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Autore: Soul of the Crow    30/01/2013    4 recensioni
[Questa fan fiction partecipa al contest "When the music is your only friend” indetto da _Ryusei Girl_ & Flock]
è il primo contest a cui partecipo, ma ho fatto del mio meglio.
Alpha è tornato un'altra volta nell'ultimo posto in cui aveva visto Fey prima di partire, e tra la pioggia e un vecchio ricordo che tornerà nella sua mente, chissà che non ci sia una sorpresa per lui...
Buona lettura.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alpha, Fey Rune
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'My favourite IE GO pairings'
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 Autore: The Night Angel
Titolo: Ricordi sotto la pioggia
Pairing: AlphaFey (Non è proprio fatta e finita, ma dovrebbe esserci)
Parole: 2281 (secondo Word e solo testo)
Prompt [La canzone su cui si basa la storia]: “Ricordi” dei Finley
Note:Ci tengo precisare che è una specie di sequel della quarta fic della mia raccolta “Petali e ricordi portati dal vento” (è ambientata qualche mese dopo le vicende narrate in quest’ultima, e poiché quella flashfic è ambientata tre anni dopo le vicende di Chrono Stone, i personaggi dovrebbero avere 17-18 anni).
Voglio ringraziare Flock e Clau per aver indetto il contest e per avermi dato quest’occasione. Non sono molto convinta del risultato, ma spero comunque di aver fatto un lavoro accettabile.
 
 
 
Era il primo giorno, o meglio la prima sera, dell’anno nuovo nella Tokyo del futuro, e la pioggia continuava a cadere da quella mattina.
Tutti si erano rintanati in casa per sfuggire a quello che sarebbe potuto diventare un acquazzone, ma qualcuno non era dello stesso avviso: si trattava di Alpha, ormai ex capitano della Protocol Omega, che continuava ad aggirarsi per le strade della città. La sua destinazione? Si trattava ancora di quel parco che si trovava al limite di Tokyo. Nemmeno lui sapeva di preciso perché tornava lì, ma i motivi possibili erano due: forse aveva bisogno di restare da solo, oppure stando in quel posto era come se sentisse il “coniglietto” dai capelli verdi più vicino a sé, ovunque egli si trovasse in quel momento.
 
 
Nel parco appena fuori da Tokyo…
Come per la città, lì ogni cosa era ancora ricoperta dalla neve che era caduta qualche giorno prima, e anche il lago si era congelato: il viola si era diretto vicino allo specchio d’acqua, ma la sua attenzione si spostò ad una nicchia creata dal terreno e dalle radici di un grosso albero. Era proprio quello il punto preciso nel parco dove aveva visto il ragazzo dai capelli verdi la prima volta.
Ad un certo punto, il cellulare di Alpha cominciò a vibrare dalla tasca della giacca blu che indossava: era un messaggio di Einamu e Reiza in cui lo invitavano a passare da loro la serata insieme agli altri membri della Protocol Omega.
- Quei due hanno fatto il possibile per aiutarmi quando l’El Dorado è diventato un ricordo, ma certe cose non si dimenticano, e nel mio caso vale lo stesso anche per quel che riguarda Fey. - pensò il ragazzo dagli occhi grigi, mentre un ricordo in particolare della sua infanzia riaffiorava nella sua mente.
 
 
Flashback
La notte era calata da qualche ora su Tokyo, e Alpha stava scappando: degli uomini vestiti completamente di nero erano venuti a casa sua e i suoi familiari non avevano avuto il tempo di dire o fare niente, che i nuovi arrivati avevano cominciato a sparare. Lui era riuscito ad andarsene da casa e rifugiarsi in quel parco non molto lontano da dove abitava, ma i suoi genitori non avevano avuto la stessa fortuna: era sicuro che fossero morti, ma non sapeva se era a causa degli spari, o delle fiamme che in quel momento stavano divorando quella che era casa sua.
Il bambino dagli occhi grigi si era rifugiato in una zona nascosta creata dalle radici di un albero, ma non sapeva di non essere da solo in quel posto:
- Che cosa ci fai qui?  - il viola si era girato nella direzione dalla quale proveniva la voce, cioè il punto da cui era entrato in quella nicchia nel terreno, e vide che si trattava di un altro bambino: doveva avere circa sei o sette anni come lui, aveva capelli verdi a forma di orecchie di coniglio e gli occhi dello stesso colore, ma erano ricoperto di lividi in diversi punti. Aveva un’aria spaventata, come se fino a pochi attimi prima stesse fuggendo da qualcuno che lo inseguiva.
- Che cosa gli sarà successo? - si domandò Alpha
- Allora? Mi rispondi o no? - gli chiese nuovamente il verde, però il bambino dagli occhi grigi era ancora assorto nei suoi pensieri per accorgersene e continuava a fissare le macchie di sangue che aveva sui vestiti: non sapeva dire se era il suo o dei suoi genitori, ma in quel momento aveva fin troppi problemi per preoccuparsi anche di quello.
Per evitare che l’altro riempisse di domande fino a fargli venire l’emicrania, il viola si decise a parlargli:
- Sono scappato. Vedi il fumo laggiù? - gli rispose semplicemente, uscendo dal nascondiglio seguito dall’altro e indicando con lo sguardo quella scia grigiastra lontana da loro, ma comunque ben visibile anche a causa delle luci che andavano dal rosso all’arancione: le fiamme non avevano smesso di compiere la loro strage.
- A te cos’è successo invece? Perché sei coperto di lividi? - gli domandò a sua volta il bambino dagli occhi grigi.
- Non lo so bene nemmeno io: è successo tutto così in fretta. So soltanto che degli uomini vestiti di nero sono entrati in casa, e appena mi hanno visto, mi hanno detto che dovevo andare con loro. Quello che è successo dopo non me lo ricordo molto bene… So soltanto che un attimo prima quegli uomini si trovavano davanti a me, e quello dopo mi trovavo in un vicolo non lontano da casa mia. Non molto tempo dopo, quegli uomini sono riapparsi: mi hanno inseguito per un po’, ma devo averli seminati. - gli spiegò il verde.
- Per caso ti ricordi che è successo ai tuoi genitori? - gli chiese Alpha dopo diversi minuti di silenzio, mentre la neve stava cominciando a cadere dal cielo.
Passarono altri minuti dopo quella domanda, e il viola si girò verso l’altro bambino che si era seduto vicino a lui sotto ad un albero: sembrava che fosse diventato triste a causa di quella domanda.
- Era una domanda che non dovevo fare, vero? Se non me lo vuoi dire, non ti preoccupare.
Degli uomini in nero erano venuti anche a casa mia, e nonostante quello che è successo, spero comunque che i miei siano riusciti a salvarsi in qualche modo. - aggiunse il bambino dagli occhi grigi, per poi alzarsi e uscire da quel nascondiglio per controllare che quegli uomini che entrambi avevano incontrato non si stessero aggirando da quelle parti, ma la mano del verde lo trattenne:
- Aspetta. - era poco più di un sussurro, ma Alpha lo aveva sentito ugualmente perché si risedette a terra.
- Che abbia deciso di rispondermi? Io non ci giurerei troppo: ho notato che era diventato molto triste quando gli ho posto quella domanda. - pensò il viola.
- Non andare… Non voglio che le persone che ho intorno mi lascino da solo, per poi sparire e non farsi più rivedere. - anche stavolta la voce del bambino dai capelli verdi era appena udibile, ma l’altro non capiva:
- Va bene. Rimango qui, ma potresti dirmi di che parli? - gli domandò l’altro.
- Riguarda proprio i miei genitori: mia madre non l’ho mai conosciuta, mentre mio padre l’ho visto un’ultima volta ieri sera. Non ne sono certo, ma potrebbe… - il verde divenne ancora più triste di quando il bambino dagli occhi grigi aveva toccato l’argomento riguardante la sua famiglia, ma l’altro sapeva a cosa poteva riferirsi:
- Mi dispiace. Ti ho fatto parlare di qualcosa di doloroso. - si scusò il viola, per poi aggiungere:
- Non è detto che tuo padre sia scomparso: forse è ancora là fuori, e chi ti dice che non è stato proprio lui a salvarti da quegli uomini che erano venuti a casa tua? -
- Potrebbe anche essere così, ma non so nemmeno se tornerà… Penso che se è ancora vivo, e non torna, credo che dovrò mettermi a cercarlo. - dichiarò il bambino dagli occhi verdi.
- E tu verrai con me. - si affrettò ad aggiungere, rivolgendosi ovviamente al bambino dagli occhi grigi.
- Potrei sapere perché? -
- Hai detto prima che non mi avresti lasciato solo, e poi l’idea me l’hai data tu! -
- Non lo capisco proprio: un attimo prima è triste, e quello dopo ha tutta questa intraprendenza, ma a questo punto che ho da perdere? I miei genitori quasi sicuramente saranno morti, mentre lui potrebbe avere ancora la possibilità di rivedere suo padre. - pensò Alpha, ma prima che potesse rispondere, l’altro aggiunse:
- Oh scusami, prima non mi sono presentato: mi chiamo Fey Rune. Piacere di conoscerti. - si presentò il bambino dai capelli verdi, per poi tendere la mano all’altro.
- Non poteva pensarci prima a questo particolare? - si chiese il bambino dagli occhi grigi senza farsi sentire dal verde, e poco dopo, gli rispose:
- E va bene, anche perché non potrò tornare a casa mia dopo quello che è successo. Comunque, il mio nome è Alpha. - si presentò il viola, per poi stringere la mano di Fey.
- Allora, usciamo da qui e cominciamo subito! - annunciò il verde, per poi trascinare l’altro fuori dal nascondiglio.
Fine flashback
 
 
 
- Mi ricordo bene come sono andate le cose dopo quella volta: un paio di mesi dopo, l’organizzazione che aveva mandato quegli uomini a cercarci, cioè l’El Dorado, ci ritrovò: riuscirono a catturarci, insieme a molti altri bambini; lui era riuscito ad andarsene, ma io non ebbi la stessa fortuna.
Alla fine, quell’obiettivo che io e Fey ci eravamo prefissati non si era mai avverato, o meglio, si è realizzato, ma non grazie al mio aiuto; il nostro incontro però era una delle poche cose belle che mi erano capitate in quel periodo, e in qualche modo, mi aiutava a ricordare che il mio vecchio “io” non era stato rimpiazzato da quell’essere senza emozioni che ero stato costretto a diventare. - si disse Alpha, per poi cominciare ad incamminarsi verso casa. Appena si voltò però, vide una persona sotto un ombrello verde scuro che si stava avvicinando a lui, ma poiché era calata la sera, non riusciva a capire bene chi fosse:
- Cosa c’è Alpha? Dopo tre anni che non ci vediamo, hai perso anche l’abitudine di salutare? - disse il nuovo arrivato, mentre si avvicinava al viola per ripararlo sotto il suo ombrello: si trattava proprio di Fey, e sebbene fossero passati tre anni dal loro ultimo incontro, a parte l’altezza e altri particolari, era lo stesso di sempre.
- E tu potresti dirmi perché sei sparito per tutto questo tempo? E non pensare che creda alla storiella che tu e la Raimon dovevate trovare alcuni membri dell’El Dorado che erano ancora liberi e potevano causare dei problemi! - gli rinfacciò il ragazzo dagli occhi grigi.
- Riguardo a quella faccenda non ho mentito, ma è successo qualcos’altro dopo che il lavoro era concluso: mio padre, che era sparito nuovamente dopo la sconfitta dell’El Dorado, è ricomparso poco dopo che io e Wondaba abbiamo rimandato i ragazzi della Raimon nella loro epoca, e mi ha proposto di trasferirci per qualche tempo in un paese dell’Hokkaido. - mentre il verde stava spiegando ciò che era successo, un pensiero attraversò la mente dell’altro:
- Mi chiedo che altro avrà combinato il padre di Fey: prima lo abbandona facendogli credere che poteva essere morto, poi ritorna e gli fa una proposta come questa. A questo punto, mi chiedo se quell’uomo capirà che c’è un limite a tutto. -
- Non avevo ancora accettato il fatto che mi avesse abbandonato, ma tanto valeva dargli una possibilità per sapere se si era pentito del gesto che aveva commesso: anche se all’inizio avevamo avuto qualche problema, a poco a poco abbiamo raggiunto una convivenza pacifica. Tuttavia, c’era una cosa che non sapevo. - dopo quell’ultima spiegazione da parte di Fey, ci furono diversi minuti di silenzio, prima che il verde ricominciasse a parlare:
- Un giorno gli chiesi se saremmo mai tornati qui a Tokyo, ma lui rispose che non aveva intenzione di rimettere più piede in questa città dopo tutto ciò che era successo a causa dell’El Dorado e della Second Stage Children… -
- E tu perché sei tornato qui? - lo interruppe il viola.
- Secondo te? È vero che ne abbiamo passate di tutti i colori in quel periodo, ma ci sono delle volte in cui rimanere ancorati al passato non aiuta e bisogna guardare avanti. Senza contare che noi e i ragazzi della Protocol Omega ci siamo sostenuti a vicenda prima che io me ne andassi: insomma, mi siete mancati in tutto questo tempo. - la conversazione fu interrotta nuovamente, ma stavolta da uno squillo del cellulare di Alpha: quest’ultimo guardò il display, ma sospirò scocciato quando vide di chi si trattava.
- Chi ti ha chiamato? - gli domandò il verde.
- Einamu. Continua a chiedermi di passare la serata a casa sua e di Reiza insieme agli altri ex membri della Protocol Omega. - gli rispose l’altro.
- Allora, perché non andiamo? - gli propose Fey.
- Va bene, così forse la smette di… Un momento! Hai detto “noi” ? -
- Sì, così potrò rivedere gli altri e nel frattempo mi racconterai cos’è successo qui in questi tre anni. - aggiunse il verde con un sorriso, per poi prendere la mano del viola e dirigersi fuori dal parco.
- Aspetta un secondo. Normalmente non m’importerebbe, ma tuo padre sa che sei di nuovo qui? - gli chiese il ragazzo dagli occhi grigi.
L’altro non rispose; si limitò ad accennare una risata nervosa:
- Non dirmi che sei scappato? - suppose Alpha, e il suo interlocutore smise di ridere e annuì.
- Pensavo che tuo padre non sapesse che esistono dei limiti, ma anche tu non scherzi al riguardo. - aggiunse il viola.
- Che vuoi dire? - gli chiese Fey.
- No niente. Andiamo. - si affrettò a dire il ragazzo dagli occhi grigi, per poi condurre l’altro alla casa dei due ex compagni di squadra.
Mentre percorrevano le strade della città, il viola si ritrovò a pensare:
- Su una cosa non sono d’accordo con te Fey: è vero che bisogna guardare avanti, ma i ricordi accompagnano sempre la vita delle persone, sia che si tratti di qualcosa di piacevole o no. Credo che un giorno dovrò dirtelo, ma almeno ho mantenuto un’altra promessa che ti ho fatto tempo fa: quello di recuperare il tempo perduto a causa dell’El Dorado. Spero che tu riesca a fare lo stesso ora che sei tornato. -
 
 
Angolo di Emy
Non mi aspetto che questa fic arrivi tra i primi posti, ma so che ho cercato di fare del mio meglio.
I personaggi li ho resi un pò OOC, ma non ho saputo fare diversamente, anche perchè non è stato molto facile scrivere su di loro. Grazie a chi deciderà di recensire o anche solo leggere questa shot.
Baci e abbracci
Emy
  
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