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Autore: Alchbel    28/01/2013    1 recensioni
Ebbene sì, eccoci di nuovo per una "AnderBros Week" a cui davvero non vedevamo l'ora di partecipare! Perché una sola puntata con quei due ha dato vita a davvero troppe cose nelle nostre teste e questa sarà una bellissima occasione per provare a riempire alcuni vuoti lasciati dal telefilm.
Enjoy it ♥
Day 1: Klaine break-up + Cooper.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Cooper Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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On a stormy sea of moving emotion.

 

 

Day 1: Klaine Break up + Cooper 

 

Di chiacchiere dietro la porta.

 

 

 

Blaine si chiuse la porta alle spalle senza neanche accendere la luce di casa, lasciando cadere la borsa da qualche parte per terra  e sospirando, pesante. Ringraziò il cielo di essere solo in casa quella sera e aiutandosi con la poca luce del proprio cellulare si fece strada fino alle scale: non aveva voglia di vedere nulla, di fare nulla – quello che voleva era gettarsi sul letto e sprofondare in un sonno profondo per chissà quanto tempo, forse per sempre.

 

Non chiedeva altro e mentre stava per salire le scale non poteva che pensare a quello che aveva fatto. Avrebbe voluto smetterla, perché era stata la sua unica occupazione per tutto il pomeriggio, passato fuori a vagare per strade che neanche ricordava pur di non vedere nessuno, ma la mente tornava sempre allo stesso punto, sempre a quegli occhi, a quelle lacrime, a tutto il male che aveva fatto. E non riusciva a darsi pace.

 

La luce improvvisa lo stordì, costringendolo a serrare quasi del tutto gli occhi, mentre si chiedeva chi diavolo l’avesse accesa, considerato che era certo di essere da solo in casa.

 

«Sorpresa, schizzo!».

 

Quella voce spense ogni successiva domanda e Blaine in breve si trovò praticamente stretto tra le braccia del fratello maggiore con così tanta forza da non essere quasi in grado di respirare. Dal canto suo non fece praticamente nulla, dato che quella era di sicuro l’ultima cosa di cui avesse bisogno in quel momento.

 

«Che diavolo ci fai qui?», ebbe la forza di chiedere, mentre cercava di liberarsi dalla presa.

 

«Quale lettera della parola “sorpresa” non ti è chiara, Blainey?», lo prese in giro il maggiore, senza avere alcuna intenzione di lasciarlo andare. Il riccio resistette qualche altro secondo prima di esplodere completamente.

 

«Stammi a sentire, Cooper: tu non puoi semplicemente piombarmi in casa, farmi un agguato e abbracciarmi come se niente fosse. Lasciami andare ora!», gridò facendo forza per liberarsi dall’abbraccio e riuscendoci quasi subito. Cooper lo stava guardando sconvolto da una reazione così violenta, soprattutto considerata la compostezza che aveva sempre avuto Blaine.

 

«Schizzo, ma cosa-».

 

«Smettila! Smettila di chiamarmi schizzo e smettila di guardarmi in quel modo. Lasciami in pace e vattene!», gridò ancora il più piccolo, salendo velocemente le scale e chiudendosi in camera prima che il fratello potesse anche solo reagire alle sue parole.

 

Cooper restò per qualche istante semplicemente interdetto, le braccia tenute ancora a mezz’aria, chiedendosi che cosa fosse successo. L’ultima volta che lo aveva sentito le cose tra loro gli erano sembrate andare bene ed era convinto che avessero risolto la maggior parte delle loro faccende in sospeso quando si erano visti. Che cosa aveva sbagliato stavolta?

 

Sospirò, rattristato dalla reazione di Blaine, da come aveva spento il suo entusiasmo, ma per nulla intenzionato a darsi per vinto sulla cosa. Se suo fratello aveva dei problemi con lui, correre in camera non sarebbe stata la soluzione: ne avrebbero parlato come due persone adulte quali erano e avrebbero risolto.

 

In più, la sensazione di avergli fatto involontariamente qualche torto – e anche abbastanza grave a giudicare dalla scenata che gli aveva appena fatto – era orribile e non aveva alcuna intenzione di sentirsi in quel modo senza neanche sapere perché.

 

Fece anche lui velocemente le scale e bussò con forza alla porta di Blaine, chiusa ovviamente a chiave.

 

«Possiamo quanto meno parlarne?», insistette «Insomma, non mi pare di aver fatto nulla di grave facendoti una visita! E credevo che le cose fra noi fossero sistemate!».

 

Dall’interno della camera non venne un fiato e Cooper sospirò, poggiando la fronte ed i pugni alla porta senza sapere che cosa fare. Non era davvero questa la serata che aveva programmato per loro due: pensava che sarebbero potuti andare a mangiare un boccone e parlare tutto il tempo di quello che era loro successo negli ultimi giorni, da fratello a fratello, divertendosi come avevano così faticosamente imparato a fare.

 

«Blaine… potrei almeno sapere che cosa ho sbagliato stavolta?», sussurrò contro il legno, senza sapere più che cosa fare.

 

«Nulla», sentì contro ogni previsione e a giudicare dal suono, suo fratello doveva essere praticamente dietro la porta.

 

«E allora perché ce l’hai con me?».

 

«Io… non ce l’ho con te, Coop. Per una volta non sei al centro della questione».

 

Per quanto questa rivelazione lo risollevasse, il maggiore degli Anderson non poté non chiedersi immediatamente quale fosse, allora, il problema: perché se fosse stato lui, sarebbe stata una cosa da poter in un modo o nell’altro risolvere, mentre ora non sapeva proprio che cosa fare. Quanto sarebbe stato appropriato chiedergli quale fosse il problema? Magari non voleva parlarne e lui non avrebbe fatto altro che peggiorare la situazione…

 

«Allora qual è il problema?».

 

Come previsto, la domanda scappò al suo controllo prima che la testa potesse quanto meno suggerirgli di porla in modo più appropriato ed il silenzio di Blaine diede la conferma di aver fatto un’immane stupidata.

 

Complimenti, Anderson.

 

«Ho fatto una cosa orribile…», sussurrò flebile Blaine e Cooper sussultò: aveva sentito qualcosa in quella voce, qualcosa che lo aveva inconsciamente spaventato, senza che ne sapesse il particolare motivo.

 

«Ti… va di… umh… parlarne?».

 

Così va meglio, Anderson. Discreto e disponibile. Senza insistere, ma mostrandogli che ci sei. Ottima mossa.

 

Uno scoppio improvviso di pianto dall’altro lato della porta smentì immediatamente l’ultima constatazione di Cooper. Il maggiore  fece un passo indietro, spalancando gli occhi. Che diavolo aveva fatto ora?

 

Dannazione Anderson, sei stato più delicato di un elefante in una cristalleria!

 

«Blaine… hey, fratellino, su, non piangere così adesso… Che cosa- che cosa posso fare?».

 

Cooper sapeva che avrebbe dato di matto in pochi istanti se avesse continuato a sentire suo fratello piangere, restando separato da lui per mezzo di una stupida porta di legno, senza poter fare nulla e senza sapere che cosa fosse successo. Fortunatamente, anche Blaine non resistette a lungo da solo e in breve la porta si spalancò e il più piccolo volò tra le braccia dell’altro, soffocando i singhiozzi nella sua polo scura.

 

Cooper lo strinse forte a sé, quasi a volerlo proteggere da tutto quel dolore e gli accarezzò la schiena lentamente, sperando di poterlo calmare, ma quello continuava a piangere con una disperazione che in breve gli fece salire l’ansia. Qualunque cosa avesse fatto, doveva essere abbastanza grave da giustificare un simile pianto: non lo aveva mai visto tanto sconvolto, forse solo all’epoca dell’incidente alla scuola pubblica…

 

Quel pensiero lo allarmò tremendamente, tanto che staccò con violenza suo fratello da sé, prendendolo per le spalle con risoluzione e guardandolo negli occhi arrossati e pieni di lacrime.

 

«Blaine, dimmi  la verità: qualcuno ha fatto del male a te e Kurt?!», chiese quasi con rabbia, perché se fosse davvero successo, stavolta non se lo sarebbe perdonato.

 

Lo scuotere della testa di suo fratello fu una delle cose migliori del mondo in quel momento. Stava bene, nonostante fosse davanti a lui in lacrime, in quel momento Cooper sentì che suo fratello stava bene, che tutto il resto si sarebbe potuto risolvere in un modo o nell’altro.

 

«Io ho fatto del male a Kurt… io…».

 

«Schizzo, tu non potresti mai fare del male a Kurt!», lo contraddisse immediatamente: per quel che aveva visto, era una cosa davvero impossibile.

 

«Ma l’ho fatto! Io… ero così solo… e Kurt, credevo di averlo perso, ero certo che sarebbe andato via, lasciandomi indietro… e quel ragazzo… io neanche lo conoscevo, ma era simpatico e allora… è successo tutto troppo velocemente… e ho capito di aver sbagliato solo quando era troppo tardi. Ho capito che sarebbe stato sempre e solo Kurt quando ormai lo avevo perso… Ho perso tutto, Cooper, tutto».

 

Al maggiore degli Anderson non servì molto altro per capire che cosa fosse successo e la cosa peggiore era che non sapeva che cosa dire. Non se l’aspettava. Certo, Blaine era un adolescente come tutti gli altri, ma davvero si sarebbe aspettato di tutto fuorché un tradimento… e la cosa peggiore era che Blaine si stava già punendo in modo tremendo.

 

Lo strinse di nuovo a sé con più dolcezza, sussurrandogli di stare calmo e che sarebbe andato tutto per il meglio. Sentiva Blaine scuotere la testa contro il suo petto, ma ad ogni negazione lui continuava a ripetere che invece sarebbe finita bene. E ci credeva. Credeva in suo fratello e credeva in Kurt. Nonostante tutto ci credeva ancora.

 

 

***

 

 

«Personalmente, se ti interessa, ho le prossime due settimane libere: sono stato previdente e conoscendoti almeno un po’, sapevo che ci avrei messo del tempo, quindi possiamo stare qui quanto vuoi… non me ne andrò fino a che non parleremo».

 

Cooper Anderson era abituato a parlare da solo: tutte le prove che aveva fatto per le sue audizioni lo avevano reso avvezzo anche a ore ed ore davanti allo specchio, a provare dialoghi e monologhi, presentazioni e battute ad effetto. Quindi per lui non era affatto un problema essere davanti alla porta dell’appartamento che Kurt Hummel divideva con Rachel Berry a New York a parlare praticamente da ore da solo. Soprattutto perché era certo che Kurt, da dentro, lo stesse ascoltando.

 

«Kurt… davvero non sono qui per tormentarti, per quanto sarai convinto del contrario… Voglio solo che mi ascolti. Non rispondi ai messaggi né alle chiamate, questo è il solo modo che ho per parlarti…».

 

Sospirò. Parlare da solo davanti alle porte si stava trasformando in un’abitudine ricorrente – almeno stavolta era seduto. Un attimo dopo era finito con la schiena a terra e gli occhi di un furioso Kurt lo guardavano dall’alto. L’attore si massaggiò la testa – che aveva sbattuto con una certa sorpresa quando il ragazzo aveva aperto la porta togliendo il sostegno su cui poggiava – e stette ad osservare il proprietario dell’appartamento che sembrava sul punto di esplodere.

 

«Se non ho risposto alle tue chiamate o a quelle di Blaine, avrò avuto un valido motivo! Non è che mi andasse semplicemente di sentire la vibrazione del cellulare! Non ho nulla da dirvi!».

 

«Lo so, Kurt. Lo so!», scattò subito Cooper, timoroso di perdere la sua occasione di parlare «Ti chiedo solo di ascoltarmi… solo qualche minuto…».

 

«E cosa mi dirai? Che è stato solo un errore? Che non voleva farlo, che non voleva ferirmi? Che sta malissimo e non chiede altro che il mio perdono? Che è ancora innamorato di me e che anche io in realtà sono ancora innamorato di lui? Che è solo rancore e che passerà presto, che ho solo bisogno di tempo?», sputò con risentimento e rabbia il ragazzo, mentre il più grande si metteva di nuovo in piedi «Cavolate! Tutte cavolate! Nessuno di voi sa cosa si prova… e per quanto io sappia che Blaine sta soffrendo, sto soffrendo anche io e tu non hai alcun diritto di venire qui a dirmi che devo perdonare Blaine solo per-».

 

«Non avrei mai osato chiederti una cosa del genere!», lo interruppe Cooper, prendendogli un braccio e cercando di fermare il fiume in piena delle sue parole.

 

Kurt rimase un attimo sorpreso dalla cosa. Non aveva intenzione di difendere Blaine? Perché era qui se non voleva difendere suo fratello?

 

«So che cosa ha fatto Blaine. So che stai soffrendo e non ti chiederei mai di perdonarlo. Ha sbagliato e tu hai tutto il diritto di essere furioso con lui… ma non fare in modo che il dolore si trasformi in odio, Kurt. Perché quello è difficile da superare e nessuno lo merita. Datti del tempo… io… non so come si supera una cosa del genere… ti chiedo solo di non avercela con lui per sempre, di dargli una possibilità, prima o poi».

 

«Non è così semplice».

 

«Lo so, Kurt… ma so anche che se non lo farai lo rimpiangerai. E non sono presuntuoso o sciocco nel dire una cosa del genere. Semplicemente, conosco mio fratello e ho imparato a conoscere te. Tu hai fatto tanto per lui e lui per te… e quando tutto questo sarà passato, quando la rabbia si sarà alleggerita, chiamalo. Provaci».

 

Kurt avrebbe voluto dirgli qualcosa, controbattere che non sarebbe mai successo, che non sarebbe mai riuscito a perdonarlo, ma in fondo non riusciva a crederci del tutto. C’era stato qualcosa in quelle parole, negli occhi che lo avevano guardato mentre le pronunciava che lo avevano smosso. Ora faceva male, ma Cooper sembrava dirgli che forse un giorno non avrebbe fatto così male, che un giorno sarebbe riuscito a chiamarlo davvero, nonostante ora la cosa sembrasse impossibile.

 

«Ora vado… ti ho scocciato anche abbastanza e ho la sensazione che se restassi qui per qualche altro istante potrebbe andarne della mia incolumità».

 

Cooper sorrise e fece per andarsene, ma stavolta fu Kurt a prendergli il braccio, fermandolo.

 

«Grazie», disse semplicemente e poi lo lasciò andare.

 

Il più grande lo guardò ancora un istante, fece un cenno col capo e gli voltò le spalle. Sperava, anzi era certo di aver capito entrambi ed era certo che in un modo o nell’altro le cose si sarebbero sistemate.

 

Insomma, era intervenuto lui! Ed era o no Cooper Anderson? Non c’era nulla che non potesse fare!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

_______________________________

 

 

Ma salve a tutti! Vi siamo mancate? Qua è Alch che vi parla per dirvi che ci siamo imbarcate in una nuova Week – questa volta per gli Anderbros – che abbiamo organizzato con KikiSinger e a cui speriamo partecipino in tanti.

 

Questo prima giorno il tema era “Klaine Break-up + Cooper” come avete potuto constatare e so di essere stata alquanto banale, ma spero che vi sia comunque piaciuta :D

A domani con il Day 2: Disney!Anderbros.

 

Baci, Alch

   
 
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