Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Behind blind eyes    29/01/2013    5 recensioni
Non c'è sempre libertà per amare, talvolta bisogna mentire al mondo intero.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




‘’Cosa c’è da dire, John? Il sole splende, le nuvole sono scomparse
dopo una lunga turbolenza.
Il mare è calmo, le persone sorridono. Oggi è una giornata
fantastica’’.

‘’Eh già, qua su Radio 607.5 tutti sorridono,
soprattutto dopo l’arrivo del famigerato video dei
One Direction. Alimentiamo questi prossimi tre minuti
con la voce di cinque ragazzi che si stanno facendo strada in pochissimo tempo’’.



La famigerata new entry sembrava piacere alle persone all’interno dell’autobus che passava per Regent Street. La signora White, solita ad uscire dalle otto di mattino sino alle undici, picchiettava col piede a terra mantenendo il ritmo, mentre il signor Stewart che doveva sempre uscire per delle commissioni, la guardava impacciato, chiedendosi  come potesse una donna d’una certa età esser così moderna.
Nello stesso momento, Edgar, il cameriere d’un ristorante cinese, ascoltava con attenzione la canzone e sorrideva pensierosamente, lasciando che quella melodia lo distrasse dai suoi problemi anche se, Britney, la tredicenne dai lunghi capelli biondi ramati che lo affiancava, lo distraeva: canticchiava la canzone con orgoglio e fierezza verso sé stessa, sorprendendosi di come ricordasse bene le parole. La madre della ragazza, la signora Pitt, situata di fronte agli ultimi due passeggeri, l’ammoniva con severità una volta essersi resa conto che a Edgar la voce stridula di sua figlia, non piaceva.
Nonostante la diversità di quelle persone, le differenti ideologie, età, mestieri, tutti quel giorno provavano un sentimento in comune: la felicità.
La felicità di una giornata radiosa, d’un cielo celeste, della temperatura e del venticello gradevole ed il forte timore che l’arrivo della serata avesse potuto guastare tutta la gioia accumulata in giornata e il sorriso che tutti avevano in volto; tutti tranne uno.

Nel primo posto dopo quello dell’autista, c’era un ragazzo.  Oggettivamente, gli si poteva attribuire un'età dai sedici ai venti anni, era difficile definirlo con chiarezza. Guardava la strada fuori dalla grande vetrata che lo affiancava;  il sole per lui, non era altro che una grande palla che stava illuminando il mondo, il venticello che accarezzava la sua pelle filtrando dalla finestra, era un fastidiosissimo prurito e detestava il buon umore della gente, si chiedeva il motivo per cui tutti sorridevano e lui no. Forse, il motivo era quel goffo cappello che era costretto a dover indossare, al fine che nessuno lo abbia potuto riconoscere; o magari quegli occhiali, che nascondevano i suoi occhi d’un magnetico verde smeraldo.

‘’Ed eccoci qua, al termine di questa favolosa
canzone. E c’è da dire che uno di questi ultimi membri
stringe la mano ad una delle cantanti più conosciute d’America, Taylor Swift’’.

No, eccolo lì il vero motivo.
Ciò che ancora non riusciva ad accettare, fra tutti gli aspetti di quella ingiustizia, era il fatto di dover fingere.  Era da tempo che il ragazzo aveva fatto chiarezza nella sua mente; ricordava che la prima volta d’averlo visto, quello scontro così casuale e banale, gli aveva scaturito qualcosa, solo che al tempo non riusciva a definire quel qualcosa.
Continuava così, a fissare i lampioni spenti nelle strade che passavano con velocità, lasciando che i pensieri fosse come quei pensieri e passassero uno dopo l’altro. Perché mentire? Perché dover creare una copertura come Taylor per prevenire incertezze sulla propria attrazione sentimentale?
Nonostante quelle domande continuavano a girare nella propria mente, sapeva bene la risposta: Haylor era una coppia che avrebbe suscitato scalpore a tutto il mondo. La loro non era una coppia, come non lo era quella di Louis ed Eleanor, o forse quest’ultima era cominciata come una vera e propria relazione, ma era finita da tempo. Tutti i componenti della band sapevano che quei due non si amavano veramente, proprio come il ragazzino camuffato e travestito, estraneo a quell’autobus, estraneo a tutto ciò che riguardava la normalità, non amava la rinomata cantante americana: era una celebrità, non poteva permettersi quel lusso.
Aguzzò lo sguardo e svegliatosi da una vera e propria agonia, si diresse verso la porta principale d’uscita, avvertendo l’autista del veicolo di voler scendere.
L’uomo al volante aggrottò la fronte ed acconsentì alla sua richiesta, chiedendosi il perché per cui il giovane non avesse semplicemente prenotato la fermata premendo sul pulsante che si trovava vicino ad ogni corrimano.
Una volta che il bus sostò davanti ad una delle strade meno conosciute di Londra, vicine alla periferia, il personaggio scese ringraziando con un cenno di testa il lavoratore, costretto a svolgere il suo lavoro anche di Domenica.
Harry si fermò sulla strada, rivolgendo lo sguardo alle persone dentro la grande struttura rossa, osservandole per l’ultima volta: in specifico, guardò la ragazzina dai lunghi capelli ramati rossi; era solo una bambina. Continuava a canticchiare quella canzone, nonostante fosse finita da minuti ormai e guardava di fronte a sé, disturbata dai vari rimproveri della signora Pitt.
Per la prima volta nella sua vita, il ragazzo si rese conto del perché non avrebbe mai potuto stare assieme a Louis Tomlinson. Come avrebbe potuto? Le conseguenze sulle fans degli One Direction sarebbero state orribili e uno dei problemi più rilevanti per la band, ma anche per l’amministrazione dietro di essa, sarebbe stato perdere la maggior parte di quest’ultime: era al cosciente che una relazione, avrebbe potuto scaturire troppo scandalo per esser approvata.
Abbassò lo sguardo sotto di sé sul grande marciapiede in cemento e cominciò a camminare, dirigendosi nel piccolo parco del quartiere sconosciuto alla maggior parte degli abitanti della stessa città. Per una sola giornata voleva sentirsi diversamente da una celebrità, esattamente come un diciannovenne che viveva in quelle vicinanze, libero di uscire, d’incontrare gli amici, d’iscriversi all’università, di ricevere rimproveri dalla madre, di tornare a casa dalle feste ma soprattutto di possedere una propria vita sentimentale,  senza varie manipolazioni esterne.
Una volta arrivato, si sedette sulla panchina dove molti anni in precedenza, era solito rimanere per ore per sostare con vecchi coetanei e scherzare, divertirsi veramente.
Si chiedeva come tutto potesse essergli scivolato fra le mani in così poco tempo e come una sola mossa sbagliata, avrebbe potuto scaturire qualche controversia e critiche poco apprezzabili.
In lontananza vide una figura esterna, un ragazzo come lui, alto, magro, castano e degli occhi d’un profondo azzurro a cui poche similitudini avrebbero potuto realizzare una vera immagine del colore.
Si sedette vicino a lui, guardandolo di sbieco,  mentre l’alto fingeva d’esser interessato all’impalcatura dinanzi a loro, un’enorme scivolo arrugginito i cui colori del legno erano ormai scoloriti.
-Louis.- affermò Harry, senza alcuna traccia di volgergli lo sguardo.
-Harry.- la risposta dell’altro fu distaccata e d’una tale freddezza, che colpì esattamente nel cuore del primo, che cedendo alla tentazione si girò e gli sorrise; un sorriso troppo confidenziale, per poter esser definito tale.
-Per quanto vogliamo restare?- Chiese nuovamente Louis, ricambiando il suo sorriso, abbassando però lo sguardo sulla giacca in pelle di Harry, lasciando che la propria mente fantasticasse su cosa potesse avvenire in seguito.
-Finché ce lo permettono.-
Ormai non riusciva più a mantenere quelle distanze, così il ragazzo dai profondi occhi blu si avvicinò per donargli quel vero saluto che avrebbe dovuto dargli in precedenza e strinse la sua mano per invogliarlo ad avvicinarsi mentre quest’ultimo, colto di sorpresa, ricambiò quel bacio da tanto desiderato compulsivamente, assaporando quelle labbra come se fosse il suo piatto preferito. La voglia di passare tutta la serata assieme era irrefrenabile, come la voglia di appartenere l’uno all’altro, ma i limiti da dover rispettare erano troppo imponenti da poterli semplicemente ignorare.
La soluzione era una, unica e la sola che avrebbe potuto permettere il continuo di quella vicenda: mantenere il segreto.>



----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Ciao a tutteee, mi chiamo Pho.. Bene, dopo aver pubblicato tanti, ma veramente tanti capitoli su Facebook, ho realizzato di pubblicarne uno
su Efp ed..eccolo qua. Spero che vi piaccia, lasciate qualche commento su questa OS, mi farebbe piacere. :)


  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Behind blind eyes