11/01/2013
Bacchette
di metallo
Non doveva finire così.
L’uomo che aveva pensato a
questa frase, aveva all’incirca una cinquantina d’anni e ormai i capelli ingrigiti,
solo i baffi gli erano rimasti neri come quando era stato giovane.
Il signore appariva nervoso e agitato e la sua
agitazione aumentò quando prese in mano delle piccole asticelle di metallo:
erano delle bacchette, di quelle che gli orientali usano per mangiare.
Non si manda una figlia a
studiare all’estero per ritrovarsi un genero dagli occhi a mandorla pensò
l’uomo.
No, lui l’aveva insegnato che
il detto “ Moglie e buoi dei paesi tuoi”
era sacrosanto ma era evidente che non l’avesse ascoltato.
<< Ma io lo amo .
>> gli aveva detto la figlia piangendo. – Ti prego non rifiutare il tuo permesso.-
E sì, il permesso: il tipo
era venuto a chiedere il permesso di sposarla, cose da altri tempi.
Per lo meno, l’orientale era
stato educato e alla fine il padre aveva accettato.
Ed eccolo lì ad esercitarsi a
mangiare con quelle stupide bacchette nel locale del cugino del suo futuro
genero.
Il signore si guardò attorno,
il locale era scarno e non cercava ipocriticamente di ricreare atmosfere finte
orientali come altri locali del genere.
Un altro punto a favore,
forse …
<< Comunque sia.
>> bofonchiò l’uomo: << Moglie e buoi dei paesi tuoi. >> e
fece un brindisi a quella che a lui sembrava la sacrosanta verità alzando il
bicchiere davanti a sé.