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Autore: Kiki87    30/01/2013    2 recensioni
[Ispirata alla traccia "Mistletoe" della Kurtbastian Week di Dicembre]
Come Kurt impara, a sue spese, alcuni incontri sono destinati a cambiare un'esistenza ma non si tratta soltanto di quello fatidico sulla rampa delle scale con il ragazzo che ne strega il cuore fin dal primo sorriso. Con la complicità di un clima natalizio, si troverà suo malgrado "invischiato" in un avvicinamento con Sebastian Smythe e per quanto si ripeta che un bacio sotto il vischio, non ha alcun significato; esso sarà soltanto l'inizio di tutto.
Di una scoperta di se stesso e dell'amore ma in una forma ben diversa da quella che aveva sognato ed immaginato fino a quel momento.
Genere: Commedia, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kurt Hummel, Sebastian Smythe, Warblers/Usignoli
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Prologo Salve a tutti,
come avevo annunciato, in occasione della Kurtbastian Week di Dicembre e la traccia “Mistletoe”, non soddisfatta (del tutto) del finale ancora aperto, ho cominciato ad immaginare una storia a più capitoli. Ed è ciò che mi conduce qui, in questo momento.
Per chi avesse già letto la one-shot della week, vi invito alla lettura del prologo aggiunto in secondo momento e prometto di non ritardare alla pubblicazione del secondo capitolo ( solo da revisionare!). Per gli altri auguro una buona lettura, con la speranza di accattivarvi per il proseguire nella lettura.
Nota per la fanfiction: è ambientata a partire dalla seconda stagione per cui alcuni eventi saranno fedeli alla versione originale ed altri, invece, si discosteranno tra cui, appunto, la presenza di Sebastian.

Detto questo, vi auguro buona lettura!




copertina


(copertina realizzata da @therentgirl, nonché la mia Sebastian, che ringrazio ancora infinitamente per la meravigliosa sorpresa!)


Prologo.

Alcuni incontri sembrano essere destinati a cambiare un’esistenza eppure si palesano nel modo più semplice e casuale. Visto e rivisto in diversi adattamenti cinematografici, dalle penne di diversi scrittori. Eppure tutti contraddistinti dallo stessa consapevolezza che tutto sta, inevitabilmente, per cambiare.
Forse è una sincronia di sguardi, un sorriso o un’intonazione particolare della voce ma ognuno è diverso e speciale.
“Scusami[1] si era affrettato a scendere le scale e il moretto aveva sollevato gli occhi. “Posso farti una domanda? Sono nuovo qui”.
“Il mio nome è Blaine”.
La stretta della sua mano, il suo sguardo così limpido e luminoso.
“Kurt” aveva sussurrato, un sorriso più timido ed incerto a cui rispose quello del moretto, molto più caloroso e rassicurante, prima di prenderlo per mano e condurlo, per la prima volta, attraverso quei corridoi.
Ripercorrendoli anche a distanza di tempo, sembrava ancora di sentire le parole di quella canzone, quasi quei corridoi le avessero serbate.

You make me feel like I'm living a
Teenage dream
The way you turn me on
I can't sleep
Let's run away and
Don't ever look back

My heart stops when you look at me
Just one touch
Now baby I believe
This is real so take a chance and
Don't ever look back[2]


Sì, poteva affermarlo anche a distanza di tempo: alcuni incontri erano decisi dal destino. Altri no.
O forse lo erano anch’essi, ma soltanto per dimostrare quanto la vita potesse essere beffarda e quanto, dopo essersi mostrata nelle sue sfumature più dolci, potesse poi ribaltare completamente la prospettiva. Quanto, anche dopo averne saggiato l’influsso più dolce, si celasse un retrogusto amaro.
“Kurt” lo stesso sorriso dolce ad attenderlo alla fine delle scale mentre le scendeva, per la prima volta, in veste di studente della Dalton. Stava letteralmente volteggiando da che la sua sola voce era capace di farne scalpitare il cuore e scuoterlo fin nel profondo.
“Benvenuto alla Dalton”.
“Grazie, Blaine” si erano stretti brevemente la mano e Kurt aveva sentito quello stesso brivido di vita scorrere lungo la spina dorsale, la consapevolezza che anche quel momento fosse soltanto un nuovo inizio.
Uno schiarirsi di voce poco distante e aveva sollevato lo sguardo oltre la spalla di Blaine: lo vide allora per la prima volta. A pochi passi dal moretto, la figura alta ed allampanata di un giovane le cui mani erano affondate casualmente nelle tasche dei pantaloni. Il suo sguardo smeraldino sembrò scrutarlo da capo a piedi con espressione di malcelato disprezzo che lo fece sentire nudo.
Quasi egli riuscisse a carpire tutta la sua insicurezza e quel nodo in gola, quel battito scalpitante del suo cuore quando vicino a Blaine che, da loro primo incontro, aveva occupato la sua mente.

Ho combattuto per parecchio tempo[3],
mentre affogavo in un fiume di diniego.
Ho lavato, sistemato e messo via,
tutti i frammenti spezzati di me.

Non seppe esattamente cosa fu: forse l’espressione beffarda di chi sembrava aver capito tutto ancora prima che lui potesse articolare parola. Forse la sicurezza con cui, persino in quella posa indolente, sembrava essere perfettamente padrone della scena, malgrado ne fosse, a tutti gli effetti, un estraneo.
O forse la semplice rivalità che non avrebbe mai concesso alcuna sintonia tra loro se non la reciproca consapevolezza che ciò non poteva essere contemplato.
Non in una lotta ad un comune obiettivo.
“Oh” Blaine si era voltato ad osservare l’altro ragazzo e aveva sorriso quasi a mo’ di scuse.
“Kurt, ti presento Sebastian”.
Aveva allungato la mano in sua direzione e Sebastian parve quasi dispiaciuto di dover abbandonare quella postura così da stringerla a propria volta. I loro sguardi si fusero e sembrò esservi una scintilla di pura curiosità e di reciproca repulsione scorrere attraverso le loro spine dorsali.
Sorrise, Sebastian, un sorriso tutt’altro che caloroso.
“Benvenuto” pronunciò in tono spiccio seppur, per qualche motivo, fosse sembrata una sorta di pacata minaccia.


Scenario poliziesco, linee di gesso,
cicchetti di tequila,
nella scura scena del crimine.
Vita suburbana con la sensazione sottopelle
di star rinunciando a tutto,
a tutto per te.
(per te).

Blaine si era allontanato per prendere un caffè per tutti e allora, l’uno vicino all’altra seppur in posture rigide, si erano reciprocamente scrutati. Una smorfia era apparsa sul viso di Sebastian e Kurt si sentì osservato mentre il giovane gli sorrideva quasi con affettata malizia. Non ricambiò il gesto, continuò ad osservare la schiena di Blaine, quasi un baluardo di sicurezza tra tante divise simili e quella sgradevole presenza al suo fianco che lo faceva sentire giudicato: ironico come al McKinley il suo essere gay fosse fonte di disprezzo e, di fronte a quello sguardo smeraldino, sembrasse fonte di un’ostilità che si era palesata fin dal primo incontro di sguardi.
“A guardarti sei un povero vergine innocuo” esordì Sebastian in tono annoiato e Kurt trasalì per il modo in cui la parola “vergine” fosse stata pronunciata: quasi si fosse trattata di una vera e propria colpa. Quasi un motivo di scherno che era evidente in quelle iridi verdi.
“… ma te lo dico lo stesso: non mi importa se il tuo è stato un colpo di fulmine o ti si è solo stretto il cavallo dei pantaloni”.
Kurt era arrossito visibilmente, un verso strozzato di vergogna e di scalpore mentre Sebastian indicava Blaine con un cenno del mento per poi passarsi la lingua sulle labbra nello squadrarlo, soffermandosi volutamente sul suo fondoschiena con espressione lasciva.
“Non è roba per te” aveva soggiunto in un sussurro e Kurt aveva stretto i pugni lungo i fianchi: lo sguardo azzurro baluginò di una reale rabbia che ne fece fremere i lineamenti di porcellana mentre l’altro tornava a guardarlo. Un sorriso suadente e le sopracciglia inarcate.
“Cambia idea, prima di farti male o, meglio ancora, tornatene nella tua scuola pubblica”.

Oh, oh, oh.
Come avrei potuto sapere,
che tu saresti divenuto parte di me?
Pensavo che avrei dovuto andarmene[4]
(Andarmene!)
Ma non lo feci.
Perché sarei stato dannato se lo avessi fatto,
dannato se non lo avessi fatto.

“Puoi scordartelofu la risposta di Kurt che colse, con la coda dell’occhio, il volto di Blaine mentre, un vassoio di caffè in mano, si avvicinava nuovamente ad entrambi.
“E, per la cronaca, userei un esfoliante per quelle sgradevoli macchie sul viso[5] o forse butterato lo sei di nascita, così come avvezzo ad un linguaggio da prostituta che non tollera nuova concorrenza”.
Un rapido inarcare delle sopracciglia di Sebastian, un verso rauco di divertimento prima che Blaine si fermasse di fronte a loro.
“Ci sediamo?” propose loro con lo stesso sorriso allegro e caloroso.
Acconsentirono a seguirlo.
“Di cosa stavate parlando?”.
“Stavo giusto spiegando a Kurt qualche regola, non è vero?” gli sorrise Sebastian con falsa cortesia e Kurt si trattenne dal sollevare gli occhi al cielo ma rivolse un sorriso più dolce a Blaine.
“Molto illuminante, sì”.

Ti prendevi gioco di me,
quando mi ronzavi attorno.
Ma da quando te ne sei andato,
sono un fiammifero bruciato.
Avrei potuto, avrei dovuto,
fare quello che mi ero prefissato.

Una scintilla di reciproca ostilità.
E così fu l’inizio della fine.





[1] Scena tratta dall’episodio 2x06 “Il primo bacio”.
[2] “Teenage Dream” di Katy Perry, cantata da Blaine nel proseguo dello stesso episodio. Traduzione QUI
[3] Questa è una traduzione che ho abbozzato da sola del brano “Damned if I do ya” degli All Time Low che ho scelto come colonna sonora dell’incontro tra Kurt e Sebastian. Per chi mastica bene l’inglese, consiglio il brano originale QUI che credo renda meglio. E vi consiglio anche il motivetto molto accattivante QUI.
[4] Nota per la traduzione: il testo originale prevede che i tempi verbali, in questi versi, siano volti al futuro; io li ho adattati al passato, trattandosi di un prologo mi è funzionale, infatti, a quanto vedremo nei prossimi capitoli.
[5] Sta alludendo ai nei di Grant che, in realtà, trovo adorabili ma qui, ehi, siamo in un clima di competizione, quindi permettetemi la scoccata :D
   
 
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