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Autore: Jules_Black    31/01/2013    3 recensioni
"Sei la crepa sul muro e lo squarcio che hai aperto; sei tutto quello che c’è dietro."
[...]
"Sei il trucco sbavato e i silenzi pieni di risate; sei gli occhi grandi da bambina e tutte le volte in cui io sono bastata."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Jules_Black
Titolo: Fix you.
Rating: Verde
Genere: Introspettivo
Avvertimenti: Flash!fic, Flusso di coscienza
NdA: Beh, non saprei come definire questa storia. Non possiede un filo logico ben chiaro, non c’è collegamento tra un evento e l’altro, non si riferisce a nessuno in particolare. E’ qualcosa che tenta di dire tutto e niente, e, beh, credo che fino in fondo la capirò solo io. Buona lettura!
 
Fix you.
 
[I promise you I will learn from my mistakes.]
- Coldplay
 
Sei l’ultima sigaretta di un pacchetto in un giorno di pioggia, quella con il tabacco a metà e il filtro umido, e la fiamma che non divampa.
Sei l’ultima pagina di un libro che non mi è andato giù del tutto; Nasten’ka torna dal suo amante, non lo sapevi?
Sei la canzone dalla riproduzione continua, quella dove ho pigiato il tasto “rewind” già a cinque secondi dalla fine. Quella dove in ogni sillaba ci sei tu, quella dove ogni nota mi ricorda un determinato istante.
Sei quel bacio mai dato sul balcone di una camera d’albergo. C’era la luna e tutto era perfetto; tutto tranne me.
Sei quel singolo, unico, brivido. Una scarica elettrica dalla durata approssimativa di 3,7 secondi ogni volta che qualcosa mi ferisce.
Sei la crepa sul muro e lo squarcio che hai aperto; sei tutto quello che c’è dietro.
Sei un cartellone pieno di fotografie, e una città lontana e un lungomare che affaccia su una spiaggia di cemento. E sei l’altalena che dondola nella brezza fresca.
Sei le luci di una galleria di un’autostrada lontana e l’odore di polvere stantia sul pullman e sei la mano che per sempre stringerà la mia in quella fotografia.
Sei il caffè lungo e un posto chiamato “la fine del mondo”, dove mare e cielo si sono incontrati e continueranno a incontrarsi. E, noi, ci torneremo mai?
Sei un libro di letteratura inglese e un tram; e un sacco di sciocchezze del lunedì mattina. E sei anche il doppiogioco e la carta sbagliata di picche. E il poker sul tavolo verde, e un sorriso buffo.
Sei un paio di scarpe e una camicia, e quel maledetto paio di jeans. E una corsa finita con una cicatrice.
Sei qualche moneta sul bancone di un bar e qualche parola roca, perché c’è sempre stato poco da dire.
Sei un mattina passata a complottare contro la guerra e un sacco di ideali gridati contro un muro e sei l’alleato, le regole fisse – per noi non c’è posto qui dentro.
Sei una notte bianca e un’alba; una panchina e gli occhi chiusi al momento sbagliato.
Sei un fazzoletto sporco in una palude stagnante, in un posto a due passi dalla civiltà.
Sei il dolore che ho letto nei tuoi occhi e quello che ho nascosto bene nei miei; sei tutte le mie dissimulazioni.
Sei ciò che ho implorato che tu ascoltassi – e l’hai fatto e non l’hai fatto.
Sei il trucco sbavato e i silenzi pieni di risate; sei gli occhi grandi da bambina e tutte le volte in cui io sono bastata.
Sei esattamente tutto quello che c’è dietro.
Quello che lo specchio riflette e nessuno ci fa mai caso.

   
 
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