pozioni mi dimentico di fare i compiti!!
Uffa...Piton mi ammazzerà!” piagnucolò Ron.
Harry si tranquillizzò.
“Tutto qui? Tanto con il bene che mi vuole Piton, anche se i compiti li ho
fatti mi darà una D lo stesso…”
Ron fece una risatina.
“Sì, questo è vero. Ma che scusa trovo, questa volta?”
Harry si voltò lentamente verso Hermione.
“Qualche idea?” le chiese.
Hermione sbuffò.
“Siete peggio dei bambini! Quando imparerete a cacciarvi fuori dai guai DA
SOLI?? Anzi, quando imparerete a NON cacciarvi proprio nei guai??” sbraitò.
“Parla per Ron!! Io che c’entro?? Per tua informazione, i compiti li ho
fatti!” si indignò Harry, sputando pezzi di pane tostato in stile zio Vernon.
“Ooooh, e vabbè, copia i miei, Ron! Ma è l’ultima volta!” sospirò Hermione.
Poi si voltò dall’altra parte e imburrò il pane con talmente tanta foga da
spalmarsene un po’ anche sulla divisa scolastica.
La faccia di Ron assunse finalmente un’espressione sollevata, mentre tirava
fuori dalla borsa il materiale per scrivere. Poi ridacchiò e disse a Harry, in
modo che nessun’altro potesse sentirlo:
“La frase di Hermione ‘ma è l’ultima volta!’ l’avrà detta come minimo al
primo anno…quindi non credo ci sia da preoccuparsi.”
Harry scoppiò a ridere.
“Che avete, voi due?” ringhiò Hermione.
“Niente” esclamarono all’unisono, fiondandosi immediatamente sulla
colazione.
Questo parve far arrabbiare la ragazza ancora di più, tanto che, mentre si
dirigevano verso i sotterranei per la prima lezione della giornata, le divise
di entrambi i ragazzi erano piene di burro partito dalle forchettate piene di
foga di Hermione.
*
Harry stava cercando di tenere basso il fuoco sotto al calderone, ma la
fiamma continuava a prendere il sopravvento.
“Hermione, mi dai una mano, per piacere?” chiese, senza fiato, la faccia
sudata e mezza manica della divisa bruciata.
“Non posso” sussurrò Hermione a denti stretti, gli occhi ridotti a fessure
per lo sforzo.
“Una pozione più semplice non poteva darcela, eh?” sbottò Ron, le mani
piene di taglietti.
Dopo aver sudato una ventina di camicie, le pozioni dei tre ragazzi presero
un colore definitivo: quella di Hermione era giallo ocra (il colore scritto sul
libro), quella di Harry era grigio perla e quella di Ron color catrame.
Ma Neville era in condizioni peggiori: la sua pozione aveva cominciato a
sputare lingue di fuoco…che pian piano si stavano solidificando.
Appena Piton si accorse di quello che stava succedendo, il sotterraneo
rimbombò delle sue urla.
“NON HO MAI AVUTO UN ALUNNO COSI’ INCAPACE!!! NON MERITI DI STARE
SEDUTO NELLA MIA AULA, PACIOCK!! HO SOPPORTATO LE TUE POZIONI FIN
DAL PRIMO ANNO, MA ADESSO BASTA!!!!”
Neville era disperato. Singhiozzava e tremava…sulle sue guance scorrevano
delle lacrime enormi.
Harry non ce la faceva più a guardare Piton che maltrattava un ragazzo
sensibile come Neville… doveva intervenire.
“LA SMETTA DI TRATTARLO COSI’!”
Le parole gli uscirono di bocca senza che Harry riuscisse a fermarle.
Piton si zittì immediatamente, voltandosi verso Harry, mentre la classe
tratteneva il fiato.
“Non ti permetto di essere così arrogante con me. Ti dico solo una parola:
punizione. Stasera, alle otto, nel mio ufficio. Sono io l’insegnante, Potter.
Vedi di ricordatelo, in futuro.”
*
Harry correva veloce come il vento, la fronte imperlata di sudore. Faceva
gli scalini a due a due, diretto verso i sotterranei.
Era in ritardo…Piton gli aveva detto alle otto, ed erano già le otto e dieci.
Dieci minuti, per Severus Piton, potevano significare un’ora in più di
punizione.
Finalmente Harry vide la porta socchiusa dell’ufficio di Piton ma,
correndo, appoggiò male il piede destro al fondo degli scalini, così perse
l’equilibrio e inciampò, buttandosi contro la porta e precipitando lungo
disteso sul pavimento.
Piton si alzò pigramente dalla sedia dietro la scrivania e strascicò i
piedi fino ad Harry, che era rimasto sdraiato per terra come un salame.
“Alzati, sciocco.”
Piton lo tirò su per un braccio, ma Harry sentiva qualcosa che gli bruciava
nella bocca.
Piton sbuffò.
“Accidenti a te, Potter, ne combini sempre qualcuna. Ti sei spaccato il
labbro. Vado a chiamare Madama Chips, così te lo rimette a posto, io non sono
un granché in questo genere di cose. Tu aspettami qui. Se vuoi, c’è un po’ di
cotone nel primo cassetto della mia scrivania. Sei un vero idiota, Potter, come
tuo padre.”
Harry, anche se aveva il labbro dolorante e faticava a parlare, esclamò:
“Che c’entra mio padre, adesso? Sono io ad essere caduto.”
Piton gli lanciò un’occhiata di ghiaccio, girò sui tacchi e uscì dall’aula,
chiudendo Harry dentro, a chiave.
Harry si sentiva furioso. Era caduto, non l’aveva fatto nemmeno apposta,
anzi, il labbro gli doleva da pazzi. Perché Piton continuava ad essere così
antipatico anche in queste situazioni???
Si avvicinò alla scrivania e aprì il primo cassetto. Era pieno di
cianfrusaglie varie, ma di cotone neanche l’ombra. Poi, finalmente, vide un
sacchetto in fondo al cassetto, che avrebbe potuto benissimo contenere cotone.
Ma, per arrivare al fondo, doveva prima spostare un paio di cose. Ad un
certo punto, proprio davanti al sacchetto, un rotolo di pergamena attirò
l’attenzione di Harry. Curioso, lo prese e lo srotolò sulla scrivania. Quello
che vide scritto (sicuramente era la calligrafia di Piton, la conosceva bene)
lo lasciò a bocca aperta.
Goodnight, my angel
Time to close your eyes
And save these questions for another day
I think I know what you've been asking me
I think you know what I've been trying to say
I promised I would never leave you
And you should always know
Wherever you may go
No matter where you are
I never will be far away
Goodnight, my angel
Now it's time to sleep
And still so many things I want to say
Remember all the songs you sang for me
When we went sailing on an emerald bay
And like a boat out on the ocean
I'm rocking you to sleep
The water's dark
And deep inside this ancient heart
You'll always be a part of me
Goodnight, my angel
Now it's time to dream
And dream how wonderful your life will be
Someday your child may cry
And if you sing this lullaby
Then in your heart
There will always be a part of me
Someday we'll all be gone
But lullabies go on and on...
They never die
That's how you
And I
Will be
Era una ninnananna. Piton aveva scritto una ninnananna a
qualcuno.
Il pensiero lo lasciava sbalordito, ma allo stesso tempo gli metteva una
gran voglia di scoppiare a ridere.
Doveva assolutamente scoprire a chi l’aveva dedicata, e sicuramente il
primo passo era parlarne con Ron e Hermione.
Arrotolò di nuovo la pergamena, la infilò nel cassetto e prese il cotone.
Proprio nel momento in cui chiuse il cassetto, Harry udì la serratura
scattare e la porta spalancarsi. Fecero irruzione nella stanza un’annoiata
Madama Chips e un seccato Severus Piton.
“Allora, Potter” fece Madama Chips. “Non riesci a vivere se non ti succede
qualcosa, eh? Ti è andata bene che almeno non hai perso tutte le ossa del
braccio.” Pronunciò l’ultima frase con una punta di disprezzo.
Harry voleva protestare: non era stato lui, era stato il professor
Allock! Perché oggi gli andava tutto storto??? Ma il pensiero della ninnananna
lo tirò su di morale. Ah! Non aveva mai scoperto molto su Severus Piton, e
questa era l’occasione migliore.
Con un colpo pigro della bacchetta e con l’aiuto di un unguento che odorava
di pollo, Madama Chips fece tornare il labbro di Harry perfettamente normale.
Poi salutò e uscì frettolosamente dalla stanza.
“Bene, Potter. Ora che non sei più invalido, pulisci le duecento provette
vuote sullo scaffale” ordinò Piton.
A Harry mancò il fiato. Duecento??
“Va bene, signore.”
*
“Una ninnananna, dici?? Sicuro che fosse la calligrafia di Piton? Voglio
dire, non è da lui…!!” Hermione era stupefatta. La notizia l’aveva lasciata
decisamente perplessa. Aveva addirittura staccato gli occhi dal libro che
continuava a leggere ininterrottamente da settimane.
Ron, invece, aveva trovato la cosa assolutamente spassosa.
“Povero il nostro Piton!! Chissà che bidonata ha preso dalla ragazza a cui
ha dedicato quella ninnananna!” esclamò.
“Ma chi ti ha detto che l’ha scritta tanto tempo fa? Magari è recente”
obiettò Harry.
“E a chi avrebbe voluto dedicarla?? Alla McGranitt…?” rispose Ron, continuando
a ridere come se fosse ubriaco.
“Bé, è un’idea” ridacchiò Harry.
“Ma dai, smettetela! La McGranitt?? Non è possibile! Secondo me l’ha
scritta quando frequentava Hogwarts. Come studente, intendo” disse Hermione,
lasciando che Grattastinchi le balzasse in grembo.
“Mmm… Harry, che ne diresti di prendercela?” propose Ron.
“In che senso? Vuoi andare nell’ufficio di Piton e rubargliela??”
“Sì, dai! Voglio vederla anche io! E poi, sarebbe meglio analizzare ogni
singolo dettaglio. Che ne sai, magari in un angolo della pagina può esserci
scritto il nome…oppure la data…” disse Ron, cercando di mantenere un tono
professionale, da perfetto detective. In realtà, Harry sapeva benissimo che
moriva dalla voglia di vederla per farsi altre quattro risate.
“Non saprei… è rischioso…” balbettò Harry.
“Assolutamente rischioso! Non potete, e se vi beccano?” s’intromise
Hermione.
Ron la ignorò.
“E da quando Harry Potter teme il rischio?” obiettò, l’espressione da
non-voglio-essere-preso-in-giro.
“Bé…e come facciamo? Hai un’idea?”
“Fatti mettere di nuovo in punizione” suggerì Ron.
“Ah, grazie tante! Perché invece non lo fai tu?” ribatté Harry, arrabbiato.
“Ok, ok… dimmi solo dov’è.”
“Il primo cassetto della scrivania, te l’ho già detto. Ma cosa vuoi fare
per farti mettere in punizione?” domandò Harry.
“Non so… potrei aiutare Neville durante la lezione di Pozioni” rispose Ron,
alzando le spalle. “Piton s’infurierebbe.”
“Perché invece non lasciate perdere questa faccenda?” suggerì Hermione.
Questa volta, anche Harry la ignorò. Non poteva non indagare…era troppo
curioso. E poi, Ron aveva ragione: da quando il ragazzo che aveva salvato la
Pietra Filosofale, sconfitto un Basilisco, combattuto contro i Dissennatori,
affrontato un drago, nuotato nel Lago, visto il ritorno di Voldemort,
combattuto contro di lui e sopravvissuto, temeva il rischio??
“Bene, quando si comincia?”
Ron rise.
“Vedo che ti è piaciuta l’idea!”
“A me invece neanche un po’. E poi, insomma, saranno affari di Piton, no?”
continuò ad insistere Hermione.
Ron si schiarì la gola.
“Voglio proprio vedere se quando avremo quel rotolo di pergamena tra le
mani, tu ti ritirerai in disparte e non ti unirai a noi” disse.
Questo bastò a zittirla.
“Comunque, Hermione, volevo ancora ringraziarti per il compito che mi hai
fatto copiare… Piton mi ha dato una A… Per adesso, è il voto più alto che abbia
mai preso in Pozioni!”
“Di nulla” rispose Hermione freddamente.
Ron si voltò verso Harry.
“E tu, amico?”
“Indovina? Ho preso una D.”
“Ma allora predici il futuro! L’avevi detto, stamattina, che avresti preso
una D” rise Ron.
Harry gli lanciò un’occhiata che sarebbe bastata per far incenerire tutta Hogwarts.
Bene, gente, questo è il primo chappy...spero vi sia piaciuto. Vi avverto che questa fiction l'ho programmata abbastanza lunga...................però, per chi la seguirà, dò questo avviso: siccome non ho ancora deciso TUTTA la storia, per gran parte del tempo improvviserò...perciò i capitoli non li sparerò fuori uno dopo l'altro!! Credo che dovrete aspettare un po'...e poi, in questi giorni sono anche abbastanza impegnata...bè, comunque spero che vi piacerà!!
Ah, il testo della ninnananna non l'ho inventato io, è il testo della canzone di Billy Joel "Lullabye (Goodnight, my angel)"...non so tradurre il testo parola per parola, però è molto dolce e anche la canzone io la trovo meravigliosa...................................besos da Lily =)