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Autore: AstridxAndros    31/01/2013    0 recensioni
dimenticate tutto ciò che sapete sulla serie, questa storia parla dei nostri protagonisti alle prese con la loro realtà ambientata ai tempi nostri...
***
direi che avevo perfino paura a pubblicare questa storia, l'ho scritta tanto per, spero comunque che venga apprezzata, (resterà incompiuta probabilmente) baci!! e recensite!!
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto, Contesto generale/vago
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Dimenticate tutto ciò che sapete su Konoha, dimenticate i personaggi, questa fanfic è dedicata a Naruto, Hinata, Sakura e Sasuke. Ambientata ai giorni nostri.
 
Era un noioso giorno di sole, camminavo in direzione del liceo, ma chi me lo faceva fare di andare a scuola? ah già, lo stato… però un anno dopo sarei stato libero, avrei compiuto 16 anni!
Davanti al cancello vidi la capigliatura inconfondibile delle mie migliori amiche, Sakura, rosa naturale, Hinata, blu naturale. Accanto a loro c’era il fratello di Hinata, che come al solito si vantava di un suo bel voto.
-ehi ragà, come ve la passate?- salutai andando a posizionarmi tra le ragazze, Neji mi guardò torvo, le ragazze mi salutarono cordiali. Fino all’anno prima ero stracotto di Sakura, e lo ero stato per ben tre anni, ma entrati al liceo avevo capito che lei aveva occhi solo per il mio migliore amico, non che non lo sapessi già prima, ma la speranza era l’ultima a morire no?
-testa quadra spostati- disse una voce fredda alle mie spalle, mi infuriai come al solito, ma quando mi voltai per rispondere a tono al mio ormai migliore amiconemico mi bloccai a bocca aperta. Forse ero stato l’unico a notare quel particolare in lui, perché gli altri lo salutarono normalmente.
-Sasuke…- dissi grave,
-sta’ zitto testa quadra- rispose sempre freddo, Sakura alle mie spalle iniziava ad avere gli occhi a cuoricino,
-Sakura smettila di sbavare… e Hinata, smettila di squadrare Naruto, abbiamo lezione… arrivederci Sasuke, spero di non incontrarti più Naruto- detto questo Neji tirò sua sorella lontano da noi. Io rimasi sorpreso per un attimo, poi ripresi il discorso con Sasuke che aveva cominciato a fissare Sakura.
-Sakura, io e questo pallone gonfiato dobbiamo parlare, puoi andare a lezione? Noi entriamo a seconda ora- dissi senza abbandonare il mio tono dolce, quando parlavo con lei mi veniva ormai naturale.
-non prendo ordini da te Naruto, Sasuke non vuole venire con te!- ribatté lei piccata,
-Sakura ci vediamo a seconda ora!- esclamai ormai lontano tirando con me Sasuke.
******
-cosa è successo?- chiesi quando fummo abbastanza lontani, lui mi guardò con superiorità,
-testa quadra, non capisco a cosa ti riferisci- disse altezzoso tentando di oltrepassarmi, ma sapeva che era impossibile, io non mi davo mai per vinto.
-mi riferisco a questo!- esclamai arrabbiato spostando il colletto della sua giacca, una ferita lunga almeno 10 centimetri fece capolino sul suo collo, l’avevo intravista appena, era impossibile vederla se non si faceva attenzione.
-non sono affari tuoi Naruto!- disse alzando la voce, era un cattivo segno, per lui chiamarmi con il mio nome era segno che non si controllava più, che aveva la testa piena di pensieri per ricordarsi di insultarmi.
-non sono affari miei?! Cazzo Sasuke! È stato di nuovo tuo fratello vero?!- esclamai arrabbiato spingendolo contro il muro. Lui rimase in silenzio. Era un segno ancora più brutto.
-ieri è tornato di nuovo fatto… dopo ha tentato di farla finita… io l’ho bloccato… il resto puoi intuirlo…- disse tenendo gli occhi bassi. Merda…
-ehi… guardami…- dissi scuotendolo leggermente per le spalle, lui alzò lo sguardo, aveva gli occhi lucidi.
-se quel giorno io fossi rimasto a casa… se quel giorno non avessi permesso a mio fratello di ubriacarsi, loro sarebbero ancora qui… e Itachi non sarebbe in queste condizioni…- tentava di trattenere le lacrime, guardava il cielo con sguardo freddo, ma i suoi occhi tradivano le sue emozioni.
**********
Fece un passo tentando di liberarsi dalla mia presa.
-smettila di colpevolizzarti- dissi sicuro,
-non è colpa tua, e lo sai! Se quella sera non fossi uscito saresti stato tu a morire! Pensi che i tuoi genitori non avrebbero dato volentieri la vita per te?! Pensi che Itachi non sarebbe arrivato a questo punto se fossi morto tu al loro posto?! cazzo Sasuke!- un pugno mi colpii in pieno volto,
-smettila di farmi la predica! pezzo di merda che non sei altro!- esclamò, io mi buttai su di lui, lo presi per il colletto e lo colpii.
Passarono dieci minuti buoni mentre ci colpivamo. Ci buttammo a terra stremati, sul ciglio della strada, sanguinanti, appoggiati al muro.
-Grazie testa quadra…- soffiò lui guardando avanti a sé, sorrisi impercettibilmente,
-è sempre un piacere fare a botte con te, pallone gonfiato- risposi.
*******
Quel giorno Sakura e le altre ragazze riempirono il mio amiconemico di domande, mentre io mi beccavo occhiatacce ad ogni sua risposta.
l’ultima campanella suonò, e come al solito ci ritrovammo tutti e cinque davanti la scuola,
-oh mio dio! Naruto! Cosa ti è successo?!- esclamò preoccupata Hinata, avevo un labbro tagliato, un sacco di lividi, i vestiti sporchi di sangue e le mani graffiate. Non dovevo fare una bella impressione.
-niente, non preoccuparti Hina…- le sorrisi, e lei arrossì, non capivo quel comportamento, ma le parole di Neji bloccarono i miei pensieri.
-le hai prese da Sasuke eh?- mi chiese strafottente, non risposi, se avessi detto di averlo battuto non mi avrebbe creduto di certo, se avessi detto di aver perso mi avrebbe preso in giro per sempre. Rimasi in silenzio.
-ma di che ti doveva parlare?- sussurrò Sakura al corvino, io rabbrividii, ero fottuto.
-mi voleva sfidare, ho preso un voto molto più alto del suo in matematica… l’ho lasciato vincere, poveretto, mi faceva pena…- disse con tono di scherno. Ok. Lo ammetto, quando vuole è geniale!
**************
Quella notte non riuscii a dormire. I pensieri che mi occupavano la mente erano troppo insistenti.
il primo era quello di Sasuke, Itachi era messo male, e lui ci soffriva parecchio.
il secondo invece era quello di Hinata, quella ragazza stava lentamente entrando nel mio cuore, e io non sapevo cosa fare per evitarlo. Non volevo rovinare quel bel rapporto che si era creato tra di noi, lei era stata una delle mie prime e uniche amiche.
*****
Erano le 5 e io non avevo chiuso occhio. Mi decisi ad alzarmi, mi vestii con le prime cose che trovai nell’armadio, baciai la foto dei miei genitori e uscii di casa.
Non era ancora l’alba, il buio regnava come se fosse stata notte. Io vagavo per il paese.
Mi ritrovai senza accorgermene in un vecchio parco. Davanti la mia vecchia scuola, lo ricordavo bene…
“il bambino biondo stava seduto sull’altalena, da solo, i suoi occhi erano lucidi, dalla morte misteriosa dei genitori tutti lo avevano allontanato. Tutti dicevano cose brutte su di lui, nessuno gli rivolgeva la parola e nessuno gli si avvicinava. << cosa ho fatto di male?>> si chiedeva il biondo guardando i compagni giocare,
<> chiese la vocetta infantile di una bambina castana, la donna la tirò vicina a sé, <>”
Quei ricordi erano chiari nella mia mente. Per questo mi tenevo stretto i miei migliori amici. Erano stati gli unici ad andare oltre le apparenze, erano stati gli unici a capire. Sasuke aveva vissuto la mia stessa tragedia, capiva come mi sentivo. Sakura invece era “troppo intelligente per credere alle voci” quindi non si era lasciata ingannare. Hinata era sempre stata buona con me, dalla prima volta che mi aveva visto, non aveva mai esitato a starmi accanto, anche andando contro suo fratello. Anche se poteva sembrare il contrario eravamo tutti ottimi amici, e con forti legami.
**********
Erano le tre e mezza. Io e Sasuke a casa di Sakura, la cosa strana era che ci aveva invitato lei. Ci stava medicando silenziosamente, forse i nostri sguardi vacui le avevano parlato più delle parole. Era sempre stata così lei. Lei capiva tutto con uno sguardo. Lei era intelligente e sagace come Sasuke, e a volte perfino gentile e divertente come Hinata. Si, Sakura rasentava la perfezione, eppure non potevo evitare di sorridere quando a Sakura nella mia mente si sovrapponeva sempre lei, non ricordavo nemmeno quando mi ero accorto di provare qualcosa di grande per Hinata… eppure ricordavo quando il mio amiconemico aveva iniziato a provare certi sentimenti per la ragazza dai capelli rosa. Eh si, il grande Sasuke che ora stava mogio tra le delicate mani della rosa si era innamorato perdutamente. Non me lo aveva mai confessato, ma ormai troppo spesso si ritrovava a fare apprezzamenti su di lei anche a voce alta, che con sua grande fortuna io riuscivo a nascondere bene. Lo vidi arrossire leggermente quando la giovane si era avvicinata alla sua bocca carezzandola con le mani analizzando una ferita. levai il disturbo, a me avrebbe pensato un’altra volta, avevo qualcosa di più importante da fare.
*************
Suonai il campanello più volte, dopo dieci minuti buoni un ragazzo sulla ventina mi aprii, con le occhiaie e solo un paio di boxer addosso.
-Naruto… mio fratello non c’è- mi disse seccato e con una nota di rancore nella voce,
-lo so, sono venuto per te Itachi…- dissi sicuro, sorridente come al solito. lui sbuffò e mi fece entrare in casa mentre lui tornava nella sua stanza per vestirsi.
-cosa volevi dirmi?- chiese con fare da superiore bevendo un caffè, forse neanche ricordava cosa aveva fatto al fratello, decisi di essere diretto.
-non ti sembra il momento di trovarti un lavoro?- chiesi, non ero mai stato così serio, e forse non lo sarei stato mai più, ma quello non era il momento di mostrare il mio lato sempre allegro.
-che ti frega a te?- chiese infastidito,
-ricordi cosa è successo tre sere fa?-chiesi fissando un punto indefinito alle sue spalle, potei vedere lo stesso la sua reazione. Era impallidito, e si era irrigidito.
-te lo ha detto?- chiese abbassando lo sguardo,
-dopo esserci presi a pugni e dopo aver tentato cento volte sono riuscito a farmi dire da dove proveniva il taglio…- dissi fintamente tranquillo indicando il mio labbro tagliato. Lui fece un cenno con il capo.
-sono venuto solo per avvisarti… se non smetti di farlo preoccupare come un cane, se non inizi a rigare dritto, se non smetti di fare tutto ciò che “va’ contro te stesso e contro gli altri”. Non mi tratterrò, non permetterò che tu ti uccida da solo o che ancor peggio uccida tuo fratello, morirai per mano mia. l’ho detto a lui e lo dico a te, smettila di colpevolizzarti per qualcosa di cui non hai colpa, poteva succedere a chiunque… non fate il mio stesso errore...- mi alzai e con passo fermo mi avviai verso la porta, lo sentii singhiozzare.
-lui… hai detto questo anche a lui?- chiese con la voce rotta,
-si… siete fratelli dannazione! Dovrà pur servire a qualcosa avere qualcuno accanto!!- esclamai sull’uscio, non ero riuscito a trattenermi, non capivo come io che ero solo, ero riuscito a rialzarmi, loro che erano fratelli si stavano rovinando. Non potevo permetterlo…
********
Corsi fino al piccolo bosco in periferia. Era sempre stato il mio rifugio, fin da piccolo. Non ci andavo da molto tempo…
C’era ancora l’albero dove mi allenavo, avevo deciso a quel tempo di non piangere, eppure a dieci anni di distanza mi ritrovavo a buttare lacrime come un moccioso, solo per un ricordo. Il volto dei miei genitori era ancora impresso nella mia mente, il loro sorriso, quello dell’ultimo giorno. Pensavo davvero che quell’incidente fosse stato a causa  mia. Quel giorno avevo la febbre, pioveva, ricordo una corsa all’ospedale, una macchina, un forte rumore. Ero stato l’unico ad essersi salvato, eppure la gente continuava ad insinuare cose orrende sul mio conto…
*********
-perché!?- esclamai a gran voce colpendo un albero, ero sicuro che nessuno mi potesse sentire.
Piangevo, e il cielo piangeva con me.
-fottuto bastardo! Cosa abbiamo fatto di male?!- esclamai imprecando contro il cielo, ormai ero anche fuori il mio stesso controllo, eppure davanti alla sena di Sasuke con quella ferita al collo, Itachi con le lacrime agli occhi, molte ferite si erano riaperte.
**********
Dovevano essere passate ore, la pioggia era aumentata diventando un vero e proprio diluvio. Ma io non avevo intenzione di tornare a casa. Non riuscivo a far sparire quel dolore dal cuore. Il volto dei miei genitori mi tornava in mente ogni volta che riuscivo ad allontanarla. le grida di paura dei bambini quando mi avvicinavo a loro rimbombavano nella mia testa. Uno psicologo sarebbe impazzito ascoltando i miei dibattiti interiori.
I miei vestiti erano fradici come i miei capelli, appiattiti ormai dal peso dell’acqua, chiaro segno che ero da troppo sotto quella pioggia torrenziale. Il freddo mi era entrato nelle ossa, ma non m’importava, volevo solo far cessare quel dolore che dopo tanto si era fatto sentire.
Tentai di scagliare un altro pugno contro l’albero ormai insanguinato, come le mie mani, quando qualcuno mi bloccò.
************
-testa quadra… che cazzo fai?- chiese una voce che conoscevo benissimo. Non c’era ombra di rabbia nella sua voce, ma di preoccupazione mal celata. Non riuscì a parlare, le lacrime scendevano seguendo la pioggia…
-perché, perché sei qui?- chiesi liberandomi dalla sua presa e volgendogli le spalle.
-ho parlato con Sakura e con… mio fratello,  volevo ringraziarti…- ammise facendomi voltare un’altra volta,
-ma ora penso solo che devi venire con me!- esclamò tirandomi per la mano ancora sanguinante. Ero perplesso e sorpreso, quello che avevo visto sul suo volto era un sorriso, ci avrei scommesso qualunque cosa, Sasuke mi aveva sorriso. Il dolore che avevo nel cuore si stava lentamente dissipando.
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