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Autore: Schmidthappens    28/01/2013    0 recensioni
Morgan Williams ha sempre avuto problemi nel fare le giuste decisioni, fin da quando era bambina, portandola così spesso sulla via sbagliata, finendo persino in commissariato per aver "accidentalmente" bruciato una casa.
Costretta a lavorare così in una casa di riposo, incontrerà nuove persone, lasciandosi vecchie amicizie alle spalle, e, per rigare dritto, aprirà un blog, dove i suoi followers diventeranno un faro accecante da seguire...
ma l'incontro inaspettato con un gruppo di ragazzi come i big time rush potrebbe sconvolgerle la vita? e la cotta segreta per il misterioso Ed Wallace Hamilton diventerà qualcosa di più? :o)
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Morgan continuò a fissare l’orologio appeso alla triste parete di mattoni grigiastri del commissariato, erano ormai quattro ore che era rinchiusa lì dentro, per essere stata incolpata di una cosa di cui non era neanche colpevole; Una fitta allo stomaco la colpì improvvisamente, dopotutto era stata subito portata dentro appena le fiamme avevano praticamente avvolto il giardino della casa prototipo del progetto di sua madre, ma non l’aveva fatto volontariamente, e l’idea di dare una festa di compleanno per un ragazzo che neanche conosceva non era neanche sua; Provò a chiudere un occhio e mise il braccio sulla poltroncina dove era seduta per cercare di prendere un po’ di sonno,ma cercare di dormire era impossibile, con il pensiero che sarebbe potuta finire dietro le sbarre ingiustamente e molto probabilmente. -WILLIAMS!-gridò il commissario,facendo entrare suo fratello Caleb dalla grossa porta di ferro della sala d’attesa,che era in compagnia del suo gemello,Ollie,anche se con Morgan l’unica cosa che aveva in comune era…forse il fatto che erano nati lo stesso giorno. -Posso spiegare…-disse Morgan nervosamente, torturandosi le dita delle mani,Caleb le diede uno sguardo interrogativo. -Spiegare…spiegare cosa?-Esclamò il fratello incrociando le braccia.-Che hai praticamente incendiato il progetto più importante della carriera di mamma?- -Prima che continui ad incolparmi genere giudice Amy, mamma e papà sono qui?-domandò Morgan tesa, quando sua madre e suo padre entrarono nello studio; -E’ possibile, dimmi se è possibile,che siamo qui per la seconda volta quest’anno, e sempre per causa tua?-gridò sua madre Elle, toccandosi le tempie per cercare di diminuire lo stress; -Ma non è stata colpa mia!-disse indietro Morgan,quando il commissario fece cenno loro di dover firmare delle carte e poi uscire, il papà di Morgan prese in mano la situazione. Firmarono in fretta, e Morgan tirò un sospiro di sollievo,facendo mente locale e ricordandosi come era finita lì, nella stazione di polizia di Dayton; Era iniziato tutto a casa di Hope,la sua miglior amica ormai dai tempi della seconda media, o almeno,quella che dopo questa serata d’inferno lo era. Era sempre stata la ragazza più perfetta dell’intero universo,stare con lei ti avrebbe fatto diventare una di quelle ragazze che non puoi ignorare,perché la conosci,naturalmente. Dai lunghi capelli bruni,gli occhi azzurri ed il suo accento del sud, era davvero inconfondibile fra i corridoi della scuola, la regina inconfutabile di qualsiasi cosa, dalla classe di scienze avanzata, alla più fashion fra i tavoli della mensa, lei era tutto, e il tutto era lei,e chi le sta affianco,beh,la metà del tutto naturalmente. Era da un po’ che frequentava un ragazzo del college,Micah, tutto biondo,abbronzatura e muscoli, e questo sabato sarebbe stato il suo ventesimo compleanno,già,ventesimo,per Hope non si hanno fasce d’età se hai una camicia firmata; Era tutto pianificato perfettamente,anche se Morgan non era totalmente d’accordo, ma le opzioni sono due; o fai ciò che Hope dice, o diventi la briciola più inutile della scuola. -Come hai potuto fare una cosa del genere? Spiegami,ora, che cosa ti gira in quel cervello? Hai un briciolo di senso del giudizio?-esclamò sua mamma, sbattendo la portiera dell’auto. -La smetteresti di urlare e cercheresti, al minimo, di ascoltare ciò che dico?-esclamò Morgan,allacciando la cintura di sicurezza,Ollie sbuffò. -Potreste farlo a bassa voce? Sono le cinque e un quarto di mattina e non ho dormito le mie otto ore!-disse il fratello, infilando gli auricolari nelle orecchie e socchiudendo gli occhi. -Ollie,risparmiati i tuoi commenti da gay innervosito.-disse Caleb,prendendo posto nell’auto, Morgan gli diede un calcio sullo stinco per farlo ammutolire. Non le piaceva quando Caleb prendeva in giro ciò che Ollie stava passando, essere un diciassettenne dalle idee confuse sul proprio essere, anche se entrambi litigavano giorno e notte senza sosta, Morgan teneva a Ollie. -Caleb smettila di infastidire Ollie.-disse suo padre, accelerando e svoltando a destra,poi Elle, con il suo sguardo assassino, dallo specchietto retrovisore inquadrò Morgan. -Mamma mi dispiace, mi dispiace tantissimo, è che… ho sbagliato, volevo dire di no a…- -Fammi indovinare? Quella Hope?-disse Elle innervosita.-Chi sei? Il suo robot? Ragiona un po’ con la tua testa una buona volta!- Morgan aprì bocca per cercare di dire qualcosa,ma niente, non aveva idea di cosa poter dire, dopotutto aveva ragione, il suo suo senso del giudizio era pari a -42, da sola o con Hope, e non sapeva perché, ogni decisione che prendeva,sin dalla prima elementare, era sbagliata, dalla più banale tipo che tipo di calzini mettere sotto alla gonna. Morgan era un po’ la ragazza della porta accanto; capelli rosso biondi, occhi chiari, lentiggini sulle mani,carnagione chiara, altezza media, qualche brufoletto sulle guance un po’ lentigginose spuntava da dietro i capelli,ma in qualsiasi modo cercava di non farli notare, e nonostante ben 17 anni della sua vita passati, prendeva le decisioni sbagliate,al momento sbagliato,nel posto sbagliato. -Elle, tranquilla, forse in tribunale non avremo nessuna accusa per “incendio doloso”-esclamò Matt,suo papà,Elle strinse gli occhi. -Dobbiamo solo sperare.- Il resto del tragitto in auto passò in silenzio, nessuno fiatava,e nei capelli di Morgan si sentiva ancora l’odore di bruciato. L’incendio era poi scoppiato solo per aver tenuto in forno delle Tapas troppo a lungo. -Ma doloso vuol dire “intenzionale”,vero?-chiese Morgan,cercando di rompere il silenzio totale. -Si-disse seccamente sua madre,Morgan si strinse nelle spalle.-Credono che tu abbia appiccato l’incendio di proposito.- -Ma non è così,lo giuro!-esclamò,quasi con le lacrime agli occhi.-Ho fatto un piccolo errore nella regolazione del timer, ma lo giuro, non avrei mai fatto una cosa del genere!- -Morgan,lo sappiamo,dovrai solo farlo credere ai giudici.-disse Matt,Caleb scoppiò a ridere. -Morgan che cerca di convincere qualcuno? Buona fortuna.-disse,Morgan roteò le pupille. -Fratello perfetto, ti faresti gli affari tuoi?-continuò Morgan; Ormai era quello il soprannome che gli aveva dato, lui, matricola ad Harvard, perfetto e bravissimo in ogni materia,tanto da oscurare ciò che di buono facevano gli altri due figli. -Quindi dovremmo,come dire…prendere un avvocato personale?-continuò Morgan,Elle annuì. -E questa volta…-disse suo padre,svoltando nella prima curva che dava sul vialetto di casa.-Cerca di non farlo scivolare per le scale del tribunale.-
  
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