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Autore: Kodamy    20/08/2007    8 recensioni
Non c’è tempo per giocare: vorresti una bella battaglia, una battaglia epica da ricordare per sempre.
Una battaglia da tenere stretta a quel tuo cuore freddo, magari per riscaldarlo un poco.
Un ultimo ricordo a cui aggrapparti, quando capirai cosa hai fatto.
Ma non c’è tempo. Lui è vicino.
Questa non è una battaglia, ti rassicuri.
Questo è o m i c i d i o.
[Team Seven.]
[ Happy Birthday to Ross! ]
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Countdown [ to a lifetime promise ]

Countdown

[ to a lifetime promise ]

 

Sono lì.

Riesci a guardare nei loro occhi, così come loro possono guardare nei tuoi (e non vedere nulla).

 

Ti accorgi che, nonostante tutto, non è cambiato niente.

 

Lui è sempre l’impulsivo, che già si lancia in avanti contro di te. Non è cambiato nulla.

E’ lei a fermarlo per il polso, e l’intera sua figura di piccola donna è tesa. Non è cambiato nulla.

 

Senti Karin, accanto a te, schioccare la lingua. Ma è Suigetsu a batterla sul tempo – come sempre, è un’altra cosa che (probabilmente) non cambierà mai –  e a commentare la situazione.

“Allora sarebbero loro? … Troppo banali. Pensavo sarebbero stati di gran lunga più interessanti.”

Karin ridacchia al tuo fianco. Lei, dal basso, sposta uno sguardo di brace su di lei. Mentre ancora la presa della sua mano – più ferma di quanto ricordassi – tiene lui ancorato al terreno.

 

“Naruto…” la sua voce è un filo di vento, e sa di primavera e di preghiera. E’ preoccupata.

Ed il biondo non la guarda neppure, determinazione nello sguardo fermo.
Distrattamente, ti chiedi se anche i tuoi occhi sono così, quando parli della tua vendetta.

Capisci perfettamente anche la preoccupazione di Sakura. Siete in quattro, voi. Loro sono due.

Ti conoscono.

Ti conoscono e sanno che detesti la gente debole.

Quindi, voi quattro, siete forti.

Sakura, pensavi fosse cambiata. Ma non la biasimi.

Anche tu hai paura di morire, dopotutto.

 

Con un sospiro – che è la prima cosa a sfuggire dalle tue labbra, da quando li hai visti – posi la mano sull’impugnatura della Kusanagi. “Naruto.” Anche la tua voce è un filo di vento, ma sa di inverno e di sfida. “Oggi, è la fine.”

 

Devi fare in fretta, pensi. Devi fare in fretta.

Itachi arriverà presto! Arriverà perché Naruto è qui, e lo sai.

 

Lui ti guarda, ed il suo sguardo brucia più dello sharingan. Il braccio si libera con uno strattone dalla presa di Sakura, che si è fatta più debole. “La fine? Volentieri!” ma la voce, oh, la voce!
La voce rimane quella ostinata di un bambino.

Anche quel sorriso, sicuro di sé – non riesci più a capire se sia finto o meno. C’era un tempo in cui riuscivi a farlo.

Un tempo in cui era tuo fratello.

 

Ma è questo che fanno i fratelli, no? I fratelli si uccidono.

Ti limiti ad annuire.

 

“L’ho promesso a Sakura-chan, Sas’ke. E’ la promessa di una vita.”

 

Promessa.

Promessa.

Vorresti scoppiare a ridere.

Che valore ha una promessa? Sono fatte per non essere mantenute.

E’ una vecchia legge di questo vecchio, vecchio mondo.

 

Da qualche parte, dietro di te, senti Karin e Suigetsu bisticciare. ‘la ragazzetta la voglio io, sono cose tra donne!’ argomenta lei, ‘sai che noia! dovrei rimanere a guardare? vedi di accontentarti di far la ragazza pompon per Sasuke, io ho bisogno di movimento! vacca!’ replica intelligentemente lui.

Li ignori, sfoderando la kusanagi dal fodero dietro le spalle. Sai che, alla fine, si fionderanno entrambi su Sakura – mentre Juugo resterà a guardare, rispettosamente, in silenzio.

Non gli piace infierire troppo su una sola persona.


Ma non è lei che ti interessa, ora.

 

In fretta. Corri, devi fare in fretta.
Lui sarà qui a breve.

A breve.

 

“La promessa di una vita non ha valore, quando sei morto. Dobe.”

 

Naruto morirà comunque, prima o poi.
Lo sai.
Itachi uccide sempre chi dice di voler uccidere.

Lo sai.

 

Dai il via alla copia sbiadita dello scontro di troppi anni fa, mentre lo Sharingan ti obbliga a quella devota attenzione con cui riverisci le battaglie. Non puoi staccare lo sguardo dal tuo obiettivo, ora.

Puoi solo andare avanti.

 

Da qualche parte, Suigetsu ha impugnato la spada di Zabuza. Senti la voce confusa di Sakura: la riconosce.

 

Ti ricordi del Grande Ponte Naruto – perché, alla fine, è tutto collegato.

 

Sorridi – un ombra che infesta le tue labbra – richiamando il chidori. Non c’è tempo per giocare: vorresti una bella battaglia, una battaglia epica da ricordare per sempre.

Una battaglia da tenere stretta a quel cuore freddo, magari per riscaldarlo un poco.

Un ultimo ricordo a cui aggrapparti, quando capirai cosa hai fatto.

Ma non c’è tempo. Lui è vicino.

Questa non è una battaglia, ti rassicuri.

 

Questo è  o m i  c i d i o.

 

Ti fiondi sul tuo avversario con la sicurezza di conoscerlo ormai troppo a fondo.
D’altronde, sei riuscito a convincerti che, da quando sei andato via, nulla è cambiato.

 

Sei sicuro di te quando lo vedi usare il Kage Bunshin.

Sei colto di sorpresa quando riesce ad evitare, seppur di poco, ogni singolo colpo netto ed affatto elegante che gli lanci contro.

 

Lui sorride, ancora, quel sorriso sicuro di sé.

Il sorriso della promessa.

 

Il tuo prossimo colpo riesce a cancellarlo e farlo crollare via, come una maschera.

 

Sangue. Rosso.

 

Questo lo sai per esperienza, dato che lo Sharingan vede comunque tutto in sfumature di carminio.

 

…Il chakra di Naruto oggi è azzurro.

Meglio di quell’arancio malsano dell’ultima volta, e sicuramente meglio del tuo chakra ormai contaminato ed infetto.

 

Dopotutto, è un bel colore.

 

Significa che, oggi, Naruto non sta barando.

Sta giocando pulito.

 

Poi, lei grida.

 

E’ lì che cambia tutto. Sai che le sorti di quello scontro sono state decise in quella frazione di secondo.

In quella frazione di secondo in cui si sente il grido di crudo e puro dolore che porta la voce di Sakura.

A te non interessa vederla in una pozza di sangue per aver affrontato due avversari di troppo. Il tuo Sharingan ti obbliga a tener lo sguardo sulla tua, di battaglia.

Ma Naruto la ama.

 

Ops.

 

Non lo sapevi? L’ha sempre amata.

Il suo sguardo è braccato, mentre cerca di assicurasi che lei sia viva.

Ha fiducia in te. Sa che sei un avversario degno di rispetto.

Sa che non lo colpiresti in un momento del genere.

 

Chissà. Forse crede che Sakura stia a cuore anche a te?

E’ così perso nel passato, lui?

 

Ma non c’è spazio per il rispetto, ora.
Non mentre ti getti ugualmente su di lui, ignorando la sua distrazione, mirando dritto per il cuore.
Non c’è spazio per l’onore di battaglia.

Non è battaglia.

E’ omicidio.

Frettoloso delitto.

 

Non c’è tempo, Naruto, non c’è tempo!

Non capirà mai, pensi.

 

Si accorge del tuo gioco sporco all’ultimo momento. All’ultimo momento, si volta verso di te con occhi sbarrati.

 

Traditi.

 

Cosa credevi…?, pensi, mentre lo osservi tentar di scansarsi all’ultimo momento.

Non ci riesce. Sei troppo veloce.

 

La Kusanagi gli attraversa il braccio, un taglio netto.

 

Lui grida. Lei grida.

 

Tu hai fretta, tremendamente fretta, quindi non ti fermi a guardare quel braccio che cade a terra.

 

Ed ora non può più usare alcun jutsu. E’ già morto.
Lo sguardo nei suoi occhi dice che anche lui lo sa.

Senza perdere un colpo, da quella posizione lo colpisci con l’impugnatura della katana, dritto alla tempia. Il dolore gli annebbia i sensi, non trova il tempo di reagire.

 

Cade a terra e, come un avvoltoio cade in picchiata sulle carcasse, tu cadi in picchiata su di lui. La punta della kusanagi gli sfiora il petto e la tuta di quell’inguardabile arancione – lo detesti, dannazione se lo detesti! – mentre con la sinistra gli tieni ancorato al terreno l’unico polso che gli è rimasto.

 

“L’ho promesso a Sakura-chan.” È un sussurro patetico, che solo tu puoi sentire.

 

Il suo sguardo è tradito, da te e dal dolore.

Evidentemente la Volpe non può far ricrescere gli arti perduti. Sarebbe una vista grottesca, a dire il vero.

 

Il chakra di Naruto è di quell’odioso e malsano arancione che detesti.

Brucia, e senti l’odore di pelle bruciata.

Tuttavia non lasci la presa.

 

“… è la promessa di una vita.”

 

Ancora una volta, quella scelta di parole ti ghiaccia dentro, e vorresti ridere (se solo ti ricordassi come si fa).

Che cosa ingenua!

 

Sei forse l’unico a renderti conto che le promesse non valgono nulla?

Che sono solo mille “un altro giorno, Sasuke” privi di valore?

 

“Non puoi mantenere quella promessa. Nemmeno in una vita.” Ragioni, ed è una rivelazione urgente, la tua. “Non te lo permetterei mai. Lo so io, lo sai tu. E Sakura, che è sempre stata la migliore della squadra a ragionare, lo sa anche meglio di noi.”

 

Il suo sguardo è miserabile, mentre scuote il capo. Stai distruggendo ciò in cui ha creduto in questi tre anni.

Ciò che gli ha permesso di andare avanti. Ti fa pena.

 

Sakura sta dicendo qualcosa, dietro di te. Non la senti.

 

“Stai soffrendo.” Non è una domanda. E’ una semplice affermazione. Quegli occhi azzurri sono liquidi di dolore.

Sprazzi di rosso si affacciano in quella pozza d’acqua, prima di tornare sotto la superficie.

 

E’ finita. E’ meglio per lui, ed è meglio per te.

Itachi sarà qui a breve e…

 

… ma forse la promessa di una vita ha più valore di una normale promessa? Naruto ci crede.

Fermamente, come crede in tutte le sue cose.

Stai per crederci anche tu – vorresti crederci anche tu – ma sei troppo saggio (e disilluso) per farlo.

 

L’hai detto. E’ una cosa che hai capito subito. La promessa di una vita è senza valore se la vita non c’è più.

La guarderai scorrere via, quella promessa, vestita di rosso sangue.

 

“Addio.”

 

Ti mancherà, come ti è mancato in questi tre anni. Sei sincero, non ti piace mentire.
Ti piace essere sempre onesto, perché è la cosa che ti distingue da lui.
Non sei viscido.
Non sei subdolo.

 

Sei onesto.

 

Fottutamente onesto.

 

Lui ti guarda, con occhi miserabili che cercano nei tuoi un briciolo di umanità.
Ma tu l’hai seppellita, tanto tempo fa.

 

(Come siete arrivati a questo punto?)

 

La punta della kusanagi si fa prepotentemente strada nella familiare, odiosa e nostalgica tuta arancione, e nel cuore che non ha mai smesso di credere in te.

 

( Una piccola, minuscola ed importante parte di te muore con lui )

 

Questa volta non c’è nessun grido. Solo tu che lo guardi, dall’alto.
Entrambe le mani calcate sull’impugnatura della katana.

 

Ti chini su di lui, come l’ultima volta.
Ma non senti il respiro frammentato, debole ed ostinato di tre anni fa inondarti il viso bagnato di pioggia.

Solo il suo ultimo respiro ti sfiora le labbra, e sa ancora di ramen.

 

Da qualche parte, nello sfondo, Sakura sta piangendo.
Ancora una volta pensi che, dopotutto, non è davvero cambiato nulla.

 

I tuoi occhi bruciano.

 

“Grazie.”

 

E’ tutto ciò che sai dire. E’ sufficiente.

 

I tuoi occhi piangono lacrime di sangue – a sostituire quelle salate che tu non riesci a concederti – per accomodare l’ultimo dono del migliore (ed unico) amico che tu abbia mai avuto.
Tu – passivamente - attendi.

 

E non senti nulla.

 

“E’ qui” sussurra Karin.

 

Ti volti verso di lei, perché lo sai. Lo sai che è qui.

 

Il tuo sguardo incontra quello di Sakura.

 

Karin la sta tenendo sollevata per i capelli, e tu la vedi. Vedi quegli occhi verdi, sbarrati sul corpo di Naruto.

Vedi il sangue colarle sulla spalla, da quell’orecchio che Suigetsu ha tagliato. La gamba destra piegata in un’angolazione innaturale, il braccio destro inerme lungo il fianco.
La mano sinistra premuta contro il labbro, a soffocare quel grido.

 

Non riesce tuttavia a soffocare i singhiozzi.

 

Ti avvicini a lei, o a Karin, o ad entrambe. Lentamente.

 

“U-ucciderai an… anche me, Sas… s-Sasuke-kun?”

 

Singhiozzi disperati. La guardi dall’alto. Sei stanco.
Stanco come questa commedia che insiste ad andare avanti.

Gli occhi ti bruciano.

 

Fuoco.

 

“Non mi interessi.”

 

Perché non ne ricaveresti nulla.

Poi, lei dovrebbe vivere. Era sempre stata disperata di vivere.

Di sopravvivere.

Di incamerare aria nei polmoni.

Respiro dopo respiro, respiro dopo…

 

Ma le tue parole non fanno che fomentare i suoi singhiozzi.

 

E’ l’ora dell’ultimo atto di questa stanca, stanca commedia.

 

“Vivi, Sakura. Odiami. Diventa più forte, e vendica Naruto.”

 

Ed il primo della stanca, stanca commedia che seguirà.

 


 

A/N: questa è tutta dedicata alla mia Consorte, Fiamma della Mia Giovinezza e Bastone della Mia Vecchiaia.

L’ho scritta pensando a lei – e chissà perché lei mi ispira Angst.
Tuttavia dice che è un complimento, quindi la amo ancor di più.

Perché sta diventando grande (e non vecchia >_>) ma la amo comunque. Fin troppo per il mio bene.

 

Quindi, Ross, un milione di auguri. Non sai cosa darei per poter stare vicino a te in questo momento ç_ç

 

Mi manchi da morire, ecco. Stupida estate. (L)

 

Quanto non vivo senza te lo sai già, inutile ripetermi.

 

Love ya, and Happy Birthday to You! *_*

 

 

 

 

 

 

  
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