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Autore: mysticmoon    22/08/2007    3 recensioni
Per chi ha letto "Vivi" ma anche per chi non l'ha letta...
Questa è una storia natalizia molto breve che ha come protagonisti assoluti Harry e Hermione.
[...]Harry, mi sono rotta la testa nel tentativo di togliermi questa idea dalla mente…[...]
Vi auguro buona lettura
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Silvia per il suo compleanno
Chiedendo scusa per non essere
Stata in grado di fare il miracolo
In soli venti giorni

25 Dicembre 2004


Hermione si guardò allo specchio e fece una smorfia di disgusto.
Quel lungo abito di velluto verde bottiglia non era esattamente il suo preferito ma non poteva fare altro che indossarlo.
Era il più sformato tra i vestiti che aveva e aveva sempre pensato che le cascasse decisamente male ma non poteva di certo dire a Molly Weasley che quell’abito che le aveva orgogliosamente regalato il Natale precedente non era di suo gusto e che qualche giorno prima le aveva promesso di indossare in quella particolare occasione particolarmente delicata.
Ginny e Victor erano stati invitati alla Tana per festeggiare il Natale con la famiglia Weasley al completo e Molly aveva insistito tanto perché il ministro della Magia e il suo dolce consorte partecipassero al banchetto, il primo da quando la coppia si era sposata segretamente in una chiesetta della Bielorussia.
Hermione non avrebbe voluto andarci a causa di continui disturbi gastrici e del senso di spossatezza che le attanagliava sempre più le membra ma non poteva negare nulla alla sorridente madre della sua migliore amica quindi avrebbe stretto i denti e sarebbe intervenuta. Non poteva mancare soltanto perché da qualche settimana si sentiva sempre stanca, aveva difficoltà a digerire ed il suo corpo, in quell’occasione celato dalla linea morbida dell’abito tanto odiato, si stava gonfiando in maniera davvero preoccupante.
Con aria distratta girò la vera che aveva al dito e si concesse un sorriso triste mentre i suoi pensieri volavano al passato piuttosto lontano, quando era solo una bambina dalle ginocchia salde e dal cuore impazzito che affrontava il suo primo viaggio sull’Espresso per Hogwarts. Per lei quello era stato l’inizio di tutto, il primo giorno in cui la bambina Hermione Jane Granger diventava la strega Hermione Jane Granger.
All’epoca conosceva Harry James Potter solo per la smisurata celebrità che gli aveva dato l’essere l’unica persona sopravvissuta ad un Avada Kedavra e non immaginava minimamente cosa ne sarebbe stato della sua vita dopo aver incontrato per la prima volta quelle iridi verdi, occhi che sarebbero diventati una presenza costante della sua vita da quel giorno in poi e che solo molti anni dopo l’avrebbero iniziata a guardare con una luce differente da quella della semplice amicizia.
Adesso, più di tredici anni dopo quel primo incontro, era la signora Potter, uno delle poche persone che erano diventate Ministro della Magia pur non essendo purosangue ed il primo ministro ad aver equiparato i diritti di tutte le creature magiche senzienti, permettendo anche a creature come gli elfi domestici di utilizzare una bacchetta magica.
Molti la ammiravano e spesso era salutata con calorosi complimenti che riguardavano la sua forza d’animo ed il suo operare in modo imparziale e giusto.
Di certo, si diceva spesso Hermione da quando erano iniziati i suoi disturbi, non immaginavano chi fosse davvero e la prova l’aveva in quella stanza; il Ministro aveva nascosto nella cassettiera una busta bianca con dentro tutto il futuro suo e di suo marito Harry.
Non sapeva ancora quando consegnargli quel foglio di carta che avrebbe sconvolto le loro vite… non voleva metterlo in agitazione con pessime notizie proprio il giorno di Natale ma d’altra parte, se in quella busta che non aveva avuto il coraggio di aprire ci fosse stata la tanto attesa buona notizia sulle sue condizioni fisiche, quello sarebbe stato il più bello dei regali che avrebbe potuto fargli.
La sua salute, definita da tutte le persone a lei più vicine “una salute d’acciaio inossidabile”, era peggiorata negli ultimi tempi. Da una parte era vero che si era strapazzata molto più del solito negli ultimi due mesi ma non erano normali tutti quei malesseri, in particolar modo quella stanchezza che a volte la faceva persino addormentare alla scrivania e quella nausea che la tormentava ogni mattina, costringendola a rimpinzarsi di cracker per tentare di controllare i conati di vomito che molto spesso l’aveva costretta a tante buffe corse per i corridoi del ministero e, alla fine, a restare piegata su un water anche per venti minuti, la fronte premuta contro la fresca maiolica e la testa che esplodeva dal dolore.
Questo suo stato di malessere la terrorizzava non poco e leggeva negli occhi di Harry la medesima grande preoccupazione che vedeva riflessa nello specchio in quel momento, il timore di un subdolo attacco che l’avrebbe potuta strappare da quella vita per la quale aveva tanto lottato e che aveva iniziato a ingranare solo qualche anno prima, quando aveva accettato Harry come compagno per la vita.
Era stata una decisione comune quella di farsi visitare, per questo due settimane prima si era sottoposta a una ecografia addominale e all’esame completo del sangue ma non aveva avuto il coraggio che le dicessero subito di cosa si trattava quindi si era fatta scrivere la diagnosi completa su un foglio di pergamena e, chiuso in una busta, aveva deciso di aprirla con Harry in quello che lei avrebbe considerato il momento giusto.
Peccato che si sentisse tremendamente codarda! Prima aveva inventato decine di scuse prima di decidere di andare a farsi le analisi, poi aveva voluto nascondere in quella busta il destino suo di Harry ed infine era sua intenzione mettere quella busta nelle mani di Harry James Potter.
Sapeva quanto scorretto fosse quel gesto ma sentiva che lei non avrebbe retto se la diagnosi fosse stata negativa.
Di certo non aveva intenzione di consegnargliela in quella nevosa mattina di Natale dell’anno 2004.
Si erano fidanzati esattamente cinque anni prima e quel giorno ricorreva anche il secondo anniversario del giorno in cui si erano sposati.
Se da una parte le sembrava giusto scoprire cosa riservava loro il destino proprio nel giorno in cui avevano compiuto i gesti più significativi come coppia dall’altra sentiva che se fossero state brutte notizie fargli vedere quei risultati in quel giorno sarebbe stato tremendamente ingiusto, come lo era il fatto che il loro amore dovesse avere una fine senza aver messo su famiglia o senza aver passato le lunghe ore della vecchiaia davanti a un focolare acceso, con un cane a pelo raso ai loro piedi e qualche bel nipotino che svolazzava su una piccola scopa che si librava a pochi centimetri da terra.
Chiuse gli occhi e sospirò.
Sentì bussare lievemente alla porta e subito dopo si dischiuse.
- Tesoro… posso entrare?
- Certo caro.
Harry, già vestito di tutto punto, scivolò nella stanza con passo felpato e si avvicinò alla donna che si guardava allo specchio con aria pensosa.
- Non ti senti bene, vero?
- Questa non è una novità.
Nei suoi occhi castani si rifletteva la rassegnazione che traspariva dal tono della sua voce.
- Tesoro…- sussurrò passando le braccia attorno alla sua vita e appoggiò la testa sulla sua spalla.
Adesso erano entrambi ritratti dallo specchio, lui in camicia bianca e pantaloni scuri, lei con l’abito verde che nascondeva le curve forse dovute a una grave malattia che la stava divorando dall’interno.
- Vedrai che andrà tutto bene- le sussurrò l’uomo dopo averle scostati i capelli dall’orecchio sinistro- Se solo ti decidessi ad andare a fare quelle analisi…
Hermione sospirò e questo fermò immediatamente la favella del marito.
- Hermione… qualcosa non va?
- Le analisi… Harry, io le ho fatte due settimane fa.
Il marito impallidì.
- Quindi tu sai cosa…
Scosse il capo, colpendolo con i capelli ribelli che l’avevano sempre fatta impazzire.
- No, non so nulla. Non ne ho avuto il coraggio. Lo so che è da codardi…
Hermione si fermò per studiare il volto riflesso nello specchio.
Suo marito sembrava turbato ma non in collera quindi decise di continuare.
- Tesoro, io ho paura di quei risultati. E se fosse…
- Se fosse cosa?
- Se fosse… Harry, mi sono rotta la testa nel tentativo di togliermi questa idea dalla mente… ma se fosse… cancro? Cosa potremmo fare se io avessi il cancro, Harry?
- Tesoro… non può essere.
La sua voce ed i suoi occhi tradivano l’insicurezza che in quel momento gli facevano battere con forza il cuore.
- Harry, non riesco più a trattenere nulla nello stomaco e mi fa male il seno. E poi mi sto gonfiando, Harry… E mi addormento all’improvviso… sono sempre esausta e dolorante… Harry,, con questi sintomi potrei avere decine di piccoli tumori ovunque e morire nel giro di pochi mesi.
- Non dirlo neanche per scherzo! Hai già avuto i risultati?
Hermione fece scivolare la mano sulla cornice dello specchio e si diresse alla cassettiera, aprì il secondo cassetto dall’alto e, spostati i suoi capi di intimo, mostrò a Harry la busta bianca nascosta lì proprio perché Harry evitava come la peste di aprire il cassetto che conteneva la biancheria della moglie, ancora tremendamente in imbarazzo quando doveva mettere la mano tra reggiseni e affini.
Harry prese la busta prima che potesse farlo la sua mano tremante e senza esitazione la aprì.
A differenza di Hermione lui era impaziente di sapere cosa contenesse quella misteriosa lettera. Voleva saperlo subito se avrebbe perso presto sua moglie, in quale modo e se c’erano ancora possibilità di salvarle la vita.
Respirava affannosamente mentre le sue dita, ora incerte, rompevano la carta e dispiegavano quei fogli di carta, studiandoli con un’attenzione tale che Hermione sentì il suo cuore stringersi ed il respiro mozzarsi.
Harry guardava con attenzione quei fogli, gli occhi spalancati e la bocca semiaperta.
Più i suoi occhi studiavano quei fogli più il cuore di Hermione batteva rapidamente.
Dopo alcuni minuti di studio, momenti che Hermione percepì come ere geologiche, Harry alzò gli occhi sulla moglie e parlò.
- Cara… tu non ti senti affatto bene, vero?
Hermione annuì.
- Hai avuto disturbi anche a livello… femminile?
- Femminile?
Harry arrossì.
- Ormoni, cara.
- Che cosa è?
- Rispondimi per favore.
- Harry…
- Hermione…- Harry strinse i denti e, chiusi gli occhi, parlò- Tesoro, hai per caso un ritardo nel ciclo?
Hermione lo guardò con aria stupita. Sapeva benissimo quanto Harry odiasse ficcare il naso in questioni esclusivamente femminili quindi ne dedusse che doveva trattarsi di qualcosa davvero grave come un qualche problema irrisolvibile all’ipofisi o delle metastasi a livello cerebrale.
- Sì caro…- gli rispose dopo una breve pausa- Il ciclo mi manca da un mese o forse un paio…
- O magari tre?
Lo sguardo di Hermione si riempì di domande. Cosa stava cercando di dirle il suo imbarazzatissimo marito.
- Tesoro, è meglio se ci sediamo.
Hermione chiuse gli occhi per evitare le lacrime mentre Harry, palesemente nervoso, la conduceva fino al letto e ve la faceva accomodare.
- Hermione- esordì l’uomo facendo respiri profondi tra una parola e l’altra- Tu… tu cara… lavori decisamente troppo…
- Che cosa ho?
Harry ignorò la sua domanda.
- … ma vedrai che presto le cose cambieranno radicalmente.
- Harry… mi spaventi sempre più! Maledizione, dimmi che cosa ho!
Harry la guardò negli occhi. Aveva l’aria tremendamente seria e questo la spinse a stringere con forza la sua mano.
- Un disturbo di grande importanza.
- Mi spaventi.
- E’ davvero qualcosa di importante ma non dovresti aver paura.
Hermione tirò un sospiro di sollievo e lasciò le lacrime libere di scorrere. Era sollevata ma non per questo tranquilla.
- Quindi guarirò.
- A livello fisico… direi per giugno o luglio.
- Così tanto?
Anche questa volta Harry ignorò la sua domanda.
- A livello psichico non saprei proprio cosa dirti… forse potresti stare meglio quando andranno a Hogwarts ma non è detto che il problema si presenti di nuovo...
- Di nuovo… Andranno… Hogwarts… ma che cosa stai dicendo… non sarà mica che io… che io sono…
- Tesoro- disse Harry, incapace di nascondere oltre il sorriso che tratteneva da quando aveva letto il risultato dell’ecografia- Soltanto tu potevi essere così concentrata sul lavoro da scambiare una gravidanza per il cancro.
Hermione non riuscì a evitare di spalancare la bocca per la sorpresa mentre Harry le porgeva il foglio piegato in due.
Con lentezza lo aprì e guardò l’ecografia: non era chiarissima ma si vedevano nitidamente due testoline appena accennate e due sottili collane di piccole ossa, le colonne vertebrali dei suoi bambini.
- Harry… sono incinta.
- Direi di sì. E direi anche che sono due.
- Cazzo!
Harry la fissò incuriosito mentre batteva i piedi per terra e picchiava il materasso.
- Quanto cavolo sono stata stupida! Sono un’idiota. E’ l’unica spiegazione possibile. Io so tutto sull’argomento. Avrei dovuto sapere che non erano i sintomi di una patologia simile ma i primi segni della gravidanza… Tutte le donne normali fanno un test di gravidanza quando hanno un ritardo di qualche settimana, giusto? Ma io. Io non sono normale. Sono una secchiona rincretinita che pensa solo al lavoro, un’ipocondriaca nevrotica pessimista che pensa prima a una malattia normale che a una gravidanza… Quanto sono stupida! Sono stupidissima, vero Harry?
Lui sorrise e la baciò. Dolci lacrime gli bagnarono il volto ma non importava. La sua vita stava per cambiare e quel Natale sarebbe stato il più speciale di tutti.
  
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