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Autore: hinata 92    30/01/2013    6 recensioni
Anderville. Le sue "tranquille" notti vengono sconvolte dall'arrivo di un papero mascherato in trasferta pronto a venire a capo di un mistero. Ma anche un famoso detective dalle grosse e tonde orecchie nere sta facendo lo stesso, anche se da un altro punto di vista...
L'uno all'insaputa dell'altro, Topolino e Pikappa dovranno vedersela con un misterioso personaggio e... con loro stessi.
Segreti non rivelati, forse intuiti, principi morali, testardaggini, una fiducia difficile da dare e ottenere in una città dove tutto ha un costo e una verità così complessa che stupirà anche chi credeva di aver capito tutto...
Tutto questo e ancor di più nel più pazzo crossover Disney mai creato: PKNA x MMMM!!!
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Paperino aka Paperinik, Sorpresa, Uno
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Colpi in testa, addii e arrivederci

 

Uno fece partire dall’Extrasformer un raggio che fece un buco nel soffitto, sufficiente per far sparare a Topolino un razzo di segnalazione rosso, che si espanse in cielo come un fuoco d’artificio. Il detective sorrise soddisfatto.

Paperinik guardò sconvolto il suo scudo: « E quello da dove spunta fuori? »

« Era lì da un po’. Uno mi spiegato dove incastrarlo senza che tu potessi notarlo. »

« E quando avreste avuto il tempo di fare tutto questo? »

Topolino sorrise: « Prima, in ufficio, mentre io e Uno preparavamo il piano e tu te la dormivi della grossa sulla poltrona! »

Il papero arrossì violentemente: « Lavoro solo di notte, io, è normale che di giorno possa venirmi un po’ di sonnolenza… ma a chi hai segnalato? »

« Oh, solo a un gruppo di amici che ogni tanto mi tira fuori dai guai senza fare troppe domande… »

« ALL’ATTACCO!!! »

Pikappa si voltò e vide entrare dalla porta il più strampalato gruppo di persone che avesse mai visto, guidati da un uomo molto robusto dotato di una minacciosa stampella.

Topolino gli diede una gomitata: « Little Caesar odia che gli si attenti alla clientela, soprattutto quella più affezionata… ne ha talmente poca… »

« Ma… le guardie? »

Little Caesar diede al supereroe una stampellata che lo stese a terra: « Ci abbiamo già pensato… non saranno due uomini in più o in meno a spaventarci! »

Paperino sbarrò gli occhi: ecco perché nel tragitto non avevano incontrato nessuno!

« L’unico ad averci dato qualche fastidio è stato un tizio pelato con un tatuaggio, ma abbiamo messo fuori combattimento anche lui… »

Pikappa tirò un sospiro di sollievo, poi si rivolse a Topolino: « E perché non me l’hai detto? »

« Perché ero certo che Sharkfish avrebbe controllato i nostri movimenti, e se fossimo stati sufficientemente convincenti, c’erano buone probabilità che avrebbe ignorato gli altri, soprattutto se entravano un po’ per volta. E comunque ci conviene muoverci, abbiamo poco tempo! Dubito che Clayton ignori quel razzo sparato dal centro di Anderville… e se mi trova qui sono dolori! »

« Ah, bè… ma dopo io e te dobbiamo farci una chiacchierata… »

Nel frattempo il generale evroniano era finalmente riuscito a riprendersi la sua arma e la puntò contro l’avvocato. Pikappa scattò.

« NO! »

Il colpo andò a vuoto.

« Sei impazzito? Avevamo un patto! Solo la evrogun! »

L’alieno sorrise: « Volete che smetta di comportarsi come un pazzo assassino? Coolflamizzarlo è il metodo più veloce! »

« Ci dev’essere un altro modo… a proposito, dov’è? »

« Fermi tutti o gli sparo! »

Tutti si voltarono verso l’avvocato. Aveva in mano una normale pistola e la stava puntando alla tempia dell’ostaggio più inoffensivo che era riuscito a trovare.

Il generale evroniano si sbattè una mano sulla fronte: « Ora si fa persino prendere come ostaggio, quella sottospecie di yiostly… ma quando torniamo su Evron, altro che corte marziale, lo strozzo io con le mie mani! »

L’evroniano viola si guardò intorno, sorpreso da tanta attenzione nei suoi confronti: « Allora, tolgo la busta? Sì, Maria, toglila… »

Pikappa si morse il becco.

 

 

 

 

Topolino aveva fatto finta di niente fin dall’inizio, e continuò ad ignorarlo anche in quel frangente. Era il suo asso nella manica.

 

Avanti… è il momento!

 

E, quasi come se gli avesse letto nel pensiero, Richard Sharkfish si alzò, sgattaiolò alle spalle del fratello e cercò d’immobilizzarlo.

« Tu? »

« È ora di smetterla con questa follia, John! »

Topolino, nel suo intimo, esultò.

 

Mi ero accorto che si era svegliato già mentre trasmettevo il messaggio, e gli avevo detto di fingersi ancora sedato in eventualità di mosse come questa… per fortuna Richard è un bravo attore, oltre che un genio!

 

« Gallo goduto dice un minuto! Chi vincerà oggi la sfida, il pomodoro rosso o il peperone verde?  »

La lotta fra i due fratelli sembrava non avere un vincitore. La pistola rimaneva in alto, ancora nelle mani dell’avvocato, ma senza che avesse la possibilità di abbassarla. L’evroniano era troppo preso dall’imitazione della Clerici per andarsene da solo, così Pikappa lo andò a prendere per la manina come i bambini piccoli per riportarlo docilmente dal suo generale, ma senza mai perdere di vista lo scontro fra i due fratelli. Cercava il momento giusto per intervenire senza mettere a rischio l’inventore.

Improvvisamente un oggetto volò per la stanza, buttando a terra la pistola. Pikappa si buttò a terra per recuperarla mentre Topolino e i suoi amici del bar immobilizzarono l’avvocato. Solo una persona rimase da parte, appoggiata al muro per non cadere.

« Non sottovalutate le stampelle… soprattutto se è Little Caesar a impugnarle! »

 

 

 

 

Topolino sospirò: « È finita! »

Paperinik scosse la testa: « Non ancora. È rimasto il problema più grosso da risolvere. »

Il suo sguardo si posò su John Sharkfish, immobilizzato.

« Che ne facciamo di lui? »

Il detective rispose: « Ovvio, lo lasciamo alla polizia! »

« Non è così semplice. È diventato così a causa degli effetti di quell’arma evroniana. Qui non c’è un vero colpevole. Alla fine, siamo tutte vittime, l’uno dell’altro… »

Il generale fece un passo avanti: « Te l’ho detto, Pikappa, io ho una soluzione semplice e immediata… »

« No! »

Il papero puntò l’Extransformer contro l’evroniano: « No. Non ho mai fatto coolflamizzare un terrestre senza reagire. Non perderò le buone vecchie abitudini ora. Ci dev’essere un altro modo! »

« E infatti c’è, socio! »

Pikappa sorrise soddisfatto: « Bravo, Uno, dammi buone notizie! »

« Dalle analisi e dagli schemi a mia disposizione, dovrebbe essere sufficiente stimolare con decisione e nell’esatto ordine il lobo frontale, quello occipitale, quello temporale e il parietale, concludendolo con l’amigdala. »

« In linguaggio umano? »

« E il Mignolo col prof, prof, prof, prof… »

Uno sospirò all’ennesima interruzione televisiva: « Bisogna colpirlo in testa nell’ordine che ho detto. »

Paperino fece una smorfia: « Andiamo bene… sei sicuro che in un cervello ci sia tutta quella roba? »

Sharkfish protestò ancora, incurante di tutto e tutti: « Non mi arrenderò mai! Non mi farò fermare da un papero vestito come fosse carnevale e da un topo con due orecchie che sembrano i coperchi del bidone dell’immondizia! »

Tutti, ad esclusione dei due evroniani, sbarrarono gli occhi. Qualcuno si portò la mano alla bocca, Paperino la mise sugli occhi. Senza saperlo, l’avvocato aveva appena firmato la sua condanna.

Topolino divenne prima tutto rosso, poi tornò del suo colorito normale, ma con uno strano sorrisetto sul volto.

« Ti dispiace, Pikappa, se faccio gli onori di casa? »

« Ehm… prego! »

Tutti si voltarono, perché nessuno aveva il coraggio di guardare cosa sarebbe accaduto di lì a poco. Pikappa intravide solo Topolino afferrare il batticarne che aveva alla cintura. Pregò solo che l’amico avesse buona memoria e una conoscenza migliore della sua dell’anatomia umana.

Mentre alle loro spalle si scatenava l’inferno della furia di un topo detective toccato nel suo punto vivo, il papero, l’inventore e l’allegra combriccola del bar si dedicarono a una vivace conversazione sul tempo atmosferico, cercando d’ignorare le grida e i rumori violenti dietro di loro. Solo quando Topolino tornò togliendosi la polvere dalle mani con aria evidentemente soddisfatta, qualcuno s’arrischiò a guardare l’accaduto.

Il batticarne giaceva a terra, a fianco di Sharkfish, dall’aria decisamente confusa, assistito dal fratello.

« Ma cosa… Richard, dove siamo? »

« Bentornato, John. »

L’inventore abbracciò il fratello, stranito. Topolino sorrise, poi si avvicinò a Pikappa.

« Nella foga mi è partito un colpo anche al tuo amico viola… forse dovrei andare a scusarmi… è che quando mi toccano le orecchie perdo la testa… »

Il papero gli mise una mano sulla spalla e andò a saggiare le condizione dell’evroniano.

« La testa… generale… »

Il generale nero lo guardò sconvolto: « È la prima volta in due settimane che non mi parli citando quella maledetta macchina terrestre! Sia gloria a Evron, forse le mie orecchie avranno un po’ di pace! »

« Generale… perché tua mamma è qui! »

Paperinik sospirò: « Sì, carramba che sorpresa! »

Il soldato scosse la testa: « Perdonatemi, mio generale, va e viene… »

L’eroe sorrise: « Pare che il nostro amico avrà ancora qualche problema d’interferenza con l’antenna, ma penso che migliorerà pian piano… »

Il generale alzò gli occhi al cielo, a metà fra il sollevato e l’esasperato.

Pikappa gli chiese ancora: « In tutta questa storia, non mi avete ancora detto i vostri nomi… »

Il soldato fece per rispondere, ma il generale gli tappò la bocca: « Scordatelo, Pikappa! I nostri nomi non imbratteranno la gloriosa storia di Evron con l’ignominia della prigionia e della tortura da parte di un popolo inferiore! »

Il papero alzò le mani in segno di resa: « Ok, ok, come volete! Tornate su Evron? »

« Sì… per questa volta non coolflamizzeremo i presenti. Consideralo un ringraziamento per te, che hai aperto la porta… e per il topo là in fondo, che mi ha liberato da questa tortura psicologica… »

« Matti, siamo tutti matti, urliamo, c’insultiamo, dal terrore siamo afflitti… ops, di nuovo! »

Il generale sospirò: « …o quasi… »

Pikappa sorrise, divertito dall’azzeccatissima sigla di Ciao Darwin: « Ci rivedremo? »

« Chissà… »

I due evroniani sparirono e Pikappa non li fermò, almeno per una volta. La loro punizione l’avevano già avuta, e non era escluso che non ne avrebbero avuta un’altra tornando al loro pianeta madre.

Una sirena si udì in lontananza e si scatenò un fuggi fuggi generale.

« La polizia! »

Anche Topolino impallidì: « Oh no! Se Clayton mi trova qui… »

« Non lo farà. Tieniti forte, ce ne andiamo! »

L’eroe prese l’amico e attivò la modalità di volo dell’Extransformer, mentre l’urlo di terrore del detective preso alla sprovvista si confondeva con le sirene delle volanti.

 

« Ma cos’è successo, Richard? Continuo a non capire… »

« Te lo spiegherò con calma, John… abbiamo un po’ di cose da sistemare… »

 

 

 

 

« E così te ne vai? »

« Il mio lavoro qui è finito. Paperopoli mi aspetta. »

« Mi attende anche Topolinia, ma purtroppo mi toccherà rimanere qui ad Anderville ancora per un po’… »

« Non sono preoccupato. Ho visto cosa sei in grado di fare con un batticarne… »

Topolino rise.

« Sicuro che non vuoi che ti accompagni alla stazione? »

« Non posso mica salire sul treno conciato così! Devo rimettermi i miei abiti civili e tu non puoi vederli. »

« E se io avessi… »

Pikappa mise un dito sulla bocca di Topolino: « Non dirlo. Ti prego, non dirmelo. Ci sono persone che hanno scoperto il volto che si nasconde sotto questa maschera. A tutte, tutte, nessuna esclusa, anche a quelle che amo di più, soprattutto a loro, ho dovuto cancellare la memoria con delle caramelle apposite. Ti prego, non costringermi a usarle anche con te. »

Topolino lo guardò sorpreso, ma poi annuì: « Mi dispiacerebbe molto dimenticare questa stramba avventura con te. »

Pikappa sorrise.

« Anche se continuo a pensare che quelli non fossero alieni, ma attori cinematografici ben truccati! »

« Ehi! »

« In fondo non hanno fatto niente di eccezionale, e di aspetto non erano poi così diversi da dei paperi terrestri… »

Il detective fece un occhiolino e Pikappa rise.

« Testardo come sempre, eh? »

Topolino sorrise: « Fai buon viaggio. E salutami Uno! »

L’eroe mascherato raccolse la valigia e s’avviò verso la stazione: « Oh, è probabile che lo risentirai ancora, di solito si tiene in contatto con le persone che gli sono simpatiche… e tu gli stai davvero molto in simpatia! »

Il topo lo salutò ancora con la mano, con un crescente senso di tristezza che lo prendeva alla gola.

 

 

 

 

Paperino, vestito di nuovo con la sua solita blusa, si accomodò, di nuovo solo, in uno scomparto. La sua valigia ultimo modello lampeggiò di verde.

« Dai, socio, su con la vita! Il mistero è risolto e stai per tornare a casa, dai tuoi nipoti, dalla tua fidanzata, dal tuo zione con la sua infinita lista di debiti e dalle mie frittelle! »

Il papero sorrise: « Mi dispiace un po’ lasciarlo qui, nei guai… »

« Se la caverà, è un tipo in gamba. »

« Lo so. »

« A proposito, se vuoi ancora salutarlo è sulla banchina della stazione! »

« COSA? »

« Difficile non notarlo dalle telecamere di sorveglianza con quelle orecchie… »

Paperino stava istintivamente per affacciarsi dal finestrino, ma ebbe ancora la prontezza d’indossare almeno la mascherina. Topolino in effetti era lì, a salutarlo con la mano, mentre sotto braccio teneva un giornale che prima non aveva.

Paperinik sorrise: « Quando tornerai a Topolinia ti verrò a trovare! Non è un addio! »

Il treno si mise in moto, mentre il detective privato continuava a salutare con la mano. Paperino non gli staccò gli occhi di dosso finché gli fu possibile, poi richiuse il finestrino e si tolse la mascherina. Sperò che in lontananza non si fossero visti i suoi occhi lucidi. Un supereroe non poteva piangere in pubblico.

Con la voce leggermente incrinata, si rivolse ancora a Uno: « Comunque, tu e Topolino me l’avete proprio fatta, eh? Non sapevo di questo comparto segreto all’interno dello scudo… »

« Lo so, non hai mai letto le istruzioni! »

Paperino sorrise e Uno continuò: « E comunque il piano si è svolto alla perfezione… »

« Perché, cosa prevedeva? »

« Di usare il razzo non appena fossero apparsi gli evroniani. »

« Eh? Ma se Topolino non ci credeva… »

Paperino sbarrò gli occhi e si sbatté una mano sulla fronte, immaginando il sorrisino soddisfatto di Uno alla Ducklair Tower: « Me l’ha fatta ancora una volta! »

 

 

 

 

 

Oh, lo so bene che non è un addio…

 

Sì, aveva voluto salutarlo ancora una volta prima di lasciarlo andare. Nonostante le assurde avventure che aveva vissuto con lui, era un pezzo di normalità che se ne andava, lasciandolo solo con i suoi guai andervilliani. Ne aveva avuta la prova quando aveva visto salire sul treno un piccolo papero con una blusa alla marinara e un cappello blu con la fettuccia nera che ormai aveva imparato a conoscere bene.

Si avviò stringendo sottobraccio il giornale che aveva comprato all’edicola della stazione. C’era un articolo dove l’avvocato John Sharkfish si scusava con la popolazione di Anderville per i guai che aveva combinato. L’articolo spiegava che un gruppo di malviventi non ulteriormente specificato aveva rapito suo fratello e l’aveva costretto a stringere rapporti con la mala e a candidarsi sindaco sotto ricatto. Ovviamente, ora che la polizia aveva liberato Richard, aveva immediatamente provveduto a ritirare la sua candidatura e a riprendere il suo solito lavoro in magistratura. Una storia talmente assurda da poter essere vera in una città come Anderville.

Topolino immaginò la faccia di Clayton quando aveva dovuto interrogare i due fratelli. Dovevano essere stati abbastanza convincenti, o almeno dovevano aver evitato in ogni modo di coinvolgerlo, visto che l’ispettore non era ancora venuto a cercarlo come al solito. Probabilmente per questa volta se l’era cavata, Clayton sicuramente aveva fiutato qualcosa, ma senza prove non poteva accusarlo di nulla, almeno per questa volta. E per evitare ogni sospetto nel pomeriggio si sarebbe recato in commissariato a richiedere il famoso permesso per tornare a Topolinia.

Topolino si risollevò dai suoi pensieri. Era praticamente arrivato al Little Caesar. Come al solito i suoi amici l’avevano aiutato senza chiedere nulla. D’accordo, aveva dovuto far passare i due alieni come attori cinematografici, ma per il resto era filato tutto liscio. Anche se ora gli sarebbe costato offrire la colazione a tutti.

Il detective alzò lo sguardo verso il cielo terso, azzurro, sereno. Una parte di lui si chiese se avrebbe ancora rivisto quegli strani evroniani, soprattutto quello a cui aveva tirato una martellata in testa. Ridacchiò. Dopotutto Akima aveva avuto ragione ancora una volta, aveva risolto il mistero (anche se non come aveva immaginato) e Pikappa era tornato a casa, dai suoi soliti guai.

 

Arrivederci, Paperino… magari in un’occasione più tranquilla, eh?

 

E varcò la porta del locale, preparandosi ad essere subissato di domande alle quali non avrebbe risposto.

 

 

 

 

« Tranquillo, Paperino impiegherà ancora un po’ di ore di treno prima di tornare a casa… »

« Allora, Uno, cosa mi racconti questa volta? »

L’ologramma verde sorrise: « Che ne dici di una grande avventura, dove il nostro eroe si ritrovò ad allearsi con l’ultima persona che avrebbe immaginato d’incontrare? »

Il paperotto si accomodò sulla poltrona, pronto ad ascoltare.

« Era una giornata fredda, ad Anderville, quando Paperino scese dal treno… »

 

 

 

… e dato che questa storia l’abbiamo già sentita, direi di chiudere qui! Spero che vi sia piaciuto anche il finale di questo strambo cross-over! Tranquillizzo chi non avesse capito il finale, è solo un piccolo aggancio alla mia fanfic precedente, ma non toglie né aggiunge nulla a ciò che avete letto.

Come sempre, devo fare un po’ di ringraziamenti, stavolta un po’ più approfonditi. Ringrazio dunque:

 

·         Tutti quelli che hanno letto;

·         Tutti coloro che hanno messo la storia fra le seguite, ovvero: Crybaby, darkroxas92, Fipsi, Jan Itor 19, mari23, MildeAmasoj e Nigthrun;

·         Tutti coloro che hanno commentato, ovvero: Evose, Jan Itor 19, Nigthrun, Crybaby e darkroxas92.

 

Prossimi progetti riguardanti Pk? Due già in cantiere, e di cui di entrambi ho già scritto l’inizio: nel primo Uno e Paperino saranno vittime di un curioso imprevisto che indubbiamente li aiuterà a capirsi di più… ma che li caccerà anche in un mucchio di guai; nella seconda avventura, ambientata nel futuro, il Razziatore e Odin Eidolon si ritroveranno alleati per capire chi ha potuto sconfiggere la micro contrazione per lasciare a casa nel nostro crono rapinatore preferito un souvenir dell’Antica Roma… e per rubare la cosa più preziosa che possiede, e che potrebbe sconvolgere il tempo stesso! Vi ho incuriositi? Spero proprio di sì, e spero di rivedervi tutti nelle prossime storie! Alla prossima!

 

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Hinata 92

  
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