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Autore: micRobs    31/01/2013    7 recensioni
Sebastian/Thad | Fluff in quantità industriali e dannose | Future!Fic, Daddy!Thadastian.
Dal testo: "Seth è instancabile, entusiasta per ogni attività che proponi e desideroso di dimostrarti che “sono grande, papi, lasciami la mano”, e tu sei il papà più malleabile e corruttibile del mondo e lui sa cosa fare per convincerti a fare quello che vuole.
E allora avete inseguito una rana – con Seth che le correva appresso e ti incitava a prenderla e tu che ti chiedevi cosa ci facesse una rana da quelle parti; alla fine, la rana è riuscita a mettersi in salvo, i tuoi pantaloni sono da buttare e tuo figlio ha deciso che “Ranator” non è il nome da supereroe adatto a te – e avete trascorso due ore a raccogliere e classificare le foglie secche – “tutte quelle con cinque punte in questo mucchio qua, quelle che scricchiolano in quello là e quelle bruttine in quell’altro là”: poi il vento ha fatto piazza pulita e indovina a chi sono finite tra i capelli? Se non altro, Seth rideva e, mentre ti ripulivi dalle foglie e ti fingevi imbronciato, hai deciso che dopotutto andava bene così."
Genere: Commedia, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sebastian Smythe, Thad Harwood | Coppie: Sebastian/Thad
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Pairing: Sebastian/Thad con la partecipazione straordinaria di Seth.
Genere: Fluff, Generale, Commedia.
Avvertimenti: What if, Future!Fic, Daddy!Thadastian.
Rating: Verde
Parole: 2058 (secondo Word)
Note d’Autore: Ho scoperto che è terapeutico scrivere Daddy!Thadastian durante la sessione: il fluff aiuta a scaricare stress e tensione, sapete? Questa storia l’ho iniziata circa un paio di mesi fa, ma poi l’ho sempre lasciata a metà perché non trovavo mai il tempo e la voglia di farla venire come dicevo io; ieri mattina però mi ci sono messa e si è praticamente scritta da sola, quindi me la sono presa così come è uscita. Fondamentalmente, è una cosa tanto fluff e denti cariati, ma era un po’ che volevo scrivere di Seth e ne ho approfittato. Spero possa strapparvi un sorriso e mettervi di buon umore. Un grazie speciale a Sere e Vals che l’hanno letta in anteprima e si sono scontrate con me contro l’impossibilità di trovarle un titolo decente: abbiate pietà della nostra banalità, vi prego. Per il resto, ho un’ultima cosa da dire, ma la dico giù! Buona lettura!
Note di betaggio: La parte intelligente del mio cervello, Vals.
 
 

Due piccoli campeggiatori
 

 
In fondo, lo hai sempre saputo. Hai sempre saputo che, prima o poi, Thad ti avrebbe cacciato di casa e tu ti saresti trovato a vivere come un barbone accampato in un parco pubblico. Solo che credevi che, quando sarebbe accaduto, tuo marito avrebbe avuto almeno il buon cuore di risparmiare vostro figlio e di tenerlo con sé.

«Secondo me non è tanto dritta, papi.»

E, invece, Seth è di fronte a te e ti guarda con i suoi occhi grandi ed espressivi e quell'espressione corrucciata che avrebbe qualsiasi bambino di quattro anni nello scoprire che il suo mitico papà non è in grado di montare una tenda da campeggio.

«E' artistica, amore» ribatti, fissando un paletto e sperando che la provvidenza sia con voi.

Seth piega la testa di lato, osservando il tuo operato con sguardo critico, poi ti si avvicina e ti batte un paio di volte la mano sulla coscia.

«Forse dovremmo chiamare papà» propone.

Fai una smorfia e ti chini per prenderlo in braccio. «Naah, vedrai che starà su» Forse. Gli sorridi complice, pizzicandogli una guancia. «E poi avevamo detto che sarebbe stata una gita per soli uomini.»

Lui ride e si agita in un'implicita richiesta di essere messo giù. Sta crescendo, ricordi a te stesso, adesso ha voglia di sgambettare e curiosare in giro.
Lo lasci andare, avvertendolo di fare attenzione e continuando a tenerlo d'occhio mentre sistemi borsa frigo e coperte varie.

Odi il campeggio, non riesci proprio a fartelo piacere, in nessun caso. Ma Seth non c'era mai stato e Thad aveva da lavorare e tu hai provato a ribattere, ma tuo marito sa esattamente quali punti toccare per convincerti a fare ciò che vuole e tu hai comunque un collaudato debole per quegli occhi scuri. Hai anche provato a giocare la carta della gravidanza ma "Tesoro, sai che non sei tu a dover partorire, vero?" e alla fine ti sei arreso a quella gita fuori porta "tra soli uomini" – Thad ti ha opportunamente mandato in bianco la sera stessa, a causa di quell'affermazione.

Seth saltella in giro e ride, genuinamente entusiasta di ogni cosa gli capiti sott'occhio.

È un bambino sveglio e irrequieto e sai che non basterà aver montato una tenda in malo modo per aver adempiuto alla sua idea di campeggio.

Se non altro è una bella giornata e, sebbene sia ormai autunno, l'aria è calda e piacevole.

«Seth» lo chiami, «dai, togliamo la fel-»

Ma è bastato girare lo sguardo un attimo e tuo figlio non è più lì. Sbianchi e ti guardi intorno allarmato, scorgendo solo alberi da frutto e cespugli.
«Seth!» ripeti a voce più alta mentre ti passi una mano tra i capelli e percorri con lo sguardo lo spazio intorno a te, alla ricerca del tuo unico figlio quattrenne. «Seth, non è divertente.»

Ma lui non risponde e tu hai giusto il tempo di entrare nel panico, prima che un fruscio sommesso ti indirizzi verso un cespuglio di begonie.

«Papàààààààà, corri.»

Ed ora sei nel panico davvero, ma quando poi aggiri il cespuglio non puoi fare a meno di sospirare alla scena che ti si presenta davanti. Perché Seth è accovacciato a terra, piegato sulle ginocchia e con lo sguardo fisso verso qualcosa che tu non puoi vedere.

«Vieni qua» ordina, allungando una manina nella tua direzione e piegando le dita per farti segno di raggiungerlo.

Inarchi entrambe le sopracciglia e sorridi divertito, avvicinandoti a lui e dimenticando in un attimo la paura di poco prima e la ramanzina che tuo figlio meriterebbe. «Cosa c'è, uh?» Domandi.

Lui si aggrappa alla tua gamba, tirando appena la stoffa dei tuoi jeans per farti capire che vuole che ti abbassi. Sorridi intenerito e in un attimo sei giù vicino a lui, seguendo con lo sguardo la direzione che lui ti sta indicando con un ditino.

«Che cos'è quello?» Chiede con voce sinceramente interessata.

Arricci le labbra, posandogli una mano sulla testa e spettinandogli i capelli mentre rivolgi la tua attenzione al buchino nel terreno che Seth sta osservando con tanto stupore.

«E' un formicaio» rispondi con semplicità.

«E che cosa fa?» Domanda lui, alzando lo sguardo su di te e schiudendo la bocca in attesa di chissà quale mistica rivelazione.

Sorridi, passandogli le dita tra le ciocche scure e dispiacendoti un po' per la risposta priva di magia che stai per dargli. «E' la casa delle formiche» spieghi, aspettando la sua reazione.

Lui non pare convinto, ma poi torna a guardare l'oggetto del suo interesse, seguendo con gli occhi la sottile fila di formiche che fuoriesce da quello e che – deduci – deve averlo portato fino a lì.

«E ci dormono pure?» Continua. «E cosa fanno sotto terra? Non è buio, papi? Come vedono?»

Scuoti la testa divertito e ti alzi in piedi, tendendogli una mano e sorridendo alla sua infantile curiosità.

«Hanno le luci» rispondi, sentendoti appena un po' in colpa per la bugia, ma gioendo internamente al sorriso luminoso che ti regala Seth.

«Come noi? E hanno i figli? E i papà portano i figli in campeggio e... Ho capito, papi!» Si illumina, sgranando gli occhi e indicando la fila di formiche che prosegue indisturbata nelle proprie attività. «Quelle stanno andando in campeggio!»

Non puoi fare a meno di ridacchiare e, mentre lo prendi per mano e tornate alla tenda, rispondere: «Pressappoco sì, ometto.»
 

*°*°*°

 
Trascorrere la giornata con tuo figlio non è semplice come credevi e ti appunti mentalmente di ringraziare più spesso tua suocera per il servizio di baby-sitting che vi offre mentre tu e Thad siete a lavoro.

Seth è instancabile, entusiasta per ogni attività che proponi e desideroso di dimostrarti che “sono grande, papi, lasciami la mano”, e tu sei il papà più malleabile e corruttibile del mondo e lui sa cosa fare per convincerti a fare quello che vuole.

E allora avete inseguito una rana – con Seth che le correva appresso e ti incitava a prenderla e tu che ti chiedevi cosa ci facesse una rana da quelle parti; alla fine, la rana è riuscita a mettersi in salvo, i tuoi pantaloni sono da buttare e tuo figlio ha deciso che “Ranator” non è il nome da supereroe adatto a te – e avete trascorso due ore a raccogliere e classificare le foglie secche – “tutte quelle con cinque punte in questo mucchio qua, quelle che scricchiolano in quello là e quelle bruttine in quell’altro là”: poi il vento ha fatto piazza pulita e indovina a chi sono finite tra i capelli? Se non altro, Seth rideva e, mentre ti ripulivi dalle foglie e ti fingevi imbronciato, hai deciso che dopotutto andava bene così.

Accendere il fuoco non è stato così facile come avevi previsto – anzi, ammetti di non aver proprio preso in considerazione l’idea di dover raccogliere rami e rametti vari per scaldarvi – ma, a quanto pare, non è un vero campeggio senza il falò e quindi, immancabilmente supervisionato da tuo figlio, sei partito alla ricerca di legna da ardere e di una scusa da rifilare a tuo marito per giustificargli gli eventuali vestiti e capelli bruciacchiati.

Alla fine, complice una mezza bugia e un diversivo ben orchestrato – “Seth, amore, a papà servono altri legnetti piccoli” – hai spudoratamente imbrogliato e sei riuscito ad accendere il fuoco con l’aiuto di fogli di carta, accendino e l’alcool del kit di primo soccorso che Thad ti ha messo in borsa: tu ne sei uscito da eroe e il bacio sulla guancia che ti sei giustamente meritato ha siglato la tua nomina a “papà dell’anno” .

Al cibo – rigorosamente da campeggiatori – se non altro, ci ha pensato Thad e quindi tu hai solo dovuto aprire i vari contenitori colorati della Tupperware, che tuo marito ha previdentemente etichettato, e mostrare al tuo figlio entusiasta la varietà di prodotti offerti dalla casa: insalata di pasta fredda, timballi di cose a cui neanche hai voluto provare a dare un nome, cibo in scatola di vario genere e succhi di frutta a non finire. Seth ama i succhi di frutta e Thad si diverte a viziarlo perché “almeno non sono dolciumi: finché ci dura salutista, godiamocelo” e tu non te la senti proprio di dargli torto.

Quattro ore – e una succulenta collezione di aneddoti imbarazzanti, con cui potrebbe tranquillamente ricattarti a vita – dopo, le batterie si sono misericordiosamente esaurite e Seth si è addormentato. È crollato a metà della seconda storia che ti ha costretto a inventare su supereroi dai nomi impronunciabili e improbabili battaglie galattiche; sospiri di sollievo, passandoti una mano sugli occhi stanchi e domandandoti mentalmente che ore siano: il cielo è scuro e ciò basta a mettere la parola “fine” alla vostra giornata di campeggio improvvisato.

Svuoti ciò che rimane della vostra borraccia sul falò che – in barba a qualsiasi aspettativa – resiste ancora e passi un braccio sotto le gambe di tuo figlio per tirarlo su – è ancora leggero, fortunatamente. Lui mugugna nel sonno, ma si acquieta praticamente subito e trova il posto che gli spetta nel tuo abbraccio, incurante del macello che regna sovrano intorno a voi. Ci penserai domani, prometti, adesso hai solo voglia di dormire e farti una doccia calda e infinita.

Ti guardi un attimo intorno, controllando che non vi sia nulla da riporre con urgenza; una volta assicuratotene, ti incammini verso l’edificio beige che dista pochi metri da voi e che non ti è mai sembrato così invitante e confortevole.

Batti due nocche sulla porta a vetri della veranda e, pochi secondi dopo, Thad si accorge della tua presenza e corre ad aprirti – elargendoti un sorriso orgoglioso e un altro bacio sulla guancia.

«C’è una rana nel nostro giardino» lo informi, entrando in casa e beandoti del calore che immediatamente ti avvolge.

Thad storce la bocca. «Solo una?» Ridacchia, avvicinandosi e spostando i capelli dalla fronte di Seth. «Dobbiamo portarlo più spesso in campeggio» conviene. «Se dorme così tranquillamente alla fine»

Fai una smorfia e lo fissi con espressione truce, mentre sistemi Seth sul divano e ti stiracchi. «Dobbiamo, esatto» puntualizzi con un sorrisino. «Tua madre è una santa donna, ricordami di non chiamarla più “vecchia megera”.»

Thad ride e ti cinge la vita con le braccia, guardandoti di sottecchi. «Non l’hai mai chiamata “vecchia megera”, sai?»

Vero, adori la mamma di Thad e credi che lo faresti a prescindere, anche se non avesse il fattore aggiunto di aver messo al mondo tuo marito.

«Forse dovrei iniziare» scherzi, mentre gli posi il mento sulla fronte e sospiri. «Così poi potrei smettere.»

E Thad ride di nuovo e ti pizzica un fianco affettuosamente. «Stai cercando di convincermi di essere diventato scemo, passando la giornata con nostro figlio?» Indaga con un mezzo sorriso. «Guarda che non funziona: domani sarai tu a spiegargli perché si è svegliato nel suo letto, piuttosto che nella tenda in giardino.»

Annuisci e gli avvolgi le braccia intorno al collo, inspirando a pieni polmoni il suo profumo così familiare e necessario. «Ci penseremo domani» decidi, sospirando quando il torace di Thad si scontra finalmente con il tuo.

Lui ti stringe e tu sei stanco, ma per quello hai sempre tempo ed energie e allora rimanete così, semplicemente a bearvi della reciproca presenza.

«Oggi ha chiamato Sarah» esordisce Thad, dopo qualche attimo.

Ti scosti da lui quel tanto che basta per guardarlo in viso, mentre lo stomaco ti si annoda e i battiti accelerano immediatamente. «Che ha detto?» Domandi, apprensivo e con la fronte aggrottata.

Lui ti accarezza un braccio, percependo e comprendendo il tuo stato d’animo. «Venerdì» sorride radioso, «venerdì pomeriggio ha fissato l’ecografia e ha chiesto se ci faceva piacere accompagnarla.»

E il sorriso enorme in cui ti apri è paragonabile solo a quello di Thad che lo segue un attimo dopo. «Le hai detto di sì, ovviamente.»

Thad annuisce e tu lo stringi di nuovo, gettando un’occhiata a Seth che dorme beatamente sul divano. «Presto avremo due piccoli campeggiatori per casa» mormori tra i suoi capelli, sorridendo di nuovo, senza fiato.

«Avremo bisogno di una tenda più grande» considera Thad, seguendo il tuo sguardo.

Due piccoli campeggiatori. Due piccoli campeggiatori che inseguono rane e classificano foglie; due piccoli campeggiatori che ti costringono ad accendere il fuoco e a inventare storie sul momento; due piccoli campeggiatori salutisti e animalisti. Due piccoli campeggiatori instancabili ed entusiasti per ogni cosa.
Sembra una prospettiva tremenda, a ben pensarci.

«Non vedo l’ora di andare a comprarla.»

O forse neanche così tanto.   
 
 

The End.
 


 
Ebbene sì, nella mia mente contorta, Sebastian e Thad hanno sempre avuto un secondogenito (o secondogenita?), il cui nome è già stato stabilito insieme al presta-volto e a tutta la caratterizzazione conseguente. Era un po’ che volevo scriverne, quindi ne ho approfittato per “introdurlo” alla fine di questa shot. Ciò vuol dire che, nelle mie prossime Daddy, ci saranno ben due piccoli Smythe-Harwood a cui stare attenti *risata malefica*

Solo questo, adesso vi saluto davvero e vi lascio un paio di indirizzi inutili a cui potete eventualmente trovarmi: FacebookTwitterAsk.fm
 

Robs.
   
 
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