So hard to keep him satisfied.
Blaine
aprì gli occhi e subito dopo li socchiuse di nuovo per la
luce
accecante che veniva dalla finestra aperta. Rabbrividì per
l'aria
fredda dell'alba che gli accarezzava la spalla nuda e
sollevò a
fatica il lenzuolo leggero per buttarselo sopra la pelle d'oca.
Richiuse definitivamente gli occhi e si girò dall'altra
parte per
trovare una posizione più comoda.
Almeno finché un mugugno fin
troppo familiare lo costrinse a riaprirli: sdraiato accanto a lui
Sebastian si stava lamentando, come al suo solito. Se oggi non era
perché gli aveva 'rubato il lenzuolo', probabilmente era
colpa del
'coglione che aveva scordato la finestra aperta' (da leggersi Blaine
Anderson), o forse voleva solo un po' di attenzioni mattutine.
'Che
problema c'è oggi, Seb?'
'Blaine'
disse semplicemente il ragazzo, alzando la schiena dal
materasso.
'Sì,
sono qui' rispose il moro, appena preoccupato. Il sorriso scherzoso
che gli illuminava il volto scomparve e , di colpo, diventò
serio.
'Devo
parlarti' annunciò.
'Dimmi
Sebastian, mi stai facendo preoccupare' lo sollecitò l'altro
avvertendo uno strano senso di oppressione all'altezza della gola.
'Io
me ne vado'
Blaine
impallidì e smise di respirare. 'In che senso te ne vai?'
'Me
ne vado. Torno in Francia. Parto oggi pomeriggio dalla Dalton, ho il
volo da Columbus alle 17' rispose Sebastian senza espressione.
Blaine
abbassò lo sguardo e si guardò le mani, mentre
torturava una
pellicina, facendo uscire qualche goccia di sangue. Ignorò
il tonfo
sordo che aveva prodotto il suo cuore quando era precipitato
dall'ultimo piano del grattacielo andandosi a sfracellare
sull'asfalto. 'Da quanto tempo lo sai?'
'Un
po'' disse, ed questa volta toccò a lui guardare da un'altra
parte,
lontano, oltre la finestra.
'Un
po' quanto, precisamente, Sebastian?'
'Quattro mesi' fu costretto
ad ammettere il ragazzo mentre si sistemava alla bell'e meglio i
capelli con le mani, fissando gli occhi su tutto tranne che su Blaine
a pochi centimetri da lui.
'Cioè da prima che noi... che tu...
che io... insomma, hai capito' mormorò il moro. Non riusciva
a
capire se era imbarazzato, deluso, incazzato, triste o ad un passo
dal gettarsi fuori dalla finestra. Forse un misto di tutte quante.
Quella
sottospecie di 'cosa' fra loro era nata una sera come tante, ad uno
stupido gioco della bottiglia. Beh, se doveva proprio ammetterlo,
aveva sperato che la direzione di quella maledetta coca-cola si
fermasse ad indicare Sebastian. Come biasimarlo? Insomma, lui era
Sebastian, e tutti sappiamo come sono i tipi alla Sebastian: belli,
irraggiungibili e consapevoli di esserlo, il che li fa risultare
assolutamente insopportabili.
Quando la bottiglia aveva smesso di
girare appena davanti a Sebastian, Blaine non aveva potuto reprimere
un sorriso: baciare quelle labbra era l'unica cosa a cui riusciva a
pensare da quando lo aveva visto una settimana prima nel corridoio,
il giorno in cui era arrivato alla Dalton dalla Francia.
Sebastian
aveva sogghignato a sua volta e Jeff aveva deciso seduta stante che
la loro 'penitenza' era 'baciare', senza neanche fare l'intera
cantilena. Dopotutto era a conoscenza della sua cotta mostruosa e lo
stava facendo a fin di bene, con risultati disastrosi nel tempo ma,
in quel momento, non era un suo problema.
Blaine si era sporto
verso il centro del cerchio in cui erano seduti, protendendosi verso
il ragazzo e anche Sebastian aveva fatto lo stesso. Si erano guardati
negli occhi, un secondo, nulla di più, poi Sebastian aveva
sorriso
leggermente, con sguardo colpevole, e le loro labbra si erano
incontrate.
La prima sensazione che aveva provato era stata di
freddo, sì, un freddo strano, dato che le labbra di
Sebastian erano
gelate (come la sua anima), rimpiazzata mano a mano da un calore che
cresceva sempre di più, ad ondate, travolgendolo e
annegandolo.
In
spregio alle stupide regole di quel gioco ci stavano dando dentro con
le lingue davanti a tutti e, a dire la verità, non gli
importava
minimamente: voleva continuare a baciarlo, basta. Dopo qualche
discreto colpetto di tosse di Nick, un paio di gomitate di Jeff e
l'intervento di Wes che fu costretto ad allontanarli con la forza,
purtroppo Blaine aveva dovuto staccarsi da quella droga. Neanche un
minuto dopo e sentiva già l'astinenza.
Ovviamente la vocetta
sarcastica di Thad aveva riempito il silenzio imbarazzante che aveva
seguito la loro pomiciata. 'beh, perché dovete obbligarci ad
assistere? Prendetevi una camera' si era lamentato (come se nessuno
sapesse che era solo geloso) e allora Sebastian aveva fatto una cosa
che mai Blaine si sarebbe immaginato: si era alzato, dandogli la mano
e aveva detto ad alta voce: 'vi leviamo il disturbo. Non veniteci a
cercare prima di domattina' e insieme erano usciti dalla porta.
Ed
ecco la mattina dopo. Già vedere Sebastian steso accanto a
lui era
stata una sorpresa sufficiente (Blaine immaginava che lasciasse un
numero falso e scappasse via), ma addirittura essere quasi felice era
fantastico.
Era più o meno consapevole di essere stato usato, ma
la sua autostima era a fare il giro del mondo a piedi e non aveva
intenzione di tornare, quindi andava bene così. Essere usato
da
Sebastian Smythe era considerato da molti, lui compreso, un onore.
Giorno dopo giorno, sera dopo sera, mattino dopo mattino, alla fine
era diventata quasi un'abitudine confortante. Non c'erano troppe
complicazioni, il sesso era fantastico e Sebastian era vagamente
sopportabile quando non apriva bocca per parlare, e per i loro scopi
non ve n'era bisogno.
Possibile che avesse sviluppato qualcosa più
che solo attrazione fisica nel suo compagno di letto? Sì,
anzi, più
che probabile.
Blaine sapeva di affezionarsi troppo presto a
tutti, ma in particolar modo a chi non lo meritava. Ma, fin qui,
tutto regolare: quel ragazzo si sentiva fuori posto dovunque, a casa
sua, alla Dalton, in Ohio, in America, nel mondo e nelle
relazioni.
Aveva già previsto come sarebbe andata a finire:
Sebastian si sarebbe stancato di lui, sarebbero rimasti amici e,
prima o poi, Blaine se ne sarebbe fatta una ragione. Bastava solo un
po' di tempo e anche questa ferita si sarebbe cicatrizzata.
Ma
nulla va mai come ci si aspetta, e questo Blaine era costretto a
sperimentarlo sulla propria pelle.
Se
poteva essere preparato ad una graduale indifferenza nei suoi
confronti, a diventare solo una ruota di scorta, a sentire le
conquiste di Sebastian ogni giorno durante le prove, a questo non lo
era.
Non
avrebbe potuto fingere un sorriso e sopravvivere anche questa volta.
Questa volta era diverso, e sapeva che, nonostante recitasse la parte
di uno stronzo senza anima, perfino Sebastian qualche sentimento
doveva avercelo.
'Si,
da prima che andassimo a letto'
'Non
hai mai pensato di dirmelo? sai, giusto per sapere...'
'Non
vedo perché avrei dovuto' su discolpò Sebastian
alzando lo sguardo
al soffitto, come quando si trovava a spiegare il fa naturale a
Trent.
'Certo,
per te andare a letto insieme per tre mesi non conta assolutamente
nulla, vero?'
'Era
solo sesso, Blaine' fece lo spelling guardandolo come se fosse scemo.
E probabilmente lo era pure; per innamorarsi di quel mangia-uomini ce
ne voleva di masochismo.
'E
io stupido che ci credevo'
'Esatto.
Facevamo sesso, eri una bomba, avevi una bella voce e influenza sui
Warblers, stop'
'Quindi
tu mi hai usato fin dall'inizio...' realizzò il ragazzo con
le
lacrime agli occhi, ma rifiutandosi di farle scendere.
'Svegliati
bello mio' disse semplicemente Sebastian con il solito ghigno
supponente su quelle labbra desiderabili.
'Sebastian
Smythe, tu sei una persona orribile e io ti odio' concluse Blaine
chiudendo gli occhi e buttandosi sul letto, mentre sentiva il rumore
della porta della sua camera e della risata divertita di Sebastian
che lo perseguitavano anche nel dormiveglia.
Gliela
avrebbe fatta pagare.
Tutti
i Warblers si erano riuniti per salutare Sebastian nella sala delle
prove, ma non era stato un grande successo. Wes aveva addirittura
provato a far esprimere gli altri e a far dire loro cosa aveva
lasciato nei loro cuori il compagno, ma nessuno aveva risposto alla
sua iniziativa. Probabilmente per la maggior parte dei ragazzi
Sebastian era stata solo una presenza scomoda all'interno del glee,
sempre pronto a rubare assoli agli altri e a raggiungere il proprio
scopo senza badare ai mezzi.
Sebastian
non era mai stato benvisto dai Warblers e Blaine si era sempre
trovato a difenderlo suo malgrado, ma ora non aveva intenzione di
continuare oltre.
'Wes,
io vorrei dire una cosa a Sebastian, prima che se ne vada' disse
alzando con risolutezza la mano e la voce.
Wes
battè le mani entusiasta e gli domandò cosa
volesse
esprimergli.
'Oh,
nulla di particolare. Ho solo preparato una piccola esibizione'
Wes
sorrise e gli diede l'autorizzazione per cominciare.
I
was so high I did not recognize
The fire burning in his eyes
The
chaos that controlled my mind
Whispered goodbye and he got on a
plane
Never to return again
But always in my heart
Blaine azionò lo stereo, mente gli altri studenti della Dalton si appoggiavano a qualsiasi mobile/divano/piano per sentir cantare meglio il loro solista preferito.
Appena riconobbero quale canzone aveva deciso di cantare, le reazioni furono diverse: Jeff e Nick diventarono improvvisamente più silenziosi, Wes e David iniziarono a confabulare sul portarla alle regionali, Trent si intristì e Thad mise su un sorrisetto cattivo e felice.
This
love has taken its toll on me
He
said 'goodbye' too many times before
And
my heart is breaking in front of him
I
have no choice cause I won't say goodbye anymore
Come sempre Blaine sentiva quell'incredibile senso di adrenalina che lo riempiva ogni volta prima di un'esibizione, solo che quel giorno era più forte: non aveva preparato la performance e sentiva davvero quello che cantava. Voleva che Sebastian capisse ogni singola parola.
I
tried my best to feed his ppetite
Keep
himcoming every night
So
hard to keep him satisfied.
Kept
playing love like it was just a game
Pretending
to feel the same,
Then
turn around and leave me again.
Finalmente
tutti i Warblers capirono quello che era successo negli ultimi tre
mesi: Blaine e Sebastian erano trombamici. Ed era uno shock per quasi
tutti. Presero tutti a guardare Sebastian, l'indiscusso destinatario
della canzone che, nel frattempo provava a guardare da qualsiasi
parte pur di non incontrare i loro sguardi.
This
love has taken its toll on me
He said 'goodbye' too many times
before
And my heart is breaking in front of him
I have no
choice cause I won't say goodbye anymore
Il
ragazzo giocherellava nervosamente con il cartellino attaccato
all'enorme valigia nera che aveva accanto. Non voleva darlo a vedere,
ma un po' so sentiva in colpa, solo un pochino, bene inteso.
Cioè,
dopotutto, lui non ne aveva colpa: era Blaine che si era immaginato
tutto. Non avvertirlo era stato una carognata, ma faceva parte del
suo comportamento, no? Eppure non poteva evitare di dare ogni tanto
un'occhiata di sfuggita al ragazzo che cantava. Blaine sembrava
talmente … distrutto. Non lo aveva mai visto
così, e non era del
tutto certo di volercelo vedere.
My
pressure on his hips
Sinking my fingertips
Into every inch of
you
Cause I know that's what you want me to do.
Blaine si sentiva più sicuro mano a mano che cantava. Capiva di aver compreso cosa era davvero importante e cosa non lo era. Aspettava questo momento da una vita.
Sebastian
aspettò che le ultime note della canzone andassero a
perdersi in un
applauso che mai arrivò dagli altro Warblers. Poi si
avvicinò al
solista, all'inizio titubante, poi sempre più certo, vedendo
che
l'altro non si opponeva.
Arrivò
di fronte a lui, a meno di un metro di distanza, e lì si
fermò.
Blaine rimaneva ancora immobile ad aspettare la sua prossima
volta.
Sebastian
si avvicinò ancora, guardando fisso le sue labbra
così
desiderabili, poi lo baciò davanti ad un pubblico attonito
che non
pronunciò neanche una parola.
Appena
si staccò da lui, disse piano qualche parola "Blaine, mi
dispiace moltissimo", guardando in basso.
L'altro
ragazzo sorrise e gli alzò il viso con delicatezza, sempre
continuando a sorridere. "Sai una cosa, Sebastian? Non
importa"
Sebastian
sorrise a sua volta, facendo cadere la valigia che reggeva in mano
per terra. Non riusciva ancora a credere che fosse stato
così facile
e che Blaine si dimostrasse così arrendevole.
"Vaffanculo" sorrise di nuovo Blaine e si allontanò da lui, tenendogli la porta aperta per scendere le scale. "Ah, e fai buon viaggio".
NdA
Mi sono sempre detta che non avrei mai scritto Seblaine perché, beh, perché no D:
Beh, in realtà perché QUALCUNO DI PROFONDAMENTE CATTIVO me l'ha richiesta, ma, anywaaaay, ora questo qualcuno ha fatto un patto con il diavolo e sarà obbligato a recensire TUTTO TUTTISSIMO (giusto perché le dà fastidio il grassetto).
Detto ciò, fa abbastanza rade, ma almeno la canzone è bella, neh? :3
Dato che oggi ho pubblicato questa, non aggiornerò la Thaddastian perché devo pur fingere di avere una vita fuori dal fandom (tanto non ci crede nessuno, LOL).
Ringraziamento speciale a Sof che è la mia salvezza.