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Autore: Donixmadness    30/01/2013    2 recensioni
Non ho idea di cosa mi sia saltato in testa!! Sono nei casini e metto pure a scrivere una storia!!
Va beh! Spero almeno di farcela, premettendo che ho molto da fare comunque ecco alcuni indizi:
"Lo sapevi che era solo un riflesso, perciò non ti sei stupito più di tanto quando non ci hai trovato nulla in quella pozza sporca. Ma perché l’hai fatto? Non vorrai mica controllare le tue condizioni, mi auguro!
Ciò che fai dopo conferma i miei timori. Persino il tuo inconscio ti intima di non farlo: gli hai già disobbedito una volta perché vuoi farlo ancora? Maiale testardo!!
Troppo tardi ti sei sporto sulla superficie stagnante e ti sei visto … "
Genere: Malinconico, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Matt, Mello, Near, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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The Glory smells like Burnt

 


Prologo

 


Un fischio acuto ti perfora i timpani. Stordisce assillante come se ci fosse qualcuno accecato da sadismo e follia, che con un ago appuntito ti stuzzica le orecchie per provare la tua resistenza. Quel fastidioso ronzio persiste ad assordarti l’udito, tanto ti pare possa sanguinare. Vorresti scacciare con una manata quello sciame fastidioso, invece non ci riesci. Sei come pietrificato, il tuo corpo non risponde più ai comandi. Che situazione di merda!                                                                                         
Con estremo sforzo stringi le falangi di una mano, la quale constati è ancora attaccata al tuo corpo.
Una brezza calda investe le tue palpebre: quella vampa improvvisa ti costringe ad aprire gli occhi, o perlomeno ci provi.                 
Le orecchie ti fischiano ancora maledettamente forti. Ti accorgi in una frazione di secondo che la parte sinistra del tuo corpo è completamente paralizzata: la sola intenzione di muovere il braccio sinistro provoca un dolore lancinante. Pelle che si stira innaturale e sangue che affiora copioso sul tessuto muscolare. Il tuo inconscio ti suggerisce che stavolta non si tratta di un graffio, perciò è quasi tentato di lasciarti lì morente pur di non renderti partecipe della tua condizione.

“Stavolta stai peggio di una merda … E’ meglio se rimani lì e non ti muovi. Non rialzarti che è meglio!”.                                              

E’ questo che ti dice. Non ti ha detto che ti è capitato, ma ha lasciato intendere che dopo sarà dura affrontare la realtà. Di una cosa sia Tu che Lui siete sicuri: non sei inerme.                                                                                                            
Le palpebre alla fine si arrendo a quel vento arido ed impertinente, così si sollevano timorose di bruciarsi come velina.  All’inizio è tutto appannato, una nebbia di vapore ti impedisce la vista.                                               
Metti a fuoco, almeno quello dovresti riuscire a farlo. Si delinea la terra su cui sei disteso. Improvvisamente anche l’olfatto comincia a destarsi, risvegliandosi da un lungo letargo. Percepisci odore di bagnato e bruciato. Assurdo, eppure quel connubio nauseante ti richiama dal torpore di poco fa. Boccheggi, hai un nodo alla gola . Le corde vocali paiono aggrovigliate a tal punto, che ti concedono a malapena un singulto strozzato.
Fai forza sul braccio destro, quello sinistro ti ha mandato a quel paese già da tempo ormai. Con estrema forza di volontà sollevi il viso, ma subito un’altra ondata di dolore ti investe spietata. Ancora una volta quel tirare repellente inizia a torturarti: è come se ti scuoiassero vivo. La cute è tesa sino a raggiungere la sua massima estensione, percepisci a tatto che stai sanguinando copioso  e solo ora apprendi consapevolezza di te. E’ dal viso che proviene quel continuo pulsare frenetico, come se qualcosa volesse aprirsi un varco ed uscire fuori squarciando la tua pelle.
E’ orribile, disgustoso, ributtante.                                                      
Merda!pensi.                                                                                                                                     
Rantolando e strisciando al suolo come un verme, alla fine sollevi le ginocchia nella speranza di muoverti almeno gattonando. Ma bastano poche falcate che già cadi a terra. Non ti resta che appellarti al braccio destro, l’unico a rimanerti fedele.  Scorgi la figura di un vecchio albero, l’appiglio più opportuno in quel momento. La testa è completamente svuotata, non un ricordo, non un segno, neanche la reminescenza di un pensiero.
Tutto accatastato, distrutto, bruciato. Rantoli gemendo dolore sino a giungere alle radici. Lì riprendi un attimo fiato, cercando di placare ansimi sempre più forti, desiderosi di consumare alla svelta tutto l’ossigeno a disposizione. Arpioni la corteccia con le dita e in un gesto disperato ti aggrappi completamente a quell’albero. Il movimento brusco duole: la pelle continua ancora a pulsare e a infuocare in maniera lancinante.
Sei senza fiato, senza forze ed è un miracolo che tu sia riuscito a muoverti. Un bagliore attira la tua attenzione. Il rilucere di un riflesso, una luce gialla sulla superficie di quella che rassomigliava ad una pozzanghera. Sei attirato in qualche modo da quello scintillio e ti azzardi ad avvicinarti, anche se tutto dentro di te ti dice l’esatto contrario tu lo fai comunque. Il dolore ti trafela ancora e stavolta cadi proprio davanti all’oggetto della tua attenzione. Lo sapevi che era solo un riflesso, perciò non ti sei stupito più di tanto quando non ci hai trovato nulla in quella pozza sporca.
Ma perché l’hai fatto? Non vorrai mica controllare le tue condizioni, mi auguro! Ciò che fai dopo conferma i miei timori.
Persino il tuo inconscio ti intima di non farlo: gli hai già disobbedito una volta perché vuoi farlo ancora? Maiale testardo!!                          
Troppo tardi ti sei sporto sulla superficie stagnante e ti sei visto  …                                                                                              
Sei un coglione Mello!!







 
  
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